venerdì 12 dicembre 2008

Salvatore Rasà: fucina di idee per la valorizzazione del territorio - di Francesco Liotta e Giosuè Gullotta

La sua scommessa: la cittadella dell'Istruzione e il parco ambientalistico-archeologico


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Salvatore Rasà, studi presso i Salesiani, laurea in Scienze Politiche presso l’università di Catania, dopo gli studi comincia ad insegnare, ma la sua vera attitudine lo spinge verso la Pubblica Amministrazione e, nel 1979 comincia a lavorare al Comune di Paternò.
Nel frattempo, acquisisce la specializzazione in Beni della cultura materiale in Sicilia presso la facoltà di Lettere dell'Università di Catania e quella per il recupero dei beni della civiltà contadina presso la facoltà di lettere dell'Università di Palermo.
Dal 1985 al 1993 ricopre la carica di Istruttore direttivo responsabile di Lavori Pubblici, Urbanistica Cultura, Servizi Sociali.
Dal 1994 a oggi, dirigente sempre presso il Comune di Paternò, dal 2003 ha la responsabilità dei Servizi Sociali e Funzionario Responsabile Trasparenza e legalità R. S.
Riguardo all’attività politica è già stato consigliere comunale dal 1976 al 1994; ha già rivestito la carica di Sindaco di Santa Maria di Licodia, dal 1976 al 1982, dal 1990 al 1992 e dal 1998 al 2003.
Nel maggio 2007 viene eletto, ancora una volta Sindaco della sua città.

Per iniziare questa chiacchierata, innanzitutto, le chiediamo la situazione della cassa del Comune di Santa Maria di Licodia, in considerazione dei considerevoli tagli che giungono da Stato e Regione.
Al momento del mio insediamento ho trovato un’anticipazione, all’ATO, di circa 500.000 €, e ora, come anche voi saprete, siamo costretti ad anticiparne ulteriori somme, e questo, com’è naturale, in termini di cassa crea grossi problemi di liquidità, per cui abbiamo oltre 800.000 € d’insoluti, ma con le spese correnti che devono essere assolutamente onorate, vedi gli stipendi, la luce e tutto ciò che serve per la gestione ordinaria.
Inoltre le entrate, non solo sono diminuite a seguito del mancato introito derivato dall’abolizione dell’ICI sulla prima casa e dei tagli governativi (con una riduzione di un 27-28% dei trasferimenti statali) oltre a quelli regionali (circa del 15%), ma addirittura il fondo di rotazione viene utilizzato per l’anticipo all’ATO, pertanto, ci troviamo in una situazione alquanto tragica.
Santa Maria di Licodia è un piccolo Comune e un “ammanco”, rispetto alla prevista disponibilità, di 400.000/500.000 euro, è chiaro che crea problemi non indifferenti, anche nella gestione del quotidiano, poiché stiamo parlando di cifre che, per quanto ci riguarda, ammontano a quasi un anno di spesa corrente.
Come già ha anticipato, rifiuti e casse del Comune, forse i maggiori problemi che hanno impegnato i 18 Enti ricadenti nella giurisdizione dell’ATO 3. Inoltre, anche i singoli cittadini, in questo periodo, soffrono per le bollette giudicate eccessivamente “esose”, sappiamo però che S.M. di Licodia ha ottenuto uno sconto sulle tariffe.
Che cosa è successo e come vede il problema nel suo complesso?
Ci siamo accorti di un errore sul calcolo delle tariffe, poiché vedendo le bollette che arrivavano ai concittadini, e sapendo che i parametri delle stesse sono rilevati sul numero di abitanti per Comune, questa cosa ci ha insospettito e pertanto abbiamo chiesto chiarimenti all’ATO.
Inoltre sulle previsioni tariffarie del 2007 e quelle presunte per il 2008, inviateci dalla struttura preposta, ci siamo accorti di molte anomalie.
Per questo motivo, poiché la definizione delle tariffe deve avvenire in conformità a quanto è oneroso il servizio, intorno ai primi di settembre, ho chiesto ai miei uffici di calcolare il costo del nostro servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
A parte i molteplici problemi che abbiamo dovuto affrontare per il reperimento della documentazione riguardante la gestione dei servizi (come le gare d’appalto, i contratti di mandato alle varie ditte, ecc;), dopo lo studio delle carte abbiamo verificato che gran parte dei servizi per cui dovevamo pagare non venivano assolutamente eseguiti; mi ricordo, per esempio, la video-sorveglianza, i mini impianti per il compostaggio familiare, lo spazzamento giornaliero di alcuni siti come il Cimitero. Naturalmente ogni settimana, al fine di dimostrare le inadempienze, abbiamo cominciato a comunicare all’ATO tutte le anomalie e le “mancanze”.
Alla luce di questo “lavoro” abbiamo ri-tarato le tariffe sui servizi effettivamente prestati dall’ATO e, quindi, sul costo che Santa Maria procurava al consorzio. I nuovi importi, con tanto di relazione allegata, sono stati comunicati a tutti i soggetti interessati, con una diffida a continuare ad applicare la tariffazione precedente, perché non aderente alla realtà.
Dopo la loro verifica molto complessa, solo allora hanno scoperto l’errore e “guarda caso” i loro conteggi rispetto ai nostri differivano di pochissimi centesimi.
Sapete dove stava l’errore? Sulla compilazione del file informatico, un foglio in Excel, nel quale, durante l’imputazione da parte degli operatori dell’ATO, sono state invertite due righe scambiando Santa Maria di Licodia con Sant’Agata li Battiati, e creando un’evidente confusione.
Certo abbiamo risparmiato delle spese indebite ma purtroppo ancora oggi, per far fronte ai debiti della Società Simeto Ambiente, ci viene richiesto un ulteriore prelievo dal fondo di rotazione cui ho dato seguito, ma con riserva dietro il verificarsi di condizioni ben determinate, cioè che si debbano creare gli strumenti di garanzia per la ricostituzione del fondo stesso; e questo è l’attuale terreno di battaglia su cui si stanno consumando trattative, “litigi” e lettere di fuoco tra i vari attori del credito quali Comuni, Regione, Monte dei Paschi e ATO.
E', quindi, chiaro che stiamo inseguendo il problema e non è così che si arriverà a una soluzione definitiva, e chi ha creato questa situazione, o chi ha gli strumenti per farlo, dovrà adoperarsi per risolverla.
Ma allora quale potrebbe essere, secondo lei, questa soluzione definitiva?
Noi sindaci stiamo portando avanti una battaglia, con gli strumenti in nostro possesso, sia direttamente, sia attraverso la nostra associazione ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia), creando dei tavoli di trattativa e di proposta, sia con la Provincia sia con la Regione.
La nostra proposta è semplice ma, riteniamo, la più efficace; partendo dal presupposto che gli ATO debbano proprio esistere che, almeno, coincidano con l’Amministrazione Provinciale dotata di una propria struttura, ma nel frattempo che possano essere autorizzati dei micro-ambiti, corrispondenti a Comuni limitrofi che abbiano caratteristiche simili o strutture sinergiche, per esempio Adrano, Biancavilla, S. Maria di Licodia, Paternò, Ragalna ecc., entro il quale ciascuno sarà fornito di centro smaltimento di particolare tipologia di rifiuto.
In questo caso Adrano, dovrebbe partire con il centro per la raccolta delle macchine elettriche ed elettroniche, Paternò ha appaltato il centro di compostaggio, Santa Maria il centro di preselezione, ecc., pertanto, secondo questo principio entro un anno potremmo avere i requisiti per la costituzione di questo “micro- ambito” ed essere più funzionali ed autonomi, oltre che ecologicamente corretti, nel servizio di smaltimento rifiuti.
Mi sento di pensare che ciò non sia utopia, anche perché questa possibile riorganizzazione è presente in ambedue i disegni di legge, sia quello d’iniziativa governativa sia quello d’iniziativa parlamentare, che si stanno discutendo, in questi giorni, alla Regione.
Dopo aver approfondito un argomento così spinoso, passiamo a un altro altrettanto complesso quale la situazione sanitaria nel territorio. Oggi rischiamo di vedere dimezzati o chiusi i due nosocomi che servono la sua cittadina, Biancavilla e Paterno’ ed anche Bronte, qual è la sua posizione e quale futuro prevede?
Santa Maria di Licodia, trovandosi in mezzo rischia, se possibile, di avere un danno maggiore.
Ho dichiarato ufficialmente in varie occasioni, che secondo il mio parere, gli Ospedali non devono, né possono, essere chiusi ma devono essere “razionalizzati”. Infatti, anche in una visione di un unico comprensorio territoriale tra i nostri Comuni, ritengo che i nosocomi debbano essere “specializzati” secondo parametri ben definiti, per esempio di bacino d’utenza o di riconosciuta tradizione di “eccellenza”, pertanto se Paternò ha le caratteristiche per una specializzazione, quel reparto potrebbe, non solo essere preservato ma anche, potenziato e migliorato nell’organizzazione, mentre a Biancavilla, secondo questo principio, sarebbe destinato lo stesso trattamento per altre tipologie d’intervento.
Naturalmente, resta inteso che il servizio di base venga riconosciuto in tutte le realtà comunali.
Questa idea va verso la direzione di un comprensorio territoriale al di sopra del limite comunale.
Certo, ritengo che, ormai il nostro comprensorio territoriale debba creare tutte le sinergie per operare al meglio con minore dispendio di risorse, per questo abbiamo stipulato in Protocollo d’Intesa, insieme agli altri Comuni interessati, per la creazione del Parco fluviale del Simeto; quello per il canile consortile e diversi altri atti che portano tutti alla stessa direzione.
Parliamo d’imprenditoria, percorrendo la superstrada abbiamo visto nascere la Zona Artigianale. A quando l’inaugurazione e quali i numeri di questa struttura?
Abbiamo completato i lavori del primo stralcio, abbiamo consegnato i lavori e questo ci ha permesso di partecipare al bando regionale relativo al secondo lotto, giacché un requisito fondamentale per accedere, con un punteggio maggiore, era quello di aver assegnato tutti i lotti riguardanti il bando precedente. Per quanto riguarda questo primo bando, proprio in questi giorni, stiamo sistemando il frazionamento dei lotti da consegnare agli artigiani aggiudicatari, sia acquirenti sia concessionari.
Abbiamo 60 giorni dall’approvazione della graduatoria per consegnare le “virtuali” chiavi dei lotti ai legittimi aggiudicatari.
Devo dire che, in questo primo lotto su una cinquantina di domande siamo riusciti a dotare 14 lotti, ma nella seconda trance dovremmo assegnare altre 25/26 aree soddisfacendo, quindi, la gran parte dei richiedenti, anche perché, secondo la grandezza dell’azienda, è possibile frazionare, in ulteriori parti, i lotti da assegnare, dai 1.200 mq a mini lotti di 300/400 mq.
Sul territorio avete messo in cantiere diverse opere, cosa ci dice?
Devo dire, con un certo orgoglio, che abbiamo risolto un contenzioso tra il Comune e la ditta appaltatrice e, dopo un anno, ci ha portato a sbloccare i lavori di completamento dell’Impianto Polisportivo comprendente, oltre il campo di calcio, palestra, campi di basket, tennis e calcetto. Sono partiti i relativi lavori anche per le infrastrutture come la recinzione dell’area, parcheggi, servizi ecc.
Stiamo completando i lavori di consolidamento del quartiere delle Caselle, che sorgendo su un costone lavico che da molti anni, causa le infiltrazioni d’acqua, rischiava un cedimento strutturale, pertanto con le iniezioni di cemento lo abbiamo posto in sicurezza.
Inoltre stiamo rivalorizzando Viale Strasburgo, cioè la panoramica, con la risistemazione delle aiuole e dei sedili e stiamo rimettendo le nuove piante.
Ancora, sta per partire il rifacimento di tutta la pavimentazione dei portici di piazza Umberto I.
E sul versante scuola?
Sul versante della scuola abbiamo assegnato l’appalto per 9 aule per l’Istituto comprensivo.
Oggi a S. Maria di Licodia esiste l’Istituto comprensivo che contiene materne, elementari e secondarie di primo grado, il nostro intento è quello di cercare di accorpare, dal punto di vista edilizio, tutte le classi, anche perché, in special modo, per le elementari e medie l’attuale ubicazione è sparsa su tanti edifici. Questa situazione crea problemi di spostamenti degli insegnanti e, conseguentemente, di copertura costante delle classi con difficoltà di organizzazione giornaliera.
Queste aule aggiuntive creeranno la concreta possibilità di un accorpamento degli uffici comunali, anch’essi sparpagliati in 5 plessi, nello stabile che, attualmente, ospita elementari.
Parliamo del Museo, sappiamo che Lei ha un pallino, vista anche la Sua formazione culturale, per questa struttura, cosa ci dice a riguardo?
Stiamo riqualificando il palazzo Ardizzone che sarà adibito a Museo, completo sotto l’aspetto antropologico che quello archeologico.
Abbiamo già stipulato una Convenzione con la Sovrintendenza per la fornitura del materiale da esporre e noi, dal canto nostro, metteremo a disposizione la struttura e le teche, e i lavori sono a un buon punto, per esempio abbiamo già completato il sistema d’allarme.
Sempre su questo versante, abbiamo organizzato una conferenza dei servizi per la valorizzazione del Parco archeologico ambientale “Civita” (ampio territorio a forte interesse archeologico), stipulando anche in questo caso una convenzione con Provincia, Regione, Sovrintendenza, Università e Comuni di S. Maria di Licodia e Paternò.
Ci stiamo muovendo, quindi, verso uno sviluppo che possa rivestire carattere culturale - ambientalistico - archeologico – turistico, e mi piace annunciarvi il progetto per una scuola di restauro e di recupero dei Beni Culturali, per questo stiamo lavorando in sintonia con la Provincia e la Sovrintendenza di Catania, per accedere ai fondi Europei, perché insieme potremo realizzare, in tempi relativamente brevi, il disegno comune.
A questo punto possiamo chiederle qualcosa sulla sua Giunta e sul versante politico e organizzativo, quali problemi si trova ad affrontare giornalmente?
Posso dire che lavoriamo con molta serenità, perché la giunta non è eccessivamente politicizzata.
Tutto ciò ha una causa che si chiama “maggioritario secco”, infatti, essendo un comune con meno di 15.000 abitanti, chi in unica tornata elettorale prende anche un voto in più, vince le elezioni.
Questa regola rende quasi necessaria un’intesa ampia, perché un unico partito non basterebbe a raccogliere il necessario numero di consensi, e allora si ricorre alla formazione di liste civiche che, in qualche modo, vanno oltre all’appartenenza, non solo a uno schieramento partitico ma, spesso, ad un’area politica.
Il comune denominatore, a questo punto, per forza di cose diventa il Programma Amministrativo e la nostra attività, a quello, si rifà.
Questo va in accordo con una rivisitazione generale della struttura comunale, con la costituzione di un ufficio di Staff, alle dirette dipendenze del Sindaco, con la riforma di molti Regolamenti già portati in Consiglio Comunale per la corretta procedura di aggiornamento, ma anche con la riqualificazione di diversi dipendenti che, tramite adeguati corsi, potranno avere mansioni più produttive rispetto alle attuali esigenze dell’Ente comunale.
Produttività e razionalizzazione per una gestione oculata, per questo abbiamo dato alla CONSIP (Consip, società per azioni del Ministero dell’Economia e delle Finanza, che fornisce alla Pubblica Amministrazione servizi di consulenza, assistenza per l’informatizzazione e l’acquisizione di beni e servizi) la gestione dell’impianto d’illuminazione pubblica; ciò ci permette, pagando la stessa quota che davamo all’Enel per il nostro consumo, di usufruire anche la manutenzione del cambio lampade e tutte le necessità di routine.
Perché ha istituito le Consulte e quali le loro funzioni?
Perché ritengo che l’operato di un Amministratore debba sempre interagire con le necessità dei propri concittadini, questo mi ha portato a costituire delle Consulte da utilizzare come monitoraggio costante su specifiche tematiche, per esempio sulle Questioni Sociali e Pubblica Istruzione, per questo ho coinvolto alcuni professori, i sacerdoti, la preside, dei maestri elementari, associazioni di volontariato. Un’altra si occupa dei Beni Culturali, e, ultima in ordine di tempo, per cui ancora stiamo lavorando è quella che si occuperà di Sicurezza e Legalità.
Per questa Consulta, che ritengo di primaria importanza, stiamo collaborando con l’Associazione Anti – racket, cui abbiamo fornito una Sede all’interno del palazzo municipale, ma saranno interessate anche l’Associazione dei Carabinieri in congedo, quella dei Vigili Urbani in congedo, la Protezione Civile e tutti quelli che, per formazione o per attività propria, potranno dare un contributo al controllo di base del territorio, penso, per esempio, alla vigilanza davanti alle scuole.
Con queste attività di supporto, credo, si possano creare le condizioni per uno snellimento del lavoro delle Forze dell’Ordine, preposte alla più importante attività di controllo investigativo del territorio.
Progetti in cantiere e sogno nel cassetto.
Mi piacerebbe creare una “cittadella” della cultura, nuovo edificio scolastico, molto articolato e polivalente che potrebbe accogliere, oltre gli ordini già presenti, qualche scuola di grado superiore. Inoltre, la realizzazione del parco ambientalistico – archeologico, che favorirebbe la tutela dell’ambiente, oltre che dei beni archeologici e culturali, ma potrebbe costituire anche un volano per lo sviluppo turistico del nostro territorio, e, quindi di occupazione per tanti abitanti del Comprensorio.


a cura di Francesco Liotta e Giosuè Gullotta

giovedì 11 dicembre 2008

La sfida della terza repubblica, prove di dialogo tra Pd e Pdl - di Enrico Indelicato

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I parlamentari Domenico Nania e Giovanni Burtone protagonisti del I incontro del Corso di Formazione civica organizzato dall’Associazione “Incontro” e dalla Pro Loco Adrano

Abbiamo assitito negli ultimi mesi ad un cambiamento repentino dello scenario politico italiano. La nascita del Partito Democratico, che coniuga le esperienze culturali degli ex comunisti e quelle del cattolicesimo democratico. L’avvio del processo costituente per la nascita del Popolo delle Libertà, nato sul predellino di Piazza San Babila a Milano dopo il proclama urbi et orbi di Silvio Berlusconi, che nel frattempo ha stravinto le ultime elezioni politiche. La scomparsa della sinistra radicale dagli scranni del Parlamento. Sono solo alcuni, i più eclatanti, dei fenomeni che hanno sovvertito dalle fondamenta nel 2008, in modo inaspettato, la politica che ci eravamo abituati a conoscere da un quindicennio a questa parte. Al punto che da più parti, soprattutto in ambito giornalistico, si è parlato di avvento della “Terza Repubblica”, nel tentativo di sottolineare, certo in termini pregnanti e sintetici, la possibilità dell’apertura di una nuova fase politica in cui finalmente si possano porre le basi per una moderna democrazia dell’alternanza, vero miraggio dell’Italia repubblicana. Una cosa è certa: oggi chi osserva il nuovo scenario politico non può non registrare che per la prima volta in Italia, forse, sembra che si siano poste le basi per il sorgere di un bipartitismo capace di smantellare la cronica parcellizzazione della rappresentanza parlamentare. Ma tutte queste eclatanti trasformazioni ci autorizzano a parlare di “Terza Repubblica”? Sono sufficienti a giustificare l’ottimismo di chi ritiene che stiamo assistendo ad una nuova ripartenza del nostro Paese? Da queste, e da altre domande e questioni, prendeva spunto il primo appuntamento del Corso di formazione civica organizzato dall’Associazione culturale “Incontro”, con la collaborazione della Pro Loco Adrano, lo scorso 21 novembre, presso l’auditorium del 1o Circolo didattico “Sante Giuffrida” di Adrano. “La sfida della Terza Repubblica”, questo il tema specifico del primo incontro del corso, giunto quest’anno al sesto anno consecutivo, che ha avuto come relatori il vice presidente del Senato della Repubblica, Domenico Nania, storico rappresentante siciliano prima del Msi e poi di Alleanza Nazionale, e il deputato nazionale del Partito Democratico, ex Margherita, fresco candidato sindaco a Catania la scorsa primavera, Giovanni Burtone. Quello tra i due interlocutori è stato un dialogo cordiale e franco, in sintonia con quello spirito, oggi più vagheggiato che concretizzato, del “bipolarismo mite”. Anche perché buona parte dell’uditorio era composto da giovani studenti delle scuole superiori adranite e, oggi più che mai, sembra opinione acquisita, anche in ambienti politici, che per sconfiggere il disinteresse dei giovani verso la politica bisogna esseri ancora più convincenti e credibili, mettendo da parte polemiche sterili, ancora più incomprensibili nell’attuale congiuntura storica. Alla fine dei loro interventi, i due parlamentari hanno concordato sul fatto che la cosiddetta “Terza Repubblica” potrà nascere solo dopo una fase costituente che deve avere come protagonisti soprattutto i due neonati partiti italiani, il Pd e il Pdl, ma anche i rappresentanti delle altre forze sociali e politiche. Un’assemblea costituente, dunque, che riscriva le basi del nostro sistema politico e trasformi i meccanismi della macchina legislativa, in modo da dar vita ad una democrazia che governi e decida tempestivamente su argomenti di importanza fondamentale per il Paese, atteso da sfide impegnative nei prossimi mesi e anni. Prove di dialogo, dunque, tra Nania e Burtone, tra Pd e Pdl, anche se non sono mancati neanche i momenti di vivace dialettica tra i due parlamentari siciliani, soprattutto quando, nella seconda parte dell’incontro, sono stati incalzati dalle domande di Pino Lo Re, rappresentante adranita del Partito democratico ed ex consigliere comunale, e di Giosuè Gullotta, capogruppo Pdl al consiglio di Adrano. Come a dire che il dialogo, ogni dialogo, deve sostanziarsi di sana dialettica democratica. Solo così può nascere una moderna democrazia dell’alternanza, vero sogno irrealizzabile fino ad oggi, è bene ripeterlo, della politica italiana.

Enrico Indelicato

Incontriamo Domenico Nania: “Torniamo allo spirito costituente del 1948. Così nascerà la Terza Repubblica”. - di Enrico Indelicato

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Onorevole Nania, oggi si parla sempre più spesso di “Terza repubblica”. Significa, forse, che la cosiddetta “Seconda Repubblica” ha fallito?
Non saprei dire se ha fallito. Di certo non è riuscita a portare a termine il cambiamento che tutti si aspettavano. Quella che doveva essere una stagione politica rivoluzionaria per il nostro sistema si è trasformata in una lunga transizione.


Cosa non ha funzionato, secondo lei?
Sono tante le cose che non hanno funzionato. Innanzitutto non si è riusciti a dare un peso maggiore al potere decisionale dell’ esecutivo, e ci siamo accontentati di una forma di presidenzialismo sotterreaneo non regolamentato. Poi qualcuno si era convinto che la legge elettorale maggioritaria avrebbe da sé oliato gli ingranaggi della macchina della politica italiana, e abbiamo scoperto invece che le leggi elettorali da sole non bastano. Infine la Seconda Repubblica ha fallito quando gli equilibri politici hanno smantellato le commissioni bicamerali e quando, soprattutto, i due schieramenti hanno dato vita a riforme unilaterali, senza ricercare il consenso delle opposizioni.
Eppure i primi anni novanta sembrarono veramente preannunciare un cambiamento epocale nello scenario politico siciliano…
Certamente, le aspettative disattese non devono farci dimenticare che quella fu una fase di radicale novità in un contesto politico che sembrava immutabile dal dopoguerra. Fu un momento di rottura di cui l’attuale scenario politico è figlio. I referendum sulla preferenza unica nel 1991 e sull’abolizione del proporzionale nel 1993, l’esplosione di Tangentopoli e lo smantellamento dei partiti storici dell’arco costituzionale furono fatti capaci di sovvertire equilibri consolidati da decenni
Lei ha fatto un parallelismo tra la caduta del Fascismo e Tangentopoli. Dunque tra la nascita delle cosiddette Prima e Seconda Repubblica. In che senso?
Ci sono molte somiglianze quando cambiano i sistemi politici. Innanzitutto è necessaria a monte una rottura. Sessant’anni fa fu rappresentata dalla caduta del Fascismo che governava da un ventennio e dalla guerra. Naturalmente, non tutti i cambiamenti devono avvenire dopo un conflitto. Nelle democrazie i “carriarmati” del cambiamento vengono favoriti dalla corruzione del sistema politico e dalla mancanza di etica democratica: è quello che è avvenuto nel 1993-94 con Tangentopoli. Ma ci sono anche altre somiglianze nei passaggi di “regime”: la scomparsa violenta dei rappresentanti della classe dirigente, il fenomeno dei cosiddetti “riciclati”, il cambio del sistema elettorale.
Parliamo della situazione attuale. Cosa è necessario per far sì che questa volta “Terza Repubblica” si traduca in cambiamento ed efficienza del sistema politico italiano?
Secondo me, nel dibattito politico italiano bisognerebbe tornare allo spirito della Costituente del 1948 per porre veramente le nuove basi della nostra Repubblica. Con una differenza, però. Allora i costituenti venivano da una dittatura e la carta costituzionale risentì inevitabilmente del timore di ogni forma di autoritarismo. Oggi esiste una democrazia policentrica, distesa in orizzontale, salda e forte nei propri principi. Non bisogna aver paura, dunque, di tornare al centro per evitare dispersioni. Solo un esecutivo forte può decidere tempestivamente ed efficacemente e offrire garanzie di saldezza agli italiani. Nella mia idea di Terza Repubblica c’è sicuramente più potere alle periferie, ma soprattutto più potere ai cittadini.

Enrico Indelicato

Incontriamo l'Onorevole Giovanni Burtone: “Pd e Pdl possono fare la Terza Repubblica. Ma prima bisogna maturare.” - di Enrico Indelicato


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Onorevole Burtone, il suo collega Nania ha parlato della necessità che in Italia oggi si ricominci a respirare lo spirito costituente del 1948. Lei che ne pensa?
Potrà sembrare strano, ma condivido l’analisi di Nania. Mai come oggi, la politica italiana ha il compito di avviare un processo che ci porti in tempi relativamente brevi all’avvio di una nuova fase costituente. Il sistema politico italiano necessita di una riconsiderazione degli assetti istituzionali per raggiungere efficienza e garantire la nascita di una politica che decide.
Lei è stato uno storico rappresentante politico della Democrazia Cristiana. Che cosa non ha funzionato, secondo lei, nella Prima Repubblica?
La Prima Repubblica pagò il fatto di essere sostanzialmente una democrazia bloccata, dove non c’era alternanza. Il Pci, pur essendo il secondo partito italiano con percentuali alte, non “poteva” entrare nel governo del paese. Dall’altro lato, il Msi era fuori dall’arco costituzionale. In sintesi, il sistema politico italiano era negativamente influenzato dagli equilibri internazionali del dopoguerra. Il bilanciamento esisteva a livello locale: molti sindaci erano comunisti. Ma non c’era a Roma. Questo non poteva non avere contraccolpi negativi nelle decisioni politiche.
Detto così sembrerebbe che per lei la Prima Repubblica non ebbe meriti. E’ così?
Assolutamente no. La Prima Repubblica ebbe enormi meriti: fu protagonista nella rinascita italiana del dopoguerra, favori la trasformazione del nostro paese, che da agricolo divenne a vocazione industriale, difese la nostra democrazia. Sono meriti storici inequivocabili e straordinariamente rilevanti dal punto di vista politico.
Secondo lei la Prima Repubblica cadde perché scoppiò Tangentopoli?
Secondo me, non fu solo Tangentopoli a smantellare la Prima Repubblica. Il sistema era in crisi profonda, anche senza le inchieste giudiziarie. A livello locale, per esempio, le maggioranze cadevano dopo pochi mesi. Tutti si accorgevano che la situazione non poteva continuare in questa maniera.
Poi venne la cosiddetta Seconda Repubblica, Berlusconi…
Sicuramente la discesa in campo di Berlusconi rappresentò una novità nello scenario politico italiano. Il suo potere economico, l’idea del partito-azienda, la politica dell’immagine e lo sfuttamento dei media sono novità che la politica italiana non conosceva, ma questo non significa che siano stati tutti fenomeni positivi. Anzi, secondo me non lo sono per niente: non può un presidente del consiglio gestire un potere economico così vasto e possedere nello stesso tempo tre televisioni e un numero cospicuo di giornali e riviste. Non succede in nessuna democrazia…

Le elezioni dello scorso aprile hanno di fatto dato vita ad una forma di bipartitismo. Lo possiamo considerare come l’atto di nascita della “Terza Repubblica”?
La nascita del Partito Democratico e del Popolo delle Libertà ha sicuramente favorito una semplificazione dello scenario parlamentare. Ma io credo che il cammino sia ancora lungo per la nascita di un vero bipartitismo, maturo ed efficiente. Il bipartitismo deva ancora maturare per diventare stabile. Gli stessi partiti devono ancora lavorare per formare e far crescere al proprio interno una vera classe dirigente. Solo allora potremo parlare di Terza Repubblica.

Enrico Indelicato

Sviluppo sostenibile ed energie alternative all'intermeeting Clubs Lions di Adrano, Bronte, Biancavilla - di Nicolò Neri


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Alla presenza del Sindaco di Adrano, Pippo Ferrante, del Sen. G. Firrarello, del Dott. G. Bulla- Assessore provinciale Territorio ed Ambiente- e del Dott. S. Rapisarda- Assessore al Comune di Adrano Territorio ed Ambiente- in Adrano lo scorso 22 Novembre 2008, presso il Palazzo Bianchi, per iniziativa dei clubs Lions Adrano Bronte Biancavilla, Paternò e Randazzo, si è tenuto un intermeeting “Sviluppo sostenibile ed energie alternative”, tema oggi di estrema importanza, non solo a livello regionale, nazionale, ma pure europeo e mondiale, in quanto è a rischio la vita del pianeta Terra, causa i cambiamenti climatici, l’effetto serra, lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali e ,di conseguenza i danni gravi per le generazioni future. I Relatori- Avv. F. Attaguile, Direttore dell’Ufficio della Regione Sicilia di collegamento con Bruxelles, e il Dott. Ing. Mario Pagano, Ricercatore del C.N.R. di Paleremo, hanno trattato la tematica alla presenza anche dei politici, perché in particolare è la Politica che deve dare precise risposte alle aspettative e alle richieste dei cittadini, in quanto ha la responsabilità economico, ambientale e sociale nel preparare il piano di sviluppo sostenibile, ma anche nel controllare che questo venga attuato, al fine di rispettare e sostenere l’ambiente, riducendo le emissioni di gas, adottando, una politica energetica sostenibile in armonia con lo sviluppo economico, promuovendo il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti per arrestare anche l’aumento delle malattie legate all’inquinamento dell’ambiente. Compito dei Lions è di porre l’attenzione ai problemi per stimolare le istituzioni al loro dovere, senza sostituirsi ad esse, come hanno sottolineato, nel loro intervento, i Presidenti dei Clubs- Dott. S. Zizza, Dott. S. Ciancitto e Rag. G. Pagano. In particolare l’Avv. F. Attaguile ha posto l’accento sull’obiettivo ambizioso che la Comunità Europea si è dato per fronteggiare il problema, dato che è capofila nel mondo nella difesa dell’ambiente.L’Italia in realtà è sensibile a questa necessità; infatti,non solo nel dicembre 1997 ha aderito al protocollo di Kyoto, ma spera anche di raggiungere gli obiettevi previsti, come si evince dal PNA presentato alla Comunità Europea per il quinquennio 2008-2012. La relazione del Dott. Ing M. Pagano, seguita con grande interesse da tutti i presenti, ha focalizzato l’attenzione sulla reale possibilità di coniugare lo sviluppo socio-economico con la difesa dell’ambiente, a condizione che si faccia una seria ricerca delle fonti energetiche alternative e rinnovabili ( fotovoltaico ed eolico), si abbia una nuova agricoltura (biodinamica), si abbatta il traffico veicolare a favore del traffico su rotaie,si facciano lavori di rimboschimento per arrestare la desertificazione, si trasformino i rifiuti in risorse, tramite il riutilizzo e il riciclaggio.
E’ una grande sfida di civiltà, oltre che di sopravvivenza, che riguarda il mondo intero. Gli interventi del Sen. G. Firrarello, del Dott. G. Bulla, del Dott. S. Rapisarda, del Prof: Chisari e della prof.ssa A. Anzalone hanno contribuito a sottolineare quanto sia complessa la tematica, ma anche quanto sia importante la consapevolezza e la responsabilità di tutti per sperare di vincere la sfida. Con il saluto della Delegata di Zona Dott.ssa P. Fazio si è conclusa la serata .

Nicolò Neri

Piazza Cillari: un luogo della memoria, usi e costumi di un antico quartiere adranita - di Sonia Petronio

A colloquio con il prof. Pietro Scalisi, Pittore, scrittore e autore dell’opera di narrativa “Piazza Cillari”

Nei saloni di Palazzo San Domenico ad Adrano nelle settimane scorse è stato presentato il primo libro di narrativa del prof. Prof. Pietro Scalisi intitolato “ Piazza Cillari”
Un memoriale in cui l’autore racconta la sua infanzia vissuta in uno dei quartieri simbolo di Adrano un tempo ricco di fascino, tradizioni e abbondanza prima che i bombardamenti della seconda guerra mondiale del ‘43 tranciarono le radici più profonde di una civiltà contadina che vide improvvisamente sprofondare i sogni e ricordi più belli di quell’epoca felice e genuina.
Alla presentazione del libro erano presenti la dott. Antonella Carini del direttivo della F.I.D.A.P.A. di Adrano, il prof. Rosario Mangiameli Docente di Storia Contemporanea all’Università di Catania che ha relazionato sul tema. Presente anche l’autore del libro che ci racconta il bel tempo, gli usi e i costumi degli abitanti del quartiere Cillari.

Lei, appena un bambino di 9 anni, ricorda quei giorni felici vissuti prima della guerra in quel quartiere posto tra via Catena e via Romeo, che è appunto Piazza Cillari, dove è nato e cresciuto con la sua famiglia.
Piazza Cillari si svolge sullo sfondo di vicende familiari, ci sono quelle della storia Italiana, c’è la guerra, la dittatura fascista.
Piazza Cillari era un piccolo borgo popolato da famiglie poverissime di umile estrazione sociale, molti di essi erano infatti analfabeti.
Io nasco da padre contadino e ho vissuto con questa gente, per questo la mia fu un infanzia semplice e allo stesso contornata da aspetti che erano tuttavia tipici di quel periodo; basti pensare al linguaggio usato dagli abitanti del posto i quali non si chiedevano da dove provenisse quel dialetto talvolta grottesco, sguaiato e indecoroso ( ancora oggi si usa il dialetto) ma che caratterizzava in fondo il modo di vivere di quel tempo che io definisco non proprio felice in quanto non erano poi così agevoli le condizioni di vita.
Piazza Cillari è un luogo della “Memoria” che Adrano tuttora conserva.
Come nasce l’esigenza di raccontare e raccontarsi in questa sua opera che possiamo definire una sorta di continuità della sua attività, prima di pittore e adesso da scrittore che ha iniziato nel 2000 con i tre saggi su Adrano che compongono il trittico: “Adrano il Territorio”, “Adrano l’Arte e “Adrano La Storia”.
La trilogia su Adrano è infatti un’ opera che scaturisce da un amore e un interesse che ho sempre avuto per il mio paese natìo; Piazza Cillari è ancora una volta la dimostrazione di una fase che mette in luce quel forte senso di attaccamento e appartenenza verso la mia città e verso un mondo che considero ancora mio senza tuttavia distaccarmi dalla realtà dell’epoca in cui viviamo oggi, ovviamente diversa in quanto più tecnologica e naturalmente più confortevole, ed è proprio per questo che il libro diventa anello di congiunzione fra due civiltà diverse: quella antica, con le tradizioni e le abitudini di quegli anni ,ormai lontani, e la nuova perché appunto il testo, di facile comprensione si confronta e , si offre all’interesse di ciascun lettore, anche del più giovane, lo si più ancor più intuire anche grazie alla vivacità dei colori usati sulla copertina del libro.
Quali sono i momenti più significativi del suo racconto che lei ricorda con piacere ma anche con po’ di nostalgia.
La festa dell’Ascensione, che iniziava con la raccolta della legna da ardere, le cosiddette “ Vampe dell’Ascensione” e la processione del Corpus Domini. Questi, erano sicuramente i riti più sentiti e partecipati da parte di quella gente che fra l’altro si preparava a vivere quei momenti con grande spirito di intensità e soprattutto devozione.
Era proprio lì che si manifestava la vera civiltà colone adranita in cui emergeva anche la figura della donna, umile, gretta, ma che allo stesso modo faceva molto apprezzare la sua innata vena artistica e genuina con i suoi manufatti come le tovaglie e coperte ricamate a mano che le donne poi tiravano fuori ed esponevano mentre avanzava la processione del Corpus Domini.
Cosa rimane oggi di quel mondo povero, agricoltore ma ricco di tradizioni, di “Piazza Cillari “
I resti di un meraviglioso blocco di marmo bianco; un abbeveratoio, non una povera fontanella ma una vera fontana a base ottagonale con una grande vasca circolare in pietra lavica che un tempo si ergeva maestosa in tutta la piazzetta ed era il simbolo degli abitanti di quel quartiere e che invece oggi è andata quasi interamente distrutta e con essa crollava un’intera civiltà che aveva vissuto nel candore del periodo prima degli orrori della guerra in quella tragica estate del ’43.
Nelle memorie riportate nel suo romanzo non viene mai citata la parola “Adrano”; perchè, considerato il suo forte attaccamento per la sua città.
Piazza Cillari non è altro che quella “Sicilia contadina” di una volta, la troviamo forse in qualsiasi altra città o sobborgo siciliano.
“ Piazza Cillari esiste ancora nel mio paese, ma solo sulla targa della toponomastica; l’omonimo quartiere, neppure in quella”.

Sonia Petronio

Vini dell’Etna a Biancavilla con le "Magie d'Autunno": Cultura, Tradizione e Conoscenza - di Francesco Liotta



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Magie d’autunno: il trionfo delle “baccanti” col pennino e col pennello




La Bibbia (Siracide 27, 28) cita: Allegria del cuore e gioia degli uomini è il vino bevuto a tempo e a misura; ma anche un grande estimatore qual era Edoardo VII soleva dire: Il vino non si beve soltanto, si annusa, si osserva, si gusta, si sorseggia e .... se ne parla, e perfino il filosofo L. Feuerbach affermava: La felicità, come un vino pregiato, deve essere assaporata sorso a sorso.
Potremmo continuare all’infinito utilizzando citazioni e aneddoti sulla bevanda più antica del mondo - già decantata sin nella mitologia greca – ed è proprio per questo che, all’interno della Manifestazione Magie d’Autunno, il Comune di Biancavilla, grazie al proprio Assessore alle Politiche Agricole Liborio Scaccianoce, e con il fattivo contributo del Centro di Studi Biancavillesi e del suo Presidente Placido Sangiorgio, ha dedicato l’intera giornata del 23 novembre, al “nettare degli Dei”, con un intento, non solo alla promozione tout court dei nostri vini, ma anche all’informazione globale del Suo mondo al fine di un uso consapevole e corretto.
Le manifestazioni hanno avuto inizio, nella mattinata, nella splendida cornice di Villa delle Favare che ha ospitato un’interessante degustazione di alcuni vini, diretta dal presidente nazionale della F.I.S.A.R. (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori) Vittorio Cardaci che ha dato al pubblico, informazioni di base sui diversi tipi di vino proposti sulle loro differenze estetiche e di gusto, intercalando la storia della bevanda e il proprio uso nei secoli.
Nel pomeriggio nella Sala conferenze si è tenuto il Convegno “vino: benefici dell’Uso e tossicità dell’Abuso” con un importante intervento del dott. Sergio Pintaudi, primario di Rianimazione e Anestesia all'ospedale "Garibaldi" di Catania il quale ha illustrato, al numeroso pubblico, quali sono gli effetti benefici di un moderato uso ma anche i danni dell’abuso etilico.
Anche l’arte è stata protagonista, con la premiazione, alla presenza del Presidente della Provincia Giuseppe Castiglione, dell’Onorevole locale Antonino D’Asero e del sindaco Pippo Glorioso di due diversi concorsi, il primo dei quali di un’estemporanea di grafica e pittura dal titolo “I vinarelli di Biancavilla” che ha avuto lo scopo di favorire la conoscenza del nostro territorio, attraverso la singolare tecnica pittorica del vinarello, che si ottiene intingendo il pennello nel vino, utilizzato come solvente per i colori.
La giuria, presieduta dal Maestro Giuseppe Coco e composta dal pittore biancavillese Antonio Finocchiaro, dal vignettista di Comix, Smemoranda e altre importanti pubblicazioni, catanese d’adozione ma di origine biancavillese Filippo Lo Iacono (in arte Frago), dall’adranita Angelo Zignale, ha premiato, nella sezione monocromatica Letizia Ricca, in seconda posizione una coppia di artiste appartenenti “Associazione diversamente uguale” Mara Zignale e Maria Italiano, mentre il terzo premio è andato al vignettista, nostro collaboratore e membro di redazione di Bloc Notes, Marcello Bonanno.Invece nella sezione Policromatica è stata riconosciuta vincitrice Maria Pantò, seguita da Anna Aiello e Adriana Currenti, anche in questo caso vi è stata una segnalazione particolare per Placido La Venia.Il Concorso letterario “Paesaggi, prodotti e umanità dell’autunno etneo”, invece, ha inteso premiare racconti destinati a descrivere e ricreare ambienti, natura, emozioni e sentimenti, ambientati nella stagione autunnale etnea.
Il Presidente della giuria Domenico Seminerio, autore di fortunati romanzi quali “Il cammello e la Corda”, è stato affiancato da Giusi Rasà, Alfio La Naia, Antonino Rapisarda, Mauro Mangano, Maurizio Alì, Irene Giuffrida, e la scrittrice Alfia Milazzo.Laura di Vincenzo con il suo “il nostro Autunno” ha vinto la sezione under 25, seguita da Maria Sapia, e terza si è classificata Sara Andolina; segnalazione speciale per Grazia Carciola.
Riguardo alla categoria riguardante gli over 25, il racconto “quindici minuti” scritto da Francesca Di Gangi, è stato giudicato il migliore, seguito da Consuelo La Naia, mentre Maria Letizia Cunsolo si è aggiudicata il terzo posto, anche in questa sezione vi è stata una segnalazione particolare per Pippo Venttura. Alla fine della serata il Sindaco Glorioso, ringraziando l’uditorio, ha dato appuntamento per il prossimo anno ribadendo il proprio impegno e quello della sua Giunta alla continua promozione e stimolo, non solo per il nostro vino, ma per tutti i prodotti tipici del nostro territorio.


Francesco Liotta

Magie d'autunno: un itinerario alla scoperta dei prodotti gastronomici dell'Etna. - di Sergio Atanasio e Enrico Indelicato


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eventi

Due appuntamenti culturali caratterizzano la tradizionale mostra mercato d’autunno.

Creatività, artigianato e prodotti della terra. Sono queste, le tre parole chiavi dell’ edizione 2008 “Magie d’autunno”, appuntamento consueto del Novembre biancavillese, patrocinata dalla Regione Siciliana, dalla Provincia regionale di Catania, dall’ente Parco dell’Etna, ed allestita dal Comune di Biancavilla, assessorati dell’Agricoltura, della Pubblica Istruzione, dello Sviluppo Economico, Artigianato e Turismo.
La kermesse espositiva dei prodotti tipici del territorio si è svolta nei giorni 22 e 23 novembre scorsi presso piazza Roma e piazza Collegiata. Dopo l’inaugurazione della mostra-mercato e l’apertura degli stands, si è svolto un programma di educazione alimentare, “Pane e marmellata”, rivolto ai più piccoli, una degustazione delle marmellate preparate con i frutti delle nostre coltivazioni, allietata da giochi, maschere e giocolieri. Presso gli stands, la gente ha avuto modo di assaggiare i prodotti del periodo autunnale che caratterizzano il territorio etneo: pere, mele, vini, formaggi e olive della qualità “nocellara” dell’Etna. Nella serata di sabato 22 novembre, si è tenuto uno spettacolo musicale del gruppo “Ciaudà”, artisti catanesi di musica etnica guidati da Emanuele di Giorgio.
La rassegna espositiva di quest’anno è stata affiancata da due nuovi appuntamenti di carattere culturale: il concorso letterario “Paesaggi, prodotti e umanità dell’autunno etneo”, e l’estemporanea di grafica e pittura “ I vinarelli di Biancavilla”, quest’ultima svoltasi nella mattinata di domenica 23 Novembre.
Nel corso della mattinata inoltre è stato allestito uno spettacolo teatrale di burattini, curato dalla compagnia “L’Allegra Brigata”. Nel pomeriggio presso Villa delle Favare, si è tenuto un convegno dal titolo “la cultura del bere per il rispetto della vita”.
Uno spettacolo musicale con il gruppo “I Brigantini”, e le cantanti “Agata Lo Certo” e “Neja”, presentato da Flaminia Belfiore, ha concluso la rassegna 2008 di “Magie d’Autunno”.Nel corso della serata sono stati dati i premi del concorso letterario e dell’estemporanea di pittura.
“Magie d’Autunno”- afferma il Sindaco di Biancavilla, Giuseppe Glorioso-“ rappresenta un tassello di un più ampio progetto che questa amministrazione vuole realizzare. E’ nostra convinzione che la crescita culturale, sociale ed economica passi attraverso un programma di valorizzazione delle peculiarità del territorio”.
“Quest’anno”- sottolinea l’assessore Liborio Scaccianoce-“ abbiamo introdotto due novità, ovvero un concorso letterario, ed una estemporanea di pittura e grafica. Un incentivo alla creatività, sotto lo stimolo offerto dalle bellezze architettoniche-paesaggistiche del nostro comprensorio, che possa fungere da punto di partenza e volano per il rilancio economico e culturale del territorio”.




Sergio Atanasio e Enrico Indelicato

Stagione teatrale al Bellini di Adrano - di Salvatore Santangelo


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Commedie dialettali, musica jazz e lirica, varietà con personaggi di caratura nazionale, oltre ad un concerto di capodanno: questo il ricco cartellone che ospita lo splendido scenario del Teatro Bellini di Adrano.
Un impegno fortemente voluto e portato a termine dalla “vulcanica” Marica Terranova, Assessore alla Cultura della giunta di Pippo Ferrante, che ha voluto dare al motto ispiratore del suo mandato: “La Cultura salverà Adrano”, un contenuto artistico variegato e coinvolgente di più gusti e generi.
Una rassegna, dicevamo, di tutto rispetto con ospiti del calibro di Gino Paoli, Manuela Villa, Gigi Roncato in tandem con Gigi Sammarchi, oltre al noto attore comico siciliano Enrico Guarneri, per finire alle compagnie teatrali nostrane. Tutto questo in un cartellone di 11 appuntamenti, comprendenti il musical, l’opera lirica, il jazz stellare e la commedia musicale, per finire al teatro dialettale, con il coinvolgimento delle compagnie adranite: “Efebo”, “Ciclopi”, “Senza Vergogna” e “U diri”.
Non mancheranno, le opere liriche con le due più note opere della storia di questa nobile arte: La Traviata e Il Rigoletto di Giuseppe Verdi. Infine si ripropone il Concerto di Capodanno, ormai tradizione per la comunità adranita, con l’Orchestra Filarmonica Ucraina di Lugansk diretta dal maestro Francesco Ledda.
La chicca di questa rassegna è rappresentata dall’esibizione, fuori abbonamento, del cantautore Gino Paoli con un noto gruppo dello scenario jazz italiano che interpreteranno, in chiave inconsueta, i più famosi successi dell’artista genovese.
Enrico Guarneri aprirà le commedie dialettali con “L’avaro” e subito dopo le compagnie teatrali di Adrano.


Salvatore Santangelo

Figli di un Dio minore: Cola Magghia - di Pippo Ventura

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Non era sicuramente un personaggio “pubblico”, come uno di quelli tratteggiati in queste pagine che, per un motivo o per un altro, frequentavano la piazza, o le strade del paese, no, anzi conduceva una “vita ritirata” e forse anche per questo risultava “misterioso” agli occhi di una ristretta cerchia di conoscenti interessati, coinvolti, bisognosi di improbabili aiuti che sarebbero potuti derivare dalla sua arte magica, o soltanto, divinatoria.
Cola Magghia, infatti, possedeva il “libro del cinquecento”, cosa di per se stessa da stupire i paesani che lo conoscevano, o forse non lo conoscevano bene, ma cosa ancora più stupefacente, in quel libro ci sapeva leggere, e lo sapeva interpretare, perché c’era da interpretarlo, e non era da tutti, perché il libro era scritto in latino.
Come poteva un uomo, appena alfabetizzato, leggere e capire il latino? Il fenomeno destava meraviglia e stupore presso una larga schiera di persone che avevano troppa dimestichezza con la carta stampata.
La verità è che Cola Magghia, più che tradurre, interpretava a modo suo, molto ad sensum, quello che stentatamente, riusciva a leggere, e quindi, più che al senso delle frasi, al significato delle parole, si affidava al suono di esse da cui gli astanti che ascoltavano con evidente apprensione traevano “auspici”, a secondo di quello che si aspettavano che il libro volesse far sapere, del messaggio che volesse loro comunicare. E in ciò penso che il “lettore” ci mettesse qualcosa di suo per orientare verso una o un’altra interpretazione: lui si limitava a leggere e, alla fine, ad aspergere cose, animali e persone con acqua salata aiutandosi con un ciuffo di basilico.
Poiché sono stato testimone oculare e auricolare di un intervento del nostro omino, ne scrivo con una certa cognizione di causa perché c’è da ritenere che ovunque fosse chiamato, Cola Magghia rispettasse i canoni di una consolidata ritualità.
Fu negli anni subito dopo la guerra che mia madre si ammalò di una misteriosa malattia: cominciò con un impercettibile zoppio fino ad essere costretta a trascorrere le sue giornate tra una sedia e il letto.
I medici del tempo, anche quelli di Catania, forse riuscirono a formulare una diagnosi, ma non a mettere in atto una efficace terapia.
E quando la scienza si arrende, le donne e le comari del quartiere si sentivano in obbligo di suggerire mezzi “trasversali”, terapeuti dotati di capacità ed energie provenienti dal mondo dell’occulto, che ha sempre affascinato, ed affascina tuttora, tanta gente bisognosa di aiuto che i canali ufficiali non sanno fornire.
E noi, dopo i celebri Condorelli e Francaviglia, luminari della medicina al Vittorio Emanuele di Catania, ricorremmo, tra gli altri, anche a Cola Magghia, il quale, in una serata piovigginosa, venne, lesse nel suo libro del ‘500, asperse con acqua salata la malata…e anche i sani.
Cominciavo ad assaggiare, allora i primi elementi di latino e quella sera resistetti alla tentazione di sbirciare sulla pagina che il Magghia scorreva lentamente, con i suoi occhi miopi, nascosti dietro spessi vetri, facendo sentire a stento certi suoni articolati confusamente e difficilmente interpretabili.
Per rendersi conto del meccanismo interpretativo, può bastarvi sapere che un “venit” latino, che si traduce “viene” o “venne”, indusse la zia Carmela, che era la sorella di mia nonna Pudda, ad esclamare: -Veruè…’i vini… il male risiedeva nelle vene!
Cola Magghia non confermò né smentì l’interpretazione della donna, ma quella sera le comari avevano avuto la conferma dei loro sospetti: anche nel libro del ‘500 si parlava di vene!
Mio padre non disse niente; conosceva il Magghia prima che diventasse, o fosse ritenuto, indovino e guaritore: in gioventù si erano incontrati parecchie volte nei pascoli nelle nostre campagne, con un bastone in mano, intenti a controllare i movimenti dei loro greggi, e in quelle occasioni il giovincello, gracile, mal vestito e bruciato dal sole, non aveva mai manifestato qualità “particolari”.
Un giorno, non si sa come né dove, trovò un libricino con la fodera nera, sicuramente il breviario di un vecchio prete e , probabilmente, cominciò a leggerne qualche libro che, ai suoi occhi, e agli orecchi di chi ascoltava, dovette suonare misterioso ed indecifrabile, come è il latino per chi nulla sa di declinazioni e coniugazioni, di genitivi e accusativi, di perfetti e piuccheperfetti.
Anche se in una cerchia ristrettissima di conoscenti e amici, si radicò la convinzione che quello fosse il libro del cinquecento, e, a saperlo leggere, avrebbe potuto dare la spiegazione dei moltissimi misteri che turbavano la vita degli uomini di un centinaio di anni fa, e turbano ancora quelli dei nostri tempi.
Pippo Ventura

Manifestazione a favore dell'Ospedale "Maria SS. dell'Addolorata di Biancavilla - di Sergio Atanasio


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Corteo di protesta per scongiurare il rischio chiusura dell’Nosocomio biancavillese

Una manifestazione di protesta si è svolta il 16 novembre 2008, contro il piano di rientro del deficit sanitario disposto dall’Assessore alla sanità Massimo Russo, un piano che prevede presumibilmente, un ridimensionamento dell’ASL 3 con un taglio di 595 posti per acuti su un totale di 770. Il piano di rientro oltre alla struttura ospedaliera di Biancavilla, coinvolgerebbe i presidi sanitari di Acireale, Bronte, Paternò, Giarre e Militello val di Catania. L’ospedale di Biancavilla “Maria SS. dell’ Addolorata” vanta reparti di eccellenza, come Ginecologia e Ortopedia, ed effettua circa 20 mila interventi annui, a fronte di un utenza di circa 100mila abitanti del comprensorio tra Catania ed Etna.
Il corteo dei manifestanti ha preso le mosse da piazza Roma muovendo per le vie cittadine sino all’Ospedale “Maria SS dell’Addolorata”, recando uno striscione con la scritta “Nessuno tocchi l’ospedale di Biancavilla”. Oltre ai cittadini di Biancavilla erano presenti autorità politiche, quali il deputato del PD on. Giovanni Burtone e l’assessore Rosario Paternò di Centuripe il quale ha sottolineato quanta importanza abbia l’ospedale biancavillese anche per la sua città, data la minore distanza rispetto alle strutture sanitarie di Enna; l’assessore di Adrano Marica Terranova, la quale in una dichiarazione riferisce: “Certe situazioni mi ricordano il caso dell’Ospedale di Adrano”. Il Sindaco di Biancavilla Giuseppe Glorioso, presente alla manifestazione dichiara: “Si è capito che c’è l’emergenza. Una delegazione andrà presto a Palermo per parlare con l’assessore. La battaglia non finirà sicuramente qui, ma continuerà”.
”L’Ospedale Maria SS dell’Addolorata” - ricorda il prevosto di Biancavilla don Agrippino Salerno - fu fortemente voluto da Monsignor Giosuè Calaciura, se oggi fosse in vita si opporebbe con tutte le sue forze a questo rischio chiusura”.
Alla manifestazione ha partecipato pure il deputato regionale on Nino D’Asero: “Le politiche di risparmio – ribadisce - vanno portate avanti. Ma bisogna difendere le realtà come Biancavilla. Si deve vedere con oculatezza cosa sia opportuno eliminare e cosa sia meglio integrare. Siamo convinti che la via del dialogo sia la migliore strada da percorrere per una giusta conclusione della vicenda”.
In una nota il gruppo consiliare dell’MPA di Biancavilla fa sapere: “Siamo contrari a certe strumentalizzazioni politiche su argomenti delicati come la sanità e la salute dei cittadini, queste manifestazioni assumono solo un carattere populistico per spirito di parte. Sarebbe opportuno invece dare il proprio contributo attraverso delle proposte serie nelle sedi opportune piuttosto che montare delle proteste”.
Sergio Atanasio

dalle parti degli infedeli: quando i tagli fanno male alla salute - di Enrico Indelicato

Ancora non sappiamo se l’Ospedale di Biancavilla chiuderà i battenti. Ma sono molti gli indizi che spingono a pensare che i rischi di chiusura, o almeno di forte ridimensionamento, siano reali, concreti, verosimili. Se, poi, dovessero essere sbarrati anche i reparti ospedalieri di Bronte e Paternò, avremmo un’altra, ulteriore conferma dell’incapacità della politica regionale di venire incontro alle esigenze dei cittadini e di quelli più deboli in particolare.
E’ vero, il sistema sanitario regionale è stato un pozzo di San Patrizio, sulla soglia del quale hanno offerto pessima mostra di sé generazioni di classi “dirigenti” siciliane. Soldi a palate stoltamente e dissennatamente gestiti che hanno oltretutto migliorato poco o nulla la qualità dell’assistenza ospedaliera. Periodicamente, le cronache giornalistiche ce ne danno triste conferma.
Proprio per questo nessuno intende negare la necessità di un razionale piano di eliminazione degli sperperi. Nessuno può essere così sconsiderato da pensare di continuare ad usufruire delle strutture sanitarie siciliane senza regola e discernimento, al di là delle nostre possibilità, come forse abbiamo fatto fino ad oggi.
Siamo sicuri, infatti, che esistono oggi in Sicilia reparti inutili, strutture senza utenza, nosocomi senza eccellenze. Però è forte il timore che le misure pensate per ridimensionare gli sprechi possano comportare, assieme a fondamentali benefici per le casse regionali, anche gravi contraccolpi negativi, se portassero allo smantellamento di realtà ospedaliere dignitose, oltretutto con un bacino d’utenza ampio.
E’ il caso di Biancavilla. Il nostro ospedale copre un territorio di quasi 100 mila abitanti distribuito tra le provincie di Catania e Enna. Possiede dei reparti di eccellenza, come ostetricia e ortopedia. Ha una storia importante alle spalle. La sua chiusura, dunque, per tutti questi motivi, soprattutto se dovesse avvenire contemporaneamente a quella di Paternò, sarebbe scandalosa e inspiegabile, anche perché in questo momento si stanno spendendo fondi pubblici per potenziarne il plesso nord.
Un piano di rientro convincente e saggio non può non considerare le situazioni ospedaliere caso per caso, con la giustificazione della inevitabilità dei tagli. Anche perché tagli ingiustificati e indiscriminati potrebbero spingere i malpensanti a pensare che l’obbiettivo neanche troppo nascosto del piano possa essere quello di trasformare utenti pubblici in clienti privati di strutture a pagamento. In questo caso la politica dimostrerebbe ancora una volta la propria lontananza dalle aspettative della gente, anche quando in ballo c’è il bene prezioso della salute.
enrico indelicato

SANTA MARIA DI LICODIA PROTAGONISTA DEI MOTI RIVOLUZIONARI DEL 1848 - di Alessia Varrica

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Presentati nella sala consiliare del Comune di Licodia i libri: “1848 Fatto storico degli avvenimenti criminosi in Santa Maria di Licodia nel mese di agosto” e “Il Casale del Cavaliere”

Sono stati presentati, sabato 25 Ottobre nella sala consiliare del Comune di S. M. di Licodia, una pubblicazione sui moti rivoluzionari del 1848 in questa cittadina a cura del Dott. Salvatore Rasà, Sindaco di Licodia, e il libro di Nino Scaccianoce “Il Casale del Cavaliere”.
Presenti all’incontro, oltre agli autori dei libri, il Presidente del Consiglio Comunale di Licodia, l’avv. Gigi Tambone, il Sindaco di Adrano, Pippo Ferrante, e il prof. Colonna, della facoltà di Scienze Politiche in Catania, dipartimento Scienze Storiche e Politiche.
Il testo originale del volume sui fatti di Licodia del 1848 è stato trovato, anni addietro, nella casa del Cav. Michele Leonardi Greco, già Sindaco di S. M. di Licodia dal 1892 al 1902 e finalmente oggi è stato pubblicato.
I moti rivoluzionari che divamparono in Sicilia nel 1848, e precisamente nel Comune di S. M. di Licodia, erano nati a causa di controversie per la divisione del territorio, risolte in seguito nel 1878. I cittadini parteciparono attivamente alle insorgenze, caratterizzandole con istanze legate alle esigenze locali, come si evince nel libro, edito la prima volta a Catania nel 1849.
Il documento storico, oltre a narrare e descrivere la vita di un piccolo borgo rurale della prima metà dell’800, rappresenta una testimonianza fondamentale per la conoscenza di alcuni avvenimenti accaduti nell’agosto del 1848 nel piccolo paesino. I protagonisti dei “Fatti storici di Licodia” vennero rinviati a giudizio, altri fuggirono o si diedero alla macchia, dedicandosi al brigantaggio.
Questo libro presenta alcune analogie con i “Fatti di Bronte”, accaduti dodici anni dopo, precisamente nel 1860. Quell’anno nei primi giorni di agosto scoppiò un tumulto in Bronte. Garibaldi per sedare questa rivolta mandò il generale Nino Bixio. Questi facilmente pose fine alle ribellioni facendo intervenire la commissione di guerra per attuare un rapido processo contro coloro che venivano considerati i capi. Il 9 agosto del 1860 furono sei i giustiziati: insieme ai malcapitati moriva lo spirito battagliero dei brontesi.
L’altro libro, presentato durante la serata, è quello di Nino Scaccianoce intitolato “Il Casale del Cavaliere” anch’esso legato al contesto storico e socio-economico del 1848. Il libro narra la storia d’amore difficile e piena di insidie fra Luigi e Lucia, due giovani che vissero in quel periodo di crisi.
Il libro scorrevole e di facile lettura, quindi accessibile a qualsiasi lettore, presenta, da un altro punto di vista, tutte le problematiche tipiche del 1848, di cui i cittadini licodiesi furono protagonisti.
Sia il libro sui moti rivoluzionari del 1848 che il libro di Nino Scaccianoce possono essere considerati fonti importanti per poter comprendere ciò che successe in Sicilia e rappresentano un bagaglio di vissuto popolare dei licodiesi.

Alessia Varrica

Salvatore Leo: quando la poesia si sposa con il “rigore scientifico”. - di Francesca Longo

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Il poeta biancavillese dall’animo “gentile” e con la passione per la matematica.
“…Ad ogni verso ritrovo un po’ di me riavuto dal torpore…E sono vivo.”
Una necessità, quella che muove il nostro, a mettere in musica umili parole e semplici frasi, depositarie di emozioni e di pensieri profondi, che ben si celano nell’animo umano.
Salvatore Leo vede la luce 61 primavere or sono. Fin dall’adolescenza sente l’esigenza di “comunicare” servendosi della poesia, sublime arte. Ad ispirarlo, prima fra tutte, tra le nove Muse che dimoravano fra il Parnaso e l’Olimpo, Eràto, dal capo coronato di mirti e di rose; musa della poesia lirica ed, in modo particolare, amorosa.
Per confezionare a regola d’arte le sue “creature”, trae spunto dalle cose piccole, dalle cose semplici. Riflessioni le sue, sulla vita, sull’amore, sull’amicizia, sulla morte...; ma anche moniti, che trovano “humus fertile” nella sua tenace e adamantina fede cattolica; sussurrati consigli a tutti coloro che ricercano conforto; o semplicemente “confessioni” di un animo “gentile” che si mostra, con tanto pudore, a quanti lo vogliano leggere.
A solo 25 anni partecipa e vince il “Premio Giovani Etna-Taormina”.
Milita per tantissime edizioni alla nota festa della poesia “Sciuri di mungibeddu”, polo di attrazione ormai, per tutti i poeti del territorio pedemontano etneo e di tutta la Sicilia. Nel 1999 il locale “Lions Club” gli conferisce una targa e pubblica una raccolta di poesie intitolata “Gocce di Luce”…
Il suo stile è ironico, toccante, pulito; spesso in modo burlesco usa similitudini e metafore; trova aiuto perfino nel “rigore matematico” e nelle leggi e nei teoremi che governano la geometria, pur di arrivare ad esprimere… quanto di più irrazionale esista al mondo: il sentimento.


TIMIDEZZA DELUSIONE SENZA INDICE
Nel quadrato di un binomio Dalla cima di un triangolo scaleno La tua presunzione
mi trovo prigioniero guardo giù e non ci sei è di essere capita
chi mi libererà dalla parentesi? guardo e guardo ancora e non ci sei come un libro difficile
Tu amore mio ti cerco lungo i lati senza indice.
sei brava in matematica e non ci sei Se apro una pagina
risolvi la questione che delusione! a caso
perché io ho un difetto: Amore virtuale ti arrabbi
difetto di “espressione”. il nostro è sempre stato ed io insisto
un amore in senso lato. perché
voglio leggerti.

Francesca Longo

ADRANO:“Adolescenza: affettività e sessualità” organizzato dall'associazione femminile Zest - di Sonia Petronio

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“Adolescenza: affettività e sessualità” E' stato questo il tema dell’incontro che si è svolto nei giorni scorsi a Palazzo Bianchi di Adrano organizzato dall’associazione culturale femminile Zest di Adrano con il patrocinio del comune allo scopo di promuovere iniziative per favorire il confronto sulle problematiche dell’adolescenza.
L’incontro, che ha visto la partecipazione di adolescenti, genitori ed educatori, rappresenta un momento conclusivo del dibattito tenuto lo scorso 8 Marzo in occasione della festa della donna, che poneva in evidenza la difficile e delicata questione riguardante la violenza sulla donna e possibili soluzioni, come ha dichiarato lo stesso presidente dell’associazione Zest di Adrano, Cettina Marcellino.
Relatrice dell’incontro è stata la psicologa Tina Di Primo che ha sottolineato l’importanza di prestare ascolto al mondo giovanile, e di quanto sia indispensabile inculcare al ragazzo l’assunzione di comportamenti che possono determinare un corretto vivere civile.
Durante il dibattito a cui è intervenuta anche l’ostetrica Giusy Zignale, sono stati proiettati filmati concernenti le varie fasi di mutamento propri del periodo adolescenziale.

Sonia Petronio

Valle del Simeto: "Protocollo d'Intesa per valorizzarla e tutelarla" - di Francesca Longo


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ambiente
--associazioni--
Un passo avanti per la salvaguardia del nostro ambiente.
Stipulato un “protocollo d’intesa” per valorizzare e tutelare la Valle del Simeto.
Il 27 ottobre scorso, lo splendido Palazzo Bianchi di Adrano è stato teatro di un evento singolare e sicuramente lodevole, che toccherà da vicino il nostro territorio.
L’Associazione Vivisimeto e i Comuni di Adrano, Biancavilla, Centuripe, Paternò e Santa Maria di Licodia, consapevoli che la Valle del Simeto rappresenti una risorsa di inestimabile valore, si sono seduti attorno ad un tavolo, sottoscrivendo un “Protocollo d’Intesa”, per l’individuazione e la realizzazione di iniziative, finalizzate alla tutela, alla valorizzazione e alla promozione della stessa.
In vista di un armonico sviluppo socio-economico dei Comuni, che si affacciano sulla vallata, recita il Protocollo “… occorrerà promuovere iniziative economiche che nel rispetto dell’ecosostenibilità, diano rinnovato impulso al settore agroalimentare, artigianale e turistico”.
I firmatari del documento si sono impegnati ad esercitare la massima attenzione e la massima vigilanza sul territorio in questione, al fine di raggiungere: un corretto e continuo funzionamento dei depuratori, per prevenire e/o eliminare opere abusive e per eliminare microdiscariche diffuse.
Indispensabile diventerà, a tal fine, lavorare di concerto con le realtà sociali, economiche ed ambientaliste dei Comuni (presenti in sala anche i rappresentanti delle associazioni di categoria). A conclusione dell’incontro è stata richiesta a “gran voce” l’istituzione di un “Osservatorio permanente” che monitori i problemi, le risorse e le opportunità di finanziamenti per l’area e proponga la realizzazione di un “Parco Fluviale del Simeto”.
Per Biancavilla, in rappresentanza del Sindaco, c’era l’Assessore alla Pubblica Istruzione Pietro Cannistraci, impegnato da sempre sul fronte dell’ambientalismo e della salvaguardia del territorio:”…La Sicilia è la California d’Europa”- asserisce il nostro- “La firma di oggi deve essere solo un punto di partenza. Auspico che, muovendo dall’iniziativa del Parco fluviale del Simeto, si possa dar vita ad un pacchetto turistico e gastronomico, che faccia diventare il nostro territorio un polo di attrazione per turisti, provenienti da ogni luogo; consequenziale sarà una maggiore ricchezza e la creazione di nuovi posti di lavoro”.

Francesca Longo



Adrano festeggia la Virgo Fidelis, protettrice e Patrona dell'Arma dei Carabinieri - diMatteo Laudani



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La famiglia dell’Arma torna ad unirsi in onore dei festeggiamenti della sua Patrona, la Virgo Fidelis. Ad Adrano, lunedì 24 novembre, i festeggiamenti si sono svolti nella Chiesa Santa Maria Degli Angeli, dove Padre Giovanni Turrisi ha officiato la Santa Messa, animata dalla GiFra di Adrano.
Nel corso dell’omelia varie volte è stataorni 24 novembrei,. munale di Paternò.o intonato sottolineata l’importanza della dedicazione alla Santa Madre di Dio e del compito dei Carabinieri nel sociale. Ad organizzare la serata l’Associazione Nazionale Carabinieri di Adrano, presenziata dal Presidente Angelo Montalto.
Oltre ai Carabinieri in servizio e a quelli dell’Associazione in congedo, al Vice-comandante della Stazione di Adrano Maresciallo Cairone, hanno partecipato alla solenne festa una delegazione dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia e il Sindaco di Adrano Pippo Ferrante.
Da notare anche la presenza del giovane figlio del Maresciallo Giuseppe Vittorio, ex comandante della Stazione di Adrano, venuto a mancare recentemente. A rendere omaggio alla cerimonia anche il Comandante della Compagnia di Paternò Antonio Maione che, alla fine della S. Messa ha voluto ringraziare tutti i presenti. Nel suo discorso ha voluto esaltare il valore della "fedeltà" che ogni Carabiniere sente e vive quotidianamente nell'adempimento dei propri doveri al servizio della collettività, spesso fino all'estremo sacrificio della propria vita, come per i grandi gesti storici ed eroici della
battaglia di Culqualber, dove un intero Battaglione soccombé, combattendo fino all’ultimo uomo, davanti alle forze Inglesi e del Vice Brigadiere Salvo D’Acquisto che donò la sua vita salvando 22 prigionieri innocenti.
Momenti veramente intensi quando alla fine della funzione religiosa è stata letta la preghiera alla Virgo Fidelis, dopo l’esecuzione de Il Silenzio per opera della Banda Comunale di Paternò.
Un rinfresco offerto dall’Anc di Adrano ha chiuso la serata in onore della Virgo Fidelis, Patrona dei Carabinieri.
Matteo Laudani

Intervento radicale sulle strade della Provincia - di Sonia Petronio

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«La sicurezza sulle strade è da sempre stata uno degli obiettivi prioritari di questa Amministrazione - ha dichiarato il presidente Castiglione -. Siamo la prima Provincia, in Sicilia ed in Calabria, ad aver redatto un piano di manutenzione e di ammodernamento della propria viabilità. Abbiamo lavorato tutti moltissimo per presentare il piano in tempi celeri ed ottenere i fondi, e questo rappresenta senz’altro un grande risultato politico e un segnale di operatività.
Oltre le somme già assicurate – ha aggiunto il presidente – la Provincia chiede inoltre che vengano liberate le altre risorse previste dal Por 2000-2006, affinché si restituisca piena dignità alla rete stradale provinciale ma, soprattutto - ha concluso Castiglione – sicurezza e tutela ai nostri cittadini».
Ammonta a 9 milioni e 450 mila euro la prima delle tre trance, che complessivamente sarà di 52,50 milioni di euro, assegnati alla Provincia di Catania dal ministero alle Infrastrutture, per l’ammodernamento e potenziamento della viabilità secondaria.
A dare la notizia il presidente dell’Amministrazione provinciale, Giuseppe Castiglione, che nel corso della conferenza stampa ha evidenziato i passaggi salienti che consentiranno di intervenire con opere definitive su un’ampia fetta della rete stradale provinciale con i fondi assegnati dal ministero, e per la manutenzione ordinaria attivando ulteriormente i lavoratori della Pubbliservizi.
Il Piano prevede opere distribuite nelle varie Aree: Metropolitana 500 chilometri, Jonica 300 chilometri, Pedemontana 200 chilometri e del Calatino 1.150 chilometri.

Sonia Petronio

Non solo moda al Teatro Bellini di Adrano - di Roberto Coco

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Un viaggio itinerante nel mondo dell’abito da sposa





Si terrà la prossima domenica 21 dicembre al Teatro Bellini di Adrano la Terza Edizione di “Moda a Teatro”. La kermesse nasce da un’idea di Diego Caltabiano insieme all’amico inseparabile Luca Bivona e rappresenta un’opportunità per le aziende di mettere in mostra le proprie creazioni all’interno del Teatro Bellini; si potrebbe definire il lavoro di un anno che viene messo in vetrina pochi giorni prima di Natale.
Ogni anno – spiega Diego Caltabiano – si è cercato di apportare delle novità, l’evento di quest’edizione sarà “Moda a Teatro Speciale Sposa”, sarà una serata dedicata al mondo della sposa e a quest’abito che riesce a regalare sempre grnadi emozioni. La manifestazione, infatti, è realizzata in sinergia con l’azienda adranita delle “Gemelle Donato”, una firma nota nel campo della moda sposa in Sicilia e nel resto d’Italia. Si tratterà di un viaggio itinerante che partirà dagli anni ’50 fino ai giorni nostri, per mostrare com’è cambiato lo stile della sposa nel corso del tempo. Un salto nel passato durante il quale vi saranno momenti di cultura, musica, danza e intrattenimento. Questi, dunque, saranno gli ingredienti di “Moda a Teatro 2008”. Quest’anno, inoltre, nell’ambito della manifestazione si terrà la Seconda Edizione del “Premio Città di Adrano” che sarà assegnato a coloro che sono riusciti a rendersi protagonisti nella propria attività.
Ancora una volta “Moda a Teatro” è stato realizzato grazie al contributo importante e puntuale delle aziende presenti sul territorio che anche quest’anno – tiene a precisare Diego Caltabiano – non hanno fatto mancare il proprio sostegno alla manifestazione. I ringraziamenti vanno, inoltre, all’Amministrazione Comunale nella persona dell’Ass. alla Cultura avv. Marica Terranova e alla Provincia Regionale di Catania nella persona dell’Ass. dott. Giovanni Bulla.
Per quanto riguarda “Moda a Teatro” – continua Diego Caltabiano – l’obiettivo è portare tale manifestazione in altri due splendidi teatri della Sicilia, il Teatro Massimo Bellini di Catania e il Teatro Massimo di Palermo.
Relativamente alla sua attività televisiva, invece, dopo il programma “Tutto il lotto minuto per minuto” su Telecolor Italia 7, che lo ha reso noto in tutta la Sicilia, da quattro anni ha lanciato una scommessa su “Video Mediterraneo” che si chiama “Controsterzo Motori”, al quale lo scorso anno è stato assegnato, come miglior programma sportivo dell’anno, il riconoscimento giornalistico “Premio Sicilia”.


Roberto Coco

UNO SPAZIO AL CENTRO DI ADRANO DA POTER RIUTILIZZARE - di Angelo Abbadessa e Salvatore Santangelo


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E’ di qualche mese fa la notizia dell’approvazione, da parte della Giunta Regionale, del decreto di scioglimento dell’ESA (Ente Sviluppo Agricolo).
Con lo scioglimento di questo ente, va via un altro carrozzone della Regione Siciliana che, come afferma l’Assessore Giovanni La Via: “Ha esaurito le proprie funzioni già da tempo. Quando fu istituito doveva occuparsi di riforma agraria, prestiti agevolati per gli agricoltori, trivellazione di pozzi ed altre attività, che oggi vengono esercitate da altri soggetti”.
L’ESA è nato esattamente nel 1954 e contava circa 1500 dipendenti, ora poco più di 500: alcuni dei quali andranno in pre-pensionamento mentre altri saranno collocati in altri rami della Regione. Ci sono pure 500 “trattoristi” senza trattori, con contratti stagionali, che percepiscono ancora uno stipendio. Alla faccia degli sprechi!
Questo Ente è proprietario di diversi immobili e palazzi distribuiti nei maggiori centri della Sicilia, uno dei quali si trova ad Adrano, nella centralissima Via C. Marx, con entrata da Via B. Buozzi al civico n. 11.
Il magazzino ha fatto da base per molti decenni, ai tecnici dell’ESA, che operavano ad Adrano, come supporto e assistenza tecnica nella pratica della “fumigazione” per le piante di arancio (le piante infatti venivano coperte con dei teloni e all’interno veniva trasformato un gas venefico, il calciocianammide che serviva a uccidere i parassiti). Pratica ormai abbandonata da tempo, anche perché bandita per motivi di ordine sanitario e tutela della salute degli operatori. L’immobile giace lì, ormai da decenni, senza che nessuno ne curi la manutenzione a scapito della sua stabilità (infatti è di qualche giorno fa il crollo di calcinacci, molto pericolosi per l’incolumità dei passanti).
Quale sarà, viene spontaneo chiedersi, il destino di questo stabile?
Perché non cominciare a pianificare adesso quello che potrebbe essere il suo futuro destino, alla luce di un possibile utilizzo, da parte dell’Ente Comune,
e pensare alla possibilità di poter rilevare l’immobile?
Uno spazio nel cuore di Adrano, con l’Amministrazione Comunale alla ricerca di spazi da poter utilizzare per la pubblica fruizione di alcuni servizi (in quanto si avvale al momento locali in affitto), diventa veramente interessante un probabile acquisto o altra forma (comodato d’uso) di questa centrale area.
In essa si potrebbe definitivamente sistemare la Biblioteca Comunale (oggi in locali che costano alla comunità fior di quattrini), oppure l’Archivio Storico del Castello Normanno (ancora alla ricerca di uno spazio per ospitarlo) oppure destinarlo alla realizzazione di spazi per i giovani, come centro di aggregazione o per altre iniziative indispensabili alla comunità.
Fra l’altro la sua utilizzazione pubblica eviterebbe che l’area cada irrimediabilmente in mano agli speculatori privati, che la sfrutterebbero per mero guadagno personale.

Angelo Abbadessa e Salvatore Santangelo

Il trittico del nostro pittore Angelo La Naia aspetta di essere riportato a Palazzo Bianchi - di Angelo Abbadessa

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Il restauro di un bene architettonico, qual è il Palazzo Bianchi, comporta non solo di riportare l’opera, per quanto è possibile, allo stato originario, ma anche di riportare all’interno le opere artistiche che sono state commissionate proprio per abbellire il salone che per molti decenni ha avuto la funzione di sala consiliare.
Specificatamente ci riferiamo al trittico di Angelo La Naia, che possiamo definire il migliore pittore e scultore adranita della prima metà del secolo XX.
Forse un po’ di storia cittadina, non poi molto lontana nel tempo, è bene portarla a conoscenza dei giovani amministratori.
Le tre tele che addobbavano la sala consiliare di Palazzo Bianchi furono commissionate, molto probabilmente, dalle autorità comunali adranite, in età pre fascista, per adornare l’aula consiliare le cui pareti erano disadorne.
Il trittico si compone di una tela (m.2 x m.4) “Scampagnata presso lo stagno”.
Predomina come sfondo uno stagno, mentre in primo piano si evidenziano scuri tronchi di alberi. A destra un gruppo di tre fanciulle appena coperte da un mantello; a sinistra occupa la scena una donna nuda seduta di spalle assieme ad un fanciullo; nel centro primeggia un giovane nell’atto di contemplare le tre fanciulle. Quindi una vera scena idilliaca.
La seconda tela (m.1 x m.2) può essere denominata “Seduzione ed Abbandono”.
Prato verde, cielo cupo e pochi alberi occupano il primo piano della scena, mentre sullo sfondo si notano delle colline illuminate dal sole che tramonta. La coppia raffigurata è rappresentata in intensa intimità; lui (la seduzione) offre ancora vino a lei che già ha in mano un bicchiere colmo di vino in pieno stato di abbandono.
Il terzo quadro “Dopo l’amore” (m.1 x m. 2) ci ripropone lo stesso paesaggio del precedente; il giovane seduto di spalle, vestito, suona il flauto, mentre la fanciulla è assopita. Si può considerare come l’episodio successivo al precedente.
Ritorna sempre attuale il detto: “se non consci il tuo passato non puoi pensare al futuro”.
Le notizie sono state rilevate dalla pubblicazione “Personaggi Adraniti” di Saro Franco, pubblicato dalla Proco di Adrano con il contributo dell’Amministrazione comunale. (Anno 2002 Tipografia. Ricca - Adrano).

Angelo Abbadessa

Le Allergie - di M. Grazia Aurora Leonardi

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Continuando l’argomento trattato nello scorso numero, del “sistema immunitario”, parleremo delle allergie, quelle che vengono definite “le patologie del sistema immunitario”.
Le allergie possono essere definite come “risposta esagerata del sistema immunitario in seguito al contatto con sostanze che l’organismo ritiene estranee (non self) e quindi dannose”. Vi è cosi, circa, il 15 % di soggetti che, a contatto con sostanze definite antigeni o allergeni come pollini, acari della polvere, peli di animali domestici, alcuni alimenti, farmaci e veleni d’insetti, producono in maniera esagerata anticorpi appartenenti alla classe delle IgE delle immunoglobuline del nostro bagaglio immunologico. Queste reazioni dette IgE-mediate sono le principali affezioni croniche dell’infanzia e dell’adolescenza. Le IgE si ritrovano sia libere nel sistema circolatorio del nostro organismo (plasma) sia legate ad alcuni globuli bianchi e precisamente i basofili e i mastociti. Quando un allergene penetra nell’organismo, si ha la liberazione di sostanze chimiche tra cui la più importante è l’istamina che provoca diverse manifestazioni come orticaria, riniti, congiuntivite, asma bronchiale, sindromi gastro-enteriche ecc. Esiste una predisposizione genetica ereditaria che associata a cause ambientali, può indurre il manifestarsi delle malattie allergiche.
I pollini rappresentano gli allergeni inalanti più importanti e danno una sintomatologia stagionale limitata nel tempo;
Gli allergeni alimentari come latte uova, cereali pesci frutta nocciole ecc., danno principalmente manifestazioni a carico dell’apparato digerente (dolore addominale, diarrea ecc.) o della cute (orticaria). Fra le allergie alimentari sono comprese pure l’allergia al nichel e la celiachia. La prima è un’allergia non IgE mediata dovuta a un’immunoreazione cellulare di cui il nichel è il principale agente eziologico e che causa la “sindrome sistemica da allergia al nichel”. Si tratta di una serie di reazioni cutanee simili all’orticaria, accompagnate da altri disturbi come cefalee, meteorismo, stipsi ecc., si manifesta principalmente in alcune categorie professionali come parrucchieri, sarti, metalmeccanici ecc, ma essendo il nichel largamente presente in natura, colpisce molti individui.
La celiachia è anch’essa una reazione avversa di tipo immunologico a un solo tipo di cibo: il grano e i suoi parenti (segale orzo e avena). Essa può essere considerata un’intolleranza alimentare, un’allergia alimentare e anche una malattia autoimmune. Si manifesta sia per fattori genetici che ambientali. I sintomi sono vari ma principalmente sono rappresentati da dolori addominali, vomito, diarrea, scarso accrescimento nei bambini, astenia, anemia, cefalee ecc. E’ necessario per il celiaco eliminare dalla dieta il glutine presente in diversi alimenti utilizzando alternative alimentari.

TEST DI LABORATORIO

Per valutare una possibile allergia si ricorre a diversi test.
I principali sono:
1) prick test che viene eseguito ponendo alcune gocce di allergene sulla cute appena graffiata ed osservando le reazioni
2) prist test con cui si dosano le Ige totali nel sangue
3) rast test con cui si dosano le Ige specifiche

per le allergie alimentari sono utilizzati anche i test di eliminazione e reintroduzione di un alimento per cui si sospetta allergia.
Per la diagnosi di celiachia è indispensabile il dosaggio degli anticorpi anti-gliadina associati al dosaggio degli anticorpi anti.endomisio e delle Trasnglutaminasi, seguito, in caso di positività di queste analisi, da esame bioptico del sito digerente.
INFORMAZIONI

La statistica dei dosaggi eseguiti nel nostro studio di analisi ha evidenziato le seguenti percentuali:
su 100 pazienti testati per IgE specifiche sono risultati positivi:

1) alla paritaria il 12%
2) alle graminacee il 7%
3) alle polveri di casa il 6 %
4) all’olivo il 6%
5) alle pesche il 5%
6) alla lattoalbumina il 4%
7) ai mix alimenti il 4%

M. Grazia Aurora Leonardi
D. S. TIELLE DIAGNOSTYC