martedì 7 aprile 2009

Adrano: “Il dramma dell’Europa senza Cristo” - di Sergio Atanasio

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Presentata a Palazzo Bianchi una conferenza sui temi del relativismo culturale che investono la società europea
L’associazione culturale “Incontro” di Adrano, ha organizzato il 13 Marzo scorso una conferenza di presentazione di uno del libro dal titolo “Il dramma dell’Europa senza Cristo: il relativismo europeo nello scontro di civiltà” scritto dal sociologo e storico delle religioni Massimo Introvigne, fondatore e direttore del CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni,
Presso i locali di Palazzo Bianchi ad Adrano, erano presenti oltre al prof Introvigne, il direttore di Blocnotes, Nino Reina, Mons. Alfio Reina, vicario foraneo della città di Adrano, e Ferdinando Raffaele, in qualità di moderatore della conferenza.
La relazione del prof. Introvigne si è sviluppata nell’analisi di tre temi fondamentali del dibattito culturale, religioso e politico : la debolezza dell’Europa di fronte alle relazioni internazionali; la separazione tra politica e morale; suicidio demografico.
Di fronte ad una classe politica europea, la quale ha manifestato più volte un certa “sufficienza” nella considerazione che nonostante i problemi evidenti riscontrati nel continente, tuttavia si vive nella migliore delle società possibili, il Papa Benedetto XVI ha sottolineato, al contrario che il continente europeo è sul punto di “congedarsi dalla Storia”. La perdita delle proprie radici, in particolari di quelle cristiane, difatti è la costatazione di una perdita della propria identità, cioè una forzata volontà a non riconoscere un fatto che è storico prima che culturale. Come conseguenza di questa tendenza si assiste ad un processo di separazione tra politica e morale, ma come chiarisce Benedetto XVI, sarebbe più opportuno parlare di scissione tra la Legge e la Morale. Mentre un tempo la legge era intesa come uno sforzarsi di discernere secondo la retta ragione, la regola che favorisce il bene comune, oggi lo Stato è diventato un “notaio” che osserva la società, insegue il “fatto” e lo regola. L’attività del legislatore in questo senso, se è autonoma dalla Chiesa non lo è dalla morale.
Ricordando il discorso di Ratisbona di Benedetto XVI, il prof Introvigne ha continuato mettendo in luce il processo di “deellenizzazione” vissuto dall’ Europa in alcune fondamentali tappe della sua Storia; da Lutero, che definiva la ragione come “la prostituta del demonio”, si giunge alla fase dell’illuminismo, che paradossalmente, benché esaltasse la Ragione, tuttavia la piegava non al reale secondo l’attitudine ellenica appunto, ma secondo una strumentalità legata all’utile. Una ragione strumentale, quindi che ha alimentato le ideologie del XX secolo, il crollo delle quali ha lasciato un vuoto e una mancanza di appigli razionali che sfocia necessariamente in una forma di nichilismo e sfiducia disperata. Pertanto nell’odierno dibattito culturale, paradossalmente, Benedetto XVI i segnala come il massimo testimone per la Ragione e non solo per la Fede.
Il terzo punto sviluppato nel corso del dibattito è definito “suicidio demografico”, e si lega oggettivamente al problema dell’immigrazione al cui causa non può non ravvisarsi su un evidente calo demografico e sulla costatazione che in Europa, ed in particolare in Italia la fecondità delle donne, si è drasticamente abbassata rispetto ad altri paesi del globo terrestre. Di fronte a questo problema, il Papa tenta di individuarvi le ragioni morali, e le riconosce in tre aspetti: Una sfiducia nel futuro, una sfiducia nella capacità di educare figli, ed il terzo aspetto è una crisi “metafisica” di senso, cioè una sfiducia nell’Essere stesso.


Sergio Atanasio