martedì 11 novembre 2008

Edyta Grzegorczyk: un’artista venuta da lontano. di Roberto Coco




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Incontro con la pittrice polacca autrice dei dipinti di Palazzo Bianchi
Spesso guardare un’opera artistica di inconsueta bellezza ci provoca un particolare stato d’animo difficile da spiegare e finiamo per chiederci come sia possibile che un essere umano riesca a descrivere con un’armonia disarmante anche episodi lontanissimi nel tempo.
Credo sia questa la sensazione che si provi trovandosi di fronte ai magnifici dipinti di Palazzo Bianchi, realizzati da Edyta Grzegorczyk, artista polacca residente in Italia dal 1994.
Edyta Grzegorczyk inizialmente è vissuta a Deruta (Umbria), un centro medievale di ceramica artistica per poi trasferirsi nel 2003 ad Adrano nella quale risiede tuttora. Il suo amore per la pittura l’ha portata nel 1995 a conoscere il maestro Cirino Rapisarda il quale, rimasto subito colpito dal suo grande talento, costituì una presenza fondamentale nella sua esperienza artistica e un grande amico. Durante la sua carriera Edyta Grzegorczyk ha dipinto diverse opere destinate ad abbellire le collezioni private dei committenti provenienti da tutto il mondo, soprattutto dall’Australia, dal Giappone e dagli Stati Uniti.
Nel 1998 ha cominciato a lavorare la ceramica, una tecnica artistica risalente a circa 10000 anni fa e da sempre ritenuta una delle “Arti Maggiori” tanto da divenire un elemento d’arredo utilizzato per abbellire i palazzi più lussuosi. La ceramica – spiega l’artista – è anche una scommessa poiché, per il tipo di produzione da cui è caratterizzata, ogni pezzo diventa unico e irripetibile e destinato a rimanere inalterato nei secoli.
Nel corso degli anni dedicati alla lavorazione della ceramica Edyta Grzegorczyk ha realizzato diverse opere tra le quali una “Via Crucis” e un ritratto di S. Josè Maria Escriva contenuti nell’omonima chiesa a Roma.
La sua opera maggiore è sicuramente costituita dalle raffigurazioni in ceramica che adornano le pareti del nostro Palazzo Bianchi; un’opera di cui va orgogliosa e che l’ha impegnata totalmente durante i quattro mesi in cui è stata realizzata. I pannelli rappresentano episodi della storia e della mitologia del nostro paese ( “La battaglia di Adrano” ), personaggi della nostra tradizione ( “Gli antichi mestieri” ) angoli suggestivi della nostra città e i nostri monumenti più rappresentativi, elementi religiosi ( “Le tre virtù teologali” e “Le quattro virtù cardinali” ) sviluppandosi su un filone tematico che tiene conto dell’antica e della nuova destinazione degli ambienti di Palazzo Bianchi.
Attualmente Edyta Grzergorczyk non ha progetti per il futuro, le piace sperimentare ed affrontare nuove esperienze, sicuramente continuerà a dedicarsi alla pittura pronta ad affrontare la prossima sfida che gli si presenterà con l’entusiasmo e la voglia di non mollare mai che le ha trasmesso Cirino Rapisarda.
A chi gli chiede “cos’è l’arte “ risponde che non si può dare una definizione di essa; l’arte è una sensazione, è qualcosa che ti ferma e ti fa riflettere, è nella creatività e nella voglia di fare; per questo non bisogna smettere mai di amarla e di viverla come una passione.

Roberto Coco