Da Greccio a Biancavilla continua la tradizione francescana del presepe
Due settimane dalla festa della Natività, il beato Francesco disse: “Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”.
Così il serafico padre Francesco a Greccio, dava vita alla prima rappresentazione della natività della storia, e ancora oggi il presepe è il simbolo cristiano più diffuso del periodo Natalizio.
A Biancavilla i frati minori hanno voluto continuare la tradizione francescana realizzando un presepe vivente curato nei particolari e molto emozionante nel suo insieme.
Il presepe nella fattispecie si snodava su tre scene. L’annunciazione della natività dell’angelo a Maria, la scena dominata da un suggestivo gioco di ombre che risaltava la naturalezza dei personaggi, riusciva ad emozionare nella sua semplicità.
La seconda scena rappresentava la visita di Elisabetta a Maria. I toni più caldi ridondavano nei particolari degli oggetti tipici dell’arte contadina, il Magnificat come sottofondo vocale della scena.
A queste due scene realizzate all’interno del settecentesco Chiostro francescano, faceva seguito una scena “esterna” realizzata nello spazio prospiciente alla Chiesa.
La scena rappresentava la natività, con tanto di bue, asinello e caprette viventi a seguito.
Protagonista della scena è stato il piccolo Loris Carbonaro che ha vestito i panni del Bambin Gesù, a completare la Sacra Famiglia, il padre e la madre del dolcissimo Loris, a dimostrazione di quanto detto sopra, sullo studio meticoloso di ogni particolare, ma anche per testimoniare come ogni famiglia che vive i valori cristiani possa diventare una Famiglia Sacra.
Chiosa della scena, la presenza dei frati a “vegliare” sulla tradizione francescana.
Il presepe, giunto alla seconda edizione, è andato in scena nei giorni 26 dicembre e 6 gennaio.
Un gran plauso va ai Frati minori, al Terz’Ordine francescano e alla Gifra per quanto realizzato, e conoscendo il proverbiale impegno della comunità francescana non sembra difficile pronosticare la messa in scena della tradizionale via crucis per la prossima Pasqua.
Giuseppe Nicotra
Così il serafico padre Francesco a Greccio, dava vita alla prima rappresentazione della natività della storia, e ancora oggi il presepe è il simbolo cristiano più diffuso del periodo Natalizio.
A Biancavilla i frati minori hanno voluto continuare la tradizione francescana realizzando un presepe vivente curato nei particolari e molto emozionante nel suo insieme.
Il presepe nella fattispecie si snodava su tre scene. L’annunciazione della natività dell’angelo a Maria, la scena dominata da un suggestivo gioco di ombre che risaltava la naturalezza dei personaggi, riusciva ad emozionare nella sua semplicità.
La seconda scena rappresentava la visita di Elisabetta a Maria. I toni più caldi ridondavano nei particolari degli oggetti tipici dell’arte contadina, il Magnificat come sottofondo vocale della scena.
A queste due scene realizzate all’interno del settecentesco Chiostro francescano, faceva seguito una scena “esterna” realizzata nello spazio prospiciente alla Chiesa.
La scena rappresentava la natività, con tanto di bue, asinello e caprette viventi a seguito.
Protagonista della scena è stato il piccolo Loris Carbonaro che ha vestito i panni del Bambin Gesù, a completare la Sacra Famiglia, il padre e la madre del dolcissimo Loris, a dimostrazione di quanto detto sopra, sullo studio meticoloso di ogni particolare, ma anche per testimoniare come ogni famiglia che vive i valori cristiani possa diventare una Famiglia Sacra.
Chiosa della scena, la presenza dei frati a “vegliare” sulla tradizione francescana.
Il presepe, giunto alla seconda edizione, è andato in scena nei giorni 26 dicembre e 6 gennaio.
Un gran plauso va ai Frati minori, al Terz’Ordine francescano e alla Gifra per quanto realizzato, e conoscendo il proverbiale impegno della comunità francescana non sembra difficile pronosticare la messa in scena della tradizionale via crucis per la prossima Pasqua.
Giuseppe Nicotra