lunedì 17 marzo 2008

Etica e Business: rapporto possibile? Smaltimento rifiuti, Termovalorizzatori e Magistratura "di Francesco Liotta"

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Qualche giorno fa la Procura della Repubblica ha sequestrato il sito in contrada Cannizzola dove dovrebbe sorgere l’ormai famoso termovalorizzatore, gestito dalla società Db Group s.p.a. (società che, come sappiamo ad Adrano possiede una fornace per la produzione di materiali per l’edilizia).
Secondo la magistratura l’intervento si è reso necessario per presunte gravi violazioni alla normativa in materia ambientali. L'indagine è stata disposta per verificare presunte irregolarità nel rilascio delle autorizzazioni ambientali in favore delle stessa.
Infatti, questi avrebbero realizzato laterizi miscelando creta e parte di rifiuti speciali provenienti dalla discarica senza le corrette autorizzazioni, oltre ad aver provveduto allo smaltimento di rifiuti speciali in maniera del tutto inappropriata.
Inoltre è stata accertata la presenza, all'interno dell'impianto, di numerosi bovini che pascolavano liberamente alimentandosi anche dei rifiuti sparsi sulla superficie del terreno.
La notizia, che provoca un profondo brivido alla schiena, riporta alla mente tutte le manifestazioni organizzate da molti cittadini contro la costruzione di impianti relativi a smaltimento di rifiuti, e di tutte le posizioni tenute dagli attori coinvolti.
Si sono tenuti fior di dibattiti sulla pericolosità degli impianti di smaltimento e/o sulla loro (in)efficacia alla risoluzione dei problemi, sul loro posizionamento in funzione dell’impatto ambientale …. ma nessuna seria riflessione sul comportamento umano e sulla propria capacità “morale ed etica”.
Oggi, alla luce degli avvenimenti, riteniamo che sia indispensabile porsi qualche domanda.
Premesso che, concettualmente, non riteniamo inevitabile la contrapposizione tra etica-affari e quindi l’impossibilità dell’esistenza di uno sviluppo socialmente sostenibile, ci chiediamo perché nelle nostre zone le attività (più o meno) imprenditoriali debbano troppo spesso essere condite da interventi giudiziari?
Perché il concetto di Etica e Morale deve rimanere solo un’astrazione estranea al modo di concepire il business?
Perché il cosiddetto Bene Comune deve essere calpestato giornalmente senza il minimo scrupolo?
Evidentemente sono domande cui si possono dare mille ed una risposta, e certamente sarà la magistratura a verificare se vi sono gli estremi per un’ulteriore azione giudiziaria …. ma ai “comuni” cittadini, quale è la cosa che interessa veramente? è evidente che al primo posto vi sia solo la tutela della propria salute, la certezza che nel bicchiere di latte mattutino non prolifichino chissà quali sostanze contaminanti oppure la sicurezza che l’insalata raccolta nell’orto sotto casa sia priva di scorie inquinanti, o ancora, la consapevolezza di case costruite con mattoni prodotti in acqua e argilla anziché “farciti” con sostanze tossiche.
Se è vero che oggi la tecnologia permette di costruire impianti potenzialmente sicuri, è anche vero che, come affermava il dott. Bonizzoni del C.N.R. di Milano, sul nostro Forum a TVA, è l’uomo che gestisce le strutture, e se questi sono i presupposti siamo decisi a combattere, con tutti i mezzi, per il nostro benessere e quello dei nostri figli.
Francesco liotta