martedì 11 novembre 2008

Pippo Ferrante “creare le condizioni ideali per far scommettere chi si vuol scommettere” - di Francesco Liotta e Enrico Indelicato

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Ecco la ricetta: Sviluppo Economico, razionalizzazione delle risorse, progettualità finanziata

Pippo Ferrante, 47 anni, di professione ottico. Sposato e padre di Raffaele; una lunga militanza politica, prima nel Movimento Sociale Italiano e poi in Alleanza Nazionale in qualità sia di Commissario che Segretario della locale sezione.
Oggi predisposto ad entrare nel Popolo delle Libertà.
Esperienza amministrativa in qualità di Assessore allo Sviluppo Economico, per tre anni, durante la prima giunta Mancuso.


Cominciamo la nostra chiacchierata con una domanda abbastanza scontata ma di estrema importanza, come ha trovato, realmente le “casse” del Comune, e come avete pensato di ovviare al problema se questo esiste?
Il problema, indubbiamente, esiste, anche se, dobbiamo ammettere che tutti i Comuni oggi versano in difficoltà, a causa di una serie di motivi, non ultimo il fatto che oggi le Amministrazioni incassano poche tasse, oltre al fatto che gli Enti preposti hanno “tagliato” molti trasferimenti.
Il nostro si trova in una situazione debitoria particolare, basti pensare che ci troviamo con un residuo passivo di circa 16 milioni di euro, ed abbiamo un pesante contenzioso che grava, e graverà, nei prossimi anni sul bilancio comunale.
Abbiamo trovato una situazione, sicuramente, non ottimale dal punto di vista della disponibilità con capitoli di spesa vuoti, ciononostante dobbiamo creare le condizioni al fine di trovare le giuste economie, tra le quali, quelle che ci vengono offerte dalla Comunità Europea con il POR 2007/2012, e pertanto stiamo lavorando per elaborare dei progetti da presentare ai vari bandi per il finanziamento.
Non abbiamo trovato progetti elaborati dalla precedente Amministrazione e per questo ne stiamo programmando di nuovi.
Per cui risparmiando sulle spese non strettamente necessarie e adoperandosi per trovare nuovi fondi riusciremo ad amministrare bene questa comunità.

Macchina burocratica e dipendenti comunali: oggetto di accesi dibattiti in campagna elettorale, cosa ci può dire a proposito?
La nostra macchina burocratica ha i problemi che si verificano in tutta Italia, tanto è vero che il Governo Berlusconi si sta adoperando per renderla più efficiente e meno costosa.
Per quanto mi riguarda, ho già preso alcuni provvedimenti ed altri sono in programma; per il momento ho lavorato sul contenimento dei costi, infatti, nell’organigramma comunale non ci sono Dirigenti ma Capi Servizi, con un risparmio non indifferente.
Altro aspetto che ho affrontato è quello degli Esperti Esterni, ne ho trovati circa 7 ed adesso non ve ne sono più, anzi ad onor del vero, ne ho nominato uno ma a titolo gratuito; questa decisione non è stata presa per una pura ragione di risparmio, ma sono fermamente convinto, anche in considerazione a quello che gli Esperti normalmente producono, che all’interno di ogni Amministrazione esistono dei funzionari molto validi che devono soltanto essere messi in condizione di operare e, contestualmente, essere gratificati per il lavoro che svolgono durante l’anno.
Adesso ci occuperemo della pianta organica, ma con lo spirito di creare un clima sereno, di grande rispetto tra i dipendenti, e con la possibilità, per chi lo vuole, di scommettersi al fine di una propria gratificazione anche economica.
Nell’ambito del nucleo di valutazione ho scelto tre persone che, sicuramente, hanno la giusta esperienza e competenza, quali il Preside Petralia, il Segretario Generale ed un consulente del lavoro Garofalo.
Queste scelte, piuttosto drastiche, comportano sacrifici, anche sul piano dei carichi di lavoro, ma se si riesce a fare squadra, abbiamo raggiunto due obiettivi: razionalizzare le risorse con un sensibile contenimento dei costi e gratificare le risorse interne, colonne portanti della macchina burocratica.

Composizione “variopinta” della giunta, laboratorio politico/amministrativo o calderone elettorale, alla luce della composizione, numericamente non favorevole, del Consiglio Comunale …. quali sono i problemi che sta riscontrando? Relativamente alla Giunta, posso solo essere molto soddisfatto, non ho trovato nessun problema né durante la sua formazione, ma neanche nel trovare un accordo politico con i rappresentanti della Sinistra, e meno ancora in fase di attuazione del programma, quindi si respira un clima di serenità, accordo e voglia di fare, fondamento per un buon auspicio per le cose che verranno.
Situazione diversa in sede di Consiglio Comunale, siamo in minoranza e ciò comporta qualche difficoltà sugli appuntamenti principali della vita amministrativa, come l’approvazione del bilancio. Ciò non ci condiziona più di tanto, mentre condiziona sicuramente il clima, ancora da campagna elettorale, ma questo, spero, possa essere presto superato.

Ma quale è il motivo di questo clima da campagna elettorale?
Non lo riesco a spiegare neanche io, normalmente dopo le elezioni si vive un periodo di serenità, anche per riordinare un attimo le idee e poi partire con la macchina amministrativa. Ad Adrano questo non è accaduto, forse perché il clima creatosi precedentemente alla tornata elettorale ha impedito il normale rasserenamento. Io auspico che presto si possano instaurare rapporti migliori con l’attuale opposizione, per orientarci, anche con loro, verso una situazione di collaborazione e condivisione rispetto ad alcuni temi.

A proposito di clima e condivisione di temi, parliamo della Piscina Comunale, oggetto anche di discussione accesa in Consiglio Comunale, il responsabile dell’ufficio tecnico ha stoppato il progetto, per gravi illegalità. Il suo parere e le motivazioni?
Una piscina comunale ad Adrano, idea sicuramente molto affascinante, ma non possiamo nascondere le anomalie procedurali che sono state riscontrate sul Project financing (trad. finanza di progetto: partenariato pubblico-privato che comprende una vasta gamma di modelli di cooperazione tra il settore pubblico e quello privato). Inoltre, ritengo che l’attuale contratto contenga degli aspetti piuttosto onerosi e forse poco favorevoli per l’Amministrazione: per esempio mi sembra un impegno “troppo importante” il pagamento di 224.000 euro l’anno (somma che potrebbe anche lievitare) pari, in trenta anni, a quasi 7.000.000 di euro. Inoltre non mi sembra una buona clausola l’impegno di assicurare il trasporto delle persone tra centro abitato e piscina (previsti ben 1.500 al giorno) con oneri non indifferenti di decine di migliaia di euro al mese, ed ancora non mi piace la condizione che, dopo 30 anni, il 49% del patrimonio debba rimanere alla ditta aggiudicataria. A parte queste, ed altre considerazioni politiche ed economiche, sono molto favorevole ad un progetto per la costruzione della struttura nel nostro comune.

Altro tema di scontro, parliamo di biomasse, qual è il suo pensiero sull’impianto di trasformazione in C.da Rinazze e come intende agire sulla richiesta ufficiale delle dimissioni di un assessore della sua Giunta?
Questi sono argomenti che, per certi versi, vanno oltre la realtà locale, e può anche capitare di pensarla in maniera diversa.
Per esempio, sul versante rifiuti, forse perché me ne sto occupando in maniera preponderante, ritengo che la risoluzione al problema dello smaltimento sia necessaria e quindi sono favorevole al Termovalorizzatore, ma non sulla Valle del Simeto, cioè non sono un sostenitore ad oltranza, ma, ritengo, che in questa fase d’emergenza, sia il sistema più efficace.
Relativamente alla Biomassa, quale fonte di produzione di energia ecologica, anche se non sono un esperto, in linea di massima mi trova d’accordo.
Non conosco nei dettagli la vicenda cui vi riferite, ma una cosa è sicura, il tutto è stato trattato in maniera strumentale, in quanto il dott. Rapisarda è assessore ad Adrano e non a Biancavilla, la ditta non è più interessata alla realizzazione dell’impianto, a riprova di ciò, non si è neanche presentata in sede di Conferenza dei Servizi a Palermo. Quindi non vedo il problema, mentre mi sembra molto strumentale il paragone tra la Biomassa e lo smaltimento di rifiuti speciali e speciali pericolosi, che sono temi palesemente diversi.

Ha anticipato una nostra domanda: Ato 3 – e spazzatura quale futuro per i cittadini di Adrano, visto che la situazione “sembra” peggiore rispetto anche ad altri Comuni, dove esiste un approccio con la raccolta differenziata?
Io non riterrei questo un grande problema, perché dove è stato fatto un tentativo di differenziata, vedi il quartiere Cappellone, i cittadini hanno risposto bene, e l’ampliamento delle zone da fornire di questa opportunità era già nel mio programma elettorale e questo, accompagnato da un’efficace promozione sui mass media, sicuramente sarà portato a termine, ma in un momento in cui le strade sono piene di spazzatura un messaggio di tal genere stenterebbe a passare.
Sono però convinto che, la risoluzione del problema, può risiedere solo sulla restituzione del servizio ai Comuni. Oggi paghiamo una bolletta con importo quadruplicato per un servizio che non funziona.
Il cittadino, comunque, deve essere messo in condizioni di pagare il giusto e questo può avvenire soltanto sia tramite un servizio adeguato di controllo sulla raccolta ma anche sulla riscossione (cosa che fino ad oggi, con ATO, non è avvenuta); non è un caso che Adrano abbia gli importi più elevati, non solo rispetto agli altri comuni del comprensorio ma anche rispetto ad altre realtà fuori della Sicilia, e se è vero che molta gente non paga è anche vero che esistono molti utenti non iscritti a ruolo
La conclusione sta nella serietà della conduzione del servizio e le ATO non hanno dato dimostrazione di ciò, tanto che la magistratura ha avviato delle indagini per rilevare eventuali responsabilità, per esempio, sul ritardo della spedizione delle bollette, oltre che sulla gestione delle fatture e delle spese.
L’emergenza comunque rende più difficile tutto, il nostro Comune ha anticipato ai dipendenti una mensilità, nel frattempo la Regione ci ha tolto 800.000 euro, frutto di un’anticipazione precedente, pertanto abbiamo speso in due mesi ben 1.200.000 euro, è chiaro che se si continua così andremo dritti al dissesto finanziario.
Pertanto, per la risoluzione due direttive urgenti e di emergenza: una legge regionale che faccia riappropriare il servizio ai Comuni, e la ricerca di fondi per anticipazioni al fine di fronteggiare il periodo pre-organizzativo.

Passiamo ad un altro tema, cosa state studiando sul versante sicurezza, alla luce del maggior potere che la legge attribuisce al Sindaco, e visti alcuni brutti episodi successi in diverse occasioni?
Tocchiamo un punto molto complesso, attualmente come tante altre realtà del meridione, vive una situazione di grande difficoltà. Secondo me, questa “emergenza” ha diverse cause, la prima è sicuramente di carattere culturale; i ragazzi hanno sempre meno interessi e, spesso, questa lacuna è colmata con l’alcool o con momenti di sballo, allora la cultura può recitare un ruolo importante nella motivazione che possa essere diversa e più giusta.
Inoltre, e non è il meno trascurabile, il problema economico che le nostre famiglie giornalmente devono affrontare, i nostri giovani che troppo spesso rimangono a lungo disoccupati, per questo dobbiamo intervenire anche su questo versante, creando possibilità di lavoro e, quindi in maniera naturale, allontanando le persone dal concreto rischio di trovarsi in situazioni di illegalità.
Relativamente al controllo sicuramente va rafforzato e, sembra, che per questo lo Stato stia operando in tal senso, mettendo a disposizione fondi che potremo utilizzare per impostare, per esempio, servizi di video-sorveglianza.
Ma l’intenzione di questa Amministrazione è quella di intervenire, prima di tutto, nei luoghi che, storicamente e per tradizione, hanno rappresentato luoghi di aggregazione per tutta la comunità, e l’esempio più lampante è la Villa Comunale dove è già partito un piano di ristrutturazione, e la casetta, che un tempo era adibita a chiosco, sarà un posto di controllo permanente dei VVUU. Certo, purtroppo, non sarà la panacea di tutti i mali, ma darà un segnale concreto della volontà di riappropriarsi di un bene prezioso per tutti gli abitanti del nostro comprensorio.

Quindi la Villa Comunale, come priorità?
Infatti, sulla villa stiamo già lavorando, in primissima battuta, per il ripristino del viale delle Palme, colpito dall’epidemia del punteruolo rosso, e quindi, ufficialmente, transennato e non fruibile, per questo abbiamo preso in affitto un cestello al fine di bonificare e di riconsegnare, nel giro di un mese, questa parte di giardino alla cittadinanza, e poi con il recupero e la riconversione di destinazione d’uso del chiosco, come vi ho già detto prima.
Naturalmente vi sono tantissime altre cose da fare, quali la cura del verde, per far tornare agli antichi splendori il Giardino della Vittoria, ma in tempi relativamente brevi riusciremo nell’intento, inserendo ulteriori fondi nel prossimo bilancio.

Sappiamo che lo sviluppo economico è stato sempre un suo argomento privilegiato, cosa ci dice della tanto attesa Zona Artigianale di Adrano?
Alla fine del mese avremo il piacere di presentare il progetto per l’Area Artigianale, è il primo passo perché poi vi è la richiesta di tutta una serie di pareri agli Enti preposti ed, infine, dovremo attendere il bando comunitario per il giusto finanziamento, ma è importante che il progetto sia pronto, e se consideriamo le infrastrutture di base in tre/quattro anni potremo, concretamente, veder nascere l’opera.
Spero che, in un futuro non molto lontano, questa possa essere uno strumento per alleviare la gravissima crisi economica che la nostra comunità sta attraversando, peggiore rispetto agli altri decenni, infatti, sono molto preoccupato per l’occupazione dei braccianti agricoli, visto che ad Adrano circa 5.000 famiglie si reggono sul loro lavoro, e per quella dei lavoratori della Forestale, stiamo parlando delle due categorie che, insieme, assorbono più del 70% dell’economia locale.
Spero, per questo, di avere la serenità necessaria per far ripartire il volano della nostra economia, contribuendo a creare le condizioni ottimali, per far scommettere chi si vuol scommettere, far recuperare quell'entusiasmo necessario per la vita di ogni comunità.

Occupiamoci di Sport, quale importanza riveste, nei programmi dell’Amministrazione, e quale futuro vede per la società di calcio adranita, vista come esempio di crescita, oltre ad essere una delle poche realtà positive e patrimonio ormai acquisito di questa città?
Io sono molto ottimista, nel senso che la squadra è un bene prezioso della (e per la) città, consapevole come sono che la visibilità data da una squadra di calcio è notevolmente produttiva. Questo implica, da parte nostra, la ricerca di condizioni al fine di continuare questo risultato, quale quello di partecipare ad un campionato di serie D, anche nei prossimi anni.
Certo è che, quello che ad Adrano ha avuto il calcio, gli altri sport non lo hanno avuto, pertanto, pur mantenendo come prioritaria la squadra di calcio, cercheremo di mettere insieme tutto per “sostenere” anche le altre realtà sportive.

Intende anche il basket la cui squadra locale (Unifarmed) approdando, quest’anno, al campionato di serie C1, il suo presidente ci ha confidato, che questo livello di competizione comporta un costo annuo di circa 200.000 euro?
Il basket si è dimostrata una bella realtà, sta affrontando un campionato costoso, dove le trasferte su tutto il territorio meridionale, mettono a sacrificio le risorse finanziarie. Io capisco le difficoltà, anche perché, nelle nostre zone è molto difficile trovare sponsor che possono/vogliono investire tali cifre.
Anche per il basket, come già detto bella realtà e piena di giovani appassionati, comunque, l’Amministrazione darà il proprio contributo, nella speranza di avere le condizioni economiche ideali per un concreto aiuto.

Sempre a proposito del basket, ci sono giunte in redazione diverse segnalazioni di cittadini che lamentano lo stato di assoluto abbandono (buio pesto, nessuna indicazione se non la festante caciara della tifoseria) in cui versa lo spazio antistante la tensostruttura, dove sono disputati gli incontri, queste lamentele ci colpiscono in particolare per il fatto, come dicevamo prima, che ospitiamo atleti provenienti da tutto il meridione d’Italia. Non crede che bisogna renderlo più accogliente e sicuro?
Questo rende necessario fare riferimento ad un argomento non piacevole; esiste un contratto che ci lega all’ENEL SOLE e la manutenzione dell’illuminazione della Villa Comunale è all’interno di questo contratto, questo è spaventosamente oneroso per il Comune, perché costa la bellezza di 1.900.000 euro l’anno e rimettere a posto l’illuminazione, ci è arrivata una nota dell’azienda qualche settimana fa, ci costerà circa 20.000 euro. È chiaro che, in questo momento trovare questa cifra non è semplicissimo, pertanto appena troveremo i fondi metteremo mano al ripristino.

Prima di lasciarci: “Adrano onesta - sicura - laboriosa”, si diceva in periodo di campagna elettorale, oggi?
Onesta, ritengo sussistano buone possibilità; sicura, i segnali sono positivi, infatti, anche il Governo Centrale sente la necessità di creare i presupposti di sicurezza, perché la buona volontà non basta, ci vogliono gli strumenti e le economie per creare sicurezza; infine laboriosa, per quel che mi riguarda, e quello dei miei collaboratori di cui vado molto orgoglioso, abbiamo preso alla lettera lo slogan. Io giornalmente, inizio la mattina alle 9:00 e finisco alle 22:00/23:00, speriamo che questo impegno produca le condizioni affinché anche la Comunità possa essere una Comunità laboriosa.

A cura di Francesco Liotta ed Enrico Indelicato

Pietro Cannistraci "non possiamo certo disboscare l'Etna e non siamo certo la Svezia". di Enrico Indelicato


--attualità-- alitattu --ambiente--
Pietro Cannistraci: “No alla centrale a biomasse, parliamo invece di sviluppo sostenibile per il nostro territorio”.

Una centrale termoelettrica a biomasse vergini capace di produrre 47,25 Mw di elettricità. Nei pressi di contrada “Rinazzi”, nel territorio di Biancavilla. Questo il progetto presentato da una società svizzera con referenti locali al Comune di Biancavilla e alla Provincia di Catania all’inizio del 2007, che adesso ha subito una battuta d’arresto, forse definitiva. E’, infatti, negativo il responso maturato in occasione della Conferenza dei servizi svoltasi lo scorso 25 settembre presso l’Assessorato regionale all’Industria, a Palermo, alla presenza dei rappresentanti della Provincia, dell’Ato e dell’Enel. Per Biancavilla c’era l’assessore alla Publica Istruzione Pietro Cannistraci, da tempi non sospetti impegnato sul fronte dell’ambientalismo e del rispetto del territorio, anche attraverso le prese di posizione sul suo blog. “Il nostro territorio non ha bisogno di una centrale del genere – afferma Cannistraci – né esistono le condizioni sufficienti perché possa sorgere senza contraccolpi per l’ambiente.” A lui abbiamo chiesto di spiegarci la posizione dell’amministrazione biancavillese.


Assessore, come amministrazione vi siete pronunciati subito a sfavore della costruzione della centrale termoelettrica a biomasse vergini nel territorio di Biancavilla. Perché?
Fondamentalmente, assieme all’ufficio tecnico, abbiamo riscontrato due ostacoli insormontabili per la costruzione della centrale. Innanzitutto il luogo dove doveva nascere lo stabilimento: si tratta di una zona Sic (Sito di interesse comunitario ndr) sottoposta a vincolo idrogeologico per il rischio di inquinamento alle falde acquifere. In secondo luogo, nel Piano regolatore generale quel terreno è destinato ad area agricola, e dunque un insediamento industriale avrebbe stravolto il territorio in questione.
Eppure, pare che alcuni ambientalisti si siano dichiarati disponibili alla costruzione di centrali di questo tipo, poiché produrrebbero energia nel rispetto dei principi espressi dal Protocollo di Kyoto…
E’ possibile che alcuni ambientalisti, in buona fede, oggi si dimostrino favorevoli. Ma bisogna ammettere che su questo argomento c’è ancora molta ignoranza. Piuttosto che al Protocollo di Kyoto, dietro il quale è facile nascondersi, si dovrebbe fare maggiormente riferimento alla Carta di Aalborg che evidenzia come ogni realtà territoriale possiede peculiarità proprie, dunque spetta ai comuni favorire un processo di sviluppo che possa essere sostenibile per il territorio e per la sua salvaguardia.


A Biancavilla, dunque, non esistono le condizioni favorevoli per una centrale di questo tipo…
Per alimentare una centrale a biomasse sarebbe necessaria una quantità di legname considerevole. Ma non si può certo disboscare l’Etna o l’intera Sicilia…Per non dire dell’impatto ambientale che avrebbero i circa 8.000 tir che dovranno portare a destinazione tutto questo legname o tutti gli scarti dell’agricoltura. Una centrale del genere, per essere economicamente plausibile, dovrebbe superare i 20 Mw, e pare che la proporzione tra Mw e tonnellate di legno sia di 1:4000 (ogni Mw corrisponde a 4000 tonnellate di legno). Capisce che non sarebbe facile costruire una struttura di questo tipo nel nostro territorio senza conseguenze ambientali, non siamo certo la Svezia…
Alla lunga, dunque, potrebbero sorgere problemi di anti-economicità. Questo potrebbe portare ad una riconversione della centrale, con il rischio che diventi, come lei ha detto, un “inceneritore camuffato”?
In Italia sono successe già situazioni di questo tipo. Alcune centrali, inizialmente sorte per produrre 5 Mw, per i ricordati problemi di anti-economicità riconvertite ai 20 Mw, non potendo reperire il materiale necessario, hanno utilizzato materiali di scarto dell’agricoltura non vergini, dunque trattati anche con sostanze nocive. Un’ulteriore conferma del fatto che una struttura di questo tipo non può nascere sulla base di considerazioni teoriche. La pratica ci mette di fronte a conseguenze di altro tipo.

La Conferenza dei servizi, al quale ha preso parte anche lei, ha dato parere negativo. La Società interessata alla centrale non si è presentata e ha presentato una documentazione incompleta. Anzi, pare che abbia abbandonato il progetto. Possiamo dire oggi che la centrale sicuramente non verrà più costruita?
Io ritengo che si possa dire che non nascerà alcuna centrale sul territorio di Biancavilla, anche se per prassi bisogna concedere alla Società svizzera un mese di tempo per la presentazione di eventuali integrazioni. Ma il parere negativo è stato unanime…


Ad Adrano su questo argomento è scoppiata una polemica politica, con tanto di richiesta di dimissioni per l’assessore all’ambiente. E’ forse il sintomo che su argomenti ecologisti si è abbassata la guardia dalle nostre parti, e dunque è necessaria la polemica politica per attirare l’attenzione?
La polemica fine a se stessa, sulla quale non voglio entrare in merito, non serve a niente. Se poi da questa polemica vengono fuori decisioni importanti che riguardano il nostro territorio, come la creazione del Parco del Simeto, l’adesione alla Carta di Aalborg, allora va bene, perché a quel punto si capirebbe veramente chi è realmente interessato all’ambiente. Per quanto mi riguarda, mi impegnerò perché ci si possa sedere a tavolino con gli altri comuni della Valle del Simeto e discutere di sviluppo sostenibile per il nostro territorio in generale e per la Valle del Simeto in particolare.


Qual è la sua idea di sviluppo sostenibile, allora?
Tante volte ho parlato di agriturismi, di percorsi alternativi. Sono queste le cose che creerebbero vero sviluppo nel nostro territorio, impegnando molti giovani in ambito lavorativo, e salvaguardando l’ambiente. Una centrale per le biomasse, invece, non avrebbe neanche benefici dal punto di vista occupazionale, perché ci lavorerebbero una decina di persone, metà dei quali tecnici addetti solo a schiacciare qualche pulsante.
Lei si occupa di tematiche legate all’ambiente non certo da oggi. Prima di chiudere la nostra discussione, le chiedo cosa ne pensa dell’emergenza rifiuti scoppiata in modo eclatante nei nostri comuni? Come si risolve?
A Biancavilla siamo partiti quindici anni fa con la raccolta differenziata e pochi comuni ci hanno seguito. Oggi tutti chiedono di potersi occupare direttamente dello smaltimento dei rifiuti, ma ancora siamo ad un punto fermo. Intanto si sta creando un’emergenza come avvenuto a Napoli, e spesso l’emergenza serve per fare affari. La soluzione sta nella differenziata, anche perché non ci vuole una mentalità svedese per adottarla, come testimoniano anche alcuni grossi centri della Campania…


Enrico Indelicato

Inchiesta: Rosario Lanzafame: La sfida delle tecnologie energetiche per un modello di sviluppo sostenibile. di Nino Reina e Angelo Abbadessa


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“Noi dobbiamo pensare in maniera europea, respirare in maniera europea; solo così possiamo pensare di uscire dal ghetto; perché l’Italia è da 25 anni che non fa niente”.

Questa è la premessa da cui è partito il prof. Rosario Lanzafame , Ordinario di Sistemi per l'Energia e l'Ambiente - Responsabile Scientifico "Progetto Solar" dell'Università di Catania temi nel colloquio che abbiamo avuto nei giorni scorsi presso la sua residenza nei pressi di Fleri, alle pendici dell’Etna, per conoscere meglio il progetto del riutilizzo, per nuove sperimentazioni sul fotovoltaico, della centrale solare “Eurelios” di Adrano.

“E la Sicilia – ha continuato – deve giocarsi la partita dell’eccellenza sulla base di una precisa presa d’atto: Essa governerà nel Mediterraneo questo processo di cambiamento che sta accadendo in modo silenzioso se saprà essere all’avanguardia nella sperimentazione delle nuove fonti energetiche. Altrimenti non avremo nessun sviluppo.
Noi abbiamo perso tutti i treni: le prime macchine eoliche sono nate in questo paese; l’effetto fotovoltaico è stato per la prima volta sfruttato da scienziati italiani; le motrici che ora funzionano in Normandia li abbiamo sperimentati nello Stretto di Messina. Ma risulta che una di queste cose, in questo nostro paese, siano state portate avanti?
La situazione dell’energia è stata per troppo tempo abbandonata ed ora è molto dura riprenderla. Ora o ci mettiamo tutti con la testa nelle condizioni di poter ragionare senza preconcetti e cerchiamo di portare a casa un minimo di risultati anche piccoli al giorno, oppure saremo costretti, tra qualche decennio a comprare l’energia dagli altri al prezzo che questi decideranno, senza essere in grado di autodeterminare il nostro futuro né tantomeno quello dei nostri figli, perché saremo privi di voce in capitolo.
Una Francia oggi ci può mettere in ginocchio, una Germania oggi ci può rovinare, l’Algeria ci può mettere completamente al freddo. Questo è lo scenario dei nostri giorni.”

Cosa bisogna fare per uscire da questa situazione alquanto critica?
Il punto è che bisogna fare capire alla gente che il problema delle fonti energetiche non è marginale e di poca importanza. La gente percepisce la lampadina e l’energia solo per quello che paga nella bolletta; dobbiamo fare capire, invece, che il problema energetico incide sulla qualità della nostra vita e inciderà ancor di più su quella dei nostri figli, se non faremo qualcosa per garantirla.
Questo discorso deve essere chiaro altrimenti ci troveremo in grosse difficoltà. Dobbiamo, perciò, posizionare dignitosamente il nostro paese e, tutti insieme, parlare in maniera seria, senza preconcetti, ma con onestà intellettuale.
Quando si parla, per esempio, del nucleare; il nucleare non l’abbiamo voluto più fare da parecchi anni e anche se oggi lo volessimo fare non è più possibile farlo. Oggi un impianto nucleare di taglia 5/ 6 mila MW, quando viene realizzato, ammesso che venga realizzato, deve vettoriare una quantità di energia tale che, oggi, nella rete nazionale non è vettoriabile perché il tubo è da 25 anni che non lo cambiamo.

E allora?
Allora, l’unica nostra soluzione è quella di generare l’energia là dove essa viene consumata. Come? Attraverso la micro generazione integrata e diffusa che utilizza diversi sistemi. Non c’è più un solo modo di produrre energia, non c’è più un solo sistema.
Noi abbiamo fatto degli ospedali in Germania, a Friburgo, dove c’è l’eolico, il fotovoltaico, il solare termico, dove ci sono le celle a combustibile, dove c’è il biometano, dove c’è il mare, il sole, la luna. Questo coacervo di sistemi è tutto finalizzato a creare un nuovo modello di sviluppo in cui la quantità di fossile, quindi di petrolio e di carbone, vada scemando sempre più e prendano il loro posto altre fonti energetiche alternative. Dobbiamo adottare un nuovo stile di vita.

In questo contesto la centrale solare Eurelios di Adrano che ruolo gioca?
È chiaro che Adrano è stata l’antesignana dell’energia solare a concentrazione; dopo aver visto il progetto “Archimede” di Priolo non vi viene difficile capire che Archimede è figlia di Adrano.

Come mai allora la centrale solare di Adrano è stata chiusa?
Non tanto per motivi di specchi ustori; era un problema di tecnologia e di materiali che non erano adatti e quindi il costo per kilovattore risultava molto elevato; ecco, se prendiamo un pezzo di paradiso e lo mettiamo in terra, se non è competitivo, esso muore; se la comprerebbe la vettura ad idrogeno se per comprarla si deve vendere la casa di Adrano; dirà è molto bello che la vettura ad idrogeno produce vapor d’acqua; ma dirà anche che, siccome costa troppo, io non me la posso comprare.
Quindi non c’erano le tecnologie e i materiali adeguatamente stazionari per cui il costo per kilovattore era troppo elevato e non risultava competitivo.

La struttura che c’è ad Adrano che fine farà? sarà smantellata?
Purtroppo ci hanno pensato i vandali che l’hanno talmente danneggiata che oggi i soldi della ricerca sono dovuti confluire su Eurelios per metterla in sicurezza perché hanno portati via i tombini, le vasche, i fili; ed è un posto pericolosissimo.
Quali sono i progetti che interesseranno la centrale Eurosolare nei prossimi anni?
La centrale Eurelios è stata oggetto di forte attenzione per lo sviluppo di un campo solare a specchi concentrati che partendo dalla tecnologia già esistente e con nuovi materiali poteva portare la potenza da 1 MW, che era quella iniziale, a 100 MW. E questo nello stesso spazio, dopo 30 anni, con una tecnologia identica, ma con un captatore eliostatico nuovo e con un fluido termovettore che sono i sali fusi che servono per conservare il calore.
Mentre si pensava in un primo tempo che la naturale evoluzione di questa centrale fosse quella di mettersi in tandem con Priolo e fare ricerca sul solare termodinamico a concentrazione a sali fusi, in un secondo tempo, ora, per questioni di capitalizzazione si farà soltanto ricerca sul fotovoltaico avanzato che serve subito e che più che ricerca diventa organizzazione e innovazione industriale
Si farà un centro per il fotovoltaico avanzato a fili sottili. Non il pannello, ma una specie di carta stagnola che si appiccica e fa corrente. Si mette sul vetro della macchina e fa energia elettrica.
Questo fotovoltaico avanzato è ancora ricerca o è già stato sperimentato?
Questa è ricerca; è sperimentazione per la valutazione della ingegnerizzazione di questi processi: cioè ricerca per abbassare quanto più possibile i costi. Perché altrimenti sarà una bella cosa, ma non interesserà nessuno.
Quando partirà questa sperimentazione e che tempi di intervento si prevedono?
Io penso di potervi dire, intanto, che sul fotovoltaico integrato già si sta investendo parecchio: per questi progetti vi è un investimento di 49 miliardi di euro, 100 miliardi di vecchie lire. E partirà nel prossimo anno, nel 2009.
È chiaro, però, che questa è una storia da scrivere; siamo all’inizio, ma la scriveremo noi, perché sulla tecnologia del solare termodinamico siamo i primi.

Quali sono, nel tempo immediato, le prospettive che scaturiscono da queste ricerche e sperimentazioni?
Le prospettive sono decisamente interessanti per l’Italia ed in particolare per la Sicilia che, per la sua privilegiata localizzazione e la sua leadership sul solare, potrebbe svolgere un ruolo di prestigio nel processo innovativo condiviso dai Paesi delle sponde del Mediterraneo, grazie anche al programmato del completamento dell’interconnessione elettrica Italia-Tunisia.
Esistono numerosi impianti solari termodinamici a diversi stadi di sviluppo nel mondo (USA, Messico e Sud Africa); tutti quelli americani funzionano nei deserti ma non con i sali fusi che è un brevetto italiano, ma con l’olio diatermico, tossico per mille anni; dove esplode un sistema ad olio diatermico ad alta concentrazione non esce un filo d’erba per 10 secoli; se esplode un tubo ad Adrano o a Priolo avremo il fertilizzante delle arance. Ci si riferisce poi, in particolare, ai progetti già avviati in Israele, Algeria, Marocco ed Egitto.
Per disseminare la cultura del solare termodinamico ed aumentare nel medesimo tempo la consapevolezza industriale delle prospettive a medio termine di questa tecnologia; si sta, infine, valutando preliminarmente il progetto per la realizzazione di un impianto ibrido a concentrazione (fluido termovettore olio diatermico-sali fusi di sodio e potassio) in un deserto di un paese dell’area del Mediterraneo, con l’obiettivo di raggiungere un costo dell’energia prodotta inferiore a 20 euro-centesimi per chilowattora generato, compreso l’utilizzo del 5% dell’energia prodotta per l’alimentazione di un impianto di dissalazione.

Che conclusione possiamo trarre da questa breve ma interessante chiacchierata, prof. Lanzafame?
Si può affermare, per concludere, che il fattore tecnologico è importante per raggiungere il successo, ma, per fortuna, non è il solo. Purtroppo bisogna ammettere che l’Italia arriva tristemente in ritardo, rispetto ad alcuni Paesi dell’Europa, nel settore delle nuove tecnologie energetiche e nello sviluppo dell’industria di costruzione dei sistemi avanzati e dei componenti per la generazione di energia elettrica da fonte rinnovabile.
Occorrono dunque idee nuove per vincere, magari facendo tesoro delle esperienze già fatte da altri.
Serve uno sforzo di alto profilo per permettere al Paese di uscire dalla situazione di pesante dipendenza energetica dall’estero, attraverso un rilancio forte della Ricerca Scientifica finalizzata al riposizionamento dignitoso della Nazione nell’ambito della classifica dei produttori europei di sistemi energetici da fonte rinnovabile.
Con l’impianto Archimede, la Sicilia si rimette coraggiosamente in gioco in Europa, guardando al futuro e rivendicando un passato glorioso. Affiora con vigore alla mente il nome dello scienziato siracusano che con il suo “Principio” riuscì a stimolare perfino la fantasia di Leonardo da Vinci.
Archimede passò alla storia per gli specchi ustori che, secondo la tradizione, gli permisero di bruciare le navi della flotta romana di Marcello durante la seconda guerra punica. La potenza infinita del sole fu intuita già duemila anni or sono dalla sua mente geniale. Ancora oggi, per molti versi, questa sua invenzione eccellente resta di valore impareggiabile nel lungo sentiero percorso dalla evoluzione scientifica dell’uomo sul pianeta.
Con l’impianto solare termodinamico Archimede e con il Progetto Solar, la terra di Sicilia vuole riprendere questo nobile cammino.

A cura di Nino Reina ed Angelo Abbadessa

Riciclare: "una scelta di vita". di Sergio Atanasio e Enrico Indelicato


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Mercoledì 22 ottobre, presso
il Teatro Comunale “La Fenice
“ si è svolto uno spettacolo teatrale
destinato a tutte le Scuole
Superiori il cui titolo reca:
“UNA
SCELTA DI VITA “.
Un incontro
promosso dal Consorzio
COMIECO (Consorzio Nazionale
Recupero e Riciclo degli
imballaggi a base cellulosica )
che, su segnalazione dell’Ato
territoriale, riconosce alla città
di Biancavilla una nota di merito
relativamente alla gestione della
raccolta differenziata . “ Tentare
di lasciare agli altri un mondo
migliore è la cosa più alta che
ognuno di noi possa fare “, dice
il COMIECO.
Luca Pagliari, giornalista e
autore radiotelevisivo, propone
in un incontro/spettacolo con
gli studenti di vedere la raccolta
differenziata come un piccolo
gesto che permette di scegliere
se dare un futuro a quell’oggetto.
Uno spettacolo che parla di
riciclo, di amore per l’ambiente,
per il mondo e per se stessi. C’è
chi si proietta verso un mondo di
partecipazione e solidarietà, di
futuro e di costruzione di un mondo migliore;
chi verso la via della distrazione,
della noia intellettiva, dell’isolamento,
dell’assenza di prospettive. Due ipotesi,
quindi, messe a confronto, che lascia
ai ragazzi la possibilità di scegliere e
convincersi da soli quale sia la migliore
delle soluzioni.
Soddisfazione per il riconoscimento
è stata espressa dal Sindaco Dott.
Giuseppe Glorioso che auspica il raggiungimento
di obiettivi sempre più
importanti nel settore della raccolta
differenziata.


Sergio Atanasio ed Enrico Indelicato

Le vignette di Marcello: Sud, concretezza e ....... spazzatura

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Il Liceo “Verga” si digitalizza: Un primo passo verso la firma del “patto di corresponsabilità educativa”. di Giosuè Gullotta


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E’ di quest’anno una novità che sta suscitando parecchia curiosità negli ambienti scolastici adraniti e nelle famiglie degli alunni del Liceo Classico/Scientifico “Verga” in particolare..
In questi giorni quest’ultimi sono stati invitati a ritirare i nuovi libretti di giustificazione “elettronici” che – insieme ai registri di classe anch’essi elettronici consegnati ai docenti, rivoluzionano completamente il modo di gestire e monitorare la presenza degli alunni a scuola.
Andiamo con ordine e cerchiamo di capire l’innovazione, ma specialmente i vantaggi di questo nuovo sistema.
Sia il registro di classe che ogni singolo libretto è munito di un “Codice a Barra”a lettura ottica che identica rispettivamente la classe ed il singolo alunno. Ogni giorno i docenti chiameranno regolarmente l’appello, segneranno le assenze, i ritardi e le giustificazioni utilizzando fogli singoli debitamente contrassegnati per quel giorno particolare. Subito dopo, i fogli vengono ritirati ed inseriti in uno scanner elettronico che ne legge i dati ed in tempo reale li invia ad un elaboratore che li registra.
Ciò significa che già alle 9,30 del mattino l’elaboratore della scuola ha immagazzinato i dati relativi alla giornata identificando gli alunni presenti in istituto, i ritardatari, chi ha giustificato o meno.
A parte la rapidità di questo servizio, la vera rivoluzione consiste nel fatto che ai genitori verrà fornito il numero di identificazione del proprio figlio. In tal modo la famiglia può – collegandosi alla banca dati messa a disposizione nel sito Web della scuola ed inserendo il numero identificativo del figlio – conoscere in tempo reale la frequenza del proprio figlio, se lo stesso è a scuola o meno, se è arrivato in ritardo, se ha giustificato le assenze.
Per la famiglie che non hanno facile accesso ad Internet, sarà fornito anche un numero telefonico verde gratuito che – 24 ore su 24 – fornirà le stesse informazioni mediante il numero identificativo del proprio figlio.
In un momento così controverso nella relazione fra genitori e figli, la Dirigenza del Liceo ha considerato che tale innovazione possa essere uno strumento utile al genitore che vuole seguire l’andamento scolastico del figlio senza essere invasivo.
Inoltre, anche genitori che per motivi di lavoro vivono lontano da casa o sono costretti a spostarsi continuamente, possono con molta discrezione e celerità e a costo zero mettersi in contatto con la banca dati della scuola ed avere informazioni immediate.
Non è escluso che in futuro il sistema possa fornire ulteriori dati al fine di mettere i genitori nelle condizioni migliori per seguire la vita scolastica del figlio e così diventare protagonista di quel “patto di corresponsabilità educativa” che deve vedere impegnati la scuola e la famiglia.

Giosuè Gullotta

Edyta Grzegorczyk: un’artista venuta da lontano. di Roberto Coco




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Incontro con la pittrice polacca autrice dei dipinti di Palazzo Bianchi
Spesso guardare un’opera artistica di inconsueta bellezza ci provoca un particolare stato d’animo difficile da spiegare e finiamo per chiederci come sia possibile che un essere umano riesca a descrivere con un’armonia disarmante anche episodi lontanissimi nel tempo.
Credo sia questa la sensazione che si provi trovandosi di fronte ai magnifici dipinti di Palazzo Bianchi, realizzati da Edyta Grzegorczyk, artista polacca residente in Italia dal 1994.
Edyta Grzegorczyk inizialmente è vissuta a Deruta (Umbria), un centro medievale di ceramica artistica per poi trasferirsi nel 2003 ad Adrano nella quale risiede tuttora. Il suo amore per la pittura l’ha portata nel 1995 a conoscere il maestro Cirino Rapisarda il quale, rimasto subito colpito dal suo grande talento, costituì una presenza fondamentale nella sua esperienza artistica e un grande amico. Durante la sua carriera Edyta Grzegorczyk ha dipinto diverse opere destinate ad abbellire le collezioni private dei committenti provenienti da tutto il mondo, soprattutto dall’Australia, dal Giappone e dagli Stati Uniti.
Nel 1998 ha cominciato a lavorare la ceramica, una tecnica artistica risalente a circa 10000 anni fa e da sempre ritenuta una delle “Arti Maggiori” tanto da divenire un elemento d’arredo utilizzato per abbellire i palazzi più lussuosi. La ceramica – spiega l’artista – è anche una scommessa poiché, per il tipo di produzione da cui è caratterizzata, ogni pezzo diventa unico e irripetibile e destinato a rimanere inalterato nei secoli.
Nel corso degli anni dedicati alla lavorazione della ceramica Edyta Grzegorczyk ha realizzato diverse opere tra le quali una “Via Crucis” e un ritratto di S. Josè Maria Escriva contenuti nell’omonima chiesa a Roma.
La sua opera maggiore è sicuramente costituita dalle raffigurazioni in ceramica che adornano le pareti del nostro Palazzo Bianchi; un’opera di cui va orgogliosa e che l’ha impegnata totalmente durante i quattro mesi in cui è stata realizzata. I pannelli rappresentano episodi della storia e della mitologia del nostro paese ( “La battaglia di Adrano” ), personaggi della nostra tradizione ( “Gli antichi mestieri” ) angoli suggestivi della nostra città e i nostri monumenti più rappresentativi, elementi religiosi ( “Le tre virtù teologali” e “Le quattro virtù cardinali” ) sviluppandosi su un filone tematico che tiene conto dell’antica e della nuova destinazione degli ambienti di Palazzo Bianchi.
Attualmente Edyta Grzergorczyk non ha progetti per il futuro, le piace sperimentare ed affrontare nuove esperienze, sicuramente continuerà a dedicarsi alla pittura pronta ad affrontare la prossima sfida che gli si presenterà con l’entusiasmo e la voglia di non mollare mai che le ha trasmesso Cirino Rapisarda.
A chi gli chiede “cos’è l’arte “ risponde che non si può dare una definizione di essa; l’arte è una sensazione, è qualcosa che ti ferma e ti fa riflettere, è nella creatività e nella voglia di fare; per questo non bisogna smettere mai di amarla e di viverla come una passione.

Roberto Coco

Mafia, la forza dei luoghi della memoria. di Enrico Indelicato

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La notizia è di questi giorni: l’auto su cui viaggiava la scorta di Giovanni Falcone il 23 maggio del 1992 potrebbe diventare un monumento antimafia. O meglio, ciò che resta di quella Fiat Croma su cui viaggiavano Antonino Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani, catapultata a diversi metri di distanza dalla carreggiata da quintali di tritolo. Un ammasso intricato di lamiere fino ad oggi custodito nell’autocentro della Polizia di Stato a Messina, visitabile solo nel giorno dell’anniversario della strage. La proposta è di Tina Martinez, vedova di Antonino Montinaro, presidente dell’Associazione Culturalmente, che curerà il giardino sorto nel luogo della strage, sotto l’autostrada che collega Palermo a Punta Raisi, a due passi dallo svincolo di Capaci. Non tutti, naturalmente, sono d’accordo. La ragione e il pudore spesso respingono il confronto col dolore e con l’orrore. Eppure, “Ai ragazzi delle future generazioni non va addolcita la pillola. Bisogna parlare di memoria, non far dimenticare loro quello che è accaduto significa anche mostrare questo orrore”, dice la vedova Montinaro. Difficile non essere d’accordo: la lotta alla mafia ha bisogno anche di luoghi della memoria, che ci aiutino a confrontarci con la violenza, con la paura, ma anche con il coraggio e la forza morale di chi è caduto. Chi ha visitato Capaci e Via D’Amelio conosce l’emozione intensa e indimenticabile che si prova in quei luoghi, che hanno la forza di scuotere profondamente la mente e il cuore. A Capaci neanche la fredda impassibilità dell’obelisco con lo stemma della Repubblica Italiana riesce a soffocare la potenza morale di quel posto. In Via D’Amelio c’è un albero di ulivo, una lapide verde con i nomi, e quei balconi che ancora portano i segni di quel boato devastante. E poi tutti gli oggetti lasciati da chi è passato da lì: libri, fiori, sciarpe, magliette, lettere, perfino biglietti ferroviari e racchette da ping-pong. E quella lapide in ceramica, commissionata da un privato, che recita con orgoglio: “Tu che vieni qui a contemplare ricorda che non tutti i siciliani siamo mafiosi e non tutti i mafiosi sono siciliani”. Sta tutto qui il significato morale e culturale dei monumenti nella lotta alla mafia, luoghi della memoria dove compiere il nostro “pellegrinaggio laico”. Facciamoli conoscere anche ai ragazzi, abituati a non sentir parlare più di mafia, nell’epoca in cui la politica sembra aver derubricato la questione dalla propria agenda.
enrico.indelicato@tiscali.it

I giovani della confraternita del Rosario Rosario diventano "confrati". di Sergio Atanasio e Enrico Indelicato


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Cerimonia di investitura per sedici “Novizi” dell’arciconfraternita Maria SS del Rosario

Con una cerimonia di vestizione, martedì 7 ottobre è stato sancito definitivamente il passaggio di un gruppo di giovani Biancavillesi, da “onorari” o “novizi” a confrati effettivi dell’ arciconfraternita Maria SS. del Rosario di Biancavilla, confraternita sorta nel 1682 per volontà dei domenicani.
Da qualche anno si assiste ad un vivace ritorno, massiccio e deciso di giovani biancavillesi alle congregazioni religiose, ritorno che offre un ricambio generazionale all’interno delle confraternite, altrimenti destinate a scomparire, e un rilancio spirituale e culturale per un recupero delle tradizioni religiose della realtà biancavillese.
Una messa in occasione della solennità della Madonna del Rosario, celebrata dal prevosto di Biancavilla, don Agrippino Salerno, presso la chiesa Maria SS. dell’Elemosina, alla presenza dei confrati anziani con in testa il governatore Giuseppe Sangiorgio ed il maestro dei novizi Pasqualino Scandura, vestiti del tradizionale sacco bianco e mozzetta nera, segna l’investitura “ufficiale” dei confrati. La cerimonia si è conclusa nella chiesa del Rosario con l’atto di affidamento alla Madonna.
Sono sedici i nuovi membri della arciconfraternita Maria SS. del Rosario, nelle persone di Alfio Asero, Salvatore D’Agostino, Carmelo Furnari, Placido Laudani, Salvatore Laudani, Rino Marino, Carmelo Maugeri, Salvatore Merlo, Antonino Pastanella; Carmelo Petralia, Vincenzo Rapisarda, Filadelfio Ristuccia, Salvatore Sangiorgio, Vincenzo Sangiorgio, Placido Scandurra, Nicola Tomasello. Con il loro ingesso sale a quaranta il numero dei confrati effettivi.
Sono cittadini più o meno noti ai cittadini non distratti, che sanno cogliere fermenti positivi della nostra realtà cittadina. Cittadini che in questi anni hanno promosso iniziative culturali interessanti (fra tutte l’iniziativa di far conoscere ai fanciulli della città i gruppi statuari della processione dei Misteri, cosa sono le confraternite e la loro storia, ed il progetto di restauro nel marzo 2005 della statua del SS.Cristo alla colonna, col patrocinio del Comune di Biancavilla).
Il loro esempio sin dal principio della loro attività religiosa e culturale, ha offerto uno stimolo, quasi un contagio benefico, ad altri gruppi giovanili (confrati onorari della Mercede, dell’Annunziata, del S.S. Sacramento), i quali negli ultimi anni hanno rinfoltito le fila delle congregazioni religiose delle chiese di Biancavilla.
Non si esclude la possibilità che l’investitura avvenuta il 7 ottobre, non dia ulteriore stimolo ai gruppi giovanili delle altre confraternite.

Sergio Atanasio e Enrico Indelicato

RIORDINO DEGLI ATO: PRESENTATO IL DISEGNO DI LEGGE ALLA PROVINCIA DI CATANIA


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L’articolo 32 dello Statuto della Regione Siciliana attribuisce alle Province l’iniziativa legislativa, tramite disegni di legge approvati da almeno tre Consigli provinciali. Una facoltà che viene riscoperta dal presidente della Provincia di Catania, on. Giuseppe Castiglione, che, nei giorni scorsi, ha presentato un disegno di legge su “Norme in materia di organizzazione territoriale e di disciplina del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani”, presenti i sindaci dei Comuni e i vertici degli ATO rifiuti del Catanese, affiancato dall’avv Harald Bonura e dal deputato regionale Fabio Mancuso.
“La continua emergenza rifiuti che si vive in numerosi comuni impone la rapida assunzione di provvedimenti legislativi che consentano l’immediato avvio di un processo di risanamento – ha sottolineato il presidente, on. Giuseppe Castiglione, - delle attuali gestioni, in alcuni casi fallimentari, e l’inizio di una nuova stagione positiva, in termini di economicità e di efficienza del servizio erogato ai cittadini. Vogliamo così dare un ulteriore contributo alla rapida soluzione dei problemi che affliggono la gestione degli ATO, già all’attenzione del Governo regionale”.
L’avvocato Harald Bonura ha sottolineato alcuni punti focali del ddl, che individua, nella prima fase, l’ATO rifiuti con il territorio provinciale e affida il trasferimento delle competenze alle Province, salvaguardando però l’autonomia e le funzioni dei singoli Comuni.
Viene garantita la sopravvivenza degli ATO che hanno raggiunto “obiettivi virtuosi”, mentre saranno liquidati quelli che non avranno conseguito gli stessi risultati virtuosi già fissati dall’Agenzia regionale per i rifiuti e le acque. Scompariranno i costosi consigli di amministrazione a favore di un Amministratore unico che percepirà un compenso parametrato ai risultati ottenuti e non potrà essere tra quelli corresponsabili degli attuali risultati gestionali negativi..
Successivamente, superata la prima fase i Comuni si potranno riorganizzare secondo parametri tecnici.
L’on. Fabio Mancuso ha sottolineato che il ddl nasce in seguito alle osservazioni della Corte dei Conti e si rende necessario per superare una fase economica grave. A questo proposito saranno istituiti presso la Regione Siciliana due fondi: una di rotazione e uno di garanzia per intervenire. Andranno, inoltre, eliminate alcune inconcludenze, come la retribuzione del personale che si rifà a ben tre diversi tipi di contratti, con differenze tra l’uno e l’altro e la chiara e uniforme decisione di applicare la TIA, tariffa, escludendo le interpretazioni che prevedono la TARSU, tassa.

Ottobre: Fiere e Sagre protagoniste a S. Maria di Licodia. di Alessia Varrica

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Con l'Autunno molte iniziative culturali organizzate a Santa Maria di Licodia

Licodia in ottobre ha ospitato diverse iniziative per far conoscere e mettere il risalto i prodotti tipici del territorio etneo.
Nei giorni 11-12 ottobre, con la collaborazione del bar Royal, è stata organizzata, presso la piazza delle Consuetudini, una sagra dell’arancino
per valorizzare questo prodotto, tipico della nostra regione, con diversi ingredienti.
Altra importante iniziativa è stata la fiera dell’agricoltura e dell’artigianato organizzata dall’amministrazione comunale del sindaco Salvatore Rasà.
La fiera si è svolta nei giorni compresi fra il 2 e il 5 ottobre presso il Belvedere. Oltre che una buona occasione per far conoscere i prodotti tipici del nostro territorio, la fiera è stata anche centro di attrazione per gli spettacoli che sono stati realizzati ogni sera.
La fiera è stata anche occasione importante per sostenere l’iniziativa di solidarietà riguardante il piccolo Pio Andrea Furnari. Questi è un bambino di sei anni che abita a S. M. di Licodia affetto di tetraparesi spastica che non gli permette di camminare, nonostante abbia fatto molte terapie che non hanno prodotto risultati positivi.
Recentemente è stato sottoposto ad una visita medica dal dott. Alan Strongwater del Maimonides Medical Center di New York, il quale ha dato buone speranze a Pio Andrea e alla sua famiglia: quella di poter cominciare a muovere i primi passi con un intervento ed una terapia riabilitativa di 4-5 mesi.
L’intervento avverrà fra sei mesi circa. Per tali cure servono 150.000.000 di Euro, una spesa per la famiglia del bambino non assolutamente sostenibile; perciò si fa appello a tutte le persone che vogliono aiutare Pio Andrea a realizzare il suo sogno.
Le offerte possono essere effettuate presso la Banca Popolare di Lodi a S. M. di Licodia sul conto bancario: IBAN IT17 Q 05164 84250 000000000124.
Per maggiori informazioni si può anche visitare il sito del comune.

Alessia Varrica

Francesco Scimonelli:"Giovani e Società: perché il bullismo?" di Roberto Coco


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Un’attenta analisi di un fenomeno sempre più diffuso

Sempre più spesso apprendiamo dal giornale o dalla televisione notizie di giovani che si rendono protagonisti di aggressioni e di atti di violenza di ogni tipo. Tale fenomeno, che genericamente riportiamo sotto il nome di “bullismo” in realtà presenta varie e complicate sfaccettature.
Il bullismo è un insieme di comportamenti e parole che hanno lo scopo di sottomettere qualcuno e normalmente tale sottomissione si sviluppa in fasi successive: una prima fase in cui il “carnefice” designa la propria vittima e una seconda fase nella quale mette in atto la violenza.
Un dato di particolare interesse è costituito dal fatto che quasi sempre i protagonisti di tali episodi sono ragazzini che ancora frequentano la scuola dell’obbligo.
Per capirne di più abbiamo rivolto qualche domanda al dott. Francesco Scimonelli, primario dell’U. O. di neuropsichiatria infantile di Adrano.

Perché spesso i bulli sono ragazzi di età compresa tra i 12 e i 15 anni circa che frequentano ancora la scuola? Cosa li porta a compiere tali azioni?
Nel meccanismo del bullismo bisogna considerare che il soggetto è un ragazzo che vive il suo periodo adolescenziale con un accrescimento e cambiamento del proprio corpo; per l’adolescente non sempre è facile accettare tale mutamento e questo può sfociare in un’istanza intima di autolesionism;, è come se trasferissero sugli altri la violenza che in fondo vorrebbero fare a loro stessi. Tale meccanismo ha portato recentemente all’espansione del “cyberbullismo” un fenomeno che consiste nel diffondere sul web i filmati della violenza o altro materiale che potrebbe ledere la dignità della vittima.

Secondo lei perché ad Adrano nelle scuole medie superiori sembra che non siano presenti evidenti episodi di bullismo?
Molti ragazzi entrati nella fase adolescenziale si portano addosso una forma di “onnipotenza” tipica dell’infanzia che spingono il ragazzo in generale, il bullo in particolar modo, a non accettare l’esperienza della sconfitta; per cui può capitare che se non si trova un terreno a sé favorevole si decida di abbandonare la scuola prematuramente.
Si differenzia, invece, dal bullismo l’aggressione con meccanismi da “branco” che spesso un gruppo di ragazzi, quasi sempre maggiorenni, compie per motivi futili o per il semplice gusto di farla.
I protagonisti di tali azioni spesso sono “adolescenti non cresciuti” cioè persone che, pur anagraficamente adulte, non hanno una maturità che li porta a svolgere un processo logico prima di compiere una determinata azione; spesso agiscono per impulsi poiché sono alla ricerca di emozioni che li rendano vivi e trovano questa vitalità nella violenza. Si tratta di un fenomeno molto diffuso nelle grandi città, anche se purtroppo tali episodi non mancano neppure nei piccoli centri.
E’ però doveroso fare un’ultima riflessione riguardo al delicato compito svolto dagli educatori ed in particolar modo dalla famiglia. Bisogna riflettere se la deriva di un’istituzione così importante e l’instaurarsi di un modello educativo improntato all’eccessivo permissivismo non abbiano influito nello sviluppo di tali problemi.

Roberto Coco

Figli di un Dio Minore: "Cola de' Cuteddi" di Pippo Ventura

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Cola era Cola e basta. E si vedeva in giro ancora qualche anno fa. Non incontrandolo più, ho chiesto sue notizie: ci ha lasciati.
Non gli era stato appioppato un epiteto colorito e caratterizzante, perciò chi parlava di lui gli bastava dire Cola, ma se proprio lo voleva definire meglio, aggiungeva “de’ cuteddi”, per il fatto che proprio i coltelli erano stati, in maniera preponderante, gli articoli trattati da Cola nella sua instancabile e ininterrotta attività commerciale. Infatti Cola era, a modo suo, un commerciante: comprava e vendeva; lo si potrebbe collocare nella categoria degli ambulanti, chè i suoi affari li faceva sulle strade del paese e specialmente in piazza e nella via principale. Cominciò forse con i coltelli, e poi si allargò, trattando cinture, gondole veneziane rilucenti di specchietti e nastrini colorati; santi vari incapsulati in quelle sfere di vetro e immersi in un liquido che si arricchiva di fiocchi di neve quando le capovolgevi.
Il suo modo di affrontare gli affari è passato alla storia paesana con il celebre “commercio di Cola”, caratterizzato da un prezzo di vendita inferiore a quello di acquisto: si era sparsa la voce, infatti, che comprasse a cento per rivendere a cinquanta, perciò quando i commercianti veri, ieri come oggi, non sanno o non possono rivendere con il giusto margine di guadagno, si dice che fanno “u cummerciu di Cola”.
Chi “frequentava” la piazza aveva modo di incontrarlo, a tutte le ore del giorno, leggermente curvo sulla schiena, il capo, piccolino, non perfettamente ortogonale col busto e gli occhi ora vivi, ma più spesso smarriti come di chi non riesca a rendersi conto di ciò che gli accada attorno o di che cosa vogliano da lui coloro che lo osservano mentre passa con le sue ampie falcate, spesso spostandosi da un marciapiede all’altro, a secondo che volesse incontrare, o non incontrare, qualcuno. Procedeva sempre a passo spedito, come se avesse fretta di andare chissà dove o forse avesse paura di chissà che cosa. Come tutti i comuni mortali, Cola aveva il suo tallone d’Achille, lui che dei mortali era uno dei più comuni: i capelli, anzi, il capello. Se fossero stati i capelli, tutti, qualcuno sarebbe indotto a sospettare che il nostro Cola avesse un qualcosa in comune con Sansone, il celebre forzuto della Bibbia, ma trattandosi del “capello”, l’attenzione potrebbe spostarsi sul mitico eroe greco, Niso, che aveva la particolarità di aver impiantato in testa, tra i neri, un capello d’oro, che poi la figlia gli tagliò ecc..ecc… No, niente di biblico, né di mitico. Cola, e non poteva essere diversamente, era oggetto di canzonatura da parte del buontempone che staziona in piazza per ridere alle spalle dell’innocente malcapitato che presta facilmente il fianco ai dardi della presa in giro, o del monellaccio che aveva imparato dai grandi come fare arrabbiare Cola. E questa arrabbiatura aveva come causa scatenante il “capello”. A chi non sa niente di Cola, dirò subito che la capigliatura del “nostro” non mostrava niente di particolare, anzi, per quello che mi è dato ricordare, era ben tenuta, e l’opera del suo “parrucchiere”, per quanto, a volte massiccia e intensa, non riusciva a cancellare i riccioli che si sarebbero formati con una crescita più abbondante. Ma allora, il mistero di questo benedetto capello, dove sta? Non so come e non so quando, fatto sta che un motivetto molto diffuso tra i giovani di cinquant’anni addietro, fu particolarmente riservato a Cola, e le parole dicevano soltanto: “ ‘o tagghiti ‘u capiddu…”.
Quando qualcuno si azzardava a “cantare” il motivetto o, soltanto, a fischiettarglielo dietro, apriti cielo!
Cola si scatenava e buon per il rompiscatole se si riceveva un sfilza di “Figghiu di buttana…!, figghiu di arrusa…, ‘O frischici a ta soru…”, e altre espressioni coloratissime del linguaggio social-popolare della nostra gente. E a volte ci scappava anche la minaccia o addirittura il lancio di una pietra, arma che il Cola andava a raccattare in qualche traversa dove di pietre non ne mancavano di certo.
Cola non era affatto un violento, anzi, quelle poche volte che mi è capitato di scambiare qualche parola, vuoi per rabbonirlo, vuoi per chiedere il prezzo dell’articolo che stava portando in giro, gli leggevi negli occhi un’implorazione di solidarietà o , in caso di commercio, un sorrisetto ironico sulle labbra, quasi malizioso, come di chi pregusta l’affare e il piacere di averti come cliente morbido, interessato, comunque, alla mercanzia varia trattata saltuariamente dal giovane…imprenditore.
Dice: “Ma Cola faceva il commercio di Cola!”, e che importanza ha? “Ci perdeva”, Ma che importanza poteva avere? Per lui, sicuramente, la cosa più gratificante era concludere l’affare, e considerato il genere di merce trattato, non era facile.
Bisogna riconoscere che Cola si era abituato a quel motivetto, cantato o fischiettato dall’immancabile provocatore appostato all’angolo della strada o appoggiato allo stipite della porta del bar Colonna o, d’estate, seduto “ a rocchia” con gli amici, davanti alla Società, e poteva accadere che se la provocazione non arrivava, Cola ci restava male, quasi offeso di passare inosservato, come indegno, in quella occasione, della solita attenzione. Usavamo sedere, nei pomeriggi d’estate, davanti alla sartoria di Biagio, in quelle sedie di zammara, senza schienale, che ai sarti non giovava, lavorando chini sulle loro stoffe che “‘nciumavano e rinciumavano”, specialmente le maniche di giacche, che dovevano cadere a pennello, prima di essere passate alla macchina. Biagio e i suoi giovanissimi lavoranti lavoravano d’ago, mentre gli ospiti, spesso …di forbici. Puntuale, ad una certa ora, passava Cola, diretto chissà dove, per fare chissà cosa. Biagio una volta lo scorse e subito: “Mi raccomando, lassàtilu ‘mpaci….s’annunca, cu’ senti?”. Cola passò, nessuno fiatò, anzi, quasi tutti , non lo degnammo di uno sguardo, la qual cosa deve aver turbato “l’uomo dei coltelli” più dell’abituale motivetto che di solito lo accompagnava durante tutti i suoi percorsi, centrali o periferici. C’era andata bene, eravamo stati bravi, eravamo riusciti a sostenere la parte e un prolungato silenzio. “Ah, meno male, non è successo niente, siamo stati all’altezza delle situazione!”, sussurrò qualcuno. “Non vi illudete - replicò subito Biagio, che conosceva il suo…pollo - tanto ora torna…”. E Cola subito, tornò sui suoi passi e stavolta, a differenza dell’andata, sul marciapiede quasi totalmente occupato da noi; era chiaro, voleva sfidarci, ci invitava alla provocazione, ma non ci cascammo, nessuno si prestò al suo gioco. Io, però, non resistetti al suo sguardo implorante, umido e sfuggente, e lo intrattenni su un argomento che , sapevo, gli stava molto a cuore: la sua attività commerciale. “Cola, senti, mi giova un cinturino… “, “ ‘Ncinturinu..?”. E le sue labbra si aprirono al sorriso, quel suo sorriso mesto e leggero in cui potevi leggerci quasi un senso di gratitudine. “No, ppi ora non nn’haiu, quannu ‘ u trovu, t’u portu”, “Ah, va beni, ni videmu caa…”, lo rassicurai, per fargli capire che parlavo sul serio. Si allontanò felice. Non avevamo cantato né fischiato, anzi, gli avevamo proposto un affare. Gli avevo mentito sulla cintura, ma sono certo che mai una bugia avesse fatto tanto bene a qualcuno. Cola, comunque, non venne a cercarmi per concludere l’affare del cinturino: sono certo che, fatti pochi passi, se ne sia subito dimenticato.
Pippo Ventura

Continua l’impegno del Lions Adrano-Bronte-Biancavilla. di Nicolò Neri


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Il 19 Ottobre si è tenuta l’inaugurazione dell’anno sociale 2008/2009 del Lions club Adrano-Bronte-Biancavilla, sotto la presidenza del Dott. Sebastiano Zizza e alla presenza di prestigiose autorità lionistiche: dott.ssa Patrizia Fazio,Delegata di zona 17, Avv. Giovanni Altavilla, Presidente della 5° Circoscrizione e, in rappresentanza del Governatore del Distretto 108 Y/b prof. Francesco Amodeo, il past Governatore Avv. Silvio Cavallaro.
Il bellissimo panorama che ha fatto da cornice al meeting ha creato un’atmosfera di cordialità e di affettuosità, che sono le condizioni indispensabili perché i Lions tutti insieme trovino la forza di lavorare per il bene della collettività, nel segno della concretezza e nell’assoluto disinteresse personale, perché capaci di dedicare parte del loro tempo agli altri senza averne indietro alcun tornaconto, come i Lions furono definiti dal Prof. Pino Grimaldi, emerito past Presidente internazionale.
Il Presidente, Dott. Zizza, dopo aver ricordato il prestigio che il nostro club si è conquistato con le molte e valide attività nel corso della sua quarantennale storia, ha presentato le più importanti iniziative dell’ampio e articolato programma dell’anno, sia quelle volte alla salvaguardia e allo sviluppo dell’ambiente e alla sicurezza del territorio, sia quelle a carattere medico, sia quelle con finalità umanitarie per aiutare chi, nel nostro territorio o fuori di esso, ha bisogno di aiuto per andare incontro ad un futuro più dignitoso.
E’ una goccia nel mare, ma le gocce fanno il mare: con l’impegno e il sacrificio di tanti si può concretizzare il grande progetto di una società migliore. Gli apprezzamenti, per il Presidente e per il Club, da parte di tutte le autorità lionistiche presenti, confermano che il programma delle attività preparato dal Presidente e dal Direttivo, è conforme alla cultura lionistica, per la quale la vita va spesa positivamente e costruttivamente per un obiettivo superiore, anche per liberare gli altri dai bisogni estremi e per lasciare un qualche ricordo positivo.
Per il suo impegno profuso durante il suo anno di presidenza, tramite l’Avv. S. Cavallaro, al Dott. Emanuele Scarvaglieri, past Presidente, è stato conferito un particolare riconoscimento: il Melvin Jones.Con il momento conviviale si è concluso il meeting.


Il 19 Ottobre si è tenuta l’inaugurazione dell’anno sociale 2008/2009 del Lions club Adrano-Bronte-Biancavilla, sotto la presidenza del Dott. Sebastiano Zizza e alla presenza di prestigiose autorità lionistiche: dott.ssa Patrizia Fazio,Delegata di zona 17, Avv. Giovanni Altavilla, Presidente della 5° Circoscrizione e, in rappresentanza del Governatore del Distretto 108 Y/b prof. Francesco Amodeo, il past Governatore Avv. Silvio Cavallaro.
Il bellissimo panorama che ha fatto da cornice al meeting ha creato un’atmosfera di cordialità e di affettuosità, che sono le condizioni indispensabili perché i Lions tutti insieme trovino la forza di lavorare per il bene della collettività, nel segno della concretezza e nell’assoluto disinteresse personale, perché capaci di dedicare parte del loro tempo agli altri senza averne indietro alcun tornaconto, come i Lions furono definiti dal Prof. Pino Grimaldi, emerito past Presidente internazionale.
Il Presidente, Dott. Zizza, dopo aver ricordato il prestigio che il nostro club si è conquistato con le molte e valide attività nel corso della sua quarantennale storia, ha presentato le più importanti iniziative dell’ampio e articolato programma dell’anno, sia quelle volte alla salvaguardia e allo sviluppo dell’ambiente e alla sicurezza del territorio, sia quelle a carattere medico, sia quelle con finalità umanitarie per aiutare chi, nel nostro territorio o fuori di esso, ha bisogno di aiuto per andare incontro ad un futuro più dignitoso.
E’ una goccia nel mare, ma le gocce fanno il mare: con l’impegno e il sacrificio di tanti si può concretizzare il grande progetto di una società migliore. Gli apprezzamenti, per il Presidente e per il Club, da parte di tutte le autorità lionistiche presenti, confermano che il programma delle attività preparato dal Presidente e dal Direttivo, è conforme alla cultura lionistica, per la quale la vita va spesa positivamente e costruttivamente per un obiettivo superiore, anche per liberare gli altri dai bisogni estremi e per lasciare un qualche ricordo positivo.
Per il suo impegno profuso durante il suo anno di presidenza, tramite l’Avv. S. Cavallaro, al Dott. Emanuele Scarvaglieri, past Presidente, è stato conferito un particolare riconoscimento: il Melvin Jones.Con il momento conviviale si è concluso il meeting.


Nicolò Neri

Adrano: Inaugurato lo storico edificio di Palazzo Bianchi. “ Da oggi sede di rappresentanza comunale". di Sonia Petronio


--Attualità-- alitattu

Con una cerimonia svoltasi in grande stile Sabato 11 Ottobre è stato aperto al pubblico lo storico edificio di Palazzo Bianchi di Adrano dopo un lungo periodo di lavori di restauro.
Il taglio del nastro inaugurale è avvenuto alla presenza del Sindaco Pippo Ferrante e dei massimi esponenti politici locali fra cui gli l’ex sindaco N. Bertolo e l’on. Fabio Mancuso che hanno avviato e seguito l’iter di ristrutturazione del monumentale edificio che è stato completato e riconsegnato alla città grazie ai fondi del Gal Etna e che a partire da questo momento diventa per altro dopo 37 anni sede di rappresentanza comunale con l’ufficio del primo cittadino.
Nel suo discorso il Sindaco Pippo Ferrante, oltre a ricordare tutte le fasi di intervento dell’Opera, ha anche annunciato che presto due sale del palazzo saranno intitolate a due noti cantautori italiani: Lucio Battisti e Fabrizio De Andrè; mentre è stata avanzata anche l'ipotesi di dedicare una sala, anche con un dipinto, all'artista adranita Cirino Rapisarda.
A benedire i nuovi locali è stato Monsignore Alfio Reina.
Grande festa dunque per l’antica residenza comunale di Palazzo Bianchi che oggi si mostra alla città con una nuova veste impreziosita ulteriormente dal completamento e dagli allestimenti di opere di maiolica eseguite dall’artista polacca ma adranita di adozione Edyta Grzegorczyk presente all’inaugurazione, che ha curato la realizzazione e l’installazione di 26 manufatti in maiolica creati interamente a mano con percorsi tematici collocati in tutte le sale dell’edificio. Mesi di intenso e difficoltoso lavoro tematico, storico e artistico, per la brillante ceramista, che renderà ancora più prestigiosa la struttura tornata all’antico splendore.

Sonia Petronio

“Adrano: Presentata la 1° edizione del premio di poesia “ La Musa Adornese” intitolato al poeta adranita Orazio Sciortino. di Sonia Petronio


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Lo scorso 13 Ottobre nel salone conferenze di Palazzo Bianchi di Adrano, è stata presentata alla stampa la 1° edizione del premio di poesia “La Musa Adornese”dedicato al poeta locale Orazio Sciortino scomparso alcuni mesi fa all’età di 53 anni.
Alla presentazione ufficiale sono intervenute anche le sorelle di Sciortino che hanno parlato dell'amore per la poesia e della forte umanità per gli altri del fratello a cui è dedicato il premio suddiviso in due sezioni: poesia dialettale siciliana e poesia italiana; il tema scelto è la” Memoria” intesa come recupero delle tradizioni e della storia.
I poeti che intendono iscriversi al concorso possono inviare 3 composizioni inedite per ciascuna sezione all’indirizzo “Comune di Adrano, IV Servizio, 1^ Area funzionale via Aurelio Spampanato, 95031 Adrano o essere consegnati direttamente al protocollo generale del comune. Le opere dovranno pervenire entro e non oltre il 6 Novembre 2008.
Il bando di partecipazione è pubblicato sul sito del comune all’inidirizzo www.comune.adrano.ct.it. Copia integrale dello stesso può essere richiesta via mail all’indirizzo: culturaadrano@videobank.it
I componimenti saranno esaminati da una giuria formata da personalità di spicco della cultura siciliana scelta dall’amministrazione comunale.
Ad ogni sezione è dedicato un premio unico. La cerimonia di premiazione si svolgerà presso il teatro Bellini di Adrano.

Sonia Petronio

Odori e sapori d’autunno…: camminando per le viuzze biancavillesi. di Francesca Longo

alitattu --attualità --costume
Anche quest’anno, nell’emisfero settentrionale, il 22/09 si è verificato “l’equinozio d’autunno” (dal lat.: notte uguale): il dì e la notte hanno avuto difatti la stessa durata e la stagione autunnale ha fatto il suo ingresso trionfale.
Ma se in città, nella caotica e pur sempre splendida “Milano del Sud”, distratti dalla frenesia del tran tran quotidiano, ci si rende conto che il tempo passa, sol perché si è costretti ad indossare qualche indumento che tenga più caldi, nei paesini etnei come Biancavilla, appollaiati ai piedi del gigante Mongibello, tutto scorre più lentamente e la stagione autunnale bussa prepotentemente con i suoi colori, i suoi sapori e ancora di più con i suoi profumi.
Basta percorrere le strade più interne del paese, quelle più antiche, fatte di basoli in pietra lavica, con al centro due fascioni di pietre tagliate ed incastonate in modo tale che i carretti di una volta potessero transitare meglio, per accorgersi che tutto qui è ancora tradizione, il tempo sembra essersi fermato.
Appena settembre sta per finire, proprio in questi quartieri, si da il via ad una fucina culinaria frenetica: le signore, dentro i loro grembiuli scuri e fazzoletti neri attaccati alla testa, passano intere settimane preparando, soprattutto, conserve di ogni tipo, che serviranno poi per il prossimo inverno.
Proprio la scorsa settimana, memore di ciò che osservavo quando da piccola giocavo in quelle strade, mi sono recata sul posto a fare una passeggiata: l’odore delle conserve di passata di pomodoro, un classico della cucina siciliana, era pungente.
Fra cassette piene di pomodori, pentoloni meglio noti con il nome di “quadaruni” o “menzaranci”, fra fornelloni enormi che sostituiscono oggi il vecchio “tribodu” (da tripode, un triangolo di ferro con tre piedi che sosteneva la pentola, al di sotto del quale ardeva della legna), mi aggiravo freneticamente cercando di apprendere tutto ciò che queste signore anziane, dalle mani abili, riuscivano ad insegnarmi.
Una vera e propria catena di montaggio: c’era chi lavava i pomodori, chi insaporiva la passata, che intanto si cucinava a fuoco lento, con un po’ di sale e basilico, chi passava a setaccio il tutto e chi imbottigliava, avendo poi cura di mettere le bottiglie bollenti, per evitare che subissero sbalzi di temperatura, o dentro un forno a pietra ancora caldo, o sotto delle coperte di lana.
Chi invece aveva già, nei giorni precedenti, svolto “l’ardua impresa”, si dilettava a preparare dell’altro: l’estratto di pomodoro ad esempio, ovvero dei barattoli con dentro un concentrato di pomodoro, sicuramente molto più saporito della passata semplice, adatto fuor di dubbio per stufati, ragù e piatti più succulenti e saporiti…; i pomodori secchi sott’olio, fatti essiccare al sole tramite “u musciaru”, una stuoia di canne intrecciate, adatta all’operazione perché permette la traspirazione; le olive bianche in salamoia (acqua e sale): grazie al vecchio trucchetto dell’uovo duro, disposto dentro un contenitore pieno d’acqua, si riesce ad indovinare la giusta quantità di sale da mettere (il nostro uovo crudo infatti, come per miracolo, salirà a galla raggiunta l’esatta quantità); e ancora…le olive snocciolate, le olive nere, salate rigorosamente con sale grosso (“u sali finu…- dice la sig. Rosina- “… nan si metti picchì ‘mpica” – ovvero:” il sale fino non si usa perché appiccica”).
Il reparto della conserve sott’olio si conclude con una chicca squisita e afrodisiaca: i peperoncini sott’olio imbottiti di acciughe…
Fra piatti in ceramica , contenenti l’estratto di pomodoro messo ad asciugare al sole, e “musciari”… il colpo d’occhio di queste viuzze era un vero spettacolo.
“Dulcis in fundo” non poteva non mancare chi preparava dolciumi vari: le mie narici, stavolta, vengono solleticate da un odore diverso, una sorta di profumo di zucchero filato.
La signora in fondo alla strada confezionava “i mennuli cunfetti”, ovvero mandorle fatte a forma di confetto: sgusciate, messe ad asciugare al sole per una settimana e poi bagnate in un caramello cremoso, ricavato da zucchero riscaldato; e proprio dall’uscio di fronte veniva fuori l’inebriante odore del vino cotto: il mosto, raccolto prima della fermentazione, fatto ridurre per evaporazione sul fuoco, servirà poi, durante il periodo natalizio, per cucinare i gustosissimi “mostaccioli”, una vera leccornia, di cui, purtroppo, si vanno perdendo le tracce.
In serata, congedandomi da tutte quelle signore che mi avevano divertita, istruita e coccolata per mezza giornata, pensavo fra me e me a quanto sia bello saper cucinare prodotti tipici e tradizionali che caratterizzano i nostri paesini…e a quanto siano buoni!


Francesca Longo

Incontrarsi su Facebook.com: "Adrano e dintorni su Internet". di Emma Schillaci

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Facebook.com è un sito internet che da’ la possibilità a milioni di persone iscritte gratuitamente e provenienti da tutto il mondo, di tenersi in contatto con amici e parenti, condividere esperienze, interessi, fotografie e discutere su vari argomenti.
Ma questo sito non è il solito canale d’incontri, è molto di più. Lo si utilizza soprattutto per cercare amici e parenti lontani: basta digitare il nome e cognome e qualche altro riferimento e se la persona in questione è registrata, il gioco è fatto!
Si può parlare, condividere foto, video, etc. In questo modo, moltissime persone si sono riavvicinate a parenti lontani o ne hanno conosciuti di nuovi! Qualcuno, infatti l’ha definito”meglio di Carràmba che sorpresa!”.
All’interno del sito, vengono creati, da chiunque lo desideri, dei gruppi in cui persone con interessi comuni, si iscrivono per condividere e per discutere.
Sono presenti anche gruppi che riguardano diverse località, e tra questi ci sono anche i gruppi Adrano, con attualmente 21 membri, Biancavilla e dintorni formato da 27 iscritti, Provincia di Catania al quale partecipano ben 291 persone e tanti altri.
Di giorno in giorno le iscrizioni aumentano, sia tra residenti, fuorisede o addirittura stranieri.
Dicono gli iscritti: “Facebook, a parer mio, è un ottimo strumento di connessione tra gruppi o singoli che condividono interessi e obiettivi vari, non serve ad “attraccare”, o meglio non solo. Si può fare gruppo attorno ad un indirizzo di studi e potersi, così, passare informazioni nella maniera più diretta.. Si può anche dialogare su argomenti di comune interesse e inoltre si può anche sponsorizzare e far conoscere qualcosa”;
Un ragazzo scrive “saluto Adrano da 1400 km di distanza! Anche se non vivo più lì da 10 anni lo sento ancora vicino!”; un altro più scettico dice “Scappate numerosi!” ma risponde un americano: “Sono scappati i miei nonni! Però qualche volta la mia famiglia torna ad Adrano per fare una riunione; Essendo nato negli Stati Uniti, Adrano mi affascina molto come il paese dei miei "patri".... e' bedd'assai”.
Dunque Internet svolge al meglio il suo ruolo di porta verso il mondo e per il mondo e quando viene utilizzato correttamente, senza abusare, diventa un vero e proprio strumento di integrazione, apertura e condivisione.
Ancor più prezioso se poi lo si considera come spunto a dimostrarsi davvero aperti al mondo e alla vita, affinchè non rimanga tutto puramente virtuale.

Emma Schillaci

Dove va il Biancavilla Calcio: intervista a Saro De Cento. - di Sergio Mazzaglia


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Intervista a Saro De Cento, allenatore del Biancavilla Calcio, quadra che milita nell’Eccellenza (Girone B)


Mister De Cento, iniziamo la nostra intervista, chiedendole se si ritiene soddisfatto delle prestazioni della sua squadra in campionato, fino ad ora.
In qualche maniera si, perché noto sicuramente che la squadra sta crescendo, si sta sempre avvicinando alle prestazioni delle migliori in classifica, non si spaventa delle migliori squadre del nostro campionato. Devo dire però che nelle ultime partite ha subito un calo di tensione.


Vi aspettavate qualcosa in più, da questa squadra?

Secondo me la quadra nelle partite che ha disputato, le ha disputate in maniera eccellente, non devo rimproverare niente ai miei giocatori. Devo dire che siamo stati un po’ sfortunati nelle ultime partite, sicuramente ci meritavamo qualche punto in più,

Cosa manca al Biancavilla?
Sicuramente la giusta concentrazione dei giocatori. Poi sicuramente manca anche un giocatore che completi la squadra in attacco.


Quindi dal probabile nuovo acquisto Lasmè, cosa vi aspettate?
Lasmè è già stato contattato dalla dirigenza e sicuramente arriverà a Biancavilla. Servirà a completare la squadra, che come già detto, è un po’ carente nella zona offensiva. Ci aspettiamo una stagione brillante per lui, è un giocatore già conosciuto e viene da squadre dove ha fatto sempre la differenza.


Qual è l’obiettivo del Biancavilla, puntate alla D?
La società ha chiesto a me e ai giocatori una salvezza assicurata al più presto. Ma col nuovo acquisto, con un impegno e una concentrazione maggiore possiamo puntare più in alto. Arrivare in serie D è un passo troppo lungo, per la società ma soprattutto per i giocatori. Ma mai dire mai.
Tre nomi delle probabili squadre che si giocheranno il campionato?
La capolista Ragusa, il Milazzo e l’Acireale.
Mister la ringraziamo del tempo che ci ha dedicato, e le auguriamo uno splendido proseguimento di campionato.

Sergio Mazzaglia