lunedì 6 aprile 2009

Dalle parti degli infedeli: Chi tutela il nostro centro storico - di Enrico Indelicato

Che i biancavillesi non possedessero una spiccata predisposizione al senso estetico ce n’eravamo accorti da tempo. Con disappunto, e pure con rammarico. Si sa, da queste parti il marmo e il cemento hanno un valore morale superiore rispetto alla pietra lavica e alla terracotta. E il completamento delle facciate delle case viene ritenuto uno spiacevole ed evitabile onere nella costruzione di peraltro eleganti appartamenti, signorili perfino in soggiorni in cui non si soggiornerà mai e in camere da pranzo che non vedranno mai una tavola apparecchiata.
Ma il difetto di senso estetico diventa un problema quando le brutture che esso causa riguardano il nostro centro storico. Chi ci abita, e sono sempre meno, dovrebbe avere, infatti, anche delle responsabilità culturali nei confronti del cosiddetto “salotto” di una città.
Eppure non è necessario avere una vista aguzza per constatare il progressivo deperimento, a volte irrecuperabile, di molti scorci suggestivi del nucleo storico di Biancavilla, a causa di interventi che, con molta clemenza, potremmo definire infelici nella loro arbitrarietà.
E questo è avvenuto senza che nessuno abbia mostrato alcun segno di preoccupazione, a partire dalla cosiddetta società civile fino alla politica. Intendiamoci, il nostro discorso non intende essere banalmente polemico nei confronti di nessuna classe politica in particolare, men che meno di chi ha ereditato una situazione che ha inizio almeno quarant’anni fa.
Eppure è un fatto che dall’epoca dell’infausta distruzione dell’antico Teatro, e dello sciagurato smantellamento della bella piazzetta adiacente, fino ad oggi, il centro storico biancavillese ha dovuto subire consistenti rimaneggiamenti di plateale evidenza, per volontà o, peggio, indolenza di chi, in quel momento, amministra la città.
Forse non ci si potrebbe aspettare niente di meglio da una comunità che ha permesso, nei decenni passati, che gli affreschi venissero coperti, le facciate stravolte, i palazzi storici abbattuti, le aree verdi soffocate. Ma è troppo pretendere, da chi ha il compito di tutelare il nostro centro storico, che nei prossimi anni il basolato, dopo un lavoro di manutenzione, venga rimesso a posto e non coperto da una colata di asfalto? O che si impedisca a privati di rendere pubblica la propria improvvida megalomania in cortili e strade? O che si indichi un metodo nel rifacimento delle facciate per mezzo di un “piano del colore” del centro abitato?
Basterebbe un pizzico di sano rispetto culturale per ciò che è antico e, poi, naturalmente, un po’ di senso estetico. Qualità rare, certo, ma che qualcuno avrà pur conservato, anche a Biancavilla.
Enrico Indelicato