giovedì 15 gennaio 2009

Lo Sport ad Adrano: tempo di bilanci - di Salvatore Santangelo

trops trops trops
Siamo giunti quasi al giro
di boa nel campionato
di Serie D e quindi si può
iniziare a tracciare il primo
bilancio della sesta stagione
dell’Adrano Calcio in questa
categoria.
Questa edizione verrà
senz’altro ricordata come la
più travagliata e sofferta, per
tutta una serie di motivi: in
primo luogo la vicenda del DASPO
che ha colpito la Società in
modo abnorme, forse perché
si voleva dare un segnale particolare
a tutto l’ambiente calcistico
e quindi l’Adrano è stato
“immolato” sull’altare della
(pseudo) giustizia sportiva.
Altro motivo di particolare
apprensione sono state le
dichiarazione del presidente
Emanuele Russo che ha
lamentato (giustamente!) di
essere stato lasciato solo sia
dalle realtà imprenditoriali
della città e sia dalla massa
di tifosi che nei primi anni
riempivano gli spalti (dove
sono andati a finire i 2.500
spettatori di Adrano-Siracusa,
i 2.000 di Adrano –Paternò, i
1.800 di Adrano Cosenza o i
2.100 di Adrano-Sorrento, di
qualche anno fa?).
Ma la batosta più pesante è
stato il clima di attrito che si è
creato tra le forze dell’ordine e
la locale tifoseria organizzata,
che ha portato allo scioglimento
del “Regime Etneo” e
via via alla diaspora di molti
giovani che domenicalmente
erano presenti allo stadio per
incitare, cantare e stimolare
anche i più restii ad un caloroso
coinvolgimento verso la
squadra.
Sembra siano passati degli
anni e pensare che appena
la passata edizione l’Adrano
raggiunse il traguardo storico
dei play off, ad un passo quindi
dal professionismo.
La società adranita viene
presa, ancora oggi, come
esempio da altri sodalizi, per
l’organizzazione, la programmazione
e la professionalità
Da Napoli in giù Adrano viene
considerata come una delle
più efficienti società sportive
che riesce a coniugare sia i
risultati che le spese di bilancio,
con una oculata politica di
valorizzazione dei giovani.
Basti ricordare il giovane
Daniele Messina, (andato alla
Sampdoria) o Gaetano Farò
(uno dei migliori portieri di
Serie D) richiesto da molte
società e così anche Antonio
Cortese, tutti giovani adraniti
usciti dal vivaio della società,
con davanti un futuro pieno
di speranze.
Qui permettetemi di richiamare
l’attenzione, a
chi sostiene che i soldi dati
al calcio sono soldi persi!
I contributi dati alle società
sportive (siano esse di calcio,
basket, volley o altri sport)
sono soldi investiti per il futuro
dei giovani, per toglierli
dalle strade; oggi la società
non offre nessun modello
educativo, la scuola ha fallito
l’obbiettivo, le istituzioni sono
assenti, le parrocchie, in parte,
altrettanto, mentre le famiglie
da sole non riescono.
E’ inutile,
quindi, puntualizzare
quando
sia importante
lo sport, in
quanto agenzia
educativa dove
esistono delle regole da rispettare,
dove il “gioco di squadra”
abitua i giovani alla mutualità
reciproca e alla solidarietà, alla
sana competizione per potersi
migliorare giornalmente, per il
raggiungimento degli obbiettivi….
e scusate se è poco!
Oggi la parte migliore di
questa città è rappresentata
dalle società Adrano Calcio e
dall’Unifarmed Adrano, due
splendide realtà che pongono
questa città al pari di altre
Città, anche capoluoghi di province,
come Siracusa, Cosenza,
Reggio Calabria, Potenza, Gela,
Trapani ecc. che partecipano
nei rispettivi campionati sia di
calcio che di basket.
Per il resto Adrano è menzionata
solo per fatti di cronaca
nera, basti ricordare i passati
fatti delittuosi, o il poveretto
che viene malmenato per la
pipì di un cagnolino o i vari
accoltellamenti in discoteca
(fatti purtroppo riportati dalla
televisione nazionale) che non
fanno certo onore alla stragrande
maggioranza di gente
onesta di questa città.
Sarebbe un grande sbaglio,
sottovalutare tutto ciò. Bisogna
essere lungimiranti e non
soffermarsi sul lato prettamente
economico della questione;
ogni euro investito per lo sport
è investito per il futuro dei giovani
oltre che per l’immagine
di questa comunità.
Sarebbe auspicabile un
maggiore coinvolgimento da
parte dell’Amministrazione
verso queste belle realtà sostenendo
quegli imprenditori
che mettono mano al
portafogli oltre al tempo che
queste persone tolgono alla
propria famiglia e alla propria
azienda.
Un altro auspicio riguarda
la presenza più massiccia della
gente alle gare delle due squadre,
una città di quarantamila
abitanti dovrebbe riempire
sempre gli spalti facendo sentire il
proprio peso.

Salvatore Santangelo