giovedì 19 febbraio 2009

Dalle parti degli infedeli: quel calendario che non c'è - di Enrico Indelicato


alitattu alitattu


Si sa, l’anno si comincia con i calendari. Ormai ce ne sono di ogni tipo, dimensione e argomento. Ci sono quelli che abbinano ai mesi che passano i nudi “artistici” di avvenenti pin-up, felicità di intellettuali e camionisti.
I calendari dei cani e dei gatti, degli artisti e dei fiori, degli albergatori e dei fornai, delle casalinghe e perfino delle ditte di onoranze funebri, con tanto di casse all’ultimo grido.
E poi, fortunatamente, ci sono pure i calendari “vecchio stile” del salumiere sotto casa. Sono i migliori, chiari, essenziali, con tanto di lune, santi e feste consacrate.
Quest’anno, però, almeno per i biancavillesi, è venuto a mancare l’appuntamento solito con il proprio, di calendario. Per carita, non sarà stata certo una tragedia per loro, e poi l’Italia e il mondo che vanno alla malora ci portano a prestare attenzione a ben più delicate questioni.
Eppure il calendario dei beni culturali del Comune di Biancavilla uno spazio e uno scopo era riuscito a ritagliarseli dal lontano 1997, anno in cui venne stampata la prima edizione. Un calendario è “sufficiente” a fare cultura? Forse no. Però può educare alla cultura del bello, se il suo fine è quello di farla conoscere e quindi di difenderla. E il calendario biancavillese è stato certamente, in questi anni, un elegante e formidabile mezzo di propaganda culturale, e anche democratico, perché ha raggiunto tutti, scuole uffici circoli negozi case, e da tutti è stato sfogliato, contemplato e meditato.
È anche grazie a quel calendario se oggi gli stessi biancavillesi hanno imparato a conoscere ed apprezzare Giuseppe Tamo, Carlo Sada, Giuseppe Leone, Pippo Coco, e a scoprire la bellezze sconosciute della Biancavilla di un tempo e di oggi.
Forse questa nuova consapevolezza culturale farà sì che in futuro le nuove generazioni abbiano maggior rispetto e cura per la storia e l’arte, coniugata in varie forme, di questa città. Per questo speriamo che la mancata pubblicazione del calendario sia solo una momentanea “distrazione”, così da ritrovarlo il prossimo anno.
Anche se poi, nel concreto, continueremo ad usare quello regalatoci dal nostro salumiere di fiducia, con le sue lune, i suoi santi e le sue feste consacrate.

enrico.indelicato@tiscali.it