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Giuseppe Castiglione, 45 anni, sposato con Lucia e padre tre ragazzi, una laurea in Giurisprudenza nell'Ateneo catanese e un’attività da dirigente di azienda, dal 1990 è giornalista pubblicista.
Nonostante la giovane età, una lunga carriera politica; consigliere comunale di Bronte dal 1989 al 1992, nel 1996 e nel 2001 è eletto all'Assemblea regionale siciliana, nel 2004 diviene Parlamentare europeo nelle file del Partito Popolare Europeo.
Assessore regionale all'Industria (1996-1999); Assessore regionale all'Agricoltura e vicepresidente della Regione (2001-2004).
Inoltre, è stato membro di numerose Commissioni dirette allo sviluppo produttivo e dei diritti dell’Uomo. Molto attivo nelle interrelazioni con i Paesi ricadenti sul Mediterraneo.
Ricopre la carica di Presidente della Provincia regionale di Catania dal giugno 2008.
È membro onorario dell'Unione italiana ciechi per l'impegno profuso nell'attività di governo.
Presidente, nel ringraziarla per l’opportunità di questa chiacchierata, durante la quale cercheremo di toccare tanti argomenti, cominciamo a capire come è lo stato finanziario della Provincia.
La situazione delle casse dell’Ente è abbastanza buona. La Provincia non soffre, a livello economico e finanziario, come i Comuni, certo non possiamo strafare ma, dal punto di vista amministrativo, possiamo lavorare con una certa serenità e, senza tema di smentita, posso affermare che il nostro operato ha permesso un ulteriore miglioramento delle cose.
Inoltre, mi inorgoglisce il fatto che, per la prima volta nella storia della Provincia Regionale di Catania, chiuderemo il bilancio previsionale 2009, entro il 31 dicembre 2008, infatti, abbiamo già il parere positivo dei Revisori dei Conti dopo il licenziamento da parte della Commissione Bilancio, e la prossima settimana (intervista del 15/12/2008) dovremo attivare le procedure per l’approvazione definitiva in Consiglio.
La storia più recente, ci racconta che il bilancio preventivo della Provincia Regionale, si approvava alla fine dell’anno successivo con tutti problemi di pianificazione che questo comportava, visto l’importanza dell’Atto Amministrativo, per quanto riguarda la mia Amministrazione gli investimenti sono stati diretti verso una seria programmazione, e questa è la direttrice verso cui stiamo puntando, non più interventi a pioggia ma mirati e pianificati.
Come ha organizzato la Macchina Burocratica della Provincia
Anche in questo caso stiamo lavorando, con un chiaro obiettivo, il contenimento dei costi della politica, cercando di razionalizzare, oltre che valorizzare e gratificare, le risorse umane ed organizzative dell’Ente, infatti, per prima cosa abbiamo ridotto da 7 a 4 i dipartimenti e ridotto da 36 a 26 i Dirigenti e, nel contempo, abbiamo eliminato tutte le consulenze esterne che, fino a qualche tempo addietro, erano circa 60.
Nella stessa direzione, perché la legge nazionale ha previsto un massimo di undici Assessori, va il nostro adeguamento per il numero di deleghe assessoriali, inoltre, dopo le dimissioni di un Assessore è diventato 10 e, per adeguarci alla nuova legge Regionale che, però non è ancora esecutiva, tra qualche tempo in giunta potrebbero sedere 9 Assessori.
Ancora, abbiamo prodotto un Regolamento per il Conferimento degli Incarichi, che, è stato pubblicato nei giorni scorsi, con nostro grande orgoglio, sulla rivista del TAR Nazionale come modello di riferimento per gli altri Enti.
Abbiamo chiuso, un contratto integrativo, con i dipendenti della Provincia Regionale, che ormai si prorogava da tanti anni ed il risultato, ritengo, sia stato l’ottenimento di una migliore valorizzazione e gratificazione per le persone che lavorano per il nostro Ente.
Tutto questo lavoro verso la razionalizzazione ha portato un risparmio per l’Ente di circa 3.000.000 di euro annui, e visto il delicato momento, non mi sembra un segnale da trascurare.
A proposito di risparmi e razionalizzazione, parliamo della Sanità in Sicilia e della previsione di tagli delle strutture ospedaliere: Bronte, Biancavilla e Paternò, qual è il suo pensiero.
La nostra posizione è chiara e non in contrapposizione con nessuno, apprezziamo l’operato dell’Ass. Russo, come magistrato e, quindi, uomo al servizio delle Istituzioni.
Ma, mentirei se non esprimessi alcune perplessità su alcune questioni, la prima delle quali sta nel fatto che, oggi, l’Assessore al ramo prevede un taglio di 5.000 posti, senza tener conto dell’esistenza di un piano di rientro, che abbiamo anche sottoscritto, che prevede la riduzione di 2.570 posti letto nella nostra Regione.
Se poi parliamo della Provincia di Catania, come possono essere previsti, al di là delle due grandi aziende ospedaliere, un totale di 175 posti letto. Alla luce di questi numeri sarei curioso di vedere quale organizzazione può essere attuata per i nosocomi di Giarre, Acireale, Bronte, Paternò, Biancavilla ecc.
Il nostro modello è relativo all’attuazione del piano di rientro, come dal piano Lagalla, prevedente la riduzione, nel pubblico, dei 2.570 posti letto, nel contempo, una corretta riduzione dei costi per la convenzioni con il privato.
Altra perplessità che ci assale sta nell’allarme che la Corte dei Conti ha lanciato circa il servizio 118 siciliano che, attualmente, costa 270.000.000 di euro, mentre in Lombardia, regione, che ha numero similare di abitanti costa “solo” 90.000.000 di euro, ma intanto la nostra Regione, continua ad assumere, infatti, per il 118 in Sicilia, nel periodo maggio 2005 / aprile 2006 (periodo elettorale) sono stati assunte circa 2.000 persone.
Anche sulla riorganizzazione delle Aziende Ospedaliere, il quale non è tema inserito nel piano di rientro, crediamo, come forza politica all’interno dell’ARS, che vi siano delle incongruenze e quindi vi sia necessità di ragionarci sopra.
Partendo dal presupposto che in Veneto vi è un’Azienda ogni 300.000 abitanti ed in Piemonte ogni 200.000, mentre in Sicilia sono previste 14 Aziende, pari a circa 1 su 430.000 abitanti, non è così strampalato pensare che il risultato di questa pianificazione, sarà l’impossibilità di una corretta gestione; facciamo un esempio, se il Cannizzaro e il Garibaldi fossero accorpati in un’unica struttura di 1.500 posti letto, non solo questo porterebbe a non risolvere i problemi ma, paradossalmente ad aggravarli, perché è naturale che la gestione di un tal numero di posti letto non potrà avere le caratteristiche di continuità e approfondimento sulla risoluzione dei problemi, e non credo che il problema sia quello di risparmiare lo stipendio di un Direttore Generale il quale, secondo il mio parere, deve essere anche meglio retribuito ma che deve essere in grado di gestire strutture così complesse ma, d’altro canto deve rispondere, in maniera diretta, del proprio operato.
Per questo la nostra proposta è chiara, pensiamo che la nostra Provincia debba essere, al pari delle altre realtà regionali, dotata di 9 Aziende ospedaliere, 9 Aziende Territoriali, 3 Policlinici più l’Azienda Civica e l’Azienda Garibaldi. Diamo anche degli indirizzi relativi alla funzione di Committenza, da parte delle Strutture Territoriali, nei confronti delle Aziende Ospedaliere che erogano le prestazioni. Questo sistema riporterebbe una mentalità imprenditoriale, con l’acquisizione di servizi e prestazioni, scegliendo sul pubblico o privato, sulla base della qualità offerta.
Dal punto di vista prettamente economico, dobbiamo partire dall’unico punto concreto, il piano Lagalla, evitando di perdere i 2 miliardi e 800 milioni del piano di rientro, anche perché entro il 2010, secondo il piano sanitario nazionale, avremo un’ulteriore decurtazione di 400.000.000 di euro, quindi non solo non dobbiamo sforare ma dobbiamo stare attenti a queste ulteriori prossime limitazioni finanziarie.
Tutto deve essere condotto secondo una pianificazione organica e razionale, infatti, non si può fare una politica sulla riduzione dei posti letto tout court, dobbiamo rientrare nei medesimi parametri che stanno in Europa pari a 3,5 posti letto ogni 1.000 abitanti per gli acuti e 1% alla lungodegenza e riabilitazione, settori cruciali per il servizio sanitario.
Affrontiamo un altro argomento molto spinoso: ATO 3 rifiuti, quale futuro e, visto che la Provincia ha presentato un disegno di legge, qual è la posizione della Giunta provinciale.
Premesso che non penso che i problemi risiedano tutti nel modello attuato ma, ritengo, che molta responsabilità stia sulla gestione dello stesso.
Qualche giorno fa, ho visitato personalmente l’ATO di Caltagirone, trascorrendo due ore insieme al presidente, al fine di capire il perché questa struttura funziona bene mentre il nostro ATO 3 vive continuamente problemi quasi insormontabili, e ….. penso di essermi fatto un’idea.
Presupposti necessari per una gestione sana, sono in primo luogo, una pianificazione intelligente per la costruzione di Isole ecologiche in ogni Comune, una definizione e manutenzione delle discariche, il centro di compostaggio (molti non sanno che durante la crisi di Napoli, il centro di compostaggio di Caltagirone è diventato un punto di riferimento e di business), il centro di smaltimento degli oggetti elettrici ed elettronici (se pensiamo che la nostra Provincia ne dovrebbe avere almeno tre, mentre attualmente esiste solo quello di Caltagirone, è chiaro che questo ne ha avuto un grosso vantaggio economico), il centro per il cartone, ecc..
Tutta quest’ organizzazione alleggerisce il costo dello smaltimento dei rifiuti e crea le condizioni per una maggiore congruità rispetto alla tariffa, infatti, secondo alcune inchieste giornalistiche, oggi al nord conferire in discarica costa 0,10 € mentre da noi, mediamente, costa 0,80 €. Questo percorso virtuoso porta, necessariamente, ad una giusta richiesta, nei confronti dei cittadini, nelle bollette ATO, cosa che avviene per molti centri del Nord, ma anche a Caltagirone e relativo distretto ATO.
Relativamente all’ATO 3, invece, dobbiamo registrare, purtroppo, alcune anomalie, intanto, in sede di costituzione, certi Comuni hanno accollato al consorzio in formazione, un numero maggiore di personale, creando sacche d’inefficienza e gravando sul conto economico della nascente struttura.
Inoltre, una ditta è stata incaricata a verificare lo stato di riscossione dei tributi sui 18 Comuni dell’ATO 3, e su tre di questi Enti (unici dati restituiti) l’importo evaso si aggira a 12.000.000 di euro.
È chiaro che è necessario maggiore rigore sull’accertamento creando le condizioni per il motto “pagare tutti, per pagare meno”.
Noi, comunque, di fronte allo stato d’ emergenza, abbiamo deciso d’intervenire, sia in termini immediati con un importo di 500.000 € al fine di tamponare il problema, sia in termini programmatici, riprendendo in termini concreti il ruolo della Provincia, che è quello di coordinatore per azioni sovra-comunali. Abbiamo riunito intorno ad un tavolo i sindaci, i deputati regionali e nazionali, gli Amministratori di società ecc.., da questo lavoro ne è nato un disegno di legge, che riteniamo sia il migliore attuabile e che sarà presentato all’ARS, sfruttando l’articolo 32 dello statuto della Regione Sicilia, secondo cui tre consigli provinciali possono promuovere l’iniziativa legislativa.
Tale disegno, studiato da altri consigli provinciali, e contiene, il principio che secondo cui l’ambito territoriale coincide con la Provincia, e non altre strutture (istituzione di un consorzio tra Comuni) come prevede il disegno di legge regionale.
Inoltre prevediamo una giusta esaltazione dei Comuni, e laddove c’è una gestione virtuosa, e si risponde a determinate condizioni, immediatamente diverrà Ambito territoriale.
Abbiamo previsto anche una postilla: dopo i 24 mesi dall’inizio dell’esperimento, se vi sono altre esperienze positive di altri Comuni che vogliono aggregarsi fra loro, saranno in grado, e nelle condizioni di farlo.
Ma il problema più spinoso da risolvere, che è quello dei debiti che gli ATO hanno accumulato in questi anni, poiché oggi il Governo afferma che questi debbano essere trasferiti ai Comuni, capite bene che ciò porterebbe un gran massa di Enti allo sfascio finanziario. Pertanto chiediamo che il modello da attuare per superare questo momento particolarmente difficile, trasferendo alla Provincia Regionale tutte le partite attive e passive con il Soggetto Gestore, mentre per tutti gli altri debiti che non rientrano nell’ambito Soggetto Gestore, si attivi un fondo di rotazione presso la Regione Sicilia, fino all’esaurimento di tali passività, inoltre per quanto riguarda la fase di Accertamento che va in capo alla Provincia, vista la fase di avviamento, si dovrebbe attivare un Fondo di rotazione presso l’Assessorato al Enti Locali, per arrivare alla fase di regime, a quel punto, virtuoso.
Questo testo di legge, devo dire apprezzato in molte sedi Istituzionali, ci mette nella condizione di confronto con quello del Governo regionale, in vista di una serena dialettica.
Altra funzione importante della Provincia è la gestione delle strade provinciali, ma tra Adrano e Biancavilla esiste la Ex ss 121, importante arteria che, purtroppo negli ultimi anni, ha conosciuto numerose vittime, avete progetti per la messa in sicurezza?
Stiamo sollecitando l’ANAS, a proposito del programma nazionale per gli investimenti che riguardano la Sicilia. Sulla Provincia gestisce 2.500 km di rete provinciale, e posso dire, ancora con orgoglio, che siamo la prima Provincia che ha avuto l’approvazione del proprio piano, sia dalla Regione sia dal Governo nazionale, si tratta di 50.000.000 di euro, di cui 20.000.000 attualmente disponibili, e soprattutto abbiamo già fatto tutta la progettazione esecutiva, grazie anche alla capacità finanziaria per tutti gli studi propedeutici.
Per quanto ci riguarda, investiremo fondi nazionali e parte dei fondi regionali e provinciali per quel che ci compete, ma di contro continueremo a chiedere all’ANAS un piano serio di messa in sicurezza e manutenzione delle strade statali e la ex 121 (oggi ss 284) rientra in queste richieste.
Passiamo all’edilizia scolastica nel territorio, previste nuove strutture (per esempio il Liceo Psico Pedagogico di Biancavilla, con oltre 400 alunni e in perenne sofferenza di capienza)?
L’edilizia scolastica è uno dei nostri impegni principali. Come sapete la Provincia si occupa di tutti gli Istituti di livello secondario, mentre è compito dei Comuni la gestione dell’edilizia scolastica dalle materne alla scuola media.
In provincia sussistono 90 Istituzioni scolastiche per 130 plessi, più di 100 palestre, un milione di metri quadri di superficie scolastica, pertanto capite bene le difficoltà giornaliere a gestire tutto.
Posso dire, comunque, che il nostro patrimonio scolastico è sano, abbiamo solo il 10 % di plessi in strutture storiche, il resto è frutto di investimenti per nuove strutture.
Relativamente alle scuole in affitto, il costo del canone è, a dir poco, spaventoso, di contro la Provincia ha un proprio patrimonio che stiamo censendo insieme all’Agenzia del Territorio, non solo sull’entità ma anche sulla stima di esso che pare aggirarsi intorno a 700.000.000 di euro, dopo di che costituiremo una società ad hoc di valorizzazione immobiliare, per effettuare una congrua vendita di alcuni immobili, al fine di realizzare scuole e, di conseguenza, eliminando, sensibilmente, i fitti passivi. Tale operazione ci permetterà di attenzionare in maniera più produttiva la ridefinizione dell’edilizia scolastica; un esempio con Acireale, 2.000.000 di fitti, il quale storno potrebbe servire costruire un nuovo polivalente più funzionale e moderno.
A Biancavilla, ma è già una richiesta ufficiale, potrebbe sorgere un polivalente in tempi relativamente brevi.
Attività produttive, qualche dato sullo stato di salute, in considerazione della crisi?
Se ci fosse un voto, dopo soltanto cinque mesi di governo provinciale, mi darei un 8 pieno, e spiego il perché, in un momento di crisi acuta, stiamo affrontando il problema con un approccio “scientifico” pertanto abbiamo voluto intervistare circa 150 imprese, sentendo Presidenti, Amministratori Delegati e Direttori Generali e da questa analisi abbiamo potuto appurare che la situazione non è florida ma le aziende guardano al futuro con attenzione, dato confortato da una diminuzione della Cassa Integrazione in Provincia. Ma non ci siamo fermati a questo, abbiamo chiesto, alle attività produttive, quale potesse essere lo strumento più efficace per contrastare questo stato di ampia crisi, la risposta più diffusa è stata il ricorso ai consorzi Fidi, perciò, sul bilancio previsionale 2009 abbiamo inserito 10.000.000 di euro al plafond del consorzio fidi, e questo potrà essere un contributo al possibile volano per la ripresa economica in provincia.
La Provincia, in questo caso, non versa materialmente la cifra, ma interviene soltanto in caso d’insolvenza (statisticamente numeri molto bassi) da parte delle imprese, rimpinguando il fondo di garanzia del consorzio e creando, di fatto, un aiuto a chi deve accedere al finanziamento.
Abbiamo stipulato un protocollo d’intesa con il Ministero per il Commercio con l’Estero, sull’internazionalizzazione delle nostre imprese, per un concreto aiuto su tutte le procedure concernenti, i rapporti con le aziende straniere, per esempio sulle pratiche burocratiche, sull’aspetto assicurativo, sia su quello legale ecc..
Inoltre, visto che la tecnologia è un aiuto non indifferente alla produttività, nelle variazioni di bilancio del 2008, abbiamo inserito 2.000.000 di euro per coprire tutta la zona industriale di Catania con la banda larga. Questo progetto è stato apprezzato dalla regione, la quale, ha contribuito con circa ulteriori 3.000.000 di euro, fondi reperiti dalla conversione di un progetto precedente, e pertanto questi 5.000.000 ci permetteranno di aumentare il raggio sulle zone industriali di Piano Tavola e Paternò.
Il nostro scopo, in definitiva, è quello di creare i presupposti per l’imprenditoria del domani, per questo stiamo lavorando per far nascere la cultura d’impresa e per questo, in concerto con la Regione per la riconversione, da un vecchio progetto, della somma di 3.000.000 di (istituzione di un consorzio tra Comuni) euro, che ci serviranno per dare un aiuto a chi vuol fare impresa nella fase dello Start up, per questo privilegeremo i giovani, l’innovazione tecnologica.
Sicurezza nel territorio, risultati della Polizia Provinciale come istituzione recente, quali sono i compiti di questo corpo e quali i risultati?
Sulla polizia provinciale è mio intento investire di più, pertanto dalle 30 unità io penserei ad un organico di almeno 60/70 persone, perché essendo, a mio parere, un’Istituzione importante, non deve essere utilizzata per far fare cassa all’Ente con contravvenzioni e Sostare, ma la qualificherei sul piano del controllo e della tutela ambientale, per esempio, come già accaduto, per il controllo alle discariche, dotandoli della strumentazione necessaria per un efficiente servizio, come per esempio la video sorveglianza.
La Provincia, è molto attiva su fronte della Cultura, quali saranno gli eventi significativi
Come dicevo all’inizio il nostro moto è “lavorare con programmazione” per questo abbiamo operato al fine di rendere più concreto il contributo dell’Ente sulla promozione ed identità culturale; a proposito delle manifestazioni natalizie, abbiamo fatto una scelta strategica di intitolare, sotto un unico logo “Natale in Provincia”, che coinvolge tutte le Pro Loco, ciò ha permesso di evitare l’utilizzo di contributi spezzettati per manifestazioni locali, permettendo un uso comune e più produttivo degli eventi, per esempio i ciaramillari provenienti dalla scuola di Maletto, interverranno nei vari Comuni, o anche i concerti di musica Classica e Gospel, e poi ancora il tradizionale “Natale alle Ciminiere” che, da grande fiera, l’abbiamo trasformata a importante vetrina per l’artigianato di qualità.
Ma ritengo che Catania debba avere 5/6 eventi di grande rilievo per rimettere in moto l’attività culturale, perciò stiamo organizzando Lancio del Festival Belliniano, ed il Premio internazionale Giovanni Verga, in collaborazione con l’Università di Madrid, ma mi piace evidenziare che, nel novembre prossimo, Catania organizzerà alle Ciminiere, in occasione dei cento anni del Futurismo, una grande Mostra, che successivamente sarà allestita a Parigi, Roma, l’importanza culturale dell’evento sta nel ritrovamento di testimonianze di Marinetti a Catania e nella scoperta di documenti inediti relativi all’autore.
Tutto questo, naturalmente non può essere organizzato dal solo Ente, ma con l’appoggio delle diverse fondazioni e del il Ministero dei beni culturali.
Ancora, Etnafest, che, con la collaborazione della facoltà di Lettere, quest’anno avrà come tema il Mito, tra la concezione del passato e del presente.
Ma è mio impegno, morale prima che amministrativo quello di contribuire ad alleviare le sofferenze dei meno fortunati, e pertanto abbiamo avviato azioni di solidarietà, in collaborazione con la Comunità di S.Egidio, con molte iniziative tra le quali, l’ormai tradizionale pranzo di natale e l’adesione della Provincia all’appello “Una Provincia per la vita”, contro la pena di morte.
Con il Comune, la Caritas e la Croce Rossa, abbiamo avviato il progetto per un centro di accoglienza per i Rom, dove la Provincia costruirà le strutture su un terreno fornito dal Comune di Catania e la gestione sarà affidata alla Croce Rossa.
Ed infine abbiamo aderito a “scarp de’ tenis” e televisione di strada (già presente sul Web), contro il disagio e la povertà, anche con la pubblicazione di un giornale e di una televisione fatta da coloro che, giornalmente vivono il disagio della povertà assoluta.
Per concludere questa gradevole chiacchierata, qual è il progetto per cui vorrebbe che la giunta Castiglione possa essere ricordata?
Ho sempre creduto e, di conseguenza, operato nel sostegno alle imprese, ed anche i miei mandati politici sono andati verso quella direzione; ma non vi nascondo che le ultime esperienze, vissute nel mondo del volontariato, mi hanno fatto riflettere molto sulla vera natura delle cose.
I progetti con Caritas e Comunità di S. Egidio mi hanno premesso di conoscere delle realtà, nella nostra provincia, che non conosciamo e non sono innalzati agli onori della cronaca, ma esistono e hanno bisogno dell’aiuto di tutti, magari in sordina e senza i clamori della “pubblicità” ma con estrema determinazione. Vi confesso che questo è uno dei miei obiettivi primari e spero che, con il nostro operato possa essere utile per alleviare, il più possibile, la sofferenza di persone meno fortunate di noi.
Giuseppe Castiglione, 45 anni, sposato con Lucia e padre tre ragazzi, una laurea in Giurisprudenza nell'Ateneo catanese e un’attività da dirigente di azienda, dal 1990 è giornalista pubblicista.
Nonostante la giovane età, una lunga carriera politica; consigliere comunale di Bronte dal 1989 al 1992, nel 1996 e nel 2001 è eletto all'Assemblea regionale siciliana, nel 2004 diviene Parlamentare europeo nelle file del Partito Popolare Europeo.
Assessore regionale all'Industria (1996-1999); Assessore regionale all'Agricoltura e vicepresidente della Regione (2001-2004).
Inoltre, è stato membro di numerose Commissioni dirette allo sviluppo produttivo e dei diritti dell’Uomo. Molto attivo nelle interrelazioni con i Paesi ricadenti sul Mediterraneo.
Ricopre la carica di Presidente della Provincia regionale di Catania dal giugno 2008.
È membro onorario dell'Unione italiana ciechi per l'impegno profuso nell'attività di governo.
Presidente, nel ringraziarla per l’opportunità di questa chiacchierata, durante la quale cercheremo di toccare tanti argomenti, cominciamo a capire come è lo stato finanziario della Provincia.
La situazione delle casse dell’Ente è abbastanza buona. La Provincia non soffre, a livello economico e finanziario, come i Comuni, certo non possiamo strafare ma, dal punto di vista amministrativo, possiamo lavorare con una certa serenità e, senza tema di smentita, posso affermare che il nostro operato ha permesso un ulteriore miglioramento delle cose.
Inoltre, mi inorgoglisce il fatto che, per la prima volta nella storia della Provincia Regionale di Catania, chiuderemo il bilancio previsionale 2009, entro il 31 dicembre 2008, infatti, abbiamo già il parere positivo dei Revisori dei Conti dopo il licenziamento da parte della Commissione Bilancio, e la prossima settimana (intervista del 15/12/2008) dovremo attivare le procedure per l’approvazione definitiva in Consiglio.
La storia più recente, ci racconta che il bilancio preventivo della Provincia Regionale, si approvava alla fine dell’anno successivo con tutti problemi di pianificazione che questo comportava, visto l’importanza dell’Atto Amministrativo, per quanto riguarda la mia Amministrazione gli investimenti sono stati diretti verso una seria programmazione, e questa è la direttrice verso cui stiamo puntando, non più interventi a pioggia ma mirati e pianificati.
Come ha organizzato la Macchina Burocratica della Provincia
Anche in questo caso stiamo lavorando, con un chiaro obiettivo, il contenimento dei costi della politica, cercando di razionalizzare, oltre che valorizzare e gratificare, le risorse umane ed organizzative dell’Ente, infatti, per prima cosa abbiamo ridotto da 7 a 4 i dipartimenti e ridotto da 36 a 26 i Dirigenti e, nel contempo, abbiamo eliminato tutte le consulenze esterne che, fino a qualche tempo addietro, erano circa 60.
Nella stessa direzione, perché la legge nazionale ha previsto un massimo di undici Assessori, va il nostro adeguamento per il numero di deleghe assessoriali, inoltre, dopo le dimissioni di un Assessore è diventato 10 e, per adeguarci alla nuova legge Regionale che, però non è ancora esecutiva, tra qualche tempo in giunta potrebbero sedere 9 Assessori.
Ancora, abbiamo prodotto un Regolamento per il Conferimento degli Incarichi, che, è stato pubblicato nei giorni scorsi, con nostro grande orgoglio, sulla rivista del TAR Nazionale come modello di riferimento per gli altri Enti.
Abbiamo chiuso, un contratto integrativo, con i dipendenti della Provincia Regionale, che ormai si prorogava da tanti anni ed il risultato, ritengo, sia stato l’ottenimento di una migliore valorizzazione e gratificazione per le persone che lavorano per il nostro Ente.
Tutto questo lavoro verso la razionalizzazione ha portato un risparmio per l’Ente di circa 3.000.000 di euro annui, e visto il delicato momento, non mi sembra un segnale da trascurare.
A proposito di risparmi e razionalizzazione, parliamo della Sanità in Sicilia e della previsione di tagli delle strutture ospedaliere: Bronte, Biancavilla e Paternò, qual è il suo pensiero.
La nostra posizione è chiara e non in contrapposizione con nessuno, apprezziamo l’operato dell’Ass. Russo, come magistrato e, quindi, uomo al servizio delle Istituzioni.
Ma, mentirei se non esprimessi alcune perplessità su alcune questioni, la prima delle quali sta nel fatto che, oggi, l’Assessore al ramo prevede un taglio di 5.000 posti, senza tener conto dell’esistenza di un piano di rientro, che abbiamo anche sottoscritto, che prevede la riduzione di 2.570 posti letto nella nostra Regione.
Se poi parliamo della Provincia di Catania, come possono essere previsti, al di là delle due grandi aziende ospedaliere, un totale di 175 posti letto. Alla luce di questi numeri sarei curioso di vedere quale organizzazione può essere attuata per i nosocomi di Giarre, Acireale, Bronte, Paternò, Biancavilla ecc.
Il nostro modello è relativo all’attuazione del piano di rientro, come dal piano Lagalla, prevedente la riduzione, nel pubblico, dei 2.570 posti letto, nel contempo, una corretta riduzione dei costi per la convenzioni con il privato.
Altra perplessità che ci assale sta nell’allarme che la Corte dei Conti ha lanciato circa il servizio 118 siciliano che, attualmente, costa 270.000.000 di euro, mentre in Lombardia, regione, che ha numero similare di abitanti costa “solo” 90.000.000 di euro, ma intanto la nostra Regione, continua ad assumere, infatti, per il 118 in Sicilia, nel periodo maggio 2005 / aprile 2006 (periodo elettorale) sono stati assunte circa 2.000 persone.
Anche sulla riorganizzazione delle Aziende Ospedaliere, il quale non è tema inserito nel piano di rientro, crediamo, come forza politica all’interno dell’ARS, che vi siano delle incongruenze e quindi vi sia necessità di ragionarci sopra.
Partendo dal presupposto che in Veneto vi è un’Azienda ogni 300.000 abitanti ed in Piemonte ogni 200.000, mentre in Sicilia sono previste 14 Aziende, pari a circa 1 su 430.000 abitanti, non è così strampalato pensare che il risultato di questa pianificazione, sarà l’impossibilità di una corretta gestione; facciamo un esempio, se il Cannizzaro e il Garibaldi fossero accorpati in un’unica struttura di 1.500 posti letto, non solo questo porterebbe a non risolvere i problemi ma, paradossalmente ad aggravarli, perché è naturale che la gestione di un tal numero di posti letto non potrà avere le caratteristiche di continuità e approfondimento sulla risoluzione dei problemi, e non credo che il problema sia quello di risparmiare lo stipendio di un Direttore Generale il quale, secondo il mio parere, deve essere anche meglio retribuito ma che deve essere in grado di gestire strutture così complesse ma, d’altro canto deve rispondere, in maniera diretta, del proprio operato.
Per questo la nostra proposta è chiara, pensiamo che la nostra Provincia debba essere, al pari delle altre realtà regionali, dotata di 9 Aziende ospedaliere, 9 Aziende Territoriali, 3 Policlinici più l’Azienda Civica e l’Azienda Garibaldi. Diamo anche degli indirizzi relativi alla funzione di Committenza, da parte delle Strutture Territoriali, nei confronti delle Aziende Ospedaliere che erogano le prestazioni. Questo sistema riporterebbe una mentalità imprenditoriale, con l’acquisizione di servizi e prestazioni, scegliendo sul pubblico o privato, sulla base della qualità offerta.
Dal punto di vista prettamente economico, dobbiamo partire dall’unico punto concreto, il piano Lagalla, evitando di perdere i 2 miliardi e 800 milioni del piano di rientro, anche perché entro il 2010, secondo il piano sanitario nazionale, avremo un’ulteriore decurtazione di 400.000.000 di euro, quindi non solo non dobbiamo sforare ma dobbiamo stare attenti a queste ulteriori prossime limitazioni finanziarie.
Tutto deve essere condotto secondo una pianificazione organica e razionale, infatti, non si può fare una politica sulla riduzione dei posti letto tout court, dobbiamo rientrare nei medesimi parametri che stanno in Europa pari a 3,5 posti letto ogni 1.000 abitanti per gli acuti e 1% alla lungodegenza e riabilitazione, settori cruciali per il servizio sanitario.
Affrontiamo un altro argomento molto spinoso: ATO 3 rifiuti, quale futuro e, visto che la Provincia ha presentato un disegno di legge, qual è la posizione della Giunta provinciale.
Premesso che non penso che i problemi risiedano tutti nel modello attuato ma, ritengo, che molta responsabilità stia sulla gestione dello stesso.
Qualche giorno fa, ho visitato personalmente l’ATO di Caltagirone, trascorrendo due ore insieme al presidente, al fine di capire il perché questa struttura funziona bene mentre il nostro ATO 3 vive continuamente problemi quasi insormontabili, e ….. penso di essermi fatto un’idea.
Presupposti necessari per una gestione sana, sono in primo luogo, una pianificazione intelligente per la costruzione di Isole ecologiche in ogni Comune, una definizione e manutenzione delle discariche, il centro di compostaggio (molti non sanno che durante la crisi di Napoli, il centro di compostaggio di Caltagirone è diventato un punto di riferimento e di business), il centro di smaltimento degli oggetti elettrici ed elettronici (se pensiamo che la nostra Provincia ne dovrebbe avere almeno tre, mentre attualmente esiste solo quello di Caltagirone, è chiaro che questo ne ha avuto un grosso vantaggio economico), il centro per il cartone, ecc..
Tutta quest’ organizzazione alleggerisce il costo dello smaltimento dei rifiuti e crea le condizioni per una maggiore congruità rispetto alla tariffa, infatti, secondo alcune inchieste giornalistiche, oggi al nord conferire in discarica costa 0,10 € mentre da noi, mediamente, costa 0,80 €. Questo percorso virtuoso porta, necessariamente, ad una giusta richiesta, nei confronti dei cittadini, nelle bollette ATO, cosa che avviene per molti centri del Nord, ma anche a Caltagirone e relativo distretto ATO.
Relativamente all’ATO 3, invece, dobbiamo registrare, purtroppo, alcune anomalie, intanto, in sede di costituzione, certi Comuni hanno accollato al consorzio in formazione, un numero maggiore di personale, creando sacche d’inefficienza e gravando sul conto economico della nascente struttura.
Inoltre, una ditta è stata incaricata a verificare lo stato di riscossione dei tributi sui 18 Comuni dell’ATO 3, e su tre di questi Enti (unici dati restituiti) l’importo evaso si aggira a 12.000.000 di euro.
È chiaro che è necessario maggiore rigore sull’accertamento creando le condizioni per il motto “pagare tutti, per pagare meno”.
Noi, comunque, di fronte allo stato d’ emergenza, abbiamo deciso d’intervenire, sia in termini immediati con un importo di 500.000 € al fine di tamponare il problema, sia in termini programmatici, riprendendo in termini concreti il ruolo della Provincia, che è quello di coordinatore per azioni sovra-comunali. Abbiamo riunito intorno ad un tavolo i sindaci, i deputati regionali e nazionali, gli Amministratori di società ecc.., da questo lavoro ne è nato un disegno di legge, che riteniamo sia il migliore attuabile e che sarà presentato all’ARS, sfruttando l’articolo 32 dello statuto della Regione Sicilia, secondo cui tre consigli provinciali possono promuovere l’iniziativa legislativa.
Tale disegno, studiato da altri consigli provinciali, e contiene, il principio che secondo cui l’ambito territoriale coincide con la Provincia, e non altre strutture (istituzione di un consorzio tra Comuni) come prevede il disegno di legge regionale.
Inoltre prevediamo una giusta esaltazione dei Comuni, e laddove c’è una gestione virtuosa, e si risponde a determinate condizioni, immediatamente diverrà Ambito territoriale.
Abbiamo previsto anche una postilla: dopo i 24 mesi dall’inizio dell’esperimento, se vi sono altre esperienze positive di altri Comuni che vogliono aggregarsi fra loro, saranno in grado, e nelle condizioni di farlo.
Ma il problema più spinoso da risolvere, che è quello dei debiti che gli ATO hanno accumulato in questi anni, poiché oggi il Governo afferma che questi debbano essere trasferiti ai Comuni, capite bene che ciò porterebbe un gran massa di Enti allo sfascio finanziario. Pertanto chiediamo che il modello da attuare per superare questo momento particolarmente difficile, trasferendo alla Provincia Regionale tutte le partite attive e passive con il Soggetto Gestore, mentre per tutti gli altri debiti che non rientrano nell’ambito Soggetto Gestore, si attivi un fondo di rotazione presso la Regione Sicilia, fino all’esaurimento di tali passività, inoltre per quanto riguarda la fase di Accertamento che va in capo alla Provincia, vista la fase di avviamento, si dovrebbe attivare un Fondo di rotazione presso l’Assessorato al Enti Locali, per arrivare alla fase di regime, a quel punto, virtuoso.
Questo testo di legge, devo dire apprezzato in molte sedi Istituzionali, ci mette nella condizione di confronto con quello del Governo regionale, in vista di una serena dialettica.
Altra funzione importante della Provincia è la gestione delle strade provinciali, ma tra Adrano e Biancavilla esiste la Ex ss 121, importante arteria che, purtroppo negli ultimi anni, ha conosciuto numerose vittime, avete progetti per la messa in sicurezza?
Stiamo sollecitando l’ANAS, a proposito del programma nazionale per gli investimenti che riguardano la Sicilia. Sulla Provincia gestisce 2.500 km di rete provinciale, e posso dire, ancora con orgoglio, che siamo la prima Provincia che ha avuto l’approvazione del proprio piano, sia dalla Regione sia dal Governo nazionale, si tratta di 50.000.000 di euro, di cui 20.000.000 attualmente disponibili, e soprattutto abbiamo già fatto tutta la progettazione esecutiva, grazie anche alla capacità finanziaria per tutti gli studi propedeutici.
Per quanto ci riguarda, investiremo fondi nazionali e parte dei fondi regionali e provinciali per quel che ci compete, ma di contro continueremo a chiedere all’ANAS un piano serio di messa in sicurezza e manutenzione delle strade statali e la ex 121 (oggi ss 284) rientra in queste richieste.
Passiamo all’edilizia scolastica nel territorio, previste nuove strutture (per esempio il Liceo Psico Pedagogico di Biancavilla, con oltre 400 alunni e in perenne sofferenza di capienza)?
L’edilizia scolastica è uno dei nostri impegni principali. Come sapete la Provincia si occupa di tutti gli Istituti di livello secondario, mentre è compito dei Comuni la gestione dell’edilizia scolastica dalle materne alla scuola media.
In provincia sussistono 90 Istituzioni scolastiche per 130 plessi, più di 100 palestre, un milione di metri quadri di superficie scolastica, pertanto capite bene le difficoltà giornaliere a gestire tutto.
Posso dire, comunque, che il nostro patrimonio scolastico è sano, abbiamo solo il 10 % di plessi in strutture storiche, il resto è frutto di investimenti per nuove strutture.
Relativamente alle scuole in affitto, il costo del canone è, a dir poco, spaventoso, di contro la Provincia ha un proprio patrimonio che stiamo censendo insieme all’Agenzia del Territorio, non solo sull’entità ma anche sulla stima di esso che pare aggirarsi intorno a 700.000.000 di euro, dopo di che costituiremo una società ad hoc di valorizzazione immobiliare, per effettuare una congrua vendita di alcuni immobili, al fine di realizzare scuole e, di conseguenza, eliminando, sensibilmente, i fitti passivi. Tale operazione ci permetterà di attenzionare in maniera più produttiva la ridefinizione dell’edilizia scolastica; un esempio con Acireale, 2.000.000 di fitti, il quale storno potrebbe servire costruire un nuovo polivalente più funzionale e moderno.
A Biancavilla, ma è già una richiesta ufficiale, potrebbe sorgere un polivalente in tempi relativamente brevi.
Attività produttive, qualche dato sullo stato di salute, in considerazione della crisi?
Se ci fosse un voto, dopo soltanto cinque mesi di governo provinciale, mi darei un 8 pieno, e spiego il perché, in un momento di crisi acuta, stiamo affrontando il problema con un approccio “scientifico” pertanto abbiamo voluto intervistare circa 150 imprese, sentendo Presidenti, Amministratori Delegati e Direttori Generali e da questa analisi abbiamo potuto appurare che la situazione non è florida ma le aziende guardano al futuro con attenzione, dato confortato da una diminuzione della Cassa Integrazione in Provincia. Ma non ci siamo fermati a questo, abbiamo chiesto, alle attività produttive, quale potesse essere lo strumento più efficace per contrastare questo stato di ampia crisi, la risposta più diffusa è stata il ricorso ai consorzi Fidi, perciò, sul bilancio previsionale 2009 abbiamo inserito 10.000.000 di euro al plafond del consorzio fidi, e questo potrà essere un contributo al possibile volano per la ripresa economica in provincia.
La Provincia, in questo caso, non versa materialmente la cifra, ma interviene soltanto in caso d’insolvenza (statisticamente numeri molto bassi) da parte delle imprese, rimpinguando il fondo di garanzia del consorzio e creando, di fatto, un aiuto a chi deve accedere al finanziamento.
Abbiamo stipulato un protocollo d’intesa con il Ministero per il Commercio con l’Estero, sull’internazionalizzazione delle nostre imprese, per un concreto aiuto su tutte le procedure concernenti, i rapporti con le aziende straniere, per esempio sulle pratiche burocratiche, sull’aspetto assicurativo, sia su quello legale ecc..
Inoltre, visto che la tecnologia è un aiuto non indifferente alla produttività, nelle variazioni di bilancio del 2008, abbiamo inserito 2.000.000 di euro per coprire tutta la zona industriale di Catania con la banda larga. Questo progetto è stato apprezzato dalla regione, la quale, ha contribuito con circa ulteriori 3.000.000 di euro, fondi reperiti dalla conversione di un progetto precedente, e pertanto questi 5.000.000 ci permetteranno di aumentare il raggio sulle zone industriali di Piano Tavola e Paternò.
Il nostro scopo, in definitiva, è quello di creare i presupposti per l’imprenditoria del domani, per questo stiamo lavorando per far nascere la cultura d’impresa e per questo, in concerto con la Regione per la riconversione, da un vecchio progetto, della somma di 3.000.000 di (istituzione di un consorzio tra Comuni) euro, che ci serviranno per dare un aiuto a chi vuol fare impresa nella fase dello Start up, per questo privilegeremo i giovani, l’innovazione tecnologica.
Sicurezza nel territorio, risultati della Polizia Provinciale come istituzione recente, quali sono i compiti di questo corpo e quali i risultati?
Sulla polizia provinciale è mio intento investire di più, pertanto dalle 30 unità io penserei ad un organico di almeno 60/70 persone, perché essendo, a mio parere, un’Istituzione importante, non deve essere utilizzata per far fare cassa all’Ente con contravvenzioni e Sostare, ma la qualificherei sul piano del controllo e della tutela ambientale, per esempio, come già accaduto, per il controllo alle discariche, dotandoli della strumentazione necessaria per un efficiente servizio, come per esempio la video sorveglianza.
La Provincia, è molto attiva su fronte della Cultura, quali saranno gli eventi significativi
Come dicevo all’inizio il nostro moto è “lavorare con programmazione” per questo abbiamo operato al fine di rendere più concreto il contributo dell’Ente sulla promozione ed identità culturale; a proposito delle manifestazioni natalizie, abbiamo fatto una scelta strategica di intitolare, sotto un unico logo “Natale in Provincia”, che coinvolge tutte le Pro Loco, ciò ha permesso di evitare l’utilizzo di contributi spezzettati per manifestazioni locali, permettendo un uso comune e più produttivo degli eventi, per esempio i ciaramillari provenienti dalla scuola di Maletto, interverranno nei vari Comuni, o anche i concerti di musica Classica e Gospel, e poi ancora il tradizionale “Natale alle Ciminiere” che, da grande fiera, l’abbiamo trasformata a importante vetrina per l’artigianato di qualità.
Ma ritengo che Catania debba avere 5/6 eventi di grande rilievo per rimettere in moto l’attività culturale, perciò stiamo organizzando Lancio del Festival Belliniano, ed il Premio internazionale Giovanni Verga, in collaborazione con l’Università di Madrid, ma mi piace evidenziare che, nel novembre prossimo, Catania organizzerà alle Ciminiere, in occasione dei cento anni del Futurismo, una grande Mostra, che successivamente sarà allestita a Parigi, Roma, l’importanza culturale dell’evento sta nel ritrovamento di testimonianze di Marinetti a Catania e nella scoperta di documenti inediti relativi all’autore.
Tutto questo, naturalmente non può essere organizzato dal solo Ente, ma con l’appoggio delle diverse fondazioni e del il Ministero dei beni culturali.
Ancora, Etnafest, che, con la collaborazione della facoltà di Lettere, quest’anno avrà come tema il Mito, tra la concezione del passato e del presente.
Ma è mio impegno, morale prima che amministrativo quello di contribuire ad alleviare le sofferenze dei meno fortunati, e pertanto abbiamo avviato azioni di solidarietà, in collaborazione con la Comunità di S.Egidio, con molte iniziative tra le quali, l’ormai tradizionale pranzo di natale e l’adesione della Provincia all’appello “Una Provincia per la vita”, contro la pena di morte.
Con il Comune, la Caritas e la Croce Rossa, abbiamo avviato il progetto per un centro di accoglienza per i Rom, dove la Provincia costruirà le strutture su un terreno fornito dal Comune di Catania e la gestione sarà affidata alla Croce Rossa.
Ed infine abbiamo aderito a “scarp de’ tenis” e televisione di strada (già presente sul Web), contro il disagio e la povertà, anche con la pubblicazione di un giornale e di una televisione fatta da coloro che, giornalmente vivono il disagio della povertà assoluta.
Per concludere questa gradevole chiacchierata, qual è il progetto per cui vorrebbe che la giunta Castiglione possa essere ricordata?
Ho sempre creduto e, di conseguenza, operato nel sostegno alle imprese, ed anche i miei mandati politici sono andati verso quella direzione; ma non vi nascondo che le ultime esperienze, vissute nel mondo del volontariato, mi hanno fatto riflettere molto sulla vera natura delle cose.
I progetti con Caritas e Comunità di S. Egidio mi hanno premesso di conoscere delle realtà, nella nostra provincia, che non conosciamo e non sono innalzati agli onori della cronaca, ma esistono e hanno bisogno dell’aiuto di tutti, magari in sordina e senza i clamori della “pubblicità” ma con estrema determinazione. Vi confesso che questo è uno dei miei obiettivi primari e spero che, con il nostro operato possa essere utile per alleviare, il più possibile, la sofferenza di persone meno fortunate di noi.
A cura di Francesco Liotta e Giosuè Gullotta