mercoledì 12 settembre 2007

Mario Grasso - Direttore Castorama "Etnapolis, il coraggio dell'Imprenditoria siciliana" - di Francesco Liotta e Giosuè Gullotta


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Mario Grasso, 40 anni, di Biancavilla, sposato e padre di 3 ragazzi, dopo la licenza liceale, nel 1990 comincia la propria carriera nel mondo della grande distribuzione con Rinascente-Auchan, come allievo capo reparto a Merate (Lc), dopo una breve esperienza a Torino, nel 1991 diventa caporeparto a Curno (Bg), nel 1997 passa caposettore nel punto vendita di Taranto, dopo un’ulteriore esperienza a Piacenza torna a Catania, nel 1998, con l’apertura di S. Giuseppe La Rena e, continuando la propria crescita professionale, nel 2002 partecipa all’apertura del Centro Commerciale Auchan a Siracusa diventandone il vice direttore.
Nel 2004 l’incontro con la realtà Castorama, come Direttore del primo punto vendita siciliano, presso il “villaggio” Etnapolis.

Cominciamo la nostra chiacchierata cercando di capire come è organizzata la struttura “ETNAPOLIS”’?
Fondamentalmente si divide in tre corpi: il corpo A, che comprende tutte le grandi superfici, il corpo B che comprende l’ipermercato e 120 negozi, e il corpo C con il multisala ed il blocco ristorazione. Consta di due maxi parcheggi (uno interrato e l’altro sul tetto) e di parcheggi accessori come quello antistante Castorama e l’altro sul blocco ristorazione. Osserva orario continuato tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 21.00 con delle variazioni sul fine settimana. Il cinema e i ristoranti rimangono aperti fino a notte fonda.

Come nasce il progetto?
Da un meraviglioso e coraggioso esempio di imprenditoria esclusivamente privata locale che ha voluto dare lustro ad una delle zone più belle e particolari, pedemontana e quasi marittima nel contempo, della provincia di Catania, perfettamente fruibile con estrema facilità da ogni parte della Sicilia.

Durante la costruzione del “progetto” una delle parole d’ordine era “A regime duemila assunzioni - Tra i candidati favoriti ci sono gli abitanti dell'hinterland” le aspettative sono state confermate? E se no quali sono stati i motivi?
Lei sa bene che i progetti sono assimilabili ai desideri. Ognuno di noi nel progettare casa propria vorrebbe riprodurre la reggia di Caserta. Poi però si accorge che dispone di soli 100 mq ed allora realizza un bell’appartamento. Bello, ma pur sempre appartamento.
Di sicuro però nel caso di Etnapolis la realtà attuale è molto simile al progetto. In tutto e per tutto.

Quanti sono gli esercizi commerciali operanti? E quanti appartengono a realtà del territorio? Cioè quanti hanno carattere di franchising e quindi legati a realtà nazionali e quanti invece sono piccoli commercianti che si sono scommessi personalmente?
Come accennavo prima, gli esercizi sono circa 120. Tutti locali in quanto anche la formula del franchising è imprenditoria allo stato puro. Quindi tutte scommesse di imprenditori locali.
Tranne ovviamente le grosse realtà come Castorama, Carrefour, Emmelunga, Media World e qualche altro nome che non mi viene adesso in mente.

Uno recentissimo studio di settore pubblicato dall’OCSI (Osservatorio Competitività e Sviluppo Imprenditoriale – Centro ricerche per il sud –est Sicilia) ha confermato che nel nostro comprensorio il tasso di crescita per il settore Commercio (periodo 2000-2006) è attestato attorno al -0,05% (cioè in piena perdita), considerando il Vs osservatorio privilegiato, in quest’anno di attività vi è stato un turn over evidente tra le attività presenti nel Centro Commerciale?
Parlare di turn over in un centro commerciale con neanche due anni di vita e che cresce a colpi di + 30% di clienti al giorno mi sembra un pochino prematuro, le pare?

Passiamo alla realtà Castorama a Etnapolis, come mai proprio a Catania?
Castorama approda in Sicilia a seguito di un progetto di espansione mirato a rafforzare la sua leadership sul mercato italiano, in armonia con il piano di espansione europeo ed orientale fortemente voluto da kingfisher, azienda capogruppo Inglese. Perché Etnapolis? Perché Etnapolis rappresenta il “campo base” dello sviluppo siciliano della grande distribuzione; perché si trova in bacino denso e ricco come quello catanese; perché è ubicato in un punto strategico anche dal punto di vista viario. In conseguenza di ciò, ecco che l’azienda apre uno dei suoi punti vendita più grandi dando occupazione a giovani lavoratori, tutti rigorosamente del comprensorio.
I grandi centri commerciali tendono a far “morire” le piccole realtà locali. A suo modo di vedere vi è un complessivo aumento o un decremento della forza lavorativa necessaria?
Assolutamente un incremento. La sua è una domanda che ormai mi sento rivolgere da ben 17 anni, da quando cioè sono entrato a far parte di questo magico mondo. Sono sempre stato contrario nei confronti di chi sostiene che i grossi centri facciano chiudere i piccoli e, ancora, con chi asserisce che piuttosto che ricchezza inducano povertà di posti di lavoro. Il motivo è davvero semplice. Io sostengo che il commercio al dettaglio, in particolare mi riferisco a quello dei nostri paesini, vive oramai una fase di stagnazione in quanto restio ad una vera e propria evoluzione. Mi spiego meglio: se la frequentazione media di un ipermercato è, stando alle statistiche, quindicinale, dubito che una famiglia che frequenta in maniera assidua l’ipermercato possa provvedere interamente ai propri bisogni durante le due visite mensili; i prodotti freschi, per esempio, proprio per essere tali, vanno acquistati quasi quotidianamente. E non nell’ipermercato. Concludo: il piccolo commerciante deve specializzarsi in negozi di piccole superfici, in centro città, con assortimenti limitati nei bisogni ma dettagliati nella varietà: vendo solo prosciutto, ma di questo ne ho ben 10 tipi! Un commercio al dettaglio dunque complementare e non concorrente con la grande distribuzione. E soprattutto che produca utili dalla sua capacità di fare commercio e non dai tagli che quotidianamente vuole apportare alla spesa per sostenere la propria piccola impresa. Quindi: commercianti, all’arrembaggio!

Cerchiamo di capire un po’ più chi è l’uomo Mario Grasso, come nasce l’avventura di Mario Grasso con una delle società più importanti nel comprensorio di Etnapolis?
Ho sempre creduto nei colpi di fulmine! Io e Castorama ci siamo incontrati alcuni anni fa e subito ci siamo innamorati. L’azienda voleva un direttore del luogo e ha creduto di trovare in me la persona giusta. E io gliene sono grato.

L’esperienza Castorama come lo ha arricchito professionalmente e personalmente?
E’ un continuo “Do ut des”; La mia età professionale e l’età di castorama in Italia sono esattamente uguali. Siamo coetanei. Io apporto quotidianamente un qualcosa dalla mia precedente esperienza Rinascente-Auchan e Castorama fa il resto arricchendomi ed ammaliandomi con il magico mondo del fai-da-te.

Castorama a Etnapolis è anche una sua scommessa personale da siciliano di questo territorio; è una scommessa vinta o ci sono stati problemi?
Una scommessa commerciale non è mai vinta. Chi ha la presunzione di vincere in mondo dove l’unica regola è che non ci sono regole, come quello del commercio, è meglio che cambi mestiere. Di sicuro sono molto soddisfatto, ma c’è tanto lavoro da fare e la strada è tutta in salita; fortunatamente il motore, che è la mia squadra, è ottimo.
E vorrei poi segnalare il nostro sponsor d’eccezione: la nostra sala riunioni l’abbiamo dedicata alla “Madonna della Roccia - Belpasso”. Ne conosce uno migliore?

Se qualcuno volesse intraprendere un rapporto lavorativo con voi, cosa dovrebbe fare?
WWW.Castorama.it, al link “lavora con noi”.

A cura di Francesco Liotta e Giosuè Gullotta