mercoledì 8 aprile 2009
martedì 7 aprile 2009
Adrano: “Il dramma dell’Europa senza Cristo” - di Sergio Atanasio
turacul turacul
Presentata a Palazzo Bianchi una conferenza sui temi del relativismo culturale che investono la società europea
L’associazione culturale “Incontro” di Adrano, ha organizzato il 13 Marzo scorso una conferenza di presentazione di uno del libro dal titolo “Il dramma dell’Europa senza Cristo: il relativismo europeo nello scontro di civiltà” scritto dal sociologo e storico delle religioni Massimo Introvigne, fondatore e direttore del CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni,
Presso i locali di Palazzo Bianchi ad Adrano, erano presenti oltre al prof Introvigne, il direttore di Blocnotes, Nino Reina, Mons. Alfio Reina, vicario foraneo della città di Adrano, e Ferdinando Raffaele, in qualità di moderatore della conferenza.
La relazione del prof. Introvigne si è sviluppata nell’analisi di tre temi fondamentali del dibattito culturale, religioso e politico : la debolezza dell’Europa di fronte alle relazioni internazionali; la separazione tra politica e morale; suicidio demografico.
Di fronte ad una classe politica europea, la quale ha manifestato più volte un certa “sufficienza” nella considerazione che nonostante i problemi evidenti riscontrati nel continente, tuttavia si vive nella migliore delle società possibili, il Papa Benedetto XVI ha sottolineato, al contrario che il continente europeo è sul punto di “congedarsi dalla Storia”. La perdita delle proprie radici, in particolari di quelle cristiane, difatti è la costatazione di una perdita della propria identità, cioè una forzata volontà a non riconoscere un fatto che è storico prima che culturale. Come conseguenza di questa tendenza si assiste ad un processo di separazione tra politica e morale, ma come chiarisce Benedetto XVI, sarebbe più opportuno parlare di scissione tra la Legge e la Morale. Mentre un tempo la legge era intesa come uno sforzarsi di discernere secondo la retta ragione, la regola che favorisce il bene comune, oggi lo Stato è diventato un “notaio” che osserva la società, insegue il “fatto” e lo regola. L’attività del legislatore in questo senso, se è autonoma dalla Chiesa non lo è dalla morale.
Ricordando il discorso di Ratisbona di Benedetto XVI, il prof Introvigne ha continuato mettendo in luce il processo di “deellenizzazione” vissuto dall’ Europa in alcune fondamentali tappe della sua Storia; da Lutero, che definiva la ragione come “la prostituta del demonio”, si giunge alla fase dell’illuminismo, che paradossalmente, benché esaltasse la Ragione, tuttavia la piegava non al reale secondo l’attitudine ellenica appunto, ma secondo una strumentalità legata all’utile. Una ragione strumentale, quindi che ha alimentato le ideologie del XX secolo, il crollo delle quali ha lasciato un vuoto e una mancanza di appigli razionali che sfocia necessariamente in una forma di nichilismo e sfiducia disperata. Pertanto nell’odierno dibattito culturale, paradossalmente, Benedetto XVI i segnala come il massimo testimone per la Ragione e non solo per la Fede.
Il terzo punto sviluppato nel corso del dibattito è definito “suicidio demografico”, e si lega oggettivamente al problema dell’immigrazione al cui causa non può non ravvisarsi su un evidente calo demografico e sulla costatazione che in Europa, ed in particolare in Italia la fecondità delle donne, si è drasticamente abbassata rispetto ad altri paesi del globo terrestre. Di fronte a questo problema, il Papa tenta di individuarvi le ragioni morali, e le riconosce in tre aspetti: Una sfiducia nel futuro, una sfiducia nella capacità di educare figli, ed il terzo aspetto è una crisi “metafisica” di senso, cioè una sfiducia nell’Essere stesso.
Presso i locali di Palazzo Bianchi ad Adrano, erano presenti oltre al prof Introvigne, il direttore di Blocnotes, Nino Reina, Mons. Alfio Reina, vicario foraneo della città di Adrano, e Ferdinando Raffaele, in qualità di moderatore della conferenza.
La relazione del prof. Introvigne si è sviluppata nell’analisi di tre temi fondamentali del dibattito culturale, religioso e politico : la debolezza dell’Europa di fronte alle relazioni internazionali; la separazione tra politica e morale; suicidio demografico.
Di fronte ad una classe politica europea, la quale ha manifestato più volte un certa “sufficienza” nella considerazione che nonostante i problemi evidenti riscontrati nel continente, tuttavia si vive nella migliore delle società possibili, il Papa Benedetto XVI ha sottolineato, al contrario che il continente europeo è sul punto di “congedarsi dalla Storia”. La perdita delle proprie radici, in particolari di quelle cristiane, difatti è la costatazione di una perdita della propria identità, cioè una forzata volontà a non riconoscere un fatto che è storico prima che culturale. Come conseguenza di questa tendenza si assiste ad un processo di separazione tra politica e morale, ma come chiarisce Benedetto XVI, sarebbe più opportuno parlare di scissione tra la Legge e la Morale. Mentre un tempo la legge era intesa come uno sforzarsi di discernere secondo la retta ragione, la regola che favorisce il bene comune, oggi lo Stato è diventato un “notaio” che osserva la società, insegue il “fatto” e lo regola. L’attività del legislatore in questo senso, se è autonoma dalla Chiesa non lo è dalla morale.
Ricordando il discorso di Ratisbona di Benedetto XVI, il prof Introvigne ha continuato mettendo in luce il processo di “deellenizzazione” vissuto dall’ Europa in alcune fondamentali tappe della sua Storia; da Lutero, che definiva la ragione come “la prostituta del demonio”, si giunge alla fase dell’illuminismo, che paradossalmente, benché esaltasse la Ragione, tuttavia la piegava non al reale secondo l’attitudine ellenica appunto, ma secondo una strumentalità legata all’utile. Una ragione strumentale, quindi che ha alimentato le ideologie del XX secolo, il crollo delle quali ha lasciato un vuoto e una mancanza di appigli razionali che sfocia necessariamente in una forma di nichilismo e sfiducia disperata. Pertanto nell’odierno dibattito culturale, paradossalmente, Benedetto XVI i segnala come il massimo testimone per la Ragione e non solo per la Fede.
Il terzo punto sviluppato nel corso del dibattito è definito “suicidio demografico”, e si lega oggettivamente al problema dell’immigrazione al cui causa non può non ravvisarsi su un evidente calo demografico e sulla costatazione che in Europa, ed in particolare in Italia la fecondità delle donne, si è drasticamente abbassata rispetto ad altri paesi del globo terrestre. Di fronte a questo problema, il Papa tenta di individuarvi le ragioni morali, e le riconosce in tre aspetti: Una sfiducia nel futuro, una sfiducia nella capacità di educare figli, ed il terzo aspetto è una crisi “metafisica” di senso, cioè una sfiducia nell’Essere stesso.
Sergio Atanasio
La Psichiatria incontra l’Ospedale: dalla consultazione alla collaborazione - di Francesca Longo
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assistenza multidisciplinare, a “tutto tondo”
Si è tenuto sabato 14 marzo, presso “l’Auditorium U.O.C. di Medicina fisica e riabilitazione” del Presidio Ospedaliero di Biancavilla, il meeting che ha suggellato il felice sodalizio fra il Dipartimento della Salute Mentale di Adrano-Bronte e il Presidio Ospedaliero di Biancavilla.
Un’iniziativa che non vuole di sicuro illudere nessuno, promettendo “la luna” o la soluzione di tutti i problemi, né tanto meno “patologizzare” tutta la popolazione, ma un gioco di squadra invece che si propone di offrire un servizio diverso dal solito, mettendo al centro il paziente e la sua salute a “tutto tondo”.
“La giornata di oggi serve a confrontarci con i colleghi di altre discipline che lavorano all’interno dell’Ospedale e soprattutto con i colleghi di Medicina Generale, oggi presenti in sala in modo massiccio – ha affermato il dott. Carmelo Florio, Direttore della Salute Mentale di Adrano-Bronte, promotore della lodevole liaison nonché solerte organizzatore della giornata - Questo perché il problema della psichiatria e delle malattie che noi trattiamo attraversa in modo trasversale i reparti di Medicina, di Ginecologia, di Fisiatria, Ortopedia… Nei vari reparti, difatti, è dato ritrovare un buon 30% di soggetti con patologie di tipo psichiatrico”.
Dopo i saluti della dott.ssa Maria Di Franco, Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero e del dott. Tommaso Federico, Capo Settore della Salute Mentale, le notizie interessanti del Direttore Generale dell‘ASL3, dott. Antonio Scavone: “Un’importantissima pagina di umanizzazione della sanità quella di oggi, mentre a Palermo si sta per approvare la “Riforma della Sanità”, un fatto storico (la precedente fu approvata nel ’94). Molto probabilmente quella che ora chiamiamo Azienda Unità Sanitaria Locale a breve verrà chiamata “Azienda Sanitaria Provinciale”.
In sala presente anche la dott.ssa Sciacca, Direttore Sanitario Aziendale ASL 3.
A fare da moderatore ai continui ed incalzanti interventi il dott. Salvuccio Furnari, che ha parlato di “inizio di una nuova cultura all’interno del Dipartimento, non solo sinergia fra i diversi operatori ma attenzione per le necessità e i bisogni dell’utenza”.
Interessanti le relazioni dettagliate e puntigliose a firma del dott. Florio (Presentazione dell’èquipe multiprofessionale), della dott.ssa Grazia Sinatra (Ansia e disturbi dell’umore: dal riconoscimento al trattamento), del dott. Santo Daniele, Primario di medicina generale all’Ospedale di Biancavilla e di Paternò (Ansia e depressione: frequenti fattori di comorbilità nelle patologie organiche) della dott.ssa Fabiola Galvani, dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia (Ansia e paure in ostetricia e ginecologia) e del dott. Giuseppe Scaglione, Primario dell’U.O.C. di Medicina fisica e riabilitazione (Stroke e depressione: il percorso riabilitativo).
A conclusione della giornata un dibattito tra i presenti.
“Per ciò che concerne l’Ambulatorio per i disturbi dell’ansia e dell’umore - ci confida la dott.ssa Grazia Sinatra, responsabile dello stesso - dall’apertura ad oggi abbiamo eseguito più di cento consultazioni, che seguono comunque il trend generale: registriamo infatti un’affluenza maggiore di donne rispetto agli uomini e una prevalenza di disturbi distimici e depressivi rispetto ad altre patologie psichiatriche”.
Un’iniziativa che non vuole di sicuro illudere nessuno, promettendo “la luna” o la soluzione di tutti i problemi, né tanto meno “patologizzare” tutta la popolazione, ma un gioco di squadra invece che si propone di offrire un servizio diverso dal solito, mettendo al centro il paziente e la sua salute a “tutto tondo”.
“La giornata di oggi serve a confrontarci con i colleghi di altre discipline che lavorano all’interno dell’Ospedale e soprattutto con i colleghi di Medicina Generale, oggi presenti in sala in modo massiccio – ha affermato il dott. Carmelo Florio, Direttore della Salute Mentale di Adrano-Bronte, promotore della lodevole liaison nonché solerte organizzatore della giornata - Questo perché il problema della psichiatria e delle malattie che noi trattiamo attraversa in modo trasversale i reparti di Medicina, di Ginecologia, di Fisiatria, Ortopedia… Nei vari reparti, difatti, è dato ritrovare un buon 30% di soggetti con patologie di tipo psichiatrico”.
Dopo i saluti della dott.ssa Maria Di Franco, Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero e del dott. Tommaso Federico, Capo Settore della Salute Mentale, le notizie interessanti del Direttore Generale dell‘ASL3, dott. Antonio Scavone: “Un’importantissima pagina di umanizzazione della sanità quella di oggi, mentre a Palermo si sta per approvare la “Riforma della Sanità”, un fatto storico (la precedente fu approvata nel ’94). Molto probabilmente quella che ora chiamiamo Azienda Unità Sanitaria Locale a breve verrà chiamata “Azienda Sanitaria Provinciale”.
In sala presente anche la dott.ssa Sciacca, Direttore Sanitario Aziendale ASL 3.
A fare da moderatore ai continui ed incalzanti interventi il dott. Salvuccio Furnari, che ha parlato di “inizio di una nuova cultura all’interno del Dipartimento, non solo sinergia fra i diversi operatori ma attenzione per le necessità e i bisogni dell’utenza”.
Interessanti le relazioni dettagliate e puntigliose a firma del dott. Florio (Presentazione dell’èquipe multiprofessionale), della dott.ssa Grazia Sinatra (Ansia e disturbi dell’umore: dal riconoscimento al trattamento), del dott. Santo Daniele, Primario di medicina generale all’Ospedale di Biancavilla e di Paternò (Ansia e depressione: frequenti fattori di comorbilità nelle patologie organiche) della dott.ssa Fabiola Galvani, dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia (Ansia e paure in ostetricia e ginecologia) e del dott. Giuseppe Scaglione, Primario dell’U.O.C. di Medicina fisica e riabilitazione (Stroke e depressione: il percorso riabilitativo).
A conclusione della giornata un dibattito tra i presenti.
“Per ciò che concerne l’Ambulatorio per i disturbi dell’ansia e dell’umore - ci confida la dott.ssa Grazia Sinatra, responsabile dello stesso - dall’apertura ad oggi abbiamo eseguito più di cento consultazioni, che seguono comunque il trend generale: registriamo infatti un’affluenza maggiore di donne rispetto agli uomini e una prevalenza di disturbi distimici e depressivi rispetto ad altre patologie psichiatriche”.
Francesca Longo
lunedì 6 aprile 2009
Biancavilla: Il manoscritto di Michelangelo Greco, una pubblicazione che colma una lacuna - di Sergio Atanasio
turacul turacul
Pubblicato dal comune di Biancavilla il testo manoscritto del canonico e tesoriere della Collegiata.
Nella storia di Biancavilla del canonico Placido Bucolo, il nome di Michelangelo è citato poche volte, come personalità illustre della collettività, e soprattutto come autore di un’opera che il Bucolo chiama Storia di Biancavilla. Le tracce di quest’opera, da cui lo stesso Bucolo attinse molto per redigere la sua Storia, per molto tempo si sono perse, tanto da dividere i cultori di storia locale tra quanti hanno affermato l’esistenza di questo manoscritto, ed altri i quali han ritenuto che potesse essere stato distrutto dallo stesso Bucolo.
La ricerca di questo manoscritto si è conclusa nel momento in cui il responsabile della Biblioteca Civica di Biancavilla, dott. Vincenzo Petralia, è venuto a conoscenza da parte degli eredi del “Tesoriero” Greco, le signore Anna e Maria Gabriella Greco, dell’esistenza di un manoscritto “illeggibile”.
Il 28 Febbraio, presso la sala conferenze della “Villa delle Favare” di Biancavilla, è stata presentata alla città l’opera di Michelangelo Greco, il cui titolo originale reca “Cenni sul vero sito dell’antica Città d’Inessa in Sicilia e per incidenza si parlerà di Biancavilla perché sita nel medesimo luogo”. La conferenza di presentazione introdotta dal Sindaco di Biancavilla Giuseppe Glorioso e dall’allora assessore ai beni culturali Pietro Cannistraci, è stata tenuta dal prof. Salvatore Trovato, Ordinario di Linguistica Generale presso l’Università di Catania, e dal prof. Alfio Lanaia, linguista e professore a contratto di Etnolinguistica nell’Università di Catania, curatore dei manoscritti del Greco.
L’opera di Michelangelo Greco si compone di tre parti: la prima contiene le osservazioni dell’autore nel tentativo di dare delle spiegazioni riguardo alla identificazione dell’antica città di Inessa citata dallo storico Tucidide. Il Greco afferma con certezza che l’antica città sicula si trovasse nel luogo su cui fu, secoli dopo fondata Biancavilla, e difende tale affermazione entrando in “dotta “ polemica con altri “storici” locali a lui contemporanei.
La seconda parte del manoscritto è dedicata alla figura di Giorgio Castriota, detto Scanderbeg, eroe nazionale albanese, tratteggiato come un eroe epico e campione di libertà e di fede.
La terza parte dell’opera del Greco tratta della città di Biancavilla e dei suoi abitanti. Ne vien fuori un’immagine di un comune rurale, animato dalla laboriosità dei cittadini dediti alla coltivazione del cotone nel territorio comunale, offrendo così uno spaccato più ampio di una società del primo Ottocento in Sicilia.In particolare non mancano gustose frecciatine dell’autore nei confronti del clero e della nobiltà locale, essendo il Greco sostenitore di riforme economiche, come l’abolizione della feudalità e la promozione di attività imprenditoriali.
In appendice all’opera del Greco si trova il manoscritto di un autore ignoto, probabilmente appartenente al clero, che reca come titolo “Erezione della Colleggiata”.
La ricerca di questo manoscritto si è conclusa nel momento in cui il responsabile della Biblioteca Civica di Biancavilla, dott. Vincenzo Petralia, è venuto a conoscenza da parte degli eredi del “Tesoriero” Greco, le signore Anna e Maria Gabriella Greco, dell’esistenza di un manoscritto “illeggibile”.
Il 28 Febbraio, presso la sala conferenze della “Villa delle Favare” di Biancavilla, è stata presentata alla città l’opera di Michelangelo Greco, il cui titolo originale reca “Cenni sul vero sito dell’antica Città d’Inessa in Sicilia e per incidenza si parlerà di Biancavilla perché sita nel medesimo luogo”. La conferenza di presentazione introdotta dal Sindaco di Biancavilla Giuseppe Glorioso e dall’allora assessore ai beni culturali Pietro Cannistraci, è stata tenuta dal prof. Salvatore Trovato, Ordinario di Linguistica Generale presso l’Università di Catania, e dal prof. Alfio Lanaia, linguista e professore a contratto di Etnolinguistica nell’Università di Catania, curatore dei manoscritti del Greco.
L’opera di Michelangelo Greco si compone di tre parti: la prima contiene le osservazioni dell’autore nel tentativo di dare delle spiegazioni riguardo alla identificazione dell’antica città di Inessa citata dallo storico Tucidide. Il Greco afferma con certezza che l’antica città sicula si trovasse nel luogo su cui fu, secoli dopo fondata Biancavilla, e difende tale affermazione entrando in “dotta “ polemica con altri “storici” locali a lui contemporanei.
La seconda parte del manoscritto è dedicata alla figura di Giorgio Castriota, detto Scanderbeg, eroe nazionale albanese, tratteggiato come un eroe epico e campione di libertà e di fede.
La terza parte dell’opera del Greco tratta della città di Biancavilla e dei suoi abitanti. Ne vien fuori un’immagine di un comune rurale, animato dalla laboriosità dei cittadini dediti alla coltivazione del cotone nel territorio comunale, offrendo così uno spaccato più ampio di una società del primo Ottocento in Sicilia.In particolare non mancano gustose frecciatine dell’autore nei confronti del clero e della nobiltà locale, essendo il Greco sostenitore di riforme economiche, come l’abolizione della feudalità e la promozione di attività imprenditoriali.
In appendice all’opera del Greco si trova il manoscritto di un autore ignoto, probabilmente appartenente al clero, che reca come titolo “Erezione della Colleggiata”.
Sergio Atanasio
Dalle parti degli infedeli: Chi tutela il nostro centro storico - di Enrico Indelicato
Che i biancavillesi non possedessero una spiccata predisposizione al senso estetico ce n’eravamo accorti da tempo. Con disappunto, e pure con rammarico. Si sa, da queste parti il marmo e il cemento hanno un valore morale superiore rispetto alla pietra lavica e alla terracotta. E il completamento delle facciate delle case viene ritenuto uno spiacevole ed evitabile onere nella costruzione di peraltro eleganti appartamenti, signorili perfino in soggiorni in cui non si soggiornerà mai e in camere da pranzo che non vedranno mai una tavola apparecchiata.
Ma il difetto di senso estetico diventa un problema quando le brutture che esso causa riguardano il nostro centro storico. Chi ci abita, e sono sempre meno, dovrebbe avere, infatti, anche delle responsabilità culturali nei confronti del cosiddetto “salotto” di una città.
Eppure non è necessario avere una vista aguzza per constatare il progressivo deperimento, a volte irrecuperabile, di molti scorci suggestivi del nucleo storico di Biancavilla, a causa di interventi che, con molta clemenza, potremmo definire infelici nella loro arbitrarietà.
E questo è avvenuto senza che nessuno abbia mostrato alcun segno di preoccupazione, a partire dalla cosiddetta società civile fino alla politica. Intendiamoci, il nostro discorso non intende essere banalmente polemico nei confronti di nessuna classe politica in particolare, men che meno di chi ha ereditato una situazione che ha inizio almeno quarant’anni fa.
Eppure è un fatto che dall’epoca dell’infausta distruzione dell’antico Teatro, e dello sciagurato smantellamento della bella piazzetta adiacente, fino ad oggi, il centro storico biancavillese ha dovuto subire consistenti rimaneggiamenti di plateale evidenza, per volontà o, peggio, indolenza di chi, in quel momento, amministra la città.
Forse non ci si potrebbe aspettare niente di meglio da una comunità che ha permesso, nei decenni passati, che gli affreschi venissero coperti, le facciate stravolte, i palazzi storici abbattuti, le aree verdi soffocate. Ma è troppo pretendere, da chi ha il compito di tutelare il nostro centro storico, che nei prossimi anni il basolato, dopo un lavoro di manutenzione, venga rimesso a posto e non coperto da una colata di asfalto? O che si impedisca a privati di rendere pubblica la propria improvvida megalomania in cortili e strade? O che si indichi un metodo nel rifacimento delle facciate per mezzo di un “piano del colore” del centro abitato?
Basterebbe un pizzico di sano rispetto culturale per ciò che è antico e, poi, naturalmente, un po’ di senso estetico. Qualità rare, certo, ma che qualcuno avrà pur conservato, anche a Biancavilla.
Ma il difetto di senso estetico diventa un problema quando le brutture che esso causa riguardano il nostro centro storico. Chi ci abita, e sono sempre meno, dovrebbe avere, infatti, anche delle responsabilità culturali nei confronti del cosiddetto “salotto” di una città.
Eppure non è necessario avere una vista aguzza per constatare il progressivo deperimento, a volte irrecuperabile, di molti scorci suggestivi del nucleo storico di Biancavilla, a causa di interventi che, con molta clemenza, potremmo definire infelici nella loro arbitrarietà.
E questo è avvenuto senza che nessuno abbia mostrato alcun segno di preoccupazione, a partire dalla cosiddetta società civile fino alla politica. Intendiamoci, il nostro discorso non intende essere banalmente polemico nei confronti di nessuna classe politica in particolare, men che meno di chi ha ereditato una situazione che ha inizio almeno quarant’anni fa.
Eppure è un fatto che dall’epoca dell’infausta distruzione dell’antico Teatro, e dello sciagurato smantellamento della bella piazzetta adiacente, fino ad oggi, il centro storico biancavillese ha dovuto subire consistenti rimaneggiamenti di plateale evidenza, per volontà o, peggio, indolenza di chi, in quel momento, amministra la città.
Forse non ci si potrebbe aspettare niente di meglio da una comunità che ha permesso, nei decenni passati, che gli affreschi venissero coperti, le facciate stravolte, i palazzi storici abbattuti, le aree verdi soffocate. Ma è troppo pretendere, da chi ha il compito di tutelare il nostro centro storico, che nei prossimi anni il basolato, dopo un lavoro di manutenzione, venga rimesso a posto e non coperto da una colata di asfalto? O che si impedisca a privati di rendere pubblica la propria improvvida megalomania in cortili e strade? O che si indichi un metodo nel rifacimento delle facciate per mezzo di un “piano del colore” del centro abitato?
Basterebbe un pizzico di sano rispetto culturale per ciò che è antico e, poi, naturalmente, un po’ di senso estetico. Qualità rare, certo, ma che qualcuno avrà pur conservato, anche a Biancavilla.
Enrico Indelicato
Bronte: Conferita la cittadinanza onoraria al prof. Attilio Pisanò
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Prestianni, Firrarello, Putrino, Pisanò
Il Comune di Bronte ha un nuovo cittadino onorario illustre. Si tratta del prof. Attilio Pisanò, docente della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Universita’ del Salento, che attraverso i suoi scritti sul filosofo brontese Nicola Spedalieri, ha certamente portato lustro alla Città.
Così dopo la votazione del Consiglio comunale, il sindaco Pino Firrarello ha consegnato al prof. Pisanò una targa ed una pergamena al neo cittadino, alla presenza della Giunta e soprattutto dell’assessore Luigi Putrino che ha proposto l’iniziativa.
“Sono onorato. – ha affermato il prof. Pisano – A Spedalieri ho dedicato tre anni di studio e più leggo i suoi scritti più lo comprendo e considero attuale”.
Alla fine della cerimonia l’assessore Putrino ha regalato al Comune di Bronte un volume originale, edito nel 1791, “De Diritti dell’Uomo” del filosofo Spedalieri, che lo stesso assessore aveva comprato in una libreria antiquaria di Firenze.
Successivamente presso l’aula Magna della scuola Media “Castiglione” si è svolta la conferenza dal titolo “60° anniversario della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” cui oltre al prof. Pisanò hanno partecipato, moderati da Maria Pia Castiglione, il sindaco Firrarello, il prof. Giuseppe Bentivegna, docente della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Catania e la dirigente dell’istituto Cinthia D’Anna. La cittadinanza onoraria al prof. Pisanò era stata proposta al Sindaco nel novembre 2005 in occasione del convegno su Nicola Spedalieri organizzato dall'Associazione Bronte Insieme, dal Corso di laurea in Scienze politiche dell’Università di Lecce, dal Lions Club Adrano-Bronte-Biancavilla e del Rotary Club Aetna Nord-Ovest Bronte.
Così dopo la votazione del Consiglio comunale, il sindaco Pino Firrarello ha consegnato al prof. Pisanò una targa ed una pergamena al neo cittadino, alla presenza della Giunta e soprattutto dell’assessore Luigi Putrino che ha proposto l’iniziativa.
“Sono onorato. – ha affermato il prof. Pisano – A Spedalieri ho dedicato tre anni di studio e più leggo i suoi scritti più lo comprendo e considero attuale”.
Alla fine della cerimonia l’assessore Putrino ha regalato al Comune di Bronte un volume originale, edito nel 1791, “De Diritti dell’Uomo” del filosofo Spedalieri, che lo stesso assessore aveva comprato in una libreria antiquaria di Firenze.
Successivamente presso l’aula Magna della scuola Media “Castiglione” si è svolta la conferenza dal titolo “60° anniversario della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo” cui oltre al prof. Pisanò hanno partecipato, moderati da Maria Pia Castiglione, il sindaco Firrarello, il prof. Giuseppe Bentivegna, docente della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Catania e la dirigente dell’istituto Cinthia D’Anna. La cittadinanza onoraria al prof. Pisanò era stata proposta al Sindaco nel novembre 2005 in occasione del convegno su Nicola Spedalieri organizzato dall'Associazione Bronte Insieme, dal Corso di laurea in Scienze politiche dell’Università di Lecce, dal Lions Club Adrano-Bronte-Biancavilla e del Rotary Club Aetna Nord-Ovest Bronte.
domenica 5 aprile 2009
Biancavilla: Anche la Madonna dello Spasimo sulle spalle dei nuovi confrati - di Enrico Indelicato e Sergio Marcantonio
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La statua della Confraternita di S. Giuseppe abbandonerà le ruote in occasione della processione dei “Tri Misteri”
Continua a Biancavilla il programma di recupero di tutte le tradizioni legate al Venerdì Santo, ed in particolare alla processione dei “Tri Misteri”.
Quest’anno, infatti, anche la statua della Pietà, universalmente conosciuta dai biancavillesi come “Madonn’ o Pascimu”, dopo tanti anni, verrà riportata a spalla, grazie all’istituzione in seno alla Confraternita S. Giuseppe di un nuovo gruppo di giovani confrati.
Quest’anno, infatti, anche la statua della Pietà, universalmente conosciuta dai biancavillesi come “Madonn’ o Pascimu”, dopo tanti anni, verrà riportata a spalla, grazie all’istituzione in seno alla Confraternita S. Giuseppe di un nuovo gruppo di giovani confrati.
Dunque, dopo il Cristo alla Colonna, il Cristo morto, l’Ecce Homo e il Cristo che porta la croce, anche il simulacro conservato nella chiesetta di S. Giuseppe abbandonerà il carrello, resosi necessario a causa della progressiva diminuzione del numero dei confrati.
La statua della Madonna dello Spasimo, che probabilmente sostituì una più antica scultura che doveva essere venerata nell’antica chiesa dello Spasimo, a sud della Fontana Vecchia, risale alla prima metà del ‘900 e, per anni venne portata a spalla dai bottegai.
La statua della Madonna dello Spasimo, che probabilmente sostituì una più antica scultura che doveva essere venerata nell’antica chiesa dello Spasimo, a sud della Fontana Vecchia, risale alla prima metà del ‘900 e, per anni venne portata a spalla dai bottegai.
Un’impresa, certo, per spalle robuste, considerando che il simulacro è in gesso su una base in cemento. La pesantezza del simulacro della Pietà non ha evidentemente scoraggiato i nuovi confrati volontari, coordinati da Alfio Pastanella, Carmelo Origlio e Nino Caraci, a testimonianza della nuova aria di entusiasmo che si respira nella società biancavillese nel ridare importanza e dignità ad una delle manifestazioni più suggestive della Settimana Santa in Sicilia.
Un fervore che ha permesso in pochi anni di abbandonare le poco romantiche ruote per le spalle dei confrati e di recuperare tradizioni abbandonate da tempo. I passi cadenzati delle confraternite, infatti, rendono ancora più affascinante il corteo dei Misteri a Biancavilla, un corteo fatto di andature e di pause. Adesso manca all’appello solo la statua di “Gesù all’orto”, ancora adagiata su un carrello.
Che il prossimo anno sia il suo turno?
Enrico Indelicato
Sergio Atanasio
Un fervore che ha permesso in pochi anni di abbandonare le poco romantiche ruote per le spalle dei confrati e di recuperare tradizioni abbandonate da tempo. I passi cadenzati delle confraternite, infatti, rendono ancora più affascinante il corteo dei Misteri a Biancavilla, un corteo fatto di andature e di pause. Adesso manca all’appello solo la statua di “Gesù all’orto”, ancora adagiata su un carrello.
Che il prossimo anno sia il suo turno?
Enrico Indelicato
Sergio Atanasio
Il POF del 2° Circolo Didattico di Biancavilla - di Francesca Longo
aloucs aloucs
Significativo apporto della Neuropsichiatria infantile (ASL 3 - Adrano)
Progetto accoglienza, circle timequotidiano, orienteering .....
I “percorsi didattici individualizzati” e i famosi POF, Piani dell’Offerta Formativa, elaborati dal Collegio docenti e consegnati alle famiglie degli alunni rappresentano la “vera carta d’identità” della scuola, esplicitandone la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa.
Abbiamo voluto incontrare, al riguardo, la dott.ssa Alfina Bertè, Dirigente Scolastico del Secondo Circolo Didattico di Biancavilla (Scuola dell’Infanzia e Scuola Primaria, comprensiva della sezione dislocata in Ospedale per i bambini ammalati). Una scuola questa che, oltre a distinguersi perché certificata come “scuola di qualità” e per le varie attività che coinvolgono quotidianamente i bambini, sta sviluppando un progetto singolare, pienamente integrato con il Progetto Scuola, in concerto con l’ASL3 di Adrano.
“…L’anno scorso abbiamo costituito il Circolo di Qualità, su invito della Direzione Generale - ci spiega la Dirigente - formato anche da docenti e genitori e abbiamo iniziato a lavorare con le famiglie sui Patti Formativi. Quando, nel redigerli, ci siamo trovati davanti al discorso “sanzioni”, palese è stata la necessità di chiedere aiuto a degli esperti. Da sempre abbiamo avuto contatti con l’ASL3 di Adrano, disponibile con la sua èquipe della Neuropsichiatria infantile. Ho chiesto loro se erano interessati a far parte del Circolo di Qualità e, “aprendoci le porte” come sempre, sono venuti a darci una mano. Il loro apporto è stato significativo e fondamentale. Ci hanno fatto riflettere su quando una sanzione è educativa e quando non lo è.
Nello specifico, si sono già conclusi i quattro incontri di formazione (tenuti dalla Neuropsichiatra Infantile Dott.ssa Grazia Mirabella, dalla Pedagogista Dott.ssa Carmela Sergi e dall’Assistente Sociale Dott.ssa Rosalba Puleo) con il corpo docente della Scuola dell’Infanzia su “educazione all’affettività e alla relazionalità attraverso le fiabe”.
Da lunedì 16 marzo il via ad altri incontri, con i docenti della Scuola Primaria, su come individuare e relazionarsi con i casi nascosti o veri di bullismo, e su come prevenire anche i comportamenti antisociali.
Un lavoro in sinergia con gli “esperti” in materia dunque, che si propone un’unica finalità: fare stare bene i bambini. Benessere educativo e successo formativo, non tralasciando allo stesso tempo chi, per svariati motivi, ha bisogno di una spinta in più.
Tante le iniziative attuate dalla scuola in questione. Già dall’anno scorso, si sono attirati i bambini con tutta una serie di attività motivanti: i corsi sull’orienteering; i corsi di recupero legati a come imparare a leggere e scrivere con strategie specifiche; il “circle time” giornaliero: riorganizzando l’orario scolastico e contestualizzandolo al territorio, in base al progetto accoglienza, si dedicano 20 minuti giornalieri a parlare con i bambini di svariate problematiche, dal loro ritardo dovuto allo scuolabus, alle riflessioni sulla giornata e ai valori in generale…
E poi ancora il “Baby Consiglio” (all’interno della scuola i bambini hanno eletto il loro Sindaco, i loro Assessori, si riuniscono in Giunta e poi vengono ascoltati dal Consiglio Comunale vero e proprio), e tanto altro…
I risultati sono soddisfacenti?- chiediamo al nostro interlocutore.
“Li sapremo a fine anno, dopo avere monitorato il tutto - aggiunge la Dott.ssa- ma devo dire che siamo già sulla giusta strada, nel tentativo di creare una vera “comunità scolastica”, che ci vede tutti coinvolti.
Oggi viviamo angosciati dalla fretta; la Scuola Primaria rischia di perdere quell’aspetto di affettività legato, se si vuole, anche alla maestra che racconta la favola. Vogliamo un po’ ritornare alla tradizione, fare un passo indietro. Spesso i bambini tornano a casa senza riflettere su quello che hanno imparato durante il giorno. Bisogna dar loro tempi diversi”.
Abbiamo voluto incontrare, al riguardo, la dott.ssa Alfina Bertè, Dirigente Scolastico del Secondo Circolo Didattico di Biancavilla (Scuola dell’Infanzia e Scuola Primaria, comprensiva della sezione dislocata in Ospedale per i bambini ammalati). Una scuola questa che, oltre a distinguersi perché certificata come “scuola di qualità” e per le varie attività che coinvolgono quotidianamente i bambini, sta sviluppando un progetto singolare, pienamente integrato con il Progetto Scuola, in concerto con l’ASL3 di Adrano.
“…L’anno scorso abbiamo costituito il Circolo di Qualità, su invito della Direzione Generale - ci spiega la Dirigente - formato anche da docenti e genitori e abbiamo iniziato a lavorare con le famiglie sui Patti Formativi. Quando, nel redigerli, ci siamo trovati davanti al discorso “sanzioni”, palese è stata la necessità di chiedere aiuto a degli esperti. Da sempre abbiamo avuto contatti con l’ASL3 di Adrano, disponibile con la sua èquipe della Neuropsichiatria infantile. Ho chiesto loro se erano interessati a far parte del Circolo di Qualità e, “aprendoci le porte” come sempre, sono venuti a darci una mano. Il loro apporto è stato significativo e fondamentale. Ci hanno fatto riflettere su quando una sanzione è educativa e quando non lo è.
Nello specifico, si sono già conclusi i quattro incontri di formazione (tenuti dalla Neuropsichiatra Infantile Dott.ssa Grazia Mirabella, dalla Pedagogista Dott.ssa Carmela Sergi e dall’Assistente Sociale Dott.ssa Rosalba Puleo) con il corpo docente della Scuola dell’Infanzia su “educazione all’affettività e alla relazionalità attraverso le fiabe”.
Da lunedì 16 marzo il via ad altri incontri, con i docenti della Scuola Primaria, su come individuare e relazionarsi con i casi nascosti o veri di bullismo, e su come prevenire anche i comportamenti antisociali.
Un lavoro in sinergia con gli “esperti” in materia dunque, che si propone un’unica finalità: fare stare bene i bambini. Benessere educativo e successo formativo, non tralasciando allo stesso tempo chi, per svariati motivi, ha bisogno di una spinta in più.
Tante le iniziative attuate dalla scuola in questione. Già dall’anno scorso, si sono attirati i bambini con tutta una serie di attività motivanti: i corsi sull’orienteering; i corsi di recupero legati a come imparare a leggere e scrivere con strategie specifiche; il “circle time” giornaliero: riorganizzando l’orario scolastico e contestualizzandolo al territorio, in base al progetto accoglienza, si dedicano 20 minuti giornalieri a parlare con i bambini di svariate problematiche, dal loro ritardo dovuto allo scuolabus, alle riflessioni sulla giornata e ai valori in generale…
E poi ancora il “Baby Consiglio” (all’interno della scuola i bambini hanno eletto il loro Sindaco, i loro Assessori, si riuniscono in Giunta e poi vengono ascoltati dal Consiglio Comunale vero e proprio), e tanto altro…
I risultati sono soddisfacenti?- chiediamo al nostro interlocutore.
“Li sapremo a fine anno, dopo avere monitorato il tutto - aggiunge la Dott.ssa- ma devo dire che siamo già sulla giusta strada, nel tentativo di creare una vera “comunità scolastica”, che ci vede tutti coinvolti.
Oggi viviamo angosciati dalla fretta; la Scuola Primaria rischia di perdere quell’aspetto di affettività legato, se si vuole, anche alla maestra che racconta la favola. Vogliamo un po’ ritornare alla tradizione, fare un passo indietro. Spesso i bambini tornano a casa senza riflettere su quello che hanno imparato durante il giorno. Bisogna dar loro tempi diversi”.
Biancavilla: L’insediamento archeologico di contrada Giardinelli-san Biagio - di Antonio Mursia
dott.ssa Gioconda Lamagna
Che la zona a 7 km sud da Biancavilla, denominata Giardinelli-san Biagio, sia stata considerata un sito di rilevante interesse archeologico, questo era già certo da molto tempo. Lo dimostrano le indagini condotte, seppur in modo dilettantistico, dai due studiosi biancavillesi Giacomo e Michelangelo Greco nel XIX secolo, e lo testimoniano ancora di più le ispezioni portate avanti prima da Paolo Orsi nei primi del novecento e poi da Umberto Spigo nel 1977.
Tuttavia dalle recenti ricognizioni effettuate dalla Soprintendenza ai BB. CC. e AA. di Catania, Servizio per i BB. Archeologici, sono emerse nuove ed interessanti indicazioni per comprendere più adeguatamente la nascita e lo sviluppo dell’insediamento umano di contrada Giardinelli-san Biagio.
Nell’anno 2007, infatti, mentre si procedeva all’identificazione delle emergenze archeologiche nel territorio di Biancavilla, si era deciso, quasi in modo del tutto casuale, di effettuare, dopo circa trenta anni, un field survey, pratica assai comune nell’indagine archeologica, meglio conosciuta in italiano come “ricognizione sul campo”.
Questa particolare tecnica che ha il pregio di non stravolgere i diversi livelli stratigrafici del sito analizzato, ma che ha anche gli inevitabili limiti di una ricerca superficiale, permette in ogni modo di poter comprendere approssimativamente l’arco cronologico in cui si sviluppò l’insediamento umano, e non ultimo il recupero di manufatti direttamente riconducibili ad esso.
La dott.ssa G. Lamagna, dirigente dell’U. O. XIII, di cui fanno parte i territori di Adrano, Biancavilla e Santa Maria di Licodia, e del Museo Archeologico Regionale di Adrano, in quella circostanza recuperò solamente un esiguo numero di frammenti di ceramica a vernice nera, ma non così scarsi da permettere di dimostrare la frequentazione del sito in un’età compresa tra gli ultimi del IV e i primi del III sec. a.C.
Tuttavia il materiale fittile che si recuperava in abbondanza sul terreno, era una ceramica il più delle volte acroma, e del tipo sigillata, propria del periodo romano, che si caratterizzava per una vernice brillante di colore rosso o arancione. Al primo tipo (acroma) appartenevano anche alcune sezioni di piccole anfore, ancora ben conservati.
Grazie a questi rinvenimenti e al successivo recupero di alcuni “suspensoria”, pilastrini che, tenendo sollevata la pavimentazione, consentivano la circolazione d’aria calda, si è pensato che in contrada san Biagio, in un periodo compreso tra il I e il III sec. d.C. sia potuta sorgere una villa che, oltre a caratterizzarsi per una più che modesta abitazione dotata di mosaici - come quelli individuati già nel 1977 -, potesse ospitare anche delle terme, verisimilmente private. Dette terme, che avevano bisogno di un abbondante flusso d’acqua per essere rifornite, potevano fare affidamento di questo prezioso elemento, dalle vicine sorgenti di Giardinelli. Ed un canale in cocciopesto affiorante dal suolo poco più di dieci metri a nord-est dal luogo in cui si sono avuti i ritrovamenti di cui abbiamo già accennato, convaliderebbe la tesi or ora esposta.
Tale insediamento certamente sviluppatosi in periodo romano, dovette perdurare ancora tra il V e il VI d.C., in piena dominazione bizantina, come farebbero supporre alcuni frammenti di tegole riferibili a questo periodo. Sempre al periodo bizantino sembrerebbe rimontare l’epigrafe in lettere greche incisa su un blocco di pietra nella limitrofa contrada Giardinelli.
Secondo l’esperto epigrafista dom. Vittorio Rizzone - monaco benedettino del Monastero Beato Dusmet di Nicolosi - l’iscrizioni incisa sulla roccia rivelerebbe il nome: “Sabiniou”, probabilmente un tempo avente funzione di cippo confinario, che delimitava le proprietà di questo oscuro personaggio.
Tuttavia dalle recenti ricognizioni effettuate dalla Soprintendenza ai BB. CC. e AA. di Catania, Servizio per i BB. Archeologici, sono emerse nuove ed interessanti indicazioni per comprendere più adeguatamente la nascita e lo sviluppo dell’insediamento umano di contrada Giardinelli-san Biagio.
Nell’anno 2007, infatti, mentre si procedeva all’identificazione delle emergenze archeologiche nel territorio di Biancavilla, si era deciso, quasi in modo del tutto casuale, di effettuare, dopo circa trenta anni, un field survey, pratica assai comune nell’indagine archeologica, meglio conosciuta in italiano come “ricognizione sul campo”.
Questa particolare tecnica che ha il pregio di non stravolgere i diversi livelli stratigrafici del sito analizzato, ma che ha anche gli inevitabili limiti di una ricerca superficiale, permette in ogni modo di poter comprendere approssimativamente l’arco cronologico in cui si sviluppò l’insediamento umano, e non ultimo il recupero di manufatti direttamente riconducibili ad esso.
La dott.ssa G. Lamagna, dirigente dell’U. O. XIII, di cui fanno parte i territori di Adrano, Biancavilla e Santa Maria di Licodia, e del Museo Archeologico Regionale di Adrano, in quella circostanza recuperò solamente un esiguo numero di frammenti di ceramica a vernice nera, ma non così scarsi da permettere di dimostrare la frequentazione del sito in un’età compresa tra gli ultimi del IV e i primi del III sec. a.C.
Tuttavia il materiale fittile che si recuperava in abbondanza sul terreno, era una ceramica il più delle volte acroma, e del tipo sigillata, propria del periodo romano, che si caratterizzava per una vernice brillante di colore rosso o arancione. Al primo tipo (acroma) appartenevano anche alcune sezioni di piccole anfore, ancora ben conservati.
Grazie a questi rinvenimenti e al successivo recupero di alcuni “suspensoria”, pilastrini che, tenendo sollevata la pavimentazione, consentivano la circolazione d’aria calda, si è pensato che in contrada san Biagio, in un periodo compreso tra il I e il III sec. d.C. sia potuta sorgere una villa che, oltre a caratterizzarsi per una più che modesta abitazione dotata di mosaici - come quelli individuati già nel 1977 -, potesse ospitare anche delle terme, verisimilmente private. Dette terme, che avevano bisogno di un abbondante flusso d’acqua per essere rifornite, potevano fare affidamento di questo prezioso elemento, dalle vicine sorgenti di Giardinelli. Ed un canale in cocciopesto affiorante dal suolo poco più di dieci metri a nord-est dal luogo in cui si sono avuti i ritrovamenti di cui abbiamo già accennato, convaliderebbe la tesi or ora esposta.
Tale insediamento certamente sviluppatosi in periodo romano, dovette perdurare ancora tra il V e il VI d.C., in piena dominazione bizantina, come farebbero supporre alcuni frammenti di tegole riferibili a questo periodo. Sempre al periodo bizantino sembrerebbe rimontare l’epigrafe in lettere greche incisa su un blocco di pietra nella limitrofa contrada Giardinelli.
Secondo l’esperto epigrafista dom. Vittorio Rizzone - monaco benedettino del Monastero Beato Dusmet di Nicolosi - l’iscrizioni incisa sulla roccia rivelerebbe il nome: “Sabiniou”, probabilmente un tempo avente funzione di cippo confinario, che delimitava le proprietà di questo oscuro personaggio.
Antonio Mursia
OLTRE L’8 MARZO: OPPORTUNITA’, LAVORO E SVILUPPO AL FEMMINILE - di Alessia Varrica
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Un’occasione importante per informare circa le importanti leggi sulle donne
Martedì 10 Marzo alle ore 17:30, nei locali dell’istituto delle Orsoline “S. Angela Merici” è stato organizzato un incontro sull’imprenditoria femminile curato da Mirella Rizzo, in collaborazione con il “Centro di Formazione Permanente delegazione comunale S.Maria di Licodia.
All’incontro sono intervenuti: Massimo Pesce, Assessore provinciale allo sviluppo economico, Patrizia Gulisano, Segretaria provinciale Confartigianato e Angela Ferrarotto, consulente imprenditoria femminile e finanza agevolata.
Presenti anche il Presidente del Consiglio comunale, Gigi Tambone, e gli Assessori Rosario Rapisarda, Caterina Piemonte e Alfredo Seminara.
L’incontro è iniziato con Massimo Pesce che ha esordito dicendo che “la crisi economica di questo periodo ha costretto a scelte immediate per superare le varie difficoltà che sono emerse. La Regione, tramite i Consorzi FIDI, sta cercando di facilitare l’accesso al credito e incentivare il rapporto fra banca e impresa. Un altro provvedimento riguarda il contributo a fondo perduto per gli artigiani, il cui bando sarà pubblicato ad aprile.
Più che cercare lavoro – ha proseguito l’assessore provinciale - dobbiamo crearlo, facendo sì che le attività imprenditoriali crescano. È evidente che, in questo quadro, ci sia maggiore difficoltà per la donna all’interno del mercato; comunque c’è una grande consapevolezza dell’importanza del contributo delle imprenditrici e un notevole incremento delle imprese cosiddette in “rosa”.
Subito dopo è intervenuta Angela Ferrarotto che si è soffermata sulla esigenza estrema di valorizzare il ruolo dell’imprenditrice. Pur in un momento di crisi il numero di imprese è cresciuto (facendo riferimento all’anno 2008), raggiungendo in Sicilia quasi 100.000 aziende. In questo contest l’imprenditoria femminile ha raggiunto una sua maturità e le aziende “in rosa” sono pronte alle insidie del mercato.
Inserendosi su questa problematica l’Ass. Alfredo Seminara ha portato a conoscenza che da poco tempo è stata realizzata una zona artigianale in Licodia e c’è bisogno che le realtà locali siano intraprendenti e cooperino per sfruttare tutte le risorse territoriali.
Patrizia Gulisano, Segretaria provinciale Confartigianato, ha fatto rilevare quanto l’imprenditoria sia difficile, soprattutto per le donne, anche perché la figura della donna come imprenditrice non è stata del tutto accettata dalla società.
Esiste il “Movimento donna impresa”, in cui donne imprenditrici si riuniscono per discutere sulle problematiche che li riguardano, specialmente sul rapporto imprenditoria-maternità e le tante altre difficoltà che si incontrano. Alla fine si sono avuti vari interventi da parte di donne che hanno testimoniato le loro esperienze lavorative, fatte di intraprendenza e di difficoltà, di voglia di creare e necessità di informarsi, ma, comunque, che hanno dimostrato praticamente di sapersi scommettere nel creare lavoro ed impresa.
All’incontro sono intervenuti: Massimo Pesce, Assessore provinciale allo sviluppo economico, Patrizia Gulisano, Segretaria provinciale Confartigianato e Angela Ferrarotto, consulente imprenditoria femminile e finanza agevolata.
Presenti anche il Presidente del Consiglio comunale, Gigi Tambone, e gli Assessori Rosario Rapisarda, Caterina Piemonte e Alfredo Seminara.
L’incontro è iniziato con Massimo Pesce che ha esordito dicendo che “la crisi economica di questo periodo ha costretto a scelte immediate per superare le varie difficoltà che sono emerse. La Regione, tramite i Consorzi FIDI, sta cercando di facilitare l’accesso al credito e incentivare il rapporto fra banca e impresa. Un altro provvedimento riguarda il contributo a fondo perduto per gli artigiani, il cui bando sarà pubblicato ad aprile.
Più che cercare lavoro – ha proseguito l’assessore provinciale - dobbiamo crearlo, facendo sì che le attività imprenditoriali crescano. È evidente che, in questo quadro, ci sia maggiore difficoltà per la donna all’interno del mercato; comunque c’è una grande consapevolezza dell’importanza del contributo delle imprenditrici e un notevole incremento delle imprese cosiddette in “rosa”.
Subito dopo è intervenuta Angela Ferrarotto che si è soffermata sulla esigenza estrema di valorizzare il ruolo dell’imprenditrice. Pur in un momento di crisi il numero di imprese è cresciuto (facendo riferimento all’anno 2008), raggiungendo in Sicilia quasi 100.000 aziende. In questo contest l’imprenditoria femminile ha raggiunto una sua maturità e le aziende “in rosa” sono pronte alle insidie del mercato.
Inserendosi su questa problematica l’Ass. Alfredo Seminara ha portato a conoscenza che da poco tempo è stata realizzata una zona artigianale in Licodia e c’è bisogno che le realtà locali siano intraprendenti e cooperino per sfruttare tutte le risorse territoriali.
Patrizia Gulisano, Segretaria provinciale Confartigianato, ha fatto rilevare quanto l’imprenditoria sia difficile, soprattutto per le donne, anche perché la figura della donna come imprenditrice non è stata del tutto accettata dalla società.
Esiste il “Movimento donna impresa”, in cui donne imprenditrici si riuniscono per discutere sulle problematiche che li riguardano, specialmente sul rapporto imprenditoria-maternità e le tante altre difficoltà che si incontrano. Alla fine si sono avuti vari interventi da parte di donne che hanno testimoniato le loro esperienze lavorative, fatte di intraprendenza e di difficoltà, di voglia di creare e necessità di informarsi, ma, comunque, che hanno dimostrato praticamente di sapersi scommettere nel creare lavoro ed impresa.
Alessia Varrica
sabato 4 aprile 2009
Corda Fratres Adrano: Quale sarà il futuro dei nostri giovani? - di Roberto Coco
aloucs aloucs
Incontro sul tema dell’università. Relatore il prof. Andò, Rettore dell’Università Kore di Enna.
Si è tenuto lo scorso sabato 7 marzo presso il Palazzo Bianchi di Adrano un incontro organizzato dall’associazione universitaria adranita Corda Fratres sul tema “Scuola e Università: Quale futuro?”. Relatore dell’incontro è stato il prof. Salvatore Andò, Rettore dell’Università Kore di Enna.
Dopo la presentazione del Presidente della Corda Fratres Pippo Anzalone, il prof. Andò ha analizzato l’attuale situazione della scuola e dell’università italiane cercando di mettere in luce le cause che ci hanno condotto in una situazione di evidente crisi e le possibili soluzioni da adottare per il futuro.
“Noi saremo quello che sappiamo”. Su questo tema di fondamentale importanza il prof. Andò ha sviluppato il suo discorso. In un mondo che diventa sempre più piccolo a causa della globalizzazione è, di conseguenza, sempre più importante il bagaglio culturale e di esperienza professionale che possediamo affinché riusciamo a trovare spazio e a collocarci all’interno del mercato del lavoro.
Bisogna investire sulla cultura e sulla ricerca; bisogna tenere presente – continua il prof. Andò – che oggi quello che sappiamo e nel quale siamo specializzati dopo 10 anni è già superato; la scuola e l’università devono fornire, quindi, le metodologie per imparare in fretta, devono essere uno strumento decisivo per un modello di costante formazione del sapere. L’antico detto “prendi l’arte e mettila da parte”, insomma, è quanto mai attuale.
A tale fine la distanza tra università e mondo del lavoro deve essere ridotta, si deve creare un unico modello formativo che sia l’unione tra un percorso indirizzato alla formazione più specificamente professionale e un percorso di più ampio respiro culturale.
In una realtà in cui ci troviamo a combattere quotidianamente contro una crisi economica mondiale senza precedenti negli ultimi decenni, l’unica possibilità che abbiamo di rialzarci è quella di investire sui giovani, di ristabilire una società meritocratica; bisogna entrare nell’ottica che se si uccide la scuola si elimina l’unica possibilità reale di mobilità sociale.
Alla luce di tali premesse – conclude il prof. Andò – il futuro della scuola e dell’università dipende dal modo in cui le istituzioni affronteranno l’attuale ed estremamente difficile situazione politica e dalla reale capacità di cambiamento che questi sapranno imprimere alle proprie riforme.
Dopo la presentazione del Presidente della Corda Fratres Pippo Anzalone, il prof. Andò ha analizzato l’attuale situazione della scuola e dell’università italiane cercando di mettere in luce le cause che ci hanno condotto in una situazione di evidente crisi e le possibili soluzioni da adottare per il futuro.
“Noi saremo quello che sappiamo”. Su questo tema di fondamentale importanza il prof. Andò ha sviluppato il suo discorso. In un mondo che diventa sempre più piccolo a causa della globalizzazione è, di conseguenza, sempre più importante il bagaglio culturale e di esperienza professionale che possediamo affinché riusciamo a trovare spazio e a collocarci all’interno del mercato del lavoro.
Bisogna investire sulla cultura e sulla ricerca; bisogna tenere presente – continua il prof. Andò – che oggi quello che sappiamo e nel quale siamo specializzati dopo 10 anni è già superato; la scuola e l’università devono fornire, quindi, le metodologie per imparare in fretta, devono essere uno strumento decisivo per un modello di costante formazione del sapere. L’antico detto “prendi l’arte e mettila da parte”, insomma, è quanto mai attuale.
A tale fine la distanza tra università e mondo del lavoro deve essere ridotta, si deve creare un unico modello formativo che sia l’unione tra un percorso indirizzato alla formazione più specificamente professionale e un percorso di più ampio respiro culturale.
In una realtà in cui ci troviamo a combattere quotidianamente contro una crisi economica mondiale senza precedenti negli ultimi decenni, l’unica possibilità che abbiamo di rialzarci è quella di investire sui giovani, di ristabilire una società meritocratica; bisogna entrare nell’ottica che se si uccide la scuola si elimina l’unica possibilità reale di mobilità sociale.
Alla luce di tali premesse – conclude il prof. Andò – il futuro della scuola e dell’università dipende dal modo in cui le istituzioni affronteranno l’attuale ed estremamente difficile situazione politica e dalla reale capacità di cambiamento che questi sapranno imprimere alle proprie riforme.
Roberto Coco
Usa la testa! Metti il casco - di Marco Bua
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I giovani del comprensorio in sella ai loro motorini e .... senza casco
Com’è noto ormai da tempo il casco non è più un optional per chi ama muoversi con i mezzi a due ruote: sono passati circa 15 anni da quando si poteva considerarlo ancora tale.
Dal 18 Luglio 1986, infatti, l’uso del casco è divenuto obbligatorio per i minorenni alla guida di ciclomotori, e per i centauri alla guida di veicoli oltre i 50 c.c. (centimetri cubi) di cilindrata. Da allora di strada ne è stata fatta e le statistiche hanno rivelato una diminuzione del tasso di mortalità del 25%, anche se i dati “hanno confessato” una certa lacunosità nella normativa di sicurezza stradale.
Proprio per questo motivo, l'11 Novembre 2000, il Parlamento ha votato un disegno che imponesse l'obbligatorietà per tutti di indossare il casco alla guida di qualsiasi ciclomotore.
Secondo i dati diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero dei Lavori Pubblici, nei primi 8 mesi di vigenza della nuova normativa, il casco ha salvato quasi 200 vite e ridotto di quasi 9 mila i ricoveri in ospedale.
Sulla validità della disciplina in questione non c’è nulla da dire, ma i dati restano comunque allarmanti, e non è un caso. Sono ancora tanti, forse troppi, infatti, i giovani e i meno giovani che si mostrano riluttanti all’utilizzo del casco e, il più delle volte, per motivi davvero banali.
Accanto a chi pensa che il casco sia “roba da sfigati”, c’è però anche chi, del casco, ne ha fatto un buon amico, consapevole della sua grande utilità in termini di sicurezza stradale e, perché no, anche di risparmio economico visto che le multe per i trasgressori possono risultare anche molto salate.
Chi, infatti, viene”beccato” alla guida di un qualsiasi mezzo a due ruote senza casco “è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 68,25 a euro 275,10”, come recita l’art. 171 del Codice delle Strada.
Lo stesso articolo, inoltre, prescrive che “alla sanzione pecuniaria amministrativa, consegue il fermo amministrativo del veicolo per trenta giorni” (Art.171 comma 3 c.d.s.)
Facendo un giro per Adrano non è difficile farsi un’idea di come vadano le cose nelle strade della nostra città. Decine e decine di giovani, tutti tra i 16 e i 25 anni, in sella ai loro motorini e … senza casco.
Troppo pochi, invece, quei ragazzi che “hanno messo la testa a posto”!
Sembra che manchi un’educazione minima che riesca ad attirare l’attenzione verso un corretto comportamento sulla strada che riguarda, come detto, gli appassionati delle due ruote, si pensi ai 45.471 incidenti del 2006 (dati ISTAT) con elevati tassi di mortalità, ma anche gli automobilisti, che avrebbero bisogno, anche loro, di una bella “tiratina d’orecchie” per quel che riguarda l’uso della cintura di sicurezza.
E se questa educazione manca davvero, forse è il caso di promuoverla, o forse sarebbe meglio dire di “inculcarla”. Non sarà mai abbastanza quello che si può fare per evitare che tanti ragazzi rimangano vittime della strada per non aver mai “imparato” a compiere un gesto tanto semplice quanto vitale: quello di mettere il casco.
Proprio per questo motivo, l'11 Novembre 2000, il Parlamento ha votato un disegno che imponesse l'obbligatorietà per tutti di indossare il casco alla guida di qualsiasi ciclomotore.
Secondo i dati diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero dei Lavori Pubblici, nei primi 8 mesi di vigenza della nuova normativa, il casco ha salvato quasi 200 vite e ridotto di quasi 9 mila i ricoveri in ospedale.
Sulla validità della disciplina in questione non c’è nulla da dire, ma i dati restano comunque allarmanti, e non è un caso. Sono ancora tanti, forse troppi, infatti, i giovani e i meno giovani che si mostrano riluttanti all’utilizzo del casco e, il più delle volte, per motivi davvero banali.
Accanto a chi pensa che il casco sia “roba da sfigati”, c’è però anche chi, del casco, ne ha fatto un buon amico, consapevole della sua grande utilità in termini di sicurezza stradale e, perché no, anche di risparmio economico visto che le multe per i trasgressori possono risultare anche molto salate.
Chi, infatti, viene”beccato” alla guida di un qualsiasi mezzo a due ruote senza casco “è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 68,25 a euro 275,10”, come recita l’art. 171 del Codice delle Strada.
Lo stesso articolo, inoltre, prescrive che “alla sanzione pecuniaria amministrativa, consegue il fermo amministrativo del veicolo per trenta giorni” (Art.171 comma 3 c.d.s.)
Facendo un giro per Adrano non è difficile farsi un’idea di come vadano le cose nelle strade della nostra città. Decine e decine di giovani, tutti tra i 16 e i 25 anni, in sella ai loro motorini e … senza casco.
Troppo pochi, invece, quei ragazzi che “hanno messo la testa a posto”!
Sembra che manchi un’educazione minima che riesca ad attirare l’attenzione verso un corretto comportamento sulla strada che riguarda, come detto, gli appassionati delle due ruote, si pensi ai 45.471 incidenti del 2006 (dati ISTAT) con elevati tassi di mortalità, ma anche gli automobilisti, che avrebbero bisogno, anche loro, di una bella “tiratina d’orecchie” per quel che riguarda l’uso della cintura di sicurezza.
E se questa educazione manca davvero, forse è il caso di promuoverla, o forse sarebbe meglio dire di “inculcarla”. Non sarà mai abbastanza quello che si può fare per evitare che tanti ragazzi rimangano vittime della strada per non aver mai “imparato” a compiere un gesto tanto semplice quanto vitale: quello di mettere il casco.
Marco Bua
venerdì 3 aprile 2009
Biancavilla: WWW…il Comune si digitalizza. Pen drive da 4 Gb per tutti i Consiglieri - di Francesca Longo
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Lo scopo dell’Amministrazione è quello di realizzare una maggiore efficienza e trasparenza dei servizi e di ridurre i costi di gestione (di pari passo con gli obiettivi del Piano Nazionale di e-Government). Occorre pertanto innovarsi, ammodernizzarsi. Come? “…Ho fornito a tutti i Consiglieri Comunali una pen drive da 4 Gb- afferma l’Assessore ai Servizi Tecnologici Nino Benina- dopo averla già fatta avere, in precedenza, a tutti gli Assessori, al Segretario Comunale…Provvederò anche per i Dirigenti. Auspico che al più presto, ogni ufficio del Comune, possa trasmettere determine e altra documentazione (per cui solitamente occorre fare tante fotocopie) via e-mail, ognuno dalla propria casella elettronica. La mia idea è quella di potere “comunicare”, all’interno del Palazzo, attraverso la posta elettronica. Questo significherebbe snellire la prassi burocratica e risparmiare. Quando lavoriamo ad un conto consuntivo o ad un bilancio si produce una carpetta enorme di carta. Tutto ciò vuole essere un primo passo verso la de-materializzazione di tutto il cartaceo dei vari uffici. Rientra nei nostri progetti la digitalizzazione dell’anagrafe, del protocollo, del catasto, dei testi della biblioteca…Se il Consiglio Comunale accetterà in futuro anche la notifica degli atti via internet, tramite firma digitalizzata, allora sì che si snellirà qualsiasi iter burocratico. Per le Convocazioni del Consiglio, delle Commissioni, basterà un clic per inviare i relativi inviti a qualsivoglia numero di indirizzi”.
Francesca Longo
Francesca Longo
giovedì 2 aprile 2009
Bronte: Iniziano i lavori del Parco di Via Cavalieri di Vittorio Veneto
Sono stati consegnati alla ditta che si è aggiudicata l’appalto, i lavori del parco comunale di via Cavalieri di Vittorio Veneto, vera e propria terrazza sulla città e candidato a diventare il più grande polmone verde all’interno del centro abitato di Bronte.
“Si tratta - ci dice l’assessore Pecorino – di un’opera pubblica di importanza strategica che mira a dare ai brontesi un’area verde degna di questo nome e di migliorare la qualità della vita. All’interno del parco, infatti, è prevista la realizzazione di un percorso salute, un sentiero dove gli sportivi potranno fare jogging fra il verde, lontano dallo smog delle auto e con la possibilità di ammirare una più belle vedute dei Nebrodi”.
In verità nel Parco già si lavora da tempo. L’Azienda foreste demaniali, infatti, ha già realizzato i muretti in pietra lavica e sistemato parte dei sentieri pedonali. Adesso però si è fermata per dare spazio ai lavori che deve realizzare il Comune. Tornerà, per individuare le piante e gli alberi tipici di questo versante dell’Etna, da piantare nel parco.
“Aumentare la superficie verde di Bronte – ci dice il sindaco, Pino Firrarello – è sempre stato un obiettivo di questa Amministrazione. Questo Parco di conseguenza non può che assumere una notevole importanze. Non a caso abbiamo stipulato una convenzione del Azienda forestale che assicura competenza ed esperienza, come dimostrano i primi lavori eseguiti. Alla fine – conclude Firrarello – quando tutti i lavori saranno completati, Bronte avrà all’interno dell’abitato un angolino di architettura rurale e flora simile a quella delle quote più alte del nostro vulcano, che sarà gradito non solo ai residenti, che un angolo di paradiso dove poter trascorrere qualche ora di pace e serenità, ma ritengo anche a coloro che vorranno venirci a trovare”.
Situato nella zona alta della cittadina, il parco di via Cavalieri di Vittorio Veneto grande abbastanza per diventare il vero polmone verde di Bronte. Fino ad oggi è stato utilizzato per organizzare manifestazioni ambientali come la Festa dell’Albero, organizzata dalla Guardia forestale riuscendo ad ospitare centinaia di bambini delle scuole.
“Si tratta - ci dice l’assessore Pecorino – di un’opera pubblica di importanza strategica che mira a dare ai brontesi un’area verde degna di questo nome e di migliorare la qualità della vita. All’interno del parco, infatti, è prevista la realizzazione di un percorso salute, un sentiero dove gli sportivi potranno fare jogging fra il verde, lontano dallo smog delle auto e con la possibilità di ammirare una più belle vedute dei Nebrodi”.
In verità nel Parco già si lavora da tempo. L’Azienda foreste demaniali, infatti, ha già realizzato i muretti in pietra lavica e sistemato parte dei sentieri pedonali. Adesso però si è fermata per dare spazio ai lavori che deve realizzare il Comune. Tornerà, per individuare le piante e gli alberi tipici di questo versante dell’Etna, da piantare nel parco.
“Aumentare la superficie verde di Bronte – ci dice il sindaco, Pino Firrarello – è sempre stato un obiettivo di questa Amministrazione. Questo Parco di conseguenza non può che assumere una notevole importanze. Non a caso abbiamo stipulato una convenzione del Azienda forestale che assicura competenza ed esperienza, come dimostrano i primi lavori eseguiti. Alla fine – conclude Firrarello – quando tutti i lavori saranno completati, Bronte avrà all’interno dell’abitato un angolino di architettura rurale e flora simile a quella delle quote più alte del nostro vulcano, che sarà gradito non solo ai residenti, che un angolo di paradiso dove poter trascorrere qualche ora di pace e serenità, ma ritengo anche a coloro che vorranno venirci a trovare”.
Situato nella zona alta della cittadina, il parco di via Cavalieri di Vittorio Veneto grande abbastanza per diventare il vero polmone verde di Bronte. Fino ad oggi è stato utilizzato per organizzare manifestazioni ambientali come la Festa dell’Albero, organizzata dalla Guardia forestale riuscendo ad ospitare centinaia di bambini delle scuole.
Biancavilla: "Educare le scolaresche alla processione dei Misteri” - di Sergio Atanasio
alitattu alitattu aloucs aloucs
Si consolida l’appuntamento annuale con i bambini delle scuole elementari, per la conoscenza delle tradizioni della Settimana Santa.
Raggiunge la quarta edizione quest’anno l’iniziativa dedicata all’educazione dei bambini delle quinte elementari di Biancavilla, alla conoscenza della processione dei “Tri Misteri” della Settimana Santa di Biancavilla. Accompagnati dai loro insegnanti, i bambini hanno compiuto un “tour” nelle chiese che custodiscono i gruppi statuari dei Misteri. Curatori dell’iniziativa i giovani confrati delle confraternite di M. SS. del Rosario e di M. SS. della Mercede, legati da un sodalizio che appartiene alla storia delle due congregazioni, entrambe composte un tempo dalle maestranze artigianali del paese. I giovani confrati hanno illustrato alle scolaresche la storia dei simulacri e delle chiese entro cui sono custoditi, ma anche le specificità delle sette confraternite cittadine, la loro importanza storica, religiosa e culturale a partire dal significato dei colori delle mozzette indossate. L’iniziativa ha lo scopo di promuovere e favorire presso le giovani generazioni la curiosità e l’interesse verso le storiche congregazioni cittadine, per merito delle quali la processione dei Misteri, nella sua unicità nel versante orientale della Sicilia, può segnalarsi per solennità e suggestione, e incoraggiare sempre più giovani a far parte dei gruppi che sono nati negli ultimi anni, per merito dei i quali la maggioranza delle statue è stata riportata a spalla come avveniva nella processione di un tempo.
Sergio Atanasio
mercoledì 1 aprile 2009
Stagione più che positiva per Marco Liuzzo, allenatore della Cometa Biancavilla
trops trops
PIU' CHE POSITIVA FINO AD ORA L'AVVENTURA BIANCAVILLESE PER MARCO LIUZZO CHE AD AGOSTO DELLO SCORSO ANNO A FIRMATO UN CONTRATTO PER UN ANNO CON LA SOCIETA' DELLA COMETA BIANCAVILLA.
LE PROSPETTIVE AD INIZIO STAGIONE ERANO SCONSOLANTI GIOCATORI INDECISI E QUALCHE AQUISTO SBAGLIATO MA POI GRAZIE ALLA CAPARBIETA' DEL MISTER ADRANITA E DALLA VOLONTA DI UNA SOCIETA' CHE HA CONQUISTATO, PER 2 ANNI DI SEGUITO, I PLAY OFF SONO ARRIVATI OTTIMI RISULTATI.
ORA LA SQUADRA DI MARCO LIUZZO E' TRA LE FAVORITE PER LA CONQUISTA DEI PLAY OFF ANCHE SE ALLA FINE DEL CAMPIONATO MANCANO 5 GIORNATE(29 MARZO)E C'E' DA LOTTARE CON PATERNO', MALETTO, NICOSIA E MASCALI.
MARCO LIUZZO COME GIUDICA QUESTA STAGIONE A BIANCAVILLA?
sapevo che avrei trovato difficolta' non con la societa' ma con la definizione della rosa della squadra,e' stato un inizio difficile ho rischiato la panchina dopo le tre sconfitte consecutive(inessa,paterno e randazzo)ma poi la squadra ha risposto bene e ora siamo qui a lottare per i play off che e' un ottimo traguardo.
PER LA LOTTA PLAY OFF CHI TEME?
secondo me l'inessa vincera' il campionato e sono molto contento per il presidente Mastroianni che ha fatto un bel campionato,leonfortese e san sebastiano sono sicuri hai play off,poi rimangono 2 posti per 4 squadre noi, il maletto , il paterno' e il nicosia. Spero che oltre a noi entri il maletto,mi fa molto piu simpatia e poi forse ha un percorso piu agevole delle altre due.
COME SEMPRE LEI PORTA CON SE' QUALCHE ADRANITA IN SQUADRA.
porto giocatori che mi danno fiducia e che sanno come lavoro,Arena piero era gia con me a piano tavola un ottimo elemento,poi ho puntato molto su Antonio Quaceci ex paterno che qualcuno dava per spacciato come giocatore, con me e stato quasi sempre titolare una scommessa vinta,e poi Santangelo Nicola anche lui lo avuto ad Adrano giovane con molta voglia di fare bene.
IL PROSSIMO ANNO, SI VOCIFERA UN "QUASI" ACCORDO CON UNA SOCIETA' DI PROMOZIONE PER LEI?
ma vedi, basta che si fa bene una stagione tutti ti cercano non si guarda il lavoro che uno ha fatto in passato magari con qualche delusione,penso a finire bene il campionato a Biancavilla e magari a fare sti benedetti play off,poi si parlera con la societa' e il dafarsi per l'anno prossimo,ma io penso a questo finale e non a qualche chiamata piacevole ma solo a livello informativa e niente piu'. T.D.
Adrano Calcio: Inizia la corsa verso la conquista dell'ultimo posto per i play off - di Salvatore Santangelo
Sette gare al termine, 39 i punti e un finale di campionato davvero al cardiopalmo. Questa la situazione per l’Adrano che si appresta ad ospitare la terza squadra campana consecutiva, dopo Neapolis, Vico Equense e domenica il Sapri, seconda della classe. Un gruppo di squadre che sgomitano per uscire dalle sabbie mobili del fondo classifica, con gli etnei che cercano, prima i 3-4 punti per la matematica salvezza per poi lanciarsi verso la conquista dell’ultimo posto disponibile per i play off. Obbiettivo che dovrebbe essere alla portata dei biancazzurri, se si considera il potenziale della squadra etnea che si è fatta rispettare con le prime della classe.
Una buona notizia rappresenta l’annullamento del Daspo nei confronti del forte centrale difensivo Angelo D’angelo, da parte della Cassazione e si aspetta da un momento all’altro il suo rientro nei ranghi della squadra, ormai è questione di giorni.
Sono 21 i punti a disposizione per la squadra di Carlo Breve che dovrà disputare quattro incontri in casa rispettivamente con Sapri, Messina, Rosarno e Puteolana; mentre si recherà trevolte in trasferta: Acicatena, Palazzolo e Castrovillari. Bisogna quindi raccogliere le forze per lo sprint finale e cercare di chiudere in bellezza per raddrizzare una stagione ricca di avvenimenti (per lo più negativi) che hanno colpito la squadra etnea.
Non ci stancheremo di esortare i veri sportivi e gli Ultras di Adrano ad essere presenti allo stadio per incoraggiare la squadra ed accompagnarla verso un finale da ricordare.
Salvatore Santangelo
Una buona notizia rappresenta l’annullamento del Daspo nei confronti del forte centrale difensivo Angelo D’angelo, da parte della Cassazione e si aspetta da un momento all’altro il suo rientro nei ranghi della squadra, ormai è questione di giorni.
Sono 21 i punti a disposizione per la squadra di Carlo Breve che dovrà disputare quattro incontri in casa rispettivamente con Sapri, Messina, Rosarno e Puteolana; mentre si recherà trevolte in trasferta: Acicatena, Palazzolo e Castrovillari. Bisogna quindi raccogliere le forze per lo sprint finale e cercare di chiudere in bellezza per raddrizzare una stagione ricca di avvenimenti (per lo più negativi) che hanno colpito la squadra etnea.
Non ci stancheremo di esortare i veri sportivi e gli Ultras di Adrano ad essere presenti allo stadio per incoraggiare la squadra ed accompagnarla verso un finale da ricordare.
Salvatore Santangelo
Il POF del 2° Circolo Didattico di Biancavilla - di Francesca Longo
I “percorsi didattici individualizzati” e i famosi POF, Piani dell’Offerta Formativa, elaborati dal Collegio docenti e consegnati alle famiglie degli alunni rappresentano la “vera carta d’identità” della scuola, esplicitandone la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa.
Abbiamo voluto incontrare, al riguardo, la dott.ssa Alfina Bertè, Dirigente Scolastico del Secondo Circolo Didattico di Biancavilla (Scuola dell’Infanzia e Scuola Primaria, comprensiva della sezione dislocata in Ospedale per i bambini ammalati). Una scuola questa che, oltre a distinguersi perché certificata come “scuola di qualità” e per le varie attività che coinvolgono quotidianamente i bambini, sta sviluppando un progetto singolare, pienamente integrato con il Progetto Scuola, in concerto con l’ASL3 di Adrano.
“…L’anno scorso abbiamo costituito il Circolo di Qualità, su invito della Direzione Generale - ci spiega la Dirigente - formato anche da docenti e genitori e abbiamo iniziato a lavorare con le famiglie sui Patti Formativi. Quando, nel redigerli, ci siamo trovati davanti al discorso “sanzioni”, palese è stata la necessità di chiedere aiuto a degli esperti. Da sempre abbiamo avuto contatti con l’ASL3 di Adrano, disponibile con la sua èquipe della Neuropsichiatria infantile. Ho chiesto loro se erano interessati a far parte del Circolo di Qualità e, “aprendoci le porte” come sempre, sono venuti a darci una mano. Il loro apporto è stato significativo e fondamentale. Ci hanno fatto riflettere su quando una sanzione è educativa e quando non lo è.
Nello specifico, si sono già conclusi i quattro incontri di formazione (tenuti dalla Neuropsichiatra Infantile Dott.ssa Grazia Mirabella, dalla Pedagogista Dott.ssa Carmela Sergi e dall’Assistente Sociale Dott.ssa Rosalba Puleo) con il corpo docente della Scuola dell’Infanzia su “educazione all’affettività e alla relazionalità attraverso le fiabe”.
Da lunedì 16 marzo il via ad altri incontri, con i docenti della Scuola Primaria, su come individuare e relazionarsi con i casi nascosti o veri di bullismo, e su come prevenire anche i comportamenti antisociali.
Un lavoro in sinergia con gli “esperti” in materia dunque, che si propone un’unica finalità: fare stare bene i bambini. Benessere educativo e successo formativo, non tralasciando allo stesso tempo chi, per svariati motivi, ha bisogno di una spinta in più.
Tante le iniziative attuate dalla scuola in questione. Già dall’anno scorso, si sono attirati i bambini con tutta una serie di attività motivanti: i corsi sull’orienteering; i corsi di recupero legati a come imparare a leggere e scrivere con strategie specifiche; il “circle time” giornaliero: riorganizzando l’orario scolastico e contestualizzandolo al territorio, in base al progetto accoglienza, si dedicano 20 minuti giornalieri a parlare con i bambini di svariate problematiche, dal loro ritardo dovuto allo scuolabus, alle riflessioni sulla giornata e ai valori in generale…
E poi ancora il “Baby Consiglio” (all’interno della scuola i bambini hanno eletto il loro Sindaco, i loro Assessori, si riuniscono in Giunta e poi vengono ascoltati dal Consiglio Comunale vero e proprio), e tanto altro…
I risultati sono soddisfacenti?- chiediamo al nostro interlocutore.
“Li sapremo a fine anno, dopo avere monitorato il tutto - aggiunge la Dott.ssa- ma devo dire che siamo già sulla giusta strada, nel tentativo di creare una vera “comunità scolastica”, che ci vede tutti coinvolti.
Oggi viviamo angosciati dalla fretta; la Scuola Primaria rischia di perdere quell’aspetto di affettività legato, se si vuole, anche alla maestra che racconta la favola. Vogliamo un po’ ritornare alla tradizione, fare un passo indietro. Spesso i bambini tornano a casa senza riflettere su quello che hanno imparato durante il giorno. Bisogna dar loro tempi diversi”.
Abbiamo voluto incontrare, al riguardo, la dott.ssa Alfina Bertè, Dirigente Scolastico del Secondo Circolo Didattico di Biancavilla (Scuola dell’Infanzia e Scuola Primaria, comprensiva della sezione dislocata in Ospedale per i bambini ammalati). Una scuola questa che, oltre a distinguersi perché certificata come “scuola di qualità” e per le varie attività che coinvolgono quotidianamente i bambini, sta sviluppando un progetto singolare, pienamente integrato con il Progetto Scuola, in concerto con l’ASL3 di Adrano.
“…L’anno scorso abbiamo costituito il Circolo di Qualità, su invito della Direzione Generale - ci spiega la Dirigente - formato anche da docenti e genitori e abbiamo iniziato a lavorare con le famiglie sui Patti Formativi. Quando, nel redigerli, ci siamo trovati davanti al discorso “sanzioni”, palese è stata la necessità di chiedere aiuto a degli esperti. Da sempre abbiamo avuto contatti con l’ASL3 di Adrano, disponibile con la sua èquipe della Neuropsichiatria infantile. Ho chiesto loro se erano interessati a far parte del Circolo di Qualità e, “aprendoci le porte” come sempre, sono venuti a darci una mano. Il loro apporto è stato significativo e fondamentale. Ci hanno fatto riflettere su quando una sanzione è educativa e quando non lo è.
Nello specifico, si sono già conclusi i quattro incontri di formazione (tenuti dalla Neuropsichiatra Infantile Dott.ssa Grazia Mirabella, dalla Pedagogista Dott.ssa Carmela Sergi e dall’Assistente Sociale Dott.ssa Rosalba Puleo) con il corpo docente della Scuola dell’Infanzia su “educazione all’affettività e alla relazionalità attraverso le fiabe”.
Da lunedì 16 marzo il via ad altri incontri, con i docenti della Scuola Primaria, su come individuare e relazionarsi con i casi nascosti o veri di bullismo, e su come prevenire anche i comportamenti antisociali.
Un lavoro in sinergia con gli “esperti” in materia dunque, che si propone un’unica finalità: fare stare bene i bambini. Benessere educativo e successo formativo, non tralasciando allo stesso tempo chi, per svariati motivi, ha bisogno di una spinta in più.
Tante le iniziative attuate dalla scuola in questione. Già dall’anno scorso, si sono attirati i bambini con tutta una serie di attività motivanti: i corsi sull’orienteering; i corsi di recupero legati a come imparare a leggere e scrivere con strategie specifiche; il “circle time” giornaliero: riorganizzando l’orario scolastico e contestualizzandolo al territorio, in base al progetto accoglienza, si dedicano 20 minuti giornalieri a parlare con i bambini di svariate problematiche, dal loro ritardo dovuto allo scuolabus, alle riflessioni sulla giornata e ai valori in generale…
E poi ancora il “Baby Consiglio” (all’interno della scuola i bambini hanno eletto il loro Sindaco, i loro Assessori, si riuniscono in Giunta e poi vengono ascoltati dal Consiglio Comunale vero e proprio), e tanto altro…
I risultati sono soddisfacenti?- chiediamo al nostro interlocutore.
“Li sapremo a fine anno, dopo avere monitorato il tutto - aggiunge la Dott.ssa- ma devo dire che siamo già sulla giusta strada, nel tentativo di creare una vera “comunità scolastica”, che ci vede tutti coinvolti.
Oggi viviamo angosciati dalla fretta; la Scuola Primaria rischia di perdere quell’aspetto di affettività legato, se si vuole, anche alla maestra che racconta la favola. Vogliamo un po’ ritornare alla tradizione, fare un passo indietro. Spesso i bambini tornano a casa senza riflettere su quello che hanno imparato durante il giorno. Bisogna dar loro tempi diversi”.
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