I giovani del comprensorio in sella ai loro motorini e .... senza casco
Com’è noto ormai da tempo il casco non è più un optional per chi ama muoversi con i mezzi a due ruote: sono passati circa 15 anni da quando si poteva considerarlo ancora tale.
Dal 18 Luglio 1986, infatti, l’uso del casco è divenuto obbligatorio per i minorenni alla guida di ciclomotori, e per i centauri alla guida di veicoli oltre i 50 c.c. (centimetri cubi) di cilindrata. Da allora di strada ne è stata fatta e le statistiche hanno rivelato una diminuzione del tasso di mortalità del 25%, anche se i dati “hanno confessato” una certa lacunosità nella normativa di sicurezza stradale.
Proprio per questo motivo, l'11 Novembre 2000, il Parlamento ha votato un disegno che imponesse l'obbligatorietà per tutti di indossare il casco alla guida di qualsiasi ciclomotore.
Secondo i dati diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero dei Lavori Pubblici, nei primi 8 mesi di vigenza della nuova normativa, il casco ha salvato quasi 200 vite e ridotto di quasi 9 mila i ricoveri in ospedale.
Sulla validità della disciplina in questione non c’è nulla da dire, ma i dati restano comunque allarmanti, e non è un caso. Sono ancora tanti, forse troppi, infatti, i giovani e i meno giovani che si mostrano riluttanti all’utilizzo del casco e, il più delle volte, per motivi davvero banali.
Accanto a chi pensa che il casco sia “roba da sfigati”, c’è però anche chi, del casco, ne ha fatto un buon amico, consapevole della sua grande utilità in termini di sicurezza stradale e, perché no, anche di risparmio economico visto che le multe per i trasgressori possono risultare anche molto salate.
Chi, infatti, viene”beccato” alla guida di un qualsiasi mezzo a due ruote senza casco “è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 68,25 a euro 275,10”, come recita l’art. 171 del Codice delle Strada.
Lo stesso articolo, inoltre, prescrive che “alla sanzione pecuniaria amministrativa, consegue il fermo amministrativo del veicolo per trenta giorni” (Art.171 comma 3 c.d.s.)
Facendo un giro per Adrano non è difficile farsi un’idea di come vadano le cose nelle strade della nostra città. Decine e decine di giovani, tutti tra i 16 e i 25 anni, in sella ai loro motorini e … senza casco.
Troppo pochi, invece, quei ragazzi che “hanno messo la testa a posto”!
Sembra che manchi un’educazione minima che riesca ad attirare l’attenzione verso un corretto comportamento sulla strada che riguarda, come detto, gli appassionati delle due ruote, si pensi ai 45.471 incidenti del 2006 (dati ISTAT) con elevati tassi di mortalità, ma anche gli automobilisti, che avrebbero bisogno, anche loro, di una bella “tiratina d’orecchie” per quel che riguarda l’uso della cintura di sicurezza.
E se questa educazione manca davvero, forse è il caso di promuoverla, o forse sarebbe meglio dire di “inculcarla”. Non sarà mai abbastanza quello che si può fare per evitare che tanti ragazzi rimangano vittime della strada per non aver mai “imparato” a compiere un gesto tanto semplice quanto vitale: quello di mettere il casco.
Proprio per questo motivo, l'11 Novembre 2000, il Parlamento ha votato un disegno che imponesse l'obbligatorietà per tutti di indossare il casco alla guida di qualsiasi ciclomotore.
Secondo i dati diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero dei Lavori Pubblici, nei primi 8 mesi di vigenza della nuova normativa, il casco ha salvato quasi 200 vite e ridotto di quasi 9 mila i ricoveri in ospedale.
Sulla validità della disciplina in questione non c’è nulla da dire, ma i dati restano comunque allarmanti, e non è un caso. Sono ancora tanti, forse troppi, infatti, i giovani e i meno giovani che si mostrano riluttanti all’utilizzo del casco e, il più delle volte, per motivi davvero banali.
Accanto a chi pensa che il casco sia “roba da sfigati”, c’è però anche chi, del casco, ne ha fatto un buon amico, consapevole della sua grande utilità in termini di sicurezza stradale e, perché no, anche di risparmio economico visto che le multe per i trasgressori possono risultare anche molto salate.
Chi, infatti, viene”beccato” alla guida di un qualsiasi mezzo a due ruote senza casco “è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 68,25 a euro 275,10”, come recita l’art. 171 del Codice delle Strada.
Lo stesso articolo, inoltre, prescrive che “alla sanzione pecuniaria amministrativa, consegue il fermo amministrativo del veicolo per trenta giorni” (Art.171 comma 3 c.d.s.)
Facendo un giro per Adrano non è difficile farsi un’idea di come vadano le cose nelle strade della nostra città. Decine e decine di giovani, tutti tra i 16 e i 25 anni, in sella ai loro motorini e … senza casco.
Troppo pochi, invece, quei ragazzi che “hanno messo la testa a posto”!
Sembra che manchi un’educazione minima che riesca ad attirare l’attenzione verso un corretto comportamento sulla strada che riguarda, come detto, gli appassionati delle due ruote, si pensi ai 45.471 incidenti del 2006 (dati ISTAT) con elevati tassi di mortalità, ma anche gli automobilisti, che avrebbero bisogno, anche loro, di una bella “tiratina d’orecchie” per quel che riguarda l’uso della cintura di sicurezza.
E se questa educazione manca davvero, forse è il caso di promuoverla, o forse sarebbe meglio dire di “inculcarla”. Non sarà mai abbastanza quello che si può fare per evitare che tanti ragazzi rimangano vittime della strada per non aver mai “imparato” a compiere un gesto tanto semplice quanto vitale: quello di mettere il casco.
Marco Bua