sabato 28 marzo 2009

giovedì 26 marzo 2009

Prof. Antonio Recca: L'Università di Catania e la Riforma Gelmini - di Roberto Coco

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Lo scorso 9 gennaio 2009 il decreto Gelmini è stato approvato dalle due Camere ed è diventato legge. Dopo le accese proteste legate a quest’intervento normativo abbiamo svolto una riflessione sull’attuale situazione e sul futuro dell’Università, in particolare dell’Ateneo catanese. Abbiamo, quindi, rivolto qualche domanda al prof. Antonino Recca, rettore dell’Università degli Studi di Catania.

Per la prima volta, dopo tanti anni, gli studenti e i professori si sono visti uniti con un unico obiettivo. Quali sono i motivi di tale unione?
L’annunciata riduzione del finanziamento pubblico a favore delle università italiane e conseguentemente della ricerca aveva destato, come peraltro continua a destare, una seria preoccupazione. Di qui, pur con forme e con toni differenti, le manifestazioni di protesta nelle università e la netta presa di posizione della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) contro l’annunciata riduzione delle risorse. Anche e soprattutto perché la carenza delle risorse era da tempo diventata cronica e purtroppo nessun governo era riuscito a rimediare.
Le posizioni assunte sono state diverse: alcune certamente estremiste e radicali; altre favorevoli all’apertura di un dialogo e di un confronto anche serrato con il Governo, nella consapevolezza che il particolare momento di crisi economica che anche il nostro Paese sta attraversando impone a ciascun settore uno sforzo, anche considerevole, di razionalizzazione, di gestione oculata delle risorse e di riduzione delle spese, ma senza far ricadere sugli studenti e sui lavoratori gli effetti di tali tagli.
I contestatori sostengono che la trasformazione degli Atenei in Fondazioni di diritto privato farà alzare la retta e che i finanziatori potrebbero condizionare la ricerca. Cosa ne pensa in merito?
La creazione di fondazioni universitarie non è un obbligo. E’ soltanto una possibilità. Ma da alcune componenti dello schieramento di protesta è stata individuata come uno dei punti da aggredire maggiormente. Il problema vero, lo ripeto, sta nella capacità delle istituzioni pubbliche di alta formazione, quali sono le università, di essere “virtuose” nella gestione dei fondi e di essere al tempo stesso competitivi nell’attrarre finanziamenti per la ricerca scientifica, sulla base di progetti riconosciuti validi, soprattutto sulla base dei risultati raggiunti, proficuamente spendibili nella società della conoscenza in termini di produttività e di sviluppo sociale ed economico.
Nonostante la ridotta disponibilità di risorse (e sono note a tutti le difficoltà che incontrano gli atenei dell’Italia meridionale e della Sicilia nel reperire finanziamenti privati), sottolineo, e lo faccio con soddisfazione ed a merito dell’impegno costantemente profuso dai docenti e da quanti hanno prestato, e continuano a prestare, la loro collaborazione, il buono stato di salute della ricerca scientifica dell’Università di Catania. Trova conferma nell’alto numero di progetti di ricerca cofinanziati dal Ministero perché riconosciuti di interesse scientifico nazionale (i cosiddetti PRIN): lo scorso anno sono stati ben 33 i PRIN che vedono come coordinatore nazionale un docente dell’Ateneo di Catania; 85 sono le unità di ricerca catanesi premiate con quote di finanziamento ministeriale.
In Italia spesso si rincorre il modello americano del privato. Secondo Lei, fino a che punto è realizzabile? E’ davvero così positivo?
La risposta a questa domanda è intrinsecamente legata alla risposta che si riferisce alla domanda precedente. Se all’espressione “privato” corrisponde, nell’accezione comune, quella di “efficiente”, allora siamo fermamente convinti che sono possibili e concretamente attuabili modelli di efficienza e di virtuosità anche nel settore pubblico. Non dobbiamo mai dimenticare che le università svolgono, in particolare nel Mezzogiorno del nostro Paese, una fondamentale funzione sociale, di promozione e di sviluppo, rivolta a decine di migliaia di giovani impegnati propria crescita culturale per un’occupazione lavorativa utile a sé stessi e proficua per tutto il Paese. Anche se, purtroppo, il lavoro stabile e a tempo indeterminato non è immediatamente conseguente ai tanti sacrifici affrontati durante gli anni della formazione, il carattere pubblico dell’istituzione universitaria risulta preponderante ed imprescindibile, ma a condizione che sappia garantire ai giovani una formazione adeguata, nel contempo, alle loro individuali aspirazioni occupazionali ed alle complessive necessità ed emergenze del Paese.
Il Ministro Gelmini ha annunciato che sarà destinata una quota significativa del finanziamento statale alle Università più meritevoli. Quali prospettive per l’Ateneo catanese?
I provvedimenti introdotti con il decreto legge “Gelmini” sull’Università, recentemente approvato in via definitiva alla Camera, assegnano più finanziamenti agli atenei con bilanci virtuosi, migliori in termini di offerta formativa, di qualità della ricerca e di efficienza delle sedi, secondo individuati parametri oggettivi di valutazione. Come più volte è stato evidenziato anche dagli organi di stampa nazionali, il rapporto tra la spesa per gli stipendi del personale e il Fondo di finanziamento ordinario – considerato indice di “virtuosità” gestionale ed amministrativa se non supera il limite prefissato – vede l’Università di Catania attestarsi al 73,29 per cento netto (che corrisponde all’86,5 per cento “assoluto”). Per comprendere meglio questo dato, si consideri che l’Ateneo di Catania è l’unico degli atenei siciliani che spende meno del 90 per cento “assoluto” del suo FFO in stipendi per il personale; circostanza, questa, che l’accomuna agli atenei di grandi dimensioni più virtuosi (tra i quali, Bologna, Padova, i Politecnici di Milano, di Torino e delle Marche).
In attesa di conoscere i nuovi parametri di valutazione individuati dal Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e dal Cnvsu (Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario), non possiamo che essere soddisfatti dei risultati conseguiti e riconosciuti, assumendo l’impegno di proseguire nella nostra opera di miglioramento dei risultati, pur nella consapevolezza delle enormi difficoltà che caratterizzano l’attuale momento di crisi economica internazionale e sicuramente difficile per tutti.
Secondo Lei perché sembra che il Governo sia passato da una linea dura ad un atteggiamento di maggiore apertura?
La stampa ha svolto la sua parte, anche se non sempre è stata precisa nel rappresentare il nostro sistema universitario, che, pur se è vero che ha dei difetti anche notevoli, ha molti pregi e tanti livelli di eccellenza. La sensibilizzazione manifestata dall'opinione pubblica sulle esigenze delle università del nostro sistema universitario nel suo complesso, ha certamente avuto la sua parte. Ma hanno influito molto, secondo me, anche gli appelli e l'attenzione riservata alle esigenze del mondo accademico da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ho incontrato personalmente insieme agli altri componenti della Giunta della Conferenza dei rettori, e le posizioni critiche ma propositive della stessa Crui e del Cun. Ciò ha consentito di introdurre alcuni correttivi nelle proposte iniziali del Governo, mentre un più ampio progetto di riforma organica del sistema universitario è stato rinviato ad un dialogo più serrato fra l'Esecutivo, il mondo politico e il mondo accademico, il cui primo passaggio è costituito proprio dalle "linee guida" consegnate dal Ministro Gelmini.
Certamente, resta sul tavolo il "nodo" dei tagli, sul quale, come rettori, ­intendiamo ancora andare avanti. Se le riduzioni di fondi previste dalla legge 133 non verranno sensibilmente modificate, molti atenei fra un paio d'anni non saranno in grado di pagare gli stipendi ai propri dipendenti, né avranno fondi per assicurare didattica e ricerca di alto livello. Per esempio, nel caso dell’Ateneo di Catania il fondo di finanziamento ordinario attuale è di 201 milioni di euro, di cui 172 per stipendi. Come faremo nel 2010 di fronte ad un taglio di circa il 10 per cento?
Se Lei avesse la possibilità di costruire una nuova Università, come vorrebbe che fosse?
Da oltre due anni ho l'onore, e l'onere, di guidare la più antica università della Sicilia: un grande ateneo con quasi settantamila studenti e circa cinquemila tra docenti e personale tecnico, amministrativo e sanitario. Insieme con loro ho quotidianamente lavorato per costruire in maniera concreta un’università che sappia guardare alle sue tradizioni, ma che al tempo stesso sappia interpretare le esigenze del presente e le tendenze per il futuro.
Con queste finalità, in questi anni, sempre con assoluta trasparenza e con piena condivisione, abbiamo attuato riforme strutturali, preso decisioni operative sulla didattica e sulla ricerca scientifica, assunto una posizione chiara ed inequivocabile sull'autonomia dell'Azienda Policlinico e sull'insopprimibile necessità di un lavoro di concerto tra l'Amministrazione dell'Azienda, il rettore e la facoltà di Medicina e chirurgia dell'Ateneo insieme col personale docente, tecnico,­amministrativo e sanitario, al fine di migliorare la qualità della Medicina universitaria. Abbiamo stimolato un maggiore coinvolgimento degli studenti nella vita universitaria e curato una riorganizzazione delle aree e degli uffici amministrativi, anche con l'avvio delle progressioni di carriera del personale tecnico-amministrativo e attraverso i processi di stabilizzazione - per primi tra le università italiane - nelle forme consentite dalla normativa, così da non disperdere le positive esperienze professionali maturate all'interno dell' Ateneo.
Particolare attenzione è stata e continuerà ad essere rivolta ad un problema di rilevante importanza per l'Ateneo e per tanti giovani studiosi: assicurare, per quanto potrà essere possibile, un'occupazione stabile ad una parte dei tanti ricercatori precari presenti nelle facoltà e nei dipartimenti dell'Ateneo, preziose competenze da non disperdere.
Abbiamo, inoltre, lavorato per gli studenti, assumendo l'impegno di accompagnarli nel percorso formativo, garantendo un'attività didattica di qualità alimentata da una ricerca scientifica orientata verso l'eccellenza. E sono gli stessi studenti che hanno ripetutamente manifestato, a ragione, la ferma contrarietà alla riduzione del finanziamento statale alle università, soprattutto a quelle ad amministrazione virtuosa che, come ha fatto il nostro Ateneo, hanno attuato una politica di rigorosa gestione delle risorse.
Il 2009 appena iniziato viene da molti e da più parti indicato come parecchio problematico sul piano economico, quale diretta conseguenza della crisi internazionale che ha caratterizzato l'ultimo quadrimestre dell'anno passato. Sono perciò quanto mai necessari l'impegno e la collaborazione di tutti nella costruzione di migliori condizioni di vita, di un futuro economico che consenta di superare presto le preoccupazioni attuali e che quindi sia assolutamente migliore del presente, di una Università eccellente al servizio di una società solidale nei confronti di quanti hanno bisogno di aiuto e di uscire dalla disoccupazione e dalla precarietà del lavoro.


Roberto Coco

domenica 22 marzo 2009

Palazzo Minoriti, visita di una scolaresca di Bronte - comunicato stampa

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Una cinquantina di alunni di V elementare del Secondo circolo didattico di Bronte, accompagnati dagli insegnanti e dalla dirigente scolastica, Tiziana D’Anna, hanno visitato Palazzo Minoriti e, nella Sala del consiglio provinciale, hanno incontrato il presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, che, dopo aver dato loro il benvenuto, ha spiegato quali siano le principali funzioni della Provincia: coordinare gli Enti territoriali, provvedere alla sicurezza delle scuole, migliorare la viabilità, incrementare le iniziative culturali.
Gli studenti, seduti negli scranni come piccoli consiglieri, hanno ascoltato il presidente e posto molte domande. “Sono felice di aver contributo a questo momento formativo e di istruzione” ha affermato Castiglione.
A conclusione della visita, prima dello scambio dei doni tra i ragazzi e il presidente, la dirigente D’Anna ha ringraziato la Provincia “per questa meravigliosa opportunità che si inserisce nel percorso formativo della nostra scuola”.

Adrano: La travagliata storia dell'ex monastero di S. Chiara - di Angelo Abbadessa

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Adrano, soste e viabilità: fotografia del grado di civiltà di un paese - di Roberto Coco

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Bronte: danni per milioni sul Simeto - comunicato stampa

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Ammontano a 2 milioni e 453 mila euro i danni provocati dalla piena del fiume Simeto che il 21 gennaio scorso inondò centinaia di ettari di terreni dediti a frutteti ed aranceti, allagando un intero vivaio ed alcune case rurali. Ma ce ne vorranno almeno altri 3 milioni per effettuare quei lavori necessari a ridurre i rischi esondazione. Sono le somme calcolate dall’ing. Salvatore Caudullo, dirigente dell’Ufficio tecnico e della Protezione civile del Comune di Bronte, e comunicate al Dipartimento regionale della Protezione civile. Nel quadro riepilogativo si evince chiaramente come il Comune abbia già speso 53 mila euro per quegli interventi urgenti, ma soprattutto che ben 23 attività economiche produttive abbiano subito danni e 20 abitazione siano state allagate dalla piena. “Le cifre – ci dice il sindaco Pino Firrarello – ci danno la misura della gravità di un fenomeno che gli agricoltori hanno immediatamente definito strano ed eccezionale. Centinaia di alberi da frutto dovranno essere tagliati perché inondati dall’acqua e quasi sepolti dal fango con grave danno economico. Oltre a ciò – continua il sindaco - credo sia arrivato il momento di costruire argini più sicuri, perché quelli esistenti sono stati divelti come nei pressi del ponte di Pietrerosse”. “Quando mi sono recato sulle sponde del fiume la mattina dopo il nubifragio – aggiunge l’assessore ai Lavori pubblici, Pippo Pecorino – non credevo ai miei occhi. Quella che fino al giorno prima era una valle prospera, era diventata una terra desolata”. Le contrade interessate dalla piena sono state 5, ovvero Barbaro, Marotta, Saragoddio, Pietrerosse e Cantera-Ariciprete. In queste zone la furia delle acque ha esoso e fatto crollare gli argini, distrutto gli attraversamenti, abbattuto le recinzioni e ricoperto di detriti e fango le coltivazioni. Gli impianti di irrigazioni sono stati trascinati dalla corrente, con gli agricoltori che sostengono che gli alberi sepolti non produrranno frutti per anni. Il danno economico di conseguenza non si limita ad una sola stagione. Per ridurre i rischi esondazione, invece, bisognerà rifare nuovamente gli argini e ripulire l’intero argine del fiume. Un lavoro lungo e costoso che secondo l’ufficio tecnico di Bronte non potrà durare meno di 2 anni, ma che è diventato necessario per restituire la valle del Simeto alla produzione della frutta.

venerdì 20 marzo 2009

Bronte: Il Liceo Scientifico torna agibile - comunicato stampa

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Torna completamente agibile il plesso scolastico di viale kennedy che ospita il Liceo scientifico di Bronte. Ad un mese esatto dall’azione di alcuni vandali, che durante la notte del 24 gennaio scorso hanno aperto un bocchettone antincendio allagando mezzo istituto, il vice sindaco di Bronte ed assessore alla Pubblica istruzione, Nunzio Calanna, ha firmato la revoca dell’ordinanza di inagibilità della parte dell’immobile più danneggiata, permettendo ai ragazzi di ritornare immediatamente nelle proprie classi. “Avevamo promesso celerità di intervento e così è stato. – afferma Calanna – Devo ringraziare il dirigente dell’Ufficio tecnico, ing. Salvatore Caudullo ed i tecnici del Comune per la professionalità messa in campo, che ci ha permesso di restituire l’istituto ai ragazzi nel più breve tempo possibile. Una bella risposta – continua - da parte delle istituzioni impegnate a garantire quel diritto allo studio che spesso i ragazzi rivendicano e che certo l’atto vandalico ha cercato di negare senza riuscirci. La prof. Carmela Scirè, dirigente scolastica del Capizzi cui lo Scientifico dipende, infatti, è stata abilissima nell’organizzare i doppi turni, che i ragazzi hanno accettato con grande senso di responsabilità e di maturità permettendo ai docenti di continuare nello svolgimento del programma didattico. Questo comportamento dei ragazzi - conclude Calanna - ci fa ragionevolmente pensare che in futuro saranno loro stessi i primi tutori dei luoghi di formazione”. A conclusione dei lavori adesso è anche possibile fare un bilancio dei danni subiti. Il Comune, infatti, ha dovuto controllare l’intero impianto elettrico, sostituire tutti i pannelli del contro soffitto, effettuare dei buchi nel solaio per verificare che non si fosse raccolta acqua all’interno delle pignatte, riverniciare tutto ed attendere che l’umidità andasse via. Lavoro che è costato ben 50 mila euro. Somma che il Comune ha dovuto anticipare e rendicontare alla Provincia di Catania per il rimborso, come ha deciso il presidente Giuseppe Castiglione. Da dire anche che le 7 aule della parte dell’istituto dove non arrivata l’acqua sono già da tempo state restituite alla scuola, che ha potuto anche utilizzare la palestra dove i ragazzi hanno convocato l’assemblea di istituto sulla legalità alla presenza anche del sindaco Pino Firrarello: “Ci mettiamo alle spalle – afferma Firrarello – un episodio brutto che io ritengo essere stato frutto di una semplice bravata. Ho apprezzato il comportamento responsabile dimostrato dagli studenti, ma quanto accaduto non va dimenticato”.

Giuseppe Tamo, artista della Controriforma a Biancavilla - di Antonio Mursia

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giovedì 19 marzo 2009

Per una memoria condivisa - di Sergio Atanasio

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Biancavilla: elogio della serenità e dell'arte del ricamo - di Sergio Atanasio


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Ispirato ad un progetto del “Gruppo Babette”, l’amministrazione comunale di Biancavilla guidata dal sindaco Giuseppe Glorioso, l’assessorato alle Politiche comunitarie retto da Liborio Scaccianoce, con il patrocinio della Provincia Regionale di Catania, della Regione Siciliana, dell’Ambasciata di Spagna e del Parco dell’Etna, in occasione della festa della donna, ha realizzato per il 7 e l’8 marzo una fitta scaletta di eventi dal titolo “Elogio della serenità e dell’arte del ricamo”. Curatrice della manifestazione la scrittrice Alfia Milazza, direttore artistico dell’evento.
Nella mattina del Sabato 7 Marzo 2008 presso la “villa delle Favare” è stata aperta al pubblico una mostra dal Titolo “Origami di serenità” con la presentazione dei ricami della signorina Giuseppina Licari. In seguito un’ esibizione ed esposizione dei lavori “action Art” della signorina Carmelina Lanaia con le ricamatrici Biancavillesi, e l’esposizione “Angolo del Ricamo” di Ragusa.
In serata nei locali del Teatro comunale “La Fenice” di Biancavilla la professoressa Mirella Clausi ha presentato la visione di un film dal titolo “Le ricamatrici” di Éléonore Faucher, realizzato in Francia nel 2004, e pluripremiato a Cannes. Dopo la visione si è aperto un breve dibattito.
Domenica 8 Marzo alla Villa delle Favare sono stati esposti i lavori della signorina Carmelina Lanaia con le ricamatrici di Biancavilla, quindi con i saluti del presidente della Provincia Regionale di Catania, dott. Giuseppe Castiglione, si è aperto il convegno dal titolo “Donne tra pubblico e privato: gestione e cura della serenità”.
Tre gli interventi principali: “Le ricamatrici di Santa Caterina” tenuto dalla Prof. Loredana Rosa; “Le donne tra storia e cura del privato” della Prof. Anna Di Salvo, e a conclusione “Bianca di Navarra: un storia di potere al femminile” nel corso del quale la Prof. Melita Clemenza ha delineato la storia della consorte del re di Aragona.
In serata presso il teatro “La Fenice” è avvenuta la consegna del Premio Europeo “Bianca di Navarra” alla stilista Marella Ferrera da parte del Console Onorario di Spagna, la signora Concetta Bufardeci. Presente in teatro una delegazione di Almassora, cittadina spagnola gemellata con Biancavilla.
La serata è proseguita con un ensemble quartetto d’archi; una performance in dialetto di Antonella Caldarella dal titolo “Bianca di Navarra”, un assolo di danza contemporanea “Adagietto” con la danzatrice Patrizia lo Sciuto” e l’esecuzione dei brani di Rosa Balistreri, cantante folk siciliana, eseguiti dalla cantante Laura Giordani. La serata è stata presentata da Flaminia Belfiore.

martedì 17 marzo 2009

Laboratori di "cittadinanza" al liceo Socio Psico Pedagogico e all'ITI di Biancavilla - di Sergio Atanasio

Un progetto realizzato dal Liceo Socio Psico-Pedagogico di Biancavilla, dal Centro di Documentazione e Studi sulle organizzazioni complesse della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Catania (CeDoc), dall’associazione “Cittadinanza Attiva”, e finanziato dal Comune di Biancavilla, ha preso il via Mercoledì 11 Febbraio presso i locali dell’aula magna dell’Istituto scolastico.
L’iniziativa, dal titolo “Laboratori della cittadinanza”, rivolto agli studenti del terzo e quarto anno del Liceo Pedagogico e dell’ITI di Biancavilla, si propone di istillare nei giovani la capacità di redigere progetti afferenti le diverse tematiche pertinenti il concetto di Cittadinanza.
Il progetto, proposto e presentato dal Prof. Renato D’Amico, docente di Scienza dell’amministrazione presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Catania, ruota attorno alla volontà di favorire nelle giovani generazioni la costruzione e la valorizzazione della cultura della Cittadinanza, come consapevolezza dei propri diritti e dei doveri cui ciascuno è chiamato, attraverso la sperimentazione di pratiche di partecipazione attiva ed elaborazione di Progetti sulle emergenze della Comunità.
Questi i temi proposti all’attenzione degli studenti: Legalità, prospettive multietniche e pluralismo culturale, sviluppo economico, patrimonio artistico e culturale, ambiente.
Il progetto si articola in 52 ore, nel corso delle quali gli studenti saranno accompagnati da docenti esperti nella metodologia della progettazione europea, ed avranno inoltre l’opportunità di prendere parte ad incontri con rappresentanti delle Istituzioni, come occasione di scambio di opinioni tra studenti e Amministratori, per una più attiva partecipazione relativamente ai processi di governance.
Era presente all’incontro il Dott. Giuseppe Greco, Segretario regionale di “Cittadinanza attiva”, un movimento di partecipazione civica che dal 1978 promuove e tutela i diritti dei cittadini e dei consumatori, particolarmente impegnato sui temi della giustizia, dei servizi di pubblica utilità, della salute, della scuola.
“La difesa dei diritti di cittadinanza - ha sottolineato il dott. Greco - è possibile se si riesce ad attivare una rete di energie e di risorse”
Presente l’Assessore allo Sviluppo economico Antonino Benina il quale, oltre a portare i saluti del Sindaco di Biancavilla, ha posto l’accento nel suo intervento sull’importanza della formazione e della scuola in una città che deve diventare sempre più una città a misura delle esigenze dei giovani."
Ha concluso gli interventi il prof. Vittorio Galvani, preside del Liceo Pedagogico, che ha presentato le tutor del Progetto, Prof.sse Maria Russo, Roberta Liccardi e Valentina Ragusa.
“Questo progetto - ha ribadito il dirigente dell’Istituto - è coerente con la riforma dei programmi di studio della scuola secondaria che prevede l’introduzione, a partire dall’anno scolastico 2009-10, di un apposito insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” dotato di voto autonomo e articolato in 33 ore settimanali”

domenica 15 marzo 2009

Unifarmed Adrano alla grande - di Salvatore Santangelo

trops trops trops
La matricola terribile di Serie C dilettanti, mette paura agli avversari e corre spedita come un treno, dopo avere conquistato in casa ben dodici vittorie consecutive, occupando il quarto posto in classifica e una gara ancora da recuperare.
Il match con la capolista Potenza si è rivelato abbastanza arduo, troppo evidenti i valori in campo tra i due team, anche se i bianconeri hanno quasi azzerato lo svantaggio di ben 22 punti in una rimonta eccezionale e se non fosse stato per un arbitraggio scandaloso staremmo qui a discutere di ben altro.
Comunque un ruolino di marcia da fare invidia a squadre più blasonate ed esperte che militano già da diversi anni in questa categoria.
Sono 28 i punti in classifica, dietro Potenza, Ragusa e Siracusa, in piena zona play off, davanti a Nocera, Gela, Reggio Calabria ecc. una vera sorpresa per questa categoria prestigiosa che raccoglie squadre del sud Italia, fino a Napoli.
Un quintetto bianconero, ben diretto dal coach Gigi Bordieri, una squadra che porta avanti il buon nome di Adrano, un presidente Rosario Menza, che colpisce per la simpatia e che ama fare le cose per bene.
Un altro cittadino che investe denaro in questa squadra, sottraendo anche tempo alla famiglia, sia perché crede nello sport, sia perché innamorato della propria città.
Dopo la bella soddisfazione per aver strapazzato l’Acireale nel derby tutto etneo (77-55) è stata rinviata la gara contro il Nocera, altro scontro di vertice che potrebbe rilanciare ulteriormente le quotazioni degli etnei per accomodarsi in prima classe.
Sarebbe ora per cominciare a programmare la costruzione di un Palazzetto dello Sport, anche in previsione di un possibile salto di categoria, ci viene in mente il tanto sbandierato e futuristico progetto di qualche anno fa, dell’architetto Salvatore Contraffatto…a proposito che fine ha fatto (scusate pure la rima!)
Un impianto da circa duemila spettatori di forma circolare, che doveva sorgere accanto allo Stadio dell’Etna e che avrebbe impreziosito ancora di più questa zona di Adrano. Se non sbaglio questa redazione intervistò un politico nostrano, che ci assicurò l’inizio dei lavori nei primi mesi…..del 2005!
Un appello al presidente della Provincia Regionale di Catania, a tirare fuori dal cassetto questo progetto (costato già parecchi soldi) per essere rispolverato e reinserito nel piano triennale delle opere pubbliche. Una struttura che servirebbe tutto il territorio pedemontano per l’organizzazione di gare sportive, anche a livello nazionale, oltre a concerti e manifestazioni che farebbe felice non solo la gente di Adrano ma di tutto il comprensorio.


Salvatore Santangelo

sabato 14 marzo 2009

L'Adrano calcio raccoglie applausi .. ma non punti!!! - di Salvatore Santangelo


trops trops trops
La squadra etnea negli ultimi incontri ha stupito per le belle prestazioni ma ha raccolto pochissimo.



E’ un Adrano che fa scintille per le eccellenti prestazioni, specialmente negli ultimi incontri (Vittoria, Siracusa e Modica), dove avrebbe meritato il bottino pieno ed invece ha raccolto soltanto tre pari…e tanti applausi, anche da parte avversaria.
La sorte sembra accanirsi particolarmente contro gli uomini di Carlo Breve, capace di mettere sotto la capolista Siracusa, con una superiorità territoriale durata quasi 80’ senza però riuscire a chiudere la gara e, poi alla fine, restare penalizzati dall’unico vero tiro in porta degli aretusei. Come pure la gara di Modica, dove l’Adrano ha costantemente giocato ad una sola porta ed, anche qui, occasioni sprecate a iosa, come il rigore sbagliato da Madonia o la traversa di Zumbo che hanno permesso alla squadra di casa di “ringraziare” gli etnei per la gentile concessione per il pari, del tutto inaspettato.
La stessa musica a Vittoria, gara tutta di marca etnea ma 1-1 finale che ha fatto felice i vittoriesi.
Ma se da una parte resta il rammarico e ci si morde le mani, per i sei punti persi per strada, dall’altra c’è la consapevolezza che questa squadra può mettere sotto chiunque, basti avere più concentrazione e più cinismo nel chiudere le gare.
Comunque ancora il campionato non è finito, restano ancora 12 gare da disputare, con molti scontri diretti da giocare in casa e questo fa ben sperare.
Rispetto alla passata stagione (7^ di ritorno) l’Adrano possiede 5 punti in meno (con una gara giocata in più per la partecipazione di 19 squadre) ma, come abbiamo detto, c’è molta fiducia nell’ambiente e la consapevolezza che questo campionato può essere concluso in crescendo, a cominciare da domenica prossima contro il Savoia.
Altra nota dolente per questa squadra è l’assenza del pubblico amico. Il pubblico, stranamente, diserta lo Stadio dell’Etna e segue con poco attaccamento, questo è un danno per i ragazzi, per la società e per la città intera. Non si capisce se la colpa è da addebitarsi delle condizioni atmosferiche (piuttosto brutte di quest’anno) oppure a Sky che trasmette tutte le gare della massima serie, ma una cosa è certa che qualche anno fa le gradinate erano piene (come mostra la foto).
Adesso si va verso la primavera e con condizioni atmosferiche migliori, ci si augura che questa squadra, venga sostenuta da tutti, tifosi e non. La Serie D è un patrimonio di tutti (oggi proprietà di Emanuele Russo, domani di qualcun altro) che ci fa riempire il petto di orgoglio e ci mette alla pari di altre città capoluogo di provincia. Almeno in questo campo Adrano occupa il suo posto in prima fila e non sempre agli ultimi posti come ormai siamo abituati.
Un traguardo costruito e raggiunto sette anni fa, con tanti sacrifici, dall’allora presidente Maurizio Abate
Oggi l’Adrano Calcio assieme all’Unifarmed Adrano, appresentano la parte migliore di questa città. Lo sport oggi è divenuto strumento di contatto tra Regioni, Province, Comuni, coinvolge le comunità locali in scambi culturali e sociali, lo sport promuove l’immagine della città, perché una città che possiede una squadra di un certo livello ha visibilità e suscita interesse da parte dei mass media, interesse che si traduce in articoli giornalistici, servizi televisivi e notorietà in genere.
Infine lo sport è fucina di valori e di rispetto delle regole (regole delle quali ha tanto bisogno questa città), oltre che sano divertimento per le famiglie ed è in questa direzione che dobbiamo tutti lavorare.

Salvatore Santangelo