Giorno 20 del mese di ottobre 2008 monsignor Alfio Reina ha fatto il suo ingresso come parroco nella “Matrice” di Adrano, Maria SS. Assunta. Una chiesa gremita di gente lo ha accolto, salutato e festeggiato insieme con i suoi familiari per questo nuovo e prestigioso incarico.
C’eravamo anche noi sanfrancescani con gli occhi rossi e il cuore triste, perché lacerato da un groviglio di sentimenti certamente non occasionali né superficiali.
La comunità adranita e quella della Chiesa Madre hanno atteso nove lunghi mesi la nomina da parte del Vescovo che, dalla sua cattedra e illuminato dallo Spirito Santo, ha indicato in Alfio Reina il successore del compianto prevosto padre Branchina.
C’eravamo anche noi sanfrancescani con gli occhi rossi e il cuore triste, perché lacerato da un groviglio di sentimenti certamente non occasionali né superficiali.
La comunità adranita e quella della Chiesa Madre hanno atteso nove lunghi mesi la nomina da parte del Vescovo che, dalla sua cattedra e illuminato dallo Spirito Santo, ha indicato in Alfio Reina il successore del compianto prevosto padre Branchina.
Durante la cerimonia, bella, solenne, carica di emozione, a monsignore, che ha rivolto ai presenti una riflessione di alto profilo teologico e spirituale, sono stati offerti dei doni: una nuova edizione critica della Bibbia, dal Sindaco a nome della città; una casula, dai parrocchiani della “Matrice” che hanno aperto così le braccia al loro nuovo pastore.
Un grazie sentito, caloroso, da parte di questi ultimi è stato rivolto a padre Salvatore Stimoli, Amministratore attento e sensibile della Chiesa Madre nei mesi di attesa.
I canti del coro, la voce rotta del Vescovo hanno dato a tutta la celebrazione un sapore un po’ speciale ed hanno reso la liturgia un evento non rituale, ma intensamente religioso e devoto.
Il dodici ottobre monsignore salutava i parrocchiani della Chiesa di San Francesco e qualcuno in quella occasione ebbe a definirlo “l’uomo con la valigia, anzi con il trolley che è più moderno e più agile negli spostamenti”; l’immagine è veritiera se pensiamo alla vita del monsignore che per i suoi studi e per i numerosi incarichi è stato sempre costretto a fare la spola tra Adrano e Roma in gioventù, e Adrano e Catania nella maturità. Ma si sa il cristiano è il “viator” per eccellenza: egli è in cammino verso Dio e va per vie misteriose ed insondabili per il cuore e l’intelletto dell’uomo.
Così è don Alfio, che risponde sempre “eccomi” ad ogni chiamata e fa finta di non chiedersi mai il “perché”. Sono in molti a pensare che sia uno degli operai migliori nella vigna del Signore! Ha dovuto lasciare per la seconda volta la sua parrocchia d’elezione, San Francesco, per andare in Chiesa Madre: vicario foraneo, assistente diocesano dell’Azione Cattolica, novello parroco. Una bella mole di lavoro per un giovane di quasi settantacinque anni.
Sulle sue doti, o difetti, si è già detto in altre occasioni, ma forse è il caso di ricordarne alcuni: l’ubbidienza, lacerante ma totale; il silenzio, capace di farsi, di volta in volta, filosofia, condivisione, accettazione, preghiera; le sue battute di fine umorismo e pungenti quanto basta. Per non dire del suo sentimento emotivo, segno di grande sensibilità e non di debolezza; la sua fede, profonda e piena di generoso abbandono nelle mani di Dio.
Lascia il segno monsignore in chi lo conosce. A fare festa, infatti, sono venuti, oltre ai confratelli, amici da Catania: “Sant’Agata al Borgo” non dimentica il padre che l’ha guidata per dieci anni; così come non dimentica la parrocchia di San Francesco, rincuorata dai catanesi agatini.
Certo, il “monsi” rimane comunque tra noi adraniti, ma non è più nostro; di noi sanfrascescani, per i quali è stato, è e sarà sempre padre spirituale, amico, fratello, punto di riferimento e modello di santità.
Auguri di buon lavoro, monsignore. Noi Le promettiamo le nostre preghiere perché il Suo servizio sia ancora lungo e fruttuoso per i vecchi e i nuovi amici, per Adrano tutta e per la gloria del Signore.
“Non mollare mai”
“Coraggio”
Lo stesso affettuoso augurio di buon lavoro rivolgiamo a padre Amedeo Cantali che diventa parroco della Parrocchia San Francesco. La cerimonia di insediamento, presieduta da S.E. mons. Pristina, si terrà giorno 19 dicembre, alle ore 17,30.
Padre Cantali, nato a Tortrici il 28.11.1950 e ordinato il 2 agosto del 1981, è stato Viceparroco a Sant’Agostino, Santa Lucia, San Paolo, assistente dei giovani al Rosario, insegnante di religione alla scuola media “Mazzini”, cappellano alla Sangiorgio Gualtieri e, da ultimo, rettore della Chiesa SS. Cristo per diversi anni.
Di lui si dice che sia introverso ma generoso, ricco di iniziative, amante dei giovani e della natura; per questo siamo certi che amerà e saprà farsi amare dai “sanfrancescani”, abituati ai cambiamenti e sempre “gregge” fedele al suo pastore e disponibile verso tutti.
Un grazie sentito, caloroso, da parte di questi ultimi è stato rivolto a padre Salvatore Stimoli, Amministratore attento e sensibile della Chiesa Madre nei mesi di attesa.
I canti del coro, la voce rotta del Vescovo hanno dato a tutta la celebrazione un sapore un po’ speciale ed hanno reso la liturgia un evento non rituale, ma intensamente religioso e devoto.
Il dodici ottobre monsignore salutava i parrocchiani della Chiesa di San Francesco e qualcuno in quella occasione ebbe a definirlo “l’uomo con la valigia, anzi con il trolley che è più moderno e più agile negli spostamenti”; l’immagine è veritiera se pensiamo alla vita del monsignore che per i suoi studi e per i numerosi incarichi è stato sempre costretto a fare la spola tra Adrano e Roma in gioventù, e Adrano e Catania nella maturità. Ma si sa il cristiano è il “viator” per eccellenza: egli è in cammino verso Dio e va per vie misteriose ed insondabili per il cuore e l’intelletto dell’uomo.
Così è don Alfio, che risponde sempre “eccomi” ad ogni chiamata e fa finta di non chiedersi mai il “perché”. Sono in molti a pensare che sia uno degli operai migliori nella vigna del Signore! Ha dovuto lasciare per la seconda volta la sua parrocchia d’elezione, San Francesco, per andare in Chiesa Madre: vicario foraneo, assistente diocesano dell’Azione Cattolica, novello parroco. Una bella mole di lavoro per un giovane di quasi settantacinque anni.
Sulle sue doti, o difetti, si è già detto in altre occasioni, ma forse è il caso di ricordarne alcuni: l’ubbidienza, lacerante ma totale; il silenzio, capace di farsi, di volta in volta, filosofia, condivisione, accettazione, preghiera; le sue battute di fine umorismo e pungenti quanto basta. Per non dire del suo sentimento emotivo, segno di grande sensibilità e non di debolezza; la sua fede, profonda e piena di generoso abbandono nelle mani di Dio.
Lascia il segno monsignore in chi lo conosce. A fare festa, infatti, sono venuti, oltre ai confratelli, amici da Catania: “Sant’Agata al Borgo” non dimentica il padre che l’ha guidata per dieci anni; così come non dimentica la parrocchia di San Francesco, rincuorata dai catanesi agatini.
Certo, il “monsi” rimane comunque tra noi adraniti, ma non è più nostro; di noi sanfrascescani, per i quali è stato, è e sarà sempre padre spirituale, amico, fratello, punto di riferimento e modello di santità.
Auguri di buon lavoro, monsignore. Noi Le promettiamo le nostre preghiere perché il Suo servizio sia ancora lungo e fruttuoso per i vecchi e i nuovi amici, per Adrano tutta e per la gloria del Signore.
“Non mollare mai”
“Coraggio”
Lo stesso affettuoso augurio di buon lavoro rivolgiamo a padre Amedeo Cantali che diventa parroco della Parrocchia San Francesco. La cerimonia di insediamento, presieduta da S.E. mons. Pristina, si terrà giorno 19 dicembre, alle ore 17,30.
Padre Cantali, nato a Tortrici il 28.11.1950 e ordinato il 2 agosto del 1981, è stato Viceparroco a Sant’Agostino, Santa Lucia, San Paolo, assistente dei giovani al Rosario, insegnante di religione alla scuola media “Mazzini”, cappellano alla Sangiorgio Gualtieri e, da ultimo, rettore della Chiesa SS. Cristo per diversi anni.
Di lui si dice che sia introverso ma generoso, ricco di iniziative, amante dei giovani e della natura; per questo siamo certi che amerà e saprà farsi amare dai “sanfrancescani”, abituati ai cambiamenti e sempre “gregge” fedele al suo pastore e disponibile verso tutti.
Carmela Russo