martedì 12 giugno 2007

Maria Di Franco "L'Ospedale: un bene prezioso per TUTTI" di Francesco Liotta e Giosuè Gullotta


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La dott.ssa Maria di Franco, guida il Presidio Ospedaliero di Biancavilla, in qualità di Direttore Sanitario dal novembre del 2000.
Fino a tale data, per due anni, è stata Direttore Sanitario dell’Ospedale di Militello Val di Catania.
Specialista in Igiene e Medicina Preventiva, nella duplice componente, sia Sanità Pubblica per quanto riguarda il territorio, sia per Direzione e Tecnica Ospedaliera.La propria carriera professionale è, comunque maturata presso la ex U.S.L. 38 di Giarre, comprendente la parte Ionica della provincia, occupandosi di Igiene Pubblica in qualità di Ufficiale Sanitario, a Riposto e Giarre.

Come è strutturato oggi il Presidio Ospedaliero (qualche dato statistico)?
L’Ospedale di Biancavilla ha tutte le specialità di Base, ed in tutte queste abbiamo un Primario che gestisce il “reparto”, tranne per l’Otorinolarigoiatria (ORL) che è una sessione aggregata alla Chirurgia generale, cioè vi è un responsabile che asserisce, come struttura completa, a questa specialità.
Inoltre, a supporto delle Unità di Diagnosi e Cura, abbiamo i servizi, primo tra tutti il Pronto Soccorso, che effettua moltissime prestazioni, circa 28.000 prestazioni all’anno, anche se devo sottolineare che, a volte, il cittadino utilizza tale servizio in maniera non molto appropriata, chiedendo prestazioni che potrebbero essere benissimo essere affrontate sul territorio o al livello ambulatoriale.

La ristrutturazione che l’Ospedale sta subendo è soltanto a livello edilizio oppure coinvolgerà anche l’assetto organizzativo?
Il nostro Ospedale, come tutti sappiamo, è dislocato su diversi plessi: il vecchio di Via Marconi dove è dislocato il reparto di Ortopedia e quello di Radiologia, il nuovo, sulla Circumvallazione, dove vi sono allocati gli altri reparti più gli uffici direzionali e il Centro di Riabilitazione, infine abbiamo un padiglione, situato sempre nell’area ospedaliera, per molti anni in disuso e in stato d’abbandono ed è proprio da quest’ultimo sono partiti i lavori di ristrutturazione.
Al completamento dei suddetti lavori l’Ospedale, nel senso di accoglienza del paziente, sarà costituito dal Plesso della Circumvallazione, che diventerà il polo chirurgico (Pronto Soccorso, Radiologia e tutte le branchie chirurgiche), e dal plesso rigenerato che sarà il polo medico, mentre in via Marconi, anch’esso opportunamente ristrutturato trasferiremo la farmacia ospedaliera e tutte quelle attività del territorio che adesso sono sparpagliate, quali il Consultorio, la Guardia Medica, Servizio di Vaccinazioni, cioè tutte le attività distrettuali attualmente in locali provvisori.
I due Plessi “Chirurgico” e “Medico” saranno collegati da un tunnel che semplificherà moltissimo le comunicazioni e i trasferimenti.
I tempi previsti per la consegna dei lavori sono circa 30 mesi, dall’apertura dei cantieri avvenuta a fine febbraio di quest’anno, ma è nostro intento cercare di fare pesare il meno possibile eventuali disagi ai nostri pazienti, cercando di evitare interruzioni di servizi, e spostando le varie reparti da un plesso ad un altro nel periodo di ristrutturazioni.

Ma allora non sono previste modifiche organizzative relativamente al numero di posti letto o incremento di reparti?
La ristrutturazione adegua l’Ospedale a quanto previsto nell’Atto Aziendale, questo non è altro che il risultato di un iter molto lungo, infatti nel 2003 vi è stato, a livello regionale, una rimodulazione dei posti letto, oltre quella che già nel 1997 aveva portato alla chiusura di 7 ospedali tra i quali quello di Adrano, e ad ogni Ospedale è stato assegnato un numero di posti letto, e su questo numero abbiamo messo dentro le unità operative (Biancavilla ha 102 posti per acuti + 16 di riabilitazione + 16 per lungo degenza).
Relativamente ai posti letto di riabilitazione, per mancanza di spazi non abbiamo potuto attivarli, ma da qualche anno abbiamo, per le patologie che lo richiedono, tre posti letto in Day Hospital.

Se dovessimo estrapolare i punti di forza o di debolezza del “nostro” Ospedale, come sintetizzeremmo?
Partendo dal presupposto che io e tutti i Primari dobbiamo dare le miglior prestazioni possibili al minor costo, la dislocazione dei plessi crea non pochi problemi nell’allocazione delle risorse; un caso emblematico per esempio, riguarda la maggior parte del servizio di radiologia e l’ortopedia con il laboratorio d’analisi, reparti con molti punti comuni, situati in due palazzi diversi, immaginate il personale ed i pazienti che devono spostarsi ripetutamente da un punto ad un altro e, quando il paziente non è autosufficiente, questi deve essere accompagnato dall’autoambulanza, è evidente lo spreco di tempo e soldi.
Relativamente agli aspetti positivi, mi piace, invece, ricordare l’attivazione, da maggio 2006, del servizio T.A.C. presso il reparto di radiologia, che oltre quella tradizionale, effettua anche servizio di Ecografia, Mammografia, ed inoltre effettua la Risonanza Magnetica Articolare, cioè un esame localizzato dal gomito in giù e dal ginocchio in giù, e mi preme evidenziare che il nostro è l’unico Ospedale nell’ambito dell’ASL 3 ad erogare tale servizio
L’istituzione di questa “macchina” ha permesso al paziente di non recarsi a Catania ogni qualvolta necessita di questi controlli, e mettendoci nei panni di una persona che soffre, non mi sembra cosa di poco conto.
Inoltre, il nostro centro di Riabilitazione, non essendo presente ad Adrano una struttura simile, svolge un servizio territoriale, come struttura pubblica, per i trattamenti riabilitativi.
Relativamente al nostro reparto di Ostetricia e Pediatria, abbiamo un grande afflusso con circa 550 nati all’anno, registrando un evidente trend positivo.

Dal Corriere della Sera.it abbiamo conosciuto l’esistenza di uno “sportello Cancro”, in cosa consiste?
Qualche tempo fa, nell’ambito di un proprio studio, la testata ci ha contattati chiedendoci informazioni sul tema. Successivamente siamo stati inseriti nel sito come “sportello Cancro”, naturalmente il nostro presidio Ospedaliero opera su alcune tipologie tumorali il cui intervento può avvenire tramite Chirurgia classica. Fatto è che, anche questo può aiutare a dare informazioni sul nostro operato alla comunità.
Non dimentichiamo che sul nostro sito è inserita la Carta dei Servizi, in cui sono elencati tutta le nostre operatività e le modalità per contattarci.

Sulla Sicilia on Line, dei qualche giorno fa abbiamo letto “Per la sanità, la Sicilia spende circa sette miliardi e mezzo di euro, cioè il 54 per cento dell'intera spesa regionale, e pertanto a ciascun siciliano, neonati compresi, l'assistenza sanitaria costa 1.514 euro all'anno". Per una famiglia normale di quattro persone si impegnano dunque oltre seimila euro.
La sanità, che costa tanto, e il numero troppo elevato dei dipendenti regionali sono i due punti critici che emergono dal rendiconto finanziario della Regione siciliana per l'esercizio finanziario del 2006, nello stesso articolo si intravede la necessità di eventuali tagli alla Sanità, quali possono essere le ripercussioni sul “nostro” Ospedale?
Intanto è la Legge Finanziaria nazionale che prevede un taglio del 3 % dei costi di beni e servizi, rispetto al 2005, e per quanto riguarda la Sicilia è notorio che il nostro Assessore Regionale alla Sanità ha presentato un piano di rientro, così come richiesto dal Governo nazionale, per evitare l’esclusione dai finanziamenti in erogazione.
A quanto mi è dato sapere è in fase di progettazione una rimodulazione dell’organizzazione Ospedaliera, con una riduzione di posti letto anche nell’ambito della provincia, di conseguenza anche noi potremmo essere coinvolti, ma per il momento non abbiamo notizie certe.

Spesso il malato lamenta un servizio non all’altezza e tende a “fuggire” verso altri lidi, sia in strutture vicine che oltre stretto. Come spiega questo fenomeno e cosa fa la Direzione per “assicurare “ i pazienti?
Per quanto riguarda la nostra struttura, posso dire analizzando i dati, che la gente del luogo (Adrano, Biancavilla e S. Maria di Licodia) sceglie il nostro Ospedale.
Infatti, anche se i ricoveri come numero sono diminuiti, non si deve fraintendere il giusto significato, questo, infatti, fa parte dell’obiettivo che qualche anno fa ci siamo prefissi, in linea con le direttive aziendali, di diminuire il numero dei cosiddetti “ricoveri inappropriati” (quelle patologie che possono essere curate sul territorio).
L’imperativo era, trasformare in Day Hospital o trasferire sul territorio le suddette patologie,.
Inoltre qualche anno fa, sull’annuario statistico presentato dalla Direzione aziendale, è emerso che, su 100 ricoveri, 60 avvenivano sull’Ospedale di Biancavilla.
Quindi un buon risultato, considerando che il confort alberghiero che il nostro Ospedale, può offrire è dignitoso (ma oggi possiamo dire ancora per poco) ma inferiore rispetto ad altre strutture.
Anche valutando i dati dell’anno scorso, la percentuale dei ricoveri programmati, e quindi scelti dal paziente, si attesta sul 59% di quelli totali.

Purtroppo a lamentarsi è spesso anche il personale medico e paramedico perché – dicono – non sono in condizioni di operare al meglio.
La dislocazione nei vari plessi, comporta un naturale “scollegamento”, immaginate due Ospedali entro i quali dovesse esserci il doppio del personale, e ciò naturalmente è improponibile, ma questo dovrebbe essere un problema risolto alla fine della ristrutturazione.
Effettivamente, a questo si aggiunge una carenza strutturale di personale paramedico, pertanto l’organizzazione prevede delle figure, come quella del “portantino” che in alcuni reparti o servizi come quello del Pronto Soccorso è sempre presente, mentre in altri, dove non vi è la connotazione dell’emergenza non è presente nelle ore notturne, ma questo non vuol dire nulla, perché in caso di necessità, vedi sala parto, il personale stesso è in regime di reperibilità.
Ma è chiaro che, sia per il blocco delle assunzioni, sia per i pensionamenti, sia i vari turn over, la carenza di personale nella struttura, come in altri Ospedali, è evidente, ma cerchiamo con una organizzazione appropriata di sopperire alle criticità.
E’ comunque evidente che, relativamente ai servizi di emergenza, le figure professionali richieste sono sempre presenti.

Come è cambiata la figura del Direttore sanitario dei un Presidio Ospedaliero rispetto al passato?
Mentre nel passato, la figura del Direttore Sanitario, nonostante fosse prevista per tutti gli Ospedali, era solo regolarmente ricoperta nelle grosse strutture mentre nei piccoli centri esisteva un “referente”, molto spesso un Primario di Reparto (un Clinico) che, per propria formazione non era un gestionale (anche se oggi anche per i clinici le cose sono cambiate in quanto viene richiesto anche a queste figure professionali una capacità organizzativa e “contabile”), adesso tutti i Presìdi hanno un proprio Direttore, con una specifica preparazione Igienico-organizzativa, avente una necessaria visione d’insieme della struttura e con una conseguente capacità di incidenza più efficace.
Diciamo che, comunque, in generale, è la filosofia della gestione sanitaria che è cambiata; oggi, infatti, ci si deve proiettare di più sull’integrazione Territorio/Ospedale, per tutte quelle patologie, definite di livello primario dovrebbero essere “assicurate” fuori dall’Ospedale, mentre per chi necessita di cure un tantino più importanti dovrebbero essere destinate all’Ospedale, considerando che i cosiddetti Ospedali di comunità adempiono alla “media assistenza” ed infine per quei casi molto specialistici e particolarmente “problematici” esistono altre strutture che assolvono a questi compiti.

Perché utilizza il condizionale?
Perché ancora siamo agli inizi della strada, e l’attenzione del paziente, che deve essere accompagnato in questo percorso Territorio/Ospedale/Territorio necessita ancora di monitoraggi e verifiche.

Fino a che punto la Direzione sanitaria dell’Ospedale può essere incisiva sul “buon andamento” della struttura, che tipo di controllo può effettuare e cosa va oltre la propria competenza .…. tutto questo in funzione della percezione del cittadino/utente.
Penso che uno strumento indispensabile sia “la capacità all’ascolto”, visto che uno dei compiti sia quello dell’equa gestione delle risorse umane, è importante relazionarsi con tutto il personale, facendo comprendere al proprio interlocutore che il suo problema non è sottovalutato.
Relativamente al contatto con il cittadino, abbiamo un Ufficio relazioni con il Pubblico (URP), la cui responsabile, che opera in maniera egregia nella propria quotidianità, risponde funzionalmente alla Direzione Sanitaria, per cui coinvolge, nei casi di particolare importanza la stessa Direzione, ed ai reclami cerchiamo di dare sempre un seguito.
Purtroppo, alcuni problemi, esulano dalla nostra competenza o possibilità, come per esempio il comfort alberghiero (anche se in tal senso stiamo ovviando ed i risultati cominciano a vedersi) ma generalmente è mio modus operandi, spesso, intervenire personalmente sulla risoluzione dei problemi, anche nei rapporti con l’utenza.

Ci piacerebbe concludere questa chiacchierata con un “messaggio promozionale” del Direttore verso l’utenza.
Ritengo che l’Ospedale sia di tutti, e mi piacerebbe molto che ci fosse più rispetto per questa struttura, infatti, se TUTTI, soprattutto gli utenti stessi, rispettassero minime regole di comportamento, o evitassero di ritenere questo luogo un Luna Park per il divertimento dei bambini, ma che lo considerassero, come è giusto che sia, un luogo di cura e quindi di attenzione per le persone che soffrono, le cose sicuramente andrebbero meglio; sarei felice che ciò fosse assodato, senza il bisogno di paletti che evitino “parcheggi barbari” o di “divieti” scritti affissi alle bacheche in corridoio.
Purtroppo a volte non è così, e mi dispiace dover registrare periodici furti all’interno dell’Ospedale o ripetuti atti vandalici nei confronti di esso, ciò evidenzia, da parte di qualcuno, mancanza di rispetto e cultura nei confronti del proprio “prossimo”.
Inoltre, mi sento di ribadire che, se per quest’anno avremo disagi in alcune unità operative rispetto al personale e ulteriori possibili criticità, a causa dei lavori di ristrutturazione, il nostro impegno, adottando un’accurata organizzazione, sarà quello di mantenere adeguata la qualità delle prestazione effettuate.

Nel ringraziare la dott.sa Di Franco per aver affrontato le varie tematiche con esaustiva attenzione e con completa disponibilità, ci piace riprendere quest’ultimo concetto “L’Ospedale è un bene prezioso di Tutti, ed il suo funzionamento, ognuno per la propria parte, dipende da Tutti".


A cura di Francesco Liotta e Giosuè Gullotta