sabato 12 maggio 2007

Rosario Di Guardia: Comunicare la salute, il Distretto Sanitario - di Francesco Liotta e Giosuè Gullotta

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Abbiamo avuto il piacere di incontrare il dott. Di Guardia direttore del Distretto Sanitario di Adrano, il quale ci ha illustrato una struttura che molti sconoscono ma che invece influenza moltissimo la nostra vita di cittadini e, purtroppo a volte, di pazienti. Questo incontro ci dà la possibilità di entrare nel mondo della sanità, complesso ma, per alcuni aspetti, molto affascinante.

Come è strutturata la sanità nel nostro territorio?
L’ASL 3 Catania è la struttura amministrativo-sanitaria che coordina tutta la provincia, il cui territorio è suddiviso in 11 zone, di cui una ricadente su Adrano e comprendente i comuni di Biancavilla e S. Maria di Licodia.
In questo territorio insistono tre strutture, l’Ospedale, il Dipartimento di Prevenzione e il Distretto Sanitario.
L’Ospedale evoca la sua funzione già nel conosciuto collettivo, con il ricovero e cura, all’interno della struttura stessa, dove si opera la cosiddetta assistenza di terzo livello (gli interventi più gravi), mentre fuori da esso, i bisogni di tipo sanitario dipendono dalle altre modalità organizzative.
Il Dipartimento di prevenzione, non è altro ciò che una volta era l’Ufficio Sanitario, cioè la struttura che si occupava di Igiene dell’ambiente, del suolo dell’acqua, dell’aria ecc, con l’aggiunta di competenze di prevenzione sulla persona come la vaccinazione, e come le campagne di prevenzione.
La terza modalità riguarda il Distretto Sanitario, che è la più nuova delle strutture organizzative sanitarie, pertanto ancora in via di sperimentazione, e quindi in via di definizione.
Ciascuna di queste tre modalità ha un proprio responsabile con una certa autonomia tecnico-operativa, agisce rispettando il budget assegnato ed ha una lista di “prodotti” sanitari da vendere, cioè dei servizi da erogare alla propria utenza, tecnicamente definiti Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Relativamente al Distretto, con tale termine non bisogna immaginare soltanto un concetto di tipo territoriale, ma bisogna realizzarlo in termini organizzativi.
Il Legislatore ha voluto indicare, con il termine “Distretto Sanitario” una della tre modalità organizzative mediante la quale il servizio sanitario nazionale eroga servizi alla collettività.
Ma quale è il compito specifico del distretto?
Il compito del distretto è, come dicevo, quello di erogare tutti i servizi sanitari che sono fuori dall’Ospedale, tenendo conto che, nell’universo sanitario, il centro è il paziente, pertanto tutti i servizi devono ruotare intorno a lui.
Facciamo un esempio pratico, se un paziente viene ricoverato per un fatto acuto, il ricovero in ospedale durerà qualche giorno (fino a qualche anno fa, la degenza sarebbe stata molto più lunga) successivamente la cura o la riabilitazione dovrà proseguire all’esterno e qui entra in gioco il Distretto, il quale organizza la continuità assistenziale del paziente.
L’equipe territoriale del Distretto (formata da medici specialisti e tecnici di riabilitazione) che svolge una valutazione multidimensionale, dopo aver sentito i colleghi dell’Ospedale, decide su quale dovrà essere l’iter di cura che il paziente dovrà sostenere, con un ricovero alternativo all’Ospedale, presso una Residenza Sanitaria Assistita (RSA), oppure una degenza presso un Centro di Riabilitazione, strutture convenzionate con il SSN, dove il paziente potrà continuare la sua cura con tutta l’assistenza del caso, con un’attenzione maggiore alla persona e quindi al ruolo infermieristico piuttosto che, anche se non escluso, a quello prettamente medico.
L’equipe, inoltre potrebbe optare per un rientro del paziente al proprio domicilio, in quel caso il Distretto, valutata la necessità, attiva la cosiddetta Assistenza Domiciliare Integrata, dove il titolare di tutta la gestione del paziente stesso torna sul medico di medicina generale alias il medico di famiglia che, insieme ai colleghi del Distretto, formula il piano di Assistenza, sia dal punto organizzativo che infermieristico, pianificando sia la tipologia d’intervento che i suoi tempi.
Nelle scelte valutative, naturalmente, entrano in gioco anche parametri come il tessuto familiare, in grado di apportare assistenza continuativa al proprio congiunto.
Per tali operatività il Distretto ha un proprio budget di spesa, assegnato dalla Direzione dell’ASL di Catania, ma devo dire che fino ad oggi siamo stati in grado di poter concedere il massimo dell’assistenza a tutti i pazienti che hanno avuto necessità del servizio.
Quindi anche il medico di famiglia coopera, a stretto contatto, con il Distretto?
I medici di famiglia, che sono liberi professionisti, operano una funzione specifica diretta ad integrare, con una particolare assistenza, Ospedale e Territorio, ricevendo dal Distretto tutti i servizi, a volte anche come una sorta di segreteria, che rende più facile la loro attività.
Ad esempio l’equipe multidimensionale, di cui abbiamo già parlato, coordina insieme al medico di famiglia, la migliore assistenza per il proprio paziente, con la possibilità di una diagnosi, e successiva cura, sicuramente più complessa e adeguata.
Quali sono, in concreto, i servizi del Distretto
Il Distretto soddisfa quei bisogni sanitari più semplici, cioè le cure di tipo primario e secondario, delegando quelli più importanti, o cure di livello terziario, all’Ospedale.
Il Distretto utilizza ed organizza la rete dei servizi e dei professionisti che operano nel territorio soddisfa tali bisogni, partendo dal medico di famiglia che è il punto più sensibile nel territorio passando attraverso gli Specialisti Convenzionati Esterni, che pur essendo liberi professionisti, hanno contatti sempre più intensi con il Distretto, e che vengono sempre più reclutati per specifici progetti.
Nell’area della assistenza multispecialistica, abbiamo l’Ambulatorio Specialistico Distrettuale (quello che una volta era chiamato INAM), dove operano specialisti di branche differenti (per esempio angiologo, neurologo, oculista ecc.), che riescono a coprire in maniera abbastanza soddisfacente, sia per tipologia medica che per numero di ore, le esigenze della nostra comunità, anche perché alcune specializzazioni non esistono a livello di Ospedale, vedi l’Oculista. Tali medici sono tutti professionisti convenzionati che operano nella struttura pubblica situata nell’ex presidio Ospedaliero di Adrano.
Poi all’esterno, sempre convenzionati abbiamo altri professionisti, come un cardiologo, un dermatologo, una ginecologa.
Inoltre vi sono i laboratori di analisi cliniche: 8 ad Adrano, 4 a Biancavilla e 1 a S. Maria di Licodia, per gli esami diagnostici.
Inoltre abbiamo un grosso ambulatorio di fisio-chinesi-terapia ad Adrano per la riabilitazione neuro-motoria.
Abbiamo anche 2 Consultori Familiari (1 ad Adrano e 1 a Biancavilla, S. Maria di Licodia viene servita dall’equipe di Biancavilla per due volte la settimana), rivolta ai bisogni della donna, del bambino e della famiglia in generale.
Per la fascia di età anziana esiste un servizio di assistenza domiciliare integrata, che provvede o con assistenza domiciliare o in RSA (Residenza Sanitaria Locale), dove si effettua un’assistenza non prevalentemente medica, ma soprattutto infermieristica, questa tipologia di cura è svolta nelle situazioni di non autosufficienza e soprattutto in caso di un’assenza di struttura familiare.
Poi vi è l’area di salute mentale, soddisfatta dall’equipe del Servizio Territoriale di Salute Mentale, collocato ad Adrano e costituita da medici, psichiatri, psicologi, assistenti sociali, psico-pedagogisti, logopedisti ed infermieri, anch’essi operano assistenza, ambulatorialmente, verso pazienti che molto spesso vengono indirizzati dal medico di famiglia.
Non dobbiamo dimenticare il SERT (Servizio per la Tossicodipendenza) che, oltre lavoro ambulatoriale e di ricovero (presso la struttura Sentiero Speranza), opera in collaborazione con le scuole conducendo campagne di informazione per i rischi da assunzione di Alcool (molto sottovalutato nella nostra zona) e droga.
Ma cosa fa, allora un Direttore di Distretto?
La “cruda” legge definisce il Direttore “il garante del complesso delle attività sanitarie ed amministrative connesse al percorso terapeutico del paziente”, in quanto responsabile della realizzazione degli indirizzi strategici, nell’ambito territoriale di competenza, dell’ASL; inoltre responsabile della rete di servizi distrettuali, coordinatore e responsabile della concertazione con gli altri enti territoriali, ecc. ecc.
Ma se, in parole semplici, consideriamo il Distretto un contenitore entro cui trovano espressione tutti i servizi che vengono esplicati furori dall’Ospedale, il compito del Direttore, consiste, insieme al proprio Ufficio di coordinamento, nel far sì che tutti questi servizi siano organizzati in maniera ordinata e concordata, nei limiti delle risorse concesse, sempre al fine di soddisfare il paziente nel suo iter curativo.

Come si accede a questi servizi, il punto di partenza è sempre il medico di famiglia?
Il modello sanitario attuale prevede che il Paziente sia il centro di tutti i servizi prestati, questo va in controtendenza rispetto al passato dove la persona cercava il ricovero in ospedale, per raggiungere tutta una serie di prestazioni.
La visione, invece della struttura ospedaliera attualmente va nella direzione di un utilizzo razionalizzato per le suddette cure terziarie (quelle più gravi), mentre il cittadino, per le proprie esigenze sanitarie di routine, non deve spostarsi idealmente alla ricerca della soddisfazione del proprio bisogno, ma è il Distretto che deve assicurare una costellazione di servizi che vanno verso il paziente.
In genere il motore che attiva la costellazione dei servizi stessi è il medico di famiglia, il quale è, normalmente colui che indirizza il proprio assistito nella direzione giusta.
Dopo di che saranno i servizi ad attivarsi nei confronti del paziente, o ad interagire tra loro per la definizione e soluzione del problema.
Come abbiamo detto all’inizio della nostra chiacchierata, il sistema Distretto è ancora in via di sperimentazione e quindi in continua evoluzione; il modello, comunque a cui aspiriamo, è quello in cui il paziente, accederà in uno qualsiasi degli sportelli e sarà compito di quello sportello a provvedere al prosieguo del da farsi, anche della semplice prenotazione per una visita successiva.
Visto che la metodologia del Distretto implica, in maniera ancora più incisiva rispetto al passato, forme di collaborazione tra le varie strutture che Lei ha ricordato ……i rapporti tra esse, sul piano pratico, come possono essere giudicati.
Le relazioni tra tutte le articolazioni, possiamo definirle buone e, posso dire senza ombra di dubbio, che sono in continuo miglioramento.
Il fatto che queste siano regolamentate da Istituti contrattuali differenti (alcuni di Istituto privato, altri di Istituto pubblico, altri ancora convenzionati), ha reso il processo di integrazione più lento.
Questo, infatti, immancabilmente si è riversato e, ancora si riversa, sui differenti obblighi e doveri che si hanno nei confronti dell’attività espletata, immaginiamo i medici dipendenti del Distretto e gli Specialisti convenzionati esterni, ma devo dire che ci si sta orientando sempre più in forme di collaborazione e rispetto reciproco dei protocolli attivati.
Se un cittadino volesse avere di chiarimenti, senza l’intervento del proprio medico di famiglia, chi deve si rivolgere?
Non esiste un vero e proprio Ufficio Informazioni, è attivo un Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) che svolge anche questa attività di consulenza nei confronti dei pazienti, ma che prevalentemente ha la funzione di raccogliere reclami, disfunzioni, per poterci consentire di migliorare i nostri servizi.
Nell’ambito della propria funzione, l’URP, ove necessario, è chiamato a dare delle indicazioni orientative di massima al paziente.
A proposito di relazione con il pubblico, quale è la percezione che il cittadino ha dei servizi erogati dal Distretto, esistono forme di “controllo” da parte vostra in tal senso?
Il monitoraggio del Custmer satisfation (lett. soddisfazione del cliente) viene effettuata annualmente in particolari periodi dell’anno, prima di tutto perché siamo obbligati dall’Azienda ma anche, e non è da sottovalutare, perché per noi è uno strumento utilissimo per verificare se la strada intrapresa è quella giusta.
Infatti, somministriamo un questionario con domande semplici in maniera da ricevere dall’utente segnali circa l’idoneità dei locali, la pulizia, la puntualità nell’espletamento dei servizi.
Il livello su cui ci attestiamo, posso dire che è medio-buono e, per quanto riguarda la professionalità dei nostri professionisti e dei dipendenti e di tutti gli operatori, ne viene fuori un livello più che soddisfacente.

Ringraziamo ancora il dott. Di Guardia per la disponibilità concessaci, e condividiamo con Lui la speranza che i servizi erogati dalla “nostra” sanità locale possano raggiungere quei livelli ottimali e di eccellenza, che i cittadini del nostro comprensorio, decisamente, meritano .


A cura di Francesco Liotta e Giosuè Gullotta