giovedì 19 febbraio 2009
Anno Paolino e Manifestazioni Natalizie ad Adrano - di Roberto Coco
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L’inizio di una vita nuova” dedicata alla vita di San Paolo.
La mostra, inaugurata il 6 dicembre 2008, ha riscontrato notevole interesse e si sono superati i seimila visitatori provenienti da tutte le parti della Sicilia, dalla Puglia, dalla Calabria, da Malta, dalla Francia, ecc.
Lo scorso 19 dicembre 2008, inoltre, la mostra ha avuto l’onore di ospitare la visita dell’Arcivescovo Metropolita di Catania Mons. Salvatore Gristina il quale ha espresso soddisfazione per l’iniziativa elogiando tutti ed in particolar modo il Centro Rerum Novarum ed ha talmente apprezzato i pannelli da chiedere se fosse possibile allestire tale mostra anche a Catania.
Tra i tanti momenti suggestivi della manifestazione particolarmente apprezzate sono state, lo scorso 4 gennaio, le “Letture Paoline” accompagnate da un piccolo sottofondo musicale di Schubert e alle quali hanno presenziato circa 200 persone.
La mostra è stata un vero successo – spiega il vicepresidente del Centro Rerum Novarum, Giovanni Puleo – sia per l’elevato numero di visitatori sia per il valido messaggio che si è avuto modo di diffondere. L’obiettivo della mostra era, infatti, dare e trasmettere una speranza, comunicare la letizia che nasce dalla venuta di Cristo e dalla certezza della resurrezione, secondo l’aforisma di Nietzsche richiamato da Papa Benedetto XVI “ L’abilità non sta nell’organizzare una festa ma nel trovare le persone capaci di trarne gioia”.
La mostra, partita da Roma per fare tappa per la prima volta in Sicilia ad Adrano, sarà riprodotta a Mosca, Santiago de Compostela, Lima, Damasco e Gerusalemme.
L’iniziativa, nata nell’ambito dell’Anno Paolino, è stata patrocinata dalla Custodia di Terra Santa, dalla Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura e dal Comune di Adrano; a tal proposito – dice il vicepresidente del Centro Rerum Novarum Giovanni Puleo – bisogna sottolineare un po’ di amarezza per l’atteggiamento tenuto dall’amministrazione comunale, anche se si ringrazia ugualmente chi si è impegnato a contribuire alla mostra e il consiglio comunale per l’interesse mostrato nei confronti dell’iniziativa.
I ringraziamenti vanno, inoltre, a don Nino La Manna che ha preparato in maniera eccellente le guide, a don Nicola Petralia che ha curato l’incontro inaugurale, a mons. Reina per l’ospitalità e a tutto il clero di Adrano.
La mostra, inaugurata il 6 dicembre 2008, ha riscontrato notevole interesse e si sono superati i seimila visitatori provenienti da tutte le parti della Sicilia, dalla Puglia, dalla Calabria, da Malta, dalla Francia, ecc.
Lo scorso 19 dicembre 2008, inoltre, la mostra ha avuto l’onore di ospitare la visita dell’Arcivescovo Metropolita di Catania Mons. Salvatore Gristina il quale ha espresso soddisfazione per l’iniziativa elogiando tutti ed in particolar modo il Centro Rerum Novarum ed ha talmente apprezzato i pannelli da chiedere se fosse possibile allestire tale mostra anche a Catania.
Tra i tanti momenti suggestivi della manifestazione particolarmente apprezzate sono state, lo scorso 4 gennaio, le “Letture Paoline” accompagnate da un piccolo sottofondo musicale di Schubert e alle quali hanno presenziato circa 200 persone.
La mostra è stata un vero successo – spiega il vicepresidente del Centro Rerum Novarum, Giovanni Puleo – sia per l’elevato numero di visitatori sia per il valido messaggio che si è avuto modo di diffondere. L’obiettivo della mostra era, infatti, dare e trasmettere una speranza, comunicare la letizia che nasce dalla venuta di Cristo e dalla certezza della resurrezione, secondo l’aforisma di Nietzsche richiamato da Papa Benedetto XVI “ L’abilità non sta nell’organizzare una festa ma nel trovare le persone capaci di trarne gioia”.
La mostra, partita da Roma per fare tappa per la prima volta in Sicilia ad Adrano, sarà riprodotta a Mosca, Santiago de Compostela, Lima, Damasco e Gerusalemme.
L’iniziativa, nata nell’ambito dell’Anno Paolino, è stata patrocinata dalla Custodia di Terra Santa, dalla Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura e dal Comune di Adrano; a tal proposito – dice il vicepresidente del Centro Rerum Novarum Giovanni Puleo – bisogna sottolineare un po’ di amarezza per l’atteggiamento tenuto dall’amministrazione comunale, anche se si ringrazia ugualmente chi si è impegnato a contribuire alla mostra e il consiglio comunale per l’interesse mostrato nei confronti dell’iniziativa.
I ringraziamenti vanno, inoltre, a don Nino La Manna che ha preparato in maniera eccellente le guide, a don Nicola Petralia che ha curato l’incontro inaugurale, a mons. Reina per l’ospitalità e a tutto il clero di Adrano.
Roberto Coco
Scuola delle Tre Età: si apre il secondo ciclo di lezioni - di Roberto Coco
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E’ iniziato il secondo ciclo di lezioni per la “Scuola delle Tre Età”, coordinata dal sig. Vincenzo La Mela e dal vicecoordinatore Maria Grazia Leocata.
La “Scuola delle Tre Età”, ad iscrizione gratuita per i partecipanti, non è rivolta solo alla terza età ma vi partecipano anche giovani dai vent’anni in su ed è associata all’Università Nazionale della Terza Età, il cui segretario nazionale dott.ssa Pina Guccione è intervenuto all’inaugurazione del primo ciclo di lezioni. Ha le finalità di educare, formare, informare e confrontarsi culturalmente e socialmente nel pieno rispetto dei principi di democrazia; tratta una grande varietà di temi culturali e informa i partecipanti anche di quanto può essere utile per la loro attività sociale.
La “Scuola delle Tre Età” ha inaugurato il primo ciclo di lezioni lo scorso ottobre e concluderà il secondo ciclo il prossimo giugno con la consegna ai partecipanti degli attestati di frequenza.
Nel corso delle lezioni sono stati trattati argomenti di letteratura, medicina, storia, giurisprudenza, musica, economia, politica. Relatori dei numerosi incontri sono stati, infatti, la prof.ssa Meli, il prof. Russo il quale ha illustrato il suo libro “Le idee liberate”, il sen. Pietro Maccarrone, la prof.ssa Mariella Polizzi, la cantautrice e musicoterapeuta Elisa Salomone, la dott.ssa Mandragona, l’avv. Corrado Miccichè, l’ass.re Gaezza.
Tra i relatori del secondo ciclo di lezioni sono previsti il rettore del Seminario Arcivescovile di Catania mons. Schillaci, il prof. Pietro Scalisi ed altre personalità della cultura di Adrano.
Lo stemma della “Scuola delle Tre Età” è una stella a cinque punte di cui quattro sono dedicate ad altrettanti poeti adraniti (Alfio Sciacca, Angelo Sciacca, Alfio Maccarrone, Graziella Trovato) ed una punta in memoria di Ignazio Longhitano che – tiene a dire il coordinatore Vincenzo La Mela – doveva essere il fondatore della scuola insieme a lui stesso.
Roberto Coco
La “Scuola delle Tre Età”, ad iscrizione gratuita per i partecipanti, non è rivolta solo alla terza età ma vi partecipano anche giovani dai vent’anni in su ed è associata all’Università Nazionale della Terza Età, il cui segretario nazionale dott.ssa Pina Guccione è intervenuto all’inaugurazione del primo ciclo di lezioni. Ha le finalità di educare, formare, informare e confrontarsi culturalmente e socialmente nel pieno rispetto dei principi di democrazia; tratta una grande varietà di temi culturali e informa i partecipanti anche di quanto può essere utile per la loro attività sociale.
La “Scuola delle Tre Età” ha inaugurato il primo ciclo di lezioni lo scorso ottobre e concluderà il secondo ciclo il prossimo giugno con la consegna ai partecipanti degli attestati di frequenza.
Nel corso delle lezioni sono stati trattati argomenti di letteratura, medicina, storia, giurisprudenza, musica, economia, politica. Relatori dei numerosi incontri sono stati, infatti, la prof.ssa Meli, il prof. Russo il quale ha illustrato il suo libro “Le idee liberate”, il sen. Pietro Maccarrone, la prof.ssa Mariella Polizzi, la cantautrice e musicoterapeuta Elisa Salomone, la dott.ssa Mandragona, l’avv. Corrado Miccichè, l’ass.re Gaezza.
Tra i relatori del secondo ciclo di lezioni sono previsti il rettore del Seminario Arcivescovile di Catania mons. Schillaci, il prof. Pietro Scalisi ed altre personalità della cultura di Adrano.
Lo stemma della “Scuola delle Tre Età” è una stella a cinque punte di cui quattro sono dedicate ad altrettanti poeti adraniti (Alfio Sciacca, Angelo Sciacca, Alfio Maccarrone, Graziella Trovato) ed una punta in memoria di Ignazio Longhitano che – tiene a dire il coordinatore Vincenzo La Mela – doveva essere il fondatore della scuola insieme a lui stesso.
Roberto Coco
Intolleranza al lattosio - di M. Grazia Aurora Leonardi
cinamedi cinamedi
Il latte è uno degli alimenti primari della nostra dieta, sia in età pediatrica sia in quella adulta ma, nonostante il ricco apporto nutrizionale, è un alimento che provoca seri problemi d’intolleranza in circa il 50% della popolazione mondiale. Circa il 30-40% della nostra popolazione italiana ne è affetta, anche se non tutti i pazienti manifestano i sintomi.
L’intolleranza al lattosio (zucchero contenuto nel Latte) è causata dal deficit di lattasi (enzima necessario per il metabolismo del latte), deficit presente in molti soggetti. Esiste una forma d’intolleranza congenita ed una forma acquisita: la forma congenita si può manifestare nel lattante sin dalla nascita, oppure, più tardivamente, nell’adulto; la forma acquisita è secondaria ad altre patologie acute (salmonellosi, colera, enteriti acute) o croniche intestinali (celiachia, morbo di Crohn, linfomi, ecc.).
L’intolleranza al lattosio (zucchero contenuto nel Latte) è causata dal deficit di lattasi (enzima necessario per il metabolismo del latte), deficit presente in molti soggetti. Esiste una forma d’intolleranza congenita ed una forma acquisita: la forma congenita si può manifestare nel lattante sin dalla nascita, oppure, più tardivamente, nell’adulto; la forma acquisita è secondaria ad altre patologie acute (salmonellosi, colera, enteriti acute) o croniche intestinali (celiachia, morbo di Crohn, linfomi, ecc.).
I sintomi?
La mancanza di lattasi non permette la scissione del lattosio (del latte) in glucosio e galattosio quindi la molecola inalterata attraversa l’intestino tenue, richiamando acqua e, giunta al colon viene scissa in ammoniaca, idrogeno e anidride carbonica, di conseguenza si ha gonfiore distensione addominale, diarrea, dolori addominali di tipo crampiforme, flatulenza. I sintomi si possono presentare da soli o in associazione tra loro. Inoltre questa patologia si accompagna spesso alla rettocolite ulcerosa e alla sindrome del colon irritabile.
La mancanza di lattasi non permette la scissione del lattosio (del latte) in glucosio e galattosio quindi la molecola inalterata attraversa l’intestino tenue, richiamando acqua e, giunta al colon viene scissa in ammoniaca, idrogeno e anidride carbonica, di conseguenza si ha gonfiore distensione addominale, diarrea, dolori addominali di tipo crampiforme, flatulenza. I sintomi si possono presentare da soli o in associazione tra loro. Inoltre questa patologia si accompagna spesso alla rettocolite ulcerosa e alla sindrome del colon irritabile.
Come bisogna curarsi?
La terapia più efficace e immediata è togliere dalla dieta tutti i cibi che contengono lattosio per almeno tre mesi, con la verifica della patologia tramite un test che, successivamente, meglio suggeriremo.
Poiché il lattosio è molto utilizzato nell’industria alimentare come conservante, nelle industrie farmaceutiche come eccipiente, granuli omeopatici compresi, si consiglia agli intolleranti di leggere attentamente i foglietti illustrativi.
La mancata assunzione di Latte e latticini porta però a carenza di calcio, cosa bisogna fare?
Introdurre in alternativa nella dieta formaggi a pasta extradura e quelli a pasta dura che, mediante il processo di stagionatura, hanno perso il lattosio.
Le verdure a foglie verdi, i fagioli, il latte di soia fortificato ed i succhi 100% frutta integrati con calcio, vanno pure bene per il calcio e come antiossidanti.
La terapia più efficace e immediata è togliere dalla dieta tutti i cibi che contengono lattosio per almeno tre mesi, con la verifica della patologia tramite un test che, successivamente, meglio suggeriremo.
Poiché il lattosio è molto utilizzato nell’industria alimentare come conservante, nelle industrie farmaceutiche come eccipiente, granuli omeopatici compresi, si consiglia agli intolleranti di leggere attentamente i foglietti illustrativi.
La mancata assunzione di Latte e latticini porta però a carenza di calcio, cosa bisogna fare?
Introdurre in alternativa nella dieta formaggi a pasta extradura e quelli a pasta dura che, mediante il processo di stagionatura, hanno perso il lattosio.
Le verdure a foglie verdi, i fagioli, il latte di soia fortificato ed i succhi 100% frutta integrati con calcio, vanno pure bene per il calcio e come antiossidanti.
Quali test per la diagnosi?
Il test più accreditato nel laboratorio di analisi cliniche per la diagnosi d’intolleranza al lattosio è il test H2 Breath consistente nell’introduzione di un pasto di lattosio ed il conseguente dosaggio di H2 (idrogeno) che, prodotto nell’intestino dai processi di fermentazione, assorbito e messo in circolo, è eliminato attraverso i polmoni con il respiro, quindi captato e misurato dal test Breath.
Il test più accreditato nel laboratorio di analisi cliniche per la diagnosi d’intolleranza al lattosio è il test H2 Breath consistente nell’introduzione di un pasto di lattosio ed il conseguente dosaggio di H2 (idrogeno) che, prodotto nell’intestino dai processi di fermentazione, assorbito e messo in circolo, è eliminato attraverso i polmoni con il respiro, quindi captato e misurato dal test Breath.
Un altro test in uso è il test genetico attualmente poco usato perché più costoso.
Casistica: il test è in allestimento.
M. Grazia Aurora Leonardi
Il presepe vivente realizzato dai frati minori - di Giuseppe Nicotra
Da Greccio a Biancavilla continua la tradizione francescana del presepe
Due settimane dalla festa della Natività, il beato Francesco disse: “Vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”.
Così il serafico padre Francesco a Greccio, dava vita alla prima rappresentazione della natività della storia, e ancora oggi il presepe è il simbolo cristiano più diffuso del periodo Natalizio.
A Biancavilla i frati minori hanno voluto continuare la tradizione francescana realizzando un presepe vivente curato nei particolari e molto emozionante nel suo insieme.
Il presepe nella fattispecie si snodava su tre scene. L’annunciazione della natività dell’angelo a Maria, la scena dominata da un suggestivo gioco di ombre che risaltava la naturalezza dei personaggi, riusciva ad emozionare nella sua semplicità.
La seconda scena rappresentava la visita di Elisabetta a Maria. I toni più caldi ridondavano nei particolari degli oggetti tipici dell’arte contadina, il Magnificat come sottofondo vocale della scena.
A queste due scene realizzate all’interno del settecentesco Chiostro francescano, faceva seguito una scena “esterna” realizzata nello spazio prospiciente alla Chiesa.
La scena rappresentava la natività, con tanto di bue, asinello e caprette viventi a seguito.
Protagonista della scena è stato il piccolo Loris Carbonaro che ha vestito i panni del Bambin Gesù, a completare la Sacra Famiglia, il padre e la madre del dolcissimo Loris, a dimostrazione di quanto detto sopra, sullo studio meticoloso di ogni particolare, ma anche per testimoniare come ogni famiglia che vive i valori cristiani possa diventare una Famiglia Sacra.
Chiosa della scena, la presenza dei frati a “vegliare” sulla tradizione francescana.
Il presepe, giunto alla seconda edizione, è andato in scena nei giorni 26 dicembre e 6 gennaio.
Un gran plauso va ai Frati minori, al Terz’Ordine francescano e alla Gifra per quanto realizzato, e conoscendo il proverbiale impegno della comunità francescana non sembra difficile pronosticare la messa in scena della tradizionale via crucis per la prossima Pasqua.
Giuseppe Nicotra
Così il serafico padre Francesco a Greccio, dava vita alla prima rappresentazione della natività della storia, e ancora oggi il presepe è il simbolo cristiano più diffuso del periodo Natalizio.
A Biancavilla i frati minori hanno voluto continuare la tradizione francescana realizzando un presepe vivente curato nei particolari e molto emozionante nel suo insieme.
Il presepe nella fattispecie si snodava su tre scene. L’annunciazione della natività dell’angelo a Maria, la scena dominata da un suggestivo gioco di ombre che risaltava la naturalezza dei personaggi, riusciva ad emozionare nella sua semplicità.
La seconda scena rappresentava la visita di Elisabetta a Maria. I toni più caldi ridondavano nei particolari degli oggetti tipici dell’arte contadina, il Magnificat come sottofondo vocale della scena.
A queste due scene realizzate all’interno del settecentesco Chiostro francescano, faceva seguito una scena “esterna” realizzata nello spazio prospiciente alla Chiesa.
La scena rappresentava la natività, con tanto di bue, asinello e caprette viventi a seguito.
Protagonista della scena è stato il piccolo Loris Carbonaro che ha vestito i panni del Bambin Gesù, a completare la Sacra Famiglia, il padre e la madre del dolcissimo Loris, a dimostrazione di quanto detto sopra, sullo studio meticoloso di ogni particolare, ma anche per testimoniare come ogni famiglia che vive i valori cristiani possa diventare una Famiglia Sacra.
Chiosa della scena, la presenza dei frati a “vegliare” sulla tradizione francescana.
Il presepe, giunto alla seconda edizione, è andato in scena nei giorni 26 dicembre e 6 gennaio.
Un gran plauso va ai Frati minori, al Terz’Ordine francescano e alla Gifra per quanto realizzato, e conoscendo il proverbiale impegno della comunità francescana non sembra difficile pronosticare la messa in scena della tradizionale via crucis per la prossima Pasqua.
Giuseppe Nicotra
Le nuove aspettative dell'Istituto comprensivo "Don Bosco" di S. Maria di Licodia - di Alessia Varrica
aloucs aloucs alitattu alitattu
I punti di forza, quelli di debolezza e i progetti da realizzare della scuola secondaria di primo grado di S.M. di Licodia
I punti di forza, quelli di debolezza e i progetti da realizzare della scuola secondaria di primo grado di S.M. di Licodia
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''Credo - ha detto la Gelmini - di poter capire le preoccupazioni e i disagi dei giovani: una parte politica li ha strumentalizzati, ma rimane il disagio e l'incertezza e quando i giovani hanno paura per il futuro vuol dire che gli adulti non hanno lavorato bene''.
Situazione di disagio è vissuta, attualmente, dall’Istituto Comprensivo “Don Bosco” di Santa Maria di Licodia, in particolare dal plesso dove è ubicata la scuola secondaria di primo grado (più comunemente chiamata “scuola media”), che ultimamente, nel piano terra, ospita alcune classi elementari e materne.
L’Istituto vive alcuni problemi riguardanti le strutture, la sicurezza e gli attrezzamenti.
Gli spazi esterni del plesso c’è un campetto da calcio, che se pur abbastanza ampio, essendo dissestato, non permette agli alunni di svolgere una attività fisica corretta e sana. Negli spazi interni la maggior parte delle aule della scuola secondaria sono di dimensioni adeguate; i disagi riguardano,invece, le aule del piano terra, poste nel lato est della scuola,che sono poco ampie.
I problemi concernenti la sicurezza sono dovuti alla mancanza di una scala di emergenza nel lato ovest dell’Istituto per cui le aule ubicate a est non possono fruire della scala di emergenza rendendo il deflusso degli alunni poco sicuro. Recentemente sono stati messi a norma l’impianto elettrico e quello antincendio; inoltre, è stato redatto da poco il nuovo Piano di Sicurezza dell’Istituto.
All’interno della scuola vi sono ben sei laboratori, fra cui quelli artistico e musicale poco attrezzati, quello linguistico in fase di ammodernamento, quello di scienze appena ristrutturato, con attrezzature all’avanguardia, quello di informatica avente due aule, di cui una per gli alunni e l’altra per i docenti.
L’Istituto oltre ad avere lati negativi ne possiede altri positivi. Infatti da pochi anni è stata ricostruita la palestra ed è stata anche attrezzata in maniera opportuna. La scuola possiede anche un’aula magna attrezzata con poltrone, impianto di amplificazione e un piccolo palco adibito per drammatizzazioni e concerti scolastici.
Come tutti gli i complessi scolastici anche l’Istituto Comprensivo “Don Bosco” ha alcuni “sogni nel cassetto”. Difatti la scuola sta sfruttando le opportunità offerte dai Fondi Strutturali Europei sia per quanto riguarda l’aggiornamento dei docenti sulle nuove metodologie, la promozione del successo scolastico, le pari opportunità e l’inclusione sociale degli alunni; sia relativamente ai laboratori, attraverso i progetti P.O.N (Piano Organizzativo Nazionale) riguardanti: il capitale umano (F.S.E.) e i laboratori (F.E.S.R.) .
Sono stati richiesti finanziamenti per migliorare il laboratorio informatico e quello linguistico-multimediale.
Situazione di disagio è vissuta, attualmente, dall’Istituto Comprensivo “Don Bosco” di Santa Maria di Licodia, in particolare dal plesso dove è ubicata la scuola secondaria di primo grado (più comunemente chiamata “scuola media”), che ultimamente, nel piano terra, ospita alcune classi elementari e materne.
L’Istituto vive alcuni problemi riguardanti le strutture, la sicurezza e gli attrezzamenti.
Gli spazi esterni del plesso c’è un campetto da calcio, che se pur abbastanza ampio, essendo dissestato, non permette agli alunni di svolgere una attività fisica corretta e sana. Negli spazi interni la maggior parte delle aule della scuola secondaria sono di dimensioni adeguate; i disagi riguardano,invece, le aule del piano terra, poste nel lato est della scuola,che sono poco ampie.
I problemi concernenti la sicurezza sono dovuti alla mancanza di una scala di emergenza nel lato ovest dell’Istituto per cui le aule ubicate a est non possono fruire della scala di emergenza rendendo il deflusso degli alunni poco sicuro. Recentemente sono stati messi a norma l’impianto elettrico e quello antincendio; inoltre, è stato redatto da poco il nuovo Piano di Sicurezza dell’Istituto.
All’interno della scuola vi sono ben sei laboratori, fra cui quelli artistico e musicale poco attrezzati, quello linguistico in fase di ammodernamento, quello di scienze appena ristrutturato, con attrezzature all’avanguardia, quello di informatica avente due aule, di cui una per gli alunni e l’altra per i docenti.
L’Istituto oltre ad avere lati negativi ne possiede altri positivi. Infatti da pochi anni è stata ricostruita la palestra ed è stata anche attrezzata in maniera opportuna. La scuola possiede anche un’aula magna attrezzata con poltrone, impianto di amplificazione e un piccolo palco adibito per drammatizzazioni e concerti scolastici.
Come tutti gli i complessi scolastici anche l’Istituto Comprensivo “Don Bosco” ha alcuni “sogni nel cassetto”. Difatti la scuola sta sfruttando le opportunità offerte dai Fondi Strutturali Europei sia per quanto riguarda l’aggiornamento dei docenti sulle nuove metodologie, la promozione del successo scolastico, le pari opportunità e l’inclusione sociale degli alunni; sia relativamente ai laboratori, attraverso i progetti P.O.N (Piano Organizzativo Nazionale) riguardanti: il capitale umano (F.S.E.) e i laboratori (F.E.S.R.) .
Sono stati richiesti finanziamenti per migliorare il laboratorio informatico e quello linguistico-multimediale.
Alessia Varrica
Dalle parti degli infedeli: quel calendario che non c'è - di Enrico Indelicato
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Si sa, l’anno si comincia con i calendari. Ormai ce ne sono di ogni tipo, dimensione e argomento. Ci sono quelli che abbinano ai mesi che passano i nudi “artistici” di avvenenti pin-up, felicità di intellettuali e camionisti.
I calendari dei cani e dei gatti, degli artisti e dei fiori, degli albergatori e dei fornai, delle casalinghe e perfino delle ditte di onoranze funebri, con tanto di casse all’ultimo grido.
E poi, fortunatamente, ci sono pure i calendari “vecchio stile” del salumiere sotto casa. Sono i migliori, chiari, essenziali, con tanto di lune, santi e feste consacrate.
Quest’anno, però, almeno per i biancavillesi, è venuto a mancare l’appuntamento solito con il proprio, di calendario. Per carita, non sarà stata certo una tragedia per loro, e poi l’Italia e il mondo che vanno alla malora ci portano a prestare attenzione a ben più delicate questioni.
Eppure il calendario dei beni culturali del Comune di Biancavilla uno spazio e uno scopo era riuscito a ritagliarseli dal lontano 1997, anno in cui venne stampata la prima edizione. Un calendario è “sufficiente” a fare cultura? Forse no. Però può educare alla cultura del bello, se il suo fine è quello di farla conoscere e quindi di difenderla. E il calendario biancavillese è stato certamente, in questi anni, un elegante e formidabile mezzo di propaganda culturale, e anche democratico, perché ha raggiunto tutti, scuole uffici circoli negozi case, e da tutti è stato sfogliato, contemplato e meditato.
È anche grazie a quel calendario se oggi gli stessi biancavillesi hanno imparato a conoscere ed apprezzare Giuseppe Tamo, Carlo Sada, Giuseppe Leone, Pippo Coco, e a scoprire la bellezze sconosciute della Biancavilla di un tempo e di oggi.
Forse questa nuova consapevolezza culturale farà sì che in futuro le nuove generazioni abbiano maggior rispetto e cura per la storia e l’arte, coniugata in varie forme, di questa città. Per questo speriamo che la mancata pubblicazione del calendario sia solo una momentanea “distrazione”, così da ritrovarlo il prossimo anno.
Anche se poi, nel concreto, continueremo ad usare quello regalatoci dal nostro salumiere di fiducia, con le sue lune, i suoi santi e le sue feste consacrate.
I calendari dei cani e dei gatti, degli artisti e dei fiori, degli albergatori e dei fornai, delle casalinghe e perfino delle ditte di onoranze funebri, con tanto di casse all’ultimo grido.
E poi, fortunatamente, ci sono pure i calendari “vecchio stile” del salumiere sotto casa. Sono i migliori, chiari, essenziali, con tanto di lune, santi e feste consacrate.
Quest’anno, però, almeno per i biancavillesi, è venuto a mancare l’appuntamento solito con il proprio, di calendario. Per carita, non sarà stata certo una tragedia per loro, e poi l’Italia e il mondo che vanno alla malora ci portano a prestare attenzione a ben più delicate questioni.
Eppure il calendario dei beni culturali del Comune di Biancavilla uno spazio e uno scopo era riuscito a ritagliarseli dal lontano 1997, anno in cui venne stampata la prima edizione. Un calendario è “sufficiente” a fare cultura? Forse no. Però può educare alla cultura del bello, se il suo fine è quello di farla conoscere e quindi di difenderla. E il calendario biancavillese è stato certamente, in questi anni, un elegante e formidabile mezzo di propaganda culturale, e anche democratico, perché ha raggiunto tutti, scuole uffici circoli negozi case, e da tutti è stato sfogliato, contemplato e meditato.
È anche grazie a quel calendario se oggi gli stessi biancavillesi hanno imparato a conoscere ed apprezzare Giuseppe Tamo, Carlo Sada, Giuseppe Leone, Pippo Coco, e a scoprire la bellezze sconosciute della Biancavilla di un tempo e di oggi.
Forse questa nuova consapevolezza culturale farà sì che in futuro le nuove generazioni abbiano maggior rispetto e cura per la storia e l’arte, coniugata in varie forme, di questa città. Per questo speriamo che la mancata pubblicazione del calendario sia solo una momentanea “distrazione”, così da ritrovarlo il prossimo anno.
Anche se poi, nel concreto, continueremo ad usare quello regalatoci dal nostro salumiere di fiducia, con le sue lune, i suoi santi e le sue feste consacrate.
enrico.indelicato@tiscali.it
Impariamo l'arabo - di Sonia Petronio
aloucs aloucs turacul turacul
Al plesso Cappellone del 3° circolo didattico al via un corso di lingua araba
aloucs alitattu
Dopo lo studio della lingua inglese e di quella francese, a scuola ora anche l’arabo.
Al plesso Cappellone del 3° Circolo didattico di Adrano, nelle settimane scorse, ha preso il via un corso di lingua araba rivolto praticamente a tutti, in particolare ad alunni, docenti, insegnanti ma soprattutto riservato ai bambini immigrati, molti di loro tunisini e marocchini, che frequentano l’istituto per favorire la loro integrazione scolastica.
Tantissimi gli iscritti al corso, circa 50 , che si svolge tutti i mercoledì presso la scuola dalle ore 15,00 alle 18,00 e che ha richiamato l’attenzione, oltre che di alunni e docenti, anche di insegnanti provenienti da altri istituti che si ritengono interessati a conoscere le caratteristiche di una cultura e di una lingua sicuramente diverse dalle nostre e tutte da scoprire.
Ad impartire le lezioni un insegnante palestinese di madrelingua Alì Khalil docente di elettronica all’IPSIA di Biancavilla che ad avvio del corso ha spiegato le difficoltà correlate a questa lingua, composta da 28 lettere, iniziando dalla scrittura che si differenzia da quella italiana in quanto si applica da destra verso sinistra, mettendo in evidenza anche altri aspetti simili al lessico e alla grammatica della lingua italiana.
Alla fine del corso, che prevede una durata di 50 ore pomeridiane, si svolgerà una manifestazione culinaria in cui verranno preparati dagli alunni e da tutti gli iscritti i cibi della cucina tradizionale araba; ai partecipanti verrà rilasciato inoltre un attestato di frequenza.
Colori, tradizioni e sapori dell’oriente dunque grazie a questa iniziativa che oltre a porre in risalto l’aspetto culturale favorisce l’inserimento ed il confronto fra civiltà e culture diverse ma comunque affascinanti.
Al plesso Cappellone del 3° Circolo didattico di Adrano, nelle settimane scorse, ha preso il via un corso di lingua araba rivolto praticamente a tutti, in particolare ad alunni, docenti, insegnanti ma soprattutto riservato ai bambini immigrati, molti di loro tunisini e marocchini, che frequentano l’istituto per favorire la loro integrazione scolastica.
Tantissimi gli iscritti al corso, circa 50 , che si svolge tutti i mercoledì presso la scuola dalle ore 15,00 alle 18,00 e che ha richiamato l’attenzione, oltre che di alunni e docenti, anche di insegnanti provenienti da altri istituti che si ritengono interessati a conoscere le caratteristiche di una cultura e di una lingua sicuramente diverse dalle nostre e tutte da scoprire.
Ad impartire le lezioni un insegnante palestinese di madrelingua Alì Khalil docente di elettronica all’IPSIA di Biancavilla che ad avvio del corso ha spiegato le difficoltà correlate a questa lingua, composta da 28 lettere, iniziando dalla scrittura che si differenzia da quella italiana in quanto si applica da destra verso sinistra, mettendo in evidenza anche altri aspetti simili al lessico e alla grammatica della lingua italiana.
Alla fine del corso, che prevede una durata di 50 ore pomeridiane, si svolgerà una manifestazione culinaria in cui verranno preparati dagli alunni e da tutti gli iscritti i cibi della cucina tradizionale araba; ai partecipanti verrà rilasciato inoltre un attestato di frequenza.
Colori, tradizioni e sapori dell’oriente dunque grazie a questa iniziativa che oltre a porre in risalto l’aspetto culturale favorisce l’inserimento ed il confronto fra civiltà e culture diverse ma comunque affascinanti.
Sonia Petronio
Carnevale di Sicilia in mostra fotografica - di Sonia Petronio
alitattu alitattu ciazioniasso ciazioniasso
Le più belle edizioni del Carnevale adranita a partire dagli anni ’50 fino ad oggi da rilegare in una mostra a cura dell’Associazione Zest di Adrano.
Chi non ricorda le allegre serate carnascialesche di un tempo quando migliaia di persone ogni anno nei giorni di Carnevale si riversavano in piazza affollando senza respiro la centralissima Piazza Umberto per assistere alle tradizionali sfilate dei carri allegorici e carri infiorati o dei variopinti e sontuosi costumi, trascorrendo i giorni grassi danzando senza sosta e fino a notte fonda fra il frastuono della musica e fiumi di coriandoli.
Tutto questo non è sicuramente un ricordo lontano, e’ probabile infatti ripercorrere le fasi più eccitanti ed entusiasmanti della festa più pazza dell’anno grazie ad una mostra che servirà ad immortalare le più belle edizioni del Carnevale adranita a partire dagli anni ’50 ad oggi.
E’ è appunto questa l’iniziativa che sta organizzando l’associazione femminile Zest di Adrano che proprio in questi giorni è impegnata a raccogliere foto, costumi ed altri oggetti relativi a quello che da sempre è stato ed è tuttora considerato “ il più allegro Carnevale di Sicilia”.
Coloro che vogliono contribuire al reperimento di foto, costumi soprattutto dell’antico repertorio carnevalesco o altro materiale vario da esporre, possono rivolgersi presso l’associazione Zest di Adrano che vi aspetta tutti i mercoledì a partire dalle ore 17,30 presso i locali della Chiesa di Santa Maria degli Angeli di Adrano.
Tutto il materiale dovrà pervenire entro e non oltre il 15 di Febbraio.
La mostra sarà allestita ed aperta al pubblico a Palazzo Bianchi nei giorni della festa.
SONIA PETRONIO
Tutto questo non è sicuramente un ricordo lontano, e’ probabile infatti ripercorrere le fasi più eccitanti ed entusiasmanti della festa più pazza dell’anno grazie ad una mostra che servirà ad immortalare le più belle edizioni del Carnevale adranita a partire dagli anni ’50 ad oggi.
E’ è appunto questa l’iniziativa che sta organizzando l’associazione femminile Zest di Adrano che proprio in questi giorni è impegnata a raccogliere foto, costumi ed altri oggetti relativi a quello che da sempre è stato ed è tuttora considerato “ il più allegro Carnevale di Sicilia”.
Coloro che vogliono contribuire al reperimento di foto, costumi soprattutto dell’antico repertorio carnevalesco o altro materiale vario da esporre, possono rivolgersi presso l’associazione Zest di Adrano che vi aspetta tutti i mercoledì a partire dalle ore 17,30 presso i locali della Chiesa di Santa Maria degli Angeli di Adrano.
Tutto il materiale dovrà pervenire entro e non oltre il 15 di Febbraio.
La mostra sarà allestita ed aperta al pubblico a Palazzo Bianchi nei giorni della festa.
SONIA PETRONIO
Fratres di Adrano: Un anno intenso e ricco di attività - di Giusy e Rossella Battaglia
ciazioniasso ciazioniasso alitattu alitattu
Si è svolto, come di consueto, l’assemblea di fine anno dell’Associazione Fratres per riferire, in una intensa atmosfera di fraternità, tutta l’attività svolta nell’arco del 2008.
Il Gruppo Donatori di sangue Fratres di Adrano, costituito nel mese di giugno 1995, ha ottenuto la affiliazione alla Consociazione Nazionale Donatori di Sangue Fratres di Firenze, nel mese di settembre dello stesso anno, ed è regolarmente iscritta all’Albo Regionale di volontariato.
Da circa 14 anni collabora intensamente con le strutture ospedaliere del territorio, particolarmente l’azienda ospedaliera “Garibaldi - S. Luigi - S. Currò - Ascoli - Tomaselli” di Catania.
Nell’anno 2008 l’associazione, con la sua attività di propaganda e sensibilizzazione, ha ottenuto un buon risultato che le ha permesso di realizzare buona parte di quanto prefissato.
Con l’esistenza di un Centro fisso di raccolta (ubicato nella sede di Via Ugo la Malfa, 48), dotato di tutte le attrezzature per la raccolta sangue e per la rianimazione, previste dalla normativa vigente in tema di unità di raccolta, si sono voluti raggiungere diversi scopi, e precisamente:
1) un’autonomia gestionale, non dovendo più ricorrere alle autoemoteche in dotazione degli altri Gruppi Fratres provinciali, e quindi la possibilità di organizzare le raccolte tenendo conto delle esigenze del Gruppo, anche per quanto riguarda le date delle raccolte stesse;
2) l’opportunità di fornire ai donatori un ambiente più confortevole, spazioso e luminoso rispetto a quello delle autoemoteche, e quindi una maggiore attenzione, dal punto di vista psicologico, per chi si sottopone a prelievo;
3) la possibilità, infine, di dare un servizio alla cittadinanza di Adrano, la quale, in mancanza di un Ospedale e di un Centro Trasfusionale, potrebbe usufruire di tale postazione al fine di poter donare sangue.
Tale Centro, nell’anno 2008, è stato operativo almeno due domeniche al mese, oltre alle raccolte effettuate nei giorni feriali, nonché al bisogno.
L’esistenza del Centro fisso, come sopra detto, ha permesso nell’anno 2008, di poter organizzare le raccolte di sangue presso i locali della sede sociale. Si è ricorso, infatti, all’ausilio delle autoemoteche solamente quando sono state effettuate le raccolte presso l’Istituto Commerciale
“ P. Branchina “, nelle Parrocchie e nelle piazze.
Nell’anno 2008 sono state complessivamente organizzate 23 “Giornate della Donazione” con un totale di 280 unità di sangue raccolte e un incremento di donazioni di 80 sacche di sangue in più rispetto all’anno precedente.
E’ stata attuata una politica di sensibilizzazione nelle scuole superiori e nelle parrocchie di Adrano che ha permesso agli alunni una corretta e completa informazione sulla donazione del sangue e i frutti sono stati ottimi, come si evince dal numero di unità di sangue raccolte presso gli istituti stessi.
Frutti che si sono visti anche per quanto riguarda l’incremento dei soci che da appena sedici (soci fondatori) attualmente, il gruppo conta 120 soci donatori effettivi, 13 soci collaboratori e 30 donatori con richiesta di ammissione al gruppo, oltre a 60 donatori occasionali.
La Fratres di Adrano è stata presente anche in tutte le attività proposte e realizzate dal Comune di Adrano, tramite l’Assessorato ai servizi sociali, ed in collaborazione con tutte le associazioni di volontariato presenti nel territorio.
Giusy e Rossella Battaglia
Il Gruppo Donatori di sangue Fratres di Adrano, costituito nel mese di giugno 1995, ha ottenuto la affiliazione alla Consociazione Nazionale Donatori di Sangue Fratres di Firenze, nel mese di settembre dello stesso anno, ed è regolarmente iscritta all’Albo Regionale di volontariato.
Da circa 14 anni collabora intensamente con le strutture ospedaliere del territorio, particolarmente l’azienda ospedaliera “Garibaldi - S. Luigi - S. Currò - Ascoli - Tomaselli” di Catania.
Nell’anno 2008 l’associazione, con la sua attività di propaganda e sensibilizzazione, ha ottenuto un buon risultato che le ha permesso di realizzare buona parte di quanto prefissato.
Con l’esistenza di un Centro fisso di raccolta (ubicato nella sede di Via Ugo la Malfa, 48), dotato di tutte le attrezzature per la raccolta sangue e per la rianimazione, previste dalla normativa vigente in tema di unità di raccolta, si sono voluti raggiungere diversi scopi, e precisamente:
1) un’autonomia gestionale, non dovendo più ricorrere alle autoemoteche in dotazione degli altri Gruppi Fratres provinciali, e quindi la possibilità di organizzare le raccolte tenendo conto delle esigenze del Gruppo, anche per quanto riguarda le date delle raccolte stesse;
2) l’opportunità di fornire ai donatori un ambiente più confortevole, spazioso e luminoso rispetto a quello delle autoemoteche, e quindi una maggiore attenzione, dal punto di vista psicologico, per chi si sottopone a prelievo;
3) la possibilità, infine, di dare un servizio alla cittadinanza di Adrano, la quale, in mancanza di un Ospedale e di un Centro Trasfusionale, potrebbe usufruire di tale postazione al fine di poter donare sangue.
Tale Centro, nell’anno 2008, è stato operativo almeno due domeniche al mese, oltre alle raccolte effettuate nei giorni feriali, nonché al bisogno.
L’esistenza del Centro fisso, come sopra detto, ha permesso nell’anno 2008, di poter organizzare le raccolte di sangue presso i locali della sede sociale. Si è ricorso, infatti, all’ausilio delle autoemoteche solamente quando sono state effettuate le raccolte presso l’Istituto Commerciale
“ P. Branchina “, nelle Parrocchie e nelle piazze.
Nell’anno 2008 sono state complessivamente organizzate 23 “Giornate della Donazione” con un totale di 280 unità di sangue raccolte e un incremento di donazioni di 80 sacche di sangue in più rispetto all’anno precedente.
E’ stata attuata una politica di sensibilizzazione nelle scuole superiori e nelle parrocchie di Adrano che ha permesso agli alunni una corretta e completa informazione sulla donazione del sangue e i frutti sono stati ottimi, come si evince dal numero di unità di sangue raccolte presso gli istituti stessi.
Frutti che si sono visti anche per quanto riguarda l’incremento dei soci che da appena sedici (soci fondatori) attualmente, il gruppo conta 120 soci donatori effettivi, 13 soci collaboratori e 30 donatori con richiesta di ammissione al gruppo, oltre a 60 donatori occasionali.
La Fratres di Adrano è stata presente anche in tutte le attività proposte e realizzate dal Comune di Adrano, tramite l’Assessorato ai servizi sociali, ed in collaborazione con tutte le associazioni di volontariato presenti nel territorio.
Giusy e Rossella Battaglia
Chiese e palazzi: il salotto buono di Biancavilla - di Antonio Mursia
turacul turacul
Dopo il gran trambusto registrato, circa due-tre anni or sono, delle pessime condizioni in cui versano alcune delle più antiche e più importanti Chiese biancavillesi nessuno più se ne è occupato. Che tutti i problemi siano stati risolti? Certamente no, se si eccettua l’avvenuto restauro e messa in sicurezza della Chiesa dell’Odigitria.
Con ciò, tuttavia, non voglio affermare che quanto è stato fatto è poco, ma - mi si consenta di dire che - non è stato neanche molto. Altri edifici sacri, infatti, benché non costituiscano Parrocchia, aspettano di essere risanati.
E’ il caso, per esempio, della Chiesa della Mercede, un vero gioiello d’arte barocca degli ultimi del seicento – inizi settecento. Già molti sono stati i danni che l’edificio, insieme, al più incantevole ciclo pittorico di Giuseppe Tamo, ha dovuto subire. Ricordiamo che le pitture dell’artista bresciano – così almeno amava definirsi questi -, un tempo, ricoprivano più del 90 % delle sue pareti, mentre a giorni nostri, rimangono solamente quelle della volta, peraltro in pessime condizioni.
Ed ancora come dimenticare la Chiesa di sant’Orsola, ormai da troppo tempo chiusa ai fedeli perché dichiarata inagibile? Si deve sapere che questo edificio sacro, in particolar modo per la comunità francescana biancavillese, ma anche certamente per tutta la popolazione della nostra cittadina, rappresenta un luogo di particolare importanza, poiché fu la prima Chiesa in cui officiarono i frati Francescani Riformati nel lontano 1684. E’ indubbio che l’arrivo di questo Ordine Religioso cambiò radicalmente lo spirito di questa comunità. E, allora, perché rischiare di perdere un luogo così prezioso per la nostra memoria?
Ma, all’incuria dell’uomo e all’azione degli agenti atmosferici, non si è sottratta neanche la Chiesa di Gesù e Maria, la cui ubicazione ricade quasi alla fine di via Mongibello. L’edifico sacro in questione, insieme alla Basilica Collegiata Maria ss. dell’Elemosina, alla Chiesa del ss. Rosario, alla Chiesa del Purgatorio, e ovviamente, insieme, ai palazzi privati di Piazza Roma, rappresenta il salotto buono della città di Biancavilla. E, allora, perché rinunciare a questo salotto, il luogo per antonomasia dove viene accolto l’ospite – visitatore?
Antonio Mursia
Con ciò, tuttavia, non voglio affermare che quanto è stato fatto è poco, ma - mi si consenta di dire che - non è stato neanche molto. Altri edifici sacri, infatti, benché non costituiscano Parrocchia, aspettano di essere risanati.
E’ il caso, per esempio, della Chiesa della Mercede, un vero gioiello d’arte barocca degli ultimi del seicento – inizi settecento. Già molti sono stati i danni che l’edificio, insieme, al più incantevole ciclo pittorico di Giuseppe Tamo, ha dovuto subire. Ricordiamo che le pitture dell’artista bresciano – così almeno amava definirsi questi -, un tempo, ricoprivano più del 90 % delle sue pareti, mentre a giorni nostri, rimangono solamente quelle della volta, peraltro in pessime condizioni.
Ed ancora come dimenticare la Chiesa di sant’Orsola, ormai da troppo tempo chiusa ai fedeli perché dichiarata inagibile? Si deve sapere che questo edificio sacro, in particolar modo per la comunità francescana biancavillese, ma anche certamente per tutta la popolazione della nostra cittadina, rappresenta un luogo di particolare importanza, poiché fu la prima Chiesa in cui officiarono i frati Francescani Riformati nel lontano 1684. E’ indubbio che l’arrivo di questo Ordine Religioso cambiò radicalmente lo spirito di questa comunità. E, allora, perché rischiare di perdere un luogo così prezioso per la nostra memoria?
Ma, all’incuria dell’uomo e all’azione degli agenti atmosferici, non si è sottratta neanche la Chiesa di Gesù e Maria, la cui ubicazione ricade quasi alla fine di via Mongibello. L’edifico sacro in questione, insieme alla Basilica Collegiata Maria ss. dell’Elemosina, alla Chiesa del ss. Rosario, alla Chiesa del Purgatorio, e ovviamente, insieme, ai palazzi privati di Piazza Roma, rappresenta il salotto buono della città di Biancavilla. E, allora, perché rinunciare a questo salotto, il luogo per antonomasia dove viene accolto l’ospite – visitatore?
Antonio Mursia
La Contessa di Adernò: Adelicia d’Altavilla di Angelo Abbadessa
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La nipote prediletta del Gran Conte Ruggero visse ed operò nello spirito del Cristianesimo, il quale si è manifestato nel Medioevo con una grande diffusione di monasteri nei quali molti uomini e donne, alcuni dei quali benestanti, lasciati i loro beni, si ritirarono in quei luoghi attratti da una vita ascetica e contemplativa.
Dopo la caduta dell’impero romano, si deve, proprio all’opera certosina degli occupanti i monasteri, se oggi si possono consultare opere di scrittori e poeti vissuti in tempi antichissimi, che altrimenti sarebbero stati irrimediabilmente perdute.
La nostra Contessa Adelicia, durante la reggenza della Contea di Adernò, si dedicò, in modo particolare, alla diffusione dello spirito cristiano con la costruzione di chiese (chiesa e cenobio di Sant’Elia, chiesa di Santa Maria della Grazia, chiesa di Santa Maria del Gesù, cenobio di Santa Maria di Robore Grosso, chiesa di Santa Domenica e Venera) e principalmente con la istituzione del Monastero di Santa Lucia, attraverso gli atti del 1158: atto di fondazione, atto di dotazione, atto di accettazione.
Entrando nella chiesa di Santa Lucia verso il crepuscolo, quando le prime ombre incominciano a fasciare i marmorei altari e le immagini sacre sopra esposte, socchiudendo gli occhi, si possono immaginare sprazzi di vita monacale, mentre dalle apposite nicchie con le grate si percepisce la presenza di tante monache dedite alla preghiera, che si sono succedute in tanti secoli.
Ed ancora un momento di intimo raccoglimento ci è dato dalla forma ellittica della chiesa, che, partendo dal pronao, con un’armonica doppia curva, abbraccia tutta la sala desinata ai fedeli per chiudersi nell’abside con il marmoreo altare maggiore con il suo pregiato paliotto in marmo in cui è scolpita, in bassorilievo, l’ultima cena.
Ma sopra di tutti aleggia la figura di Adelicia, la quale, dopo la perdita prematura del marito, in profonda meditazione, lascia tutti i suoi beni materiali e il potere per involarsi verso il Bene Supremo.
Nessun dipinto o schizzo grafico ci è pervenuto per materializzare questa nobile figura; la si può immaginare inginocchiata in preghiera in quella chiesa che lei ha fortemente voluta, anche se non l’ha vista materialmente, perché la costruzione sia del monastero che della chiesa di oggi sono posteriori alla sua morte.
Ma è ancora leggendo, all’interno della chiesa, le lapidi marmoree, le quali riassumono le vicende del Gran Conte Ruggero, le sue azioni contro i Saraceni, la cristianità del popolo adornese, che marcatamente esce fuori il personaggio di Adelica e la sua dedizione verso Adrano.
Una di queste lapidi chiude proprio con questa invocazione a Dio: “Da gloriam a Deo et tantae benefactrici requiem deprecare lector et abi”. (O lettore, riconosci gloria a Dio, prega per una così grande benefattrice e va via).
Angelo Abbadessa
Dopo la caduta dell’impero romano, si deve, proprio all’opera certosina degli occupanti i monasteri, se oggi si possono consultare opere di scrittori e poeti vissuti in tempi antichissimi, che altrimenti sarebbero stati irrimediabilmente perdute.
La nostra Contessa Adelicia, durante la reggenza della Contea di Adernò, si dedicò, in modo particolare, alla diffusione dello spirito cristiano con la costruzione di chiese (chiesa e cenobio di Sant’Elia, chiesa di Santa Maria della Grazia, chiesa di Santa Maria del Gesù, cenobio di Santa Maria di Robore Grosso, chiesa di Santa Domenica e Venera) e principalmente con la istituzione del Monastero di Santa Lucia, attraverso gli atti del 1158: atto di fondazione, atto di dotazione, atto di accettazione.
Entrando nella chiesa di Santa Lucia verso il crepuscolo, quando le prime ombre incominciano a fasciare i marmorei altari e le immagini sacre sopra esposte, socchiudendo gli occhi, si possono immaginare sprazzi di vita monacale, mentre dalle apposite nicchie con le grate si percepisce la presenza di tante monache dedite alla preghiera, che si sono succedute in tanti secoli.
Ed ancora un momento di intimo raccoglimento ci è dato dalla forma ellittica della chiesa, che, partendo dal pronao, con un’armonica doppia curva, abbraccia tutta la sala desinata ai fedeli per chiudersi nell’abside con il marmoreo altare maggiore con il suo pregiato paliotto in marmo in cui è scolpita, in bassorilievo, l’ultima cena.
Ma sopra di tutti aleggia la figura di Adelicia, la quale, dopo la perdita prematura del marito, in profonda meditazione, lascia tutti i suoi beni materiali e il potere per involarsi verso il Bene Supremo.
Nessun dipinto o schizzo grafico ci è pervenuto per materializzare questa nobile figura; la si può immaginare inginocchiata in preghiera in quella chiesa che lei ha fortemente voluta, anche se non l’ha vista materialmente, perché la costruzione sia del monastero che della chiesa di oggi sono posteriori alla sua morte.
Ma è ancora leggendo, all’interno della chiesa, le lapidi marmoree, le quali riassumono le vicende del Gran Conte Ruggero, le sue azioni contro i Saraceni, la cristianità del popolo adornese, che marcatamente esce fuori il personaggio di Adelica e la sua dedizione verso Adrano.
Una di queste lapidi chiude proprio con questa invocazione a Dio: “Da gloriam a Deo et tantae benefactrici requiem deprecare lector et abi”. (O lettore, riconosci gloria a Dio, prega per una così grande benefattrice e va via).
Angelo Abbadessa
Le risorse naturalistiche del nostro territorio - di Marco Bua
alitttu alitattu
a colloquio col Dott. Giovanni Bulla, Assessore all’Ambiente della Provincia Regionale di Catania
A proposito delle bellezze paesaggistiche del nostro territorio, abbiamo incontato il Dott. Giovanni Bulla, Assessore all’Ambiente della Provincia Regionale di Catania, il quale ha mostrato tutta la sua disponibilità per illustraci gli obiettivi e le linee di politica ambientale che l’Assessorato provinciale di Catania si è di recente prefissato.
Dott. Bulla, come nasce l’idea di “Acqua, terra e fuoco – Viaggio nella terra del mito” ?
Questo progetto nasce allo scopo di mettere in luce le meravigliose risorse del nostro territorio, ponendo l’accento su beni naturalistici unici nel loro genere come l’Oasi del Simeto o il Parco dei Nebrodi oppure ancora il Parco dell’Etna.
L’Obiettivo è stato quello di realizzare una “cultura dell’ambiente” tra i paesi dell’hinterland catanese in modo da conferire al tema ambientale un’adeguata attenzione.
Quali sono le politiche ambientali su cui l’Assessorato della Provincia Regionale di Catania sta lavorando?
Si sta innanzitutto lavorando su nuovi percorsi di sviluppo sostenibile che valorizzino il nostro territorio a 360 gradi, dal turismo all’artigianato locale, dai prodotti della terra alle risorse marine.
In che modo è possibile dare vita a questo tipo di sviluppo?
In primo luogo occupandosi della salvaguardia del territorio, che è e resta il nostro obiettivo primario. In secondo luogo rendendo le zone protette dell’area etnea mète di escursioni, visite guidate, anche a scopo didattico per consentire la massima fruizione dei siti naturalistici da parte di turisti e visitatori.
Tutto ciò sarà certamente possibile con l’incremento di aree attrezzate e strutture ricettive che permettano la realizzazione di tali finalità. Altro obiettivo è quello di promuovere i prodotti enogastronomici del territorio dai vini di origine controllata al pistacchio di Bronte nonché l’artigianato locale, dalle ceramiche di Caltagirone alle svariate lavorazioni in pietra lavica che ci invidiano in tutto il mondo.
Quali sono le iniziative “in pentola” che l’Assessorato alle politiche dell’Ambiente intende proporre?
Come dicevo il nostro obiettivo è quello di promuovere il patrimonio ambientale del nostro territorio facendolo conoscere anche “ai più lontani”. E’ proprio per questo che con la collaborazione del Consolato italiano in Spagna partirà un progetto-fiera che ci permetterà di far conoscere anche all’estero ciò che di bello la nostra terra può offrire, un pizzico della sua storia e tante specialità tipiche dell’area etnea.
Una ulteriore sfida sarà quella di istituire il Parco fluviale del Simeto, seguendo il corso dell’omonimo fiume per più di 120 Km di estensione, incoraggiando un proficuo dialogo tra i comuni, le associazioni e gli enti interessati alla realizzazione di questo grande progetto.
Altra priorità dell’Assessorato alle politiche dell’Ambiente e del Presidente della Provincia regionale di Catania On. Giuseppe Castiglione sarà quella di giungere alla pianificazione del territorio di Catania mediante l’approvazione di un “piano territoriale provinciale” che rappresenti il nucleo di una prospettiva di sviluppo dal punto di vista paesaggistico, delle strutture, degli impianti, della viabilità e dei servizi in generale.
Marco Bua
Acqua, terra e fuoco – Viaggio nella terra del mito - di Marco Bua
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Una straordinaria varietà di ambienti e paesaggi naturali, nati da una articolata evoluzione nello spazio e nel tempo di diverse forme di vita animale e vegetale, costituisce lo scenario di una Sicilia che, da un capo all’altro del suo territorio, riesce sempre a suscitare grandi emozioni.
Questi sono solo alcuni dei temi che si sono potuti apprezzare in occasione dell’evento “Moda a Teatro – speciale Sposa” che si è tenuto lo scorso 21 Dicembre al Teatro Bellini di Adrano.
Nel corso della serata, infatti, si è potuto assistere alla proiezione di un videoclip dal titolo “acqua, terra e fuoco – viaggio nella terra del mito”, di cui si è fatto promotore l’Assessore provinciale all’Ambiente, il Dott. Giovanni Bulla.
Un percorso suggestivo alla scoperta delle risorse paesaggistiche del nostro territorio che interessa le riserve naturali dell’Oasi del Simeto, del fiume Fiumefreddo, della Timpa di Acireale, delle Forre laviche del Simeto, dell’Isola Lachea e dei Faraglioni, del Complesso Immacolatelle e Micio Conti e del Bosco di Santo Pietro nonché del Parco dei Nebrodi, del Parco fluviale dell’Alcantara e del Parco dell’Etna, “pensato”, insieme agli altri, per proteggere questo ambiente naturale straordinario ed unico su cui domina il vulcano più attivo d’Europa, il Mongibello, la “montagna per eccellenza degli arabi”.
Concepito nel corso degli anni ’60 dall’ iniziativa di un gruppo di studiosi, ed infine istituito nel 1987, il Parco dell’Etna rappresenta una delle risorse naturalistiche più affascinanti del nostro territorio, con scenari che spaziano dalla fitta vegetazione tipica della zona etnea, alle distese di roccia lavica dal fascino – per così dire – “lunare”.
Il progetto nasce allo scopo di salvaguardare questo bene paesaggistico unico nel suo genere cercando di inquadrare anche un interesse di recupero e di miglioramento delle condizioni ambientali della riserva.
Marco Bua
Al via la stagione teatrale 2009 del teatro comunale “LA FENICE” di Biancavilla - di Sergio Atanasio
Teatro, cabaret, e musica sinfonica
alitattu alitattu turacul turacul
Il Programma della stagione teatrale 2009, propone al teatro comunale “La Fenice” di Biancavilla un cartellone di spettacoli vari, ricco di riduzioni sceniche di noti film hollywoodiani e più popolari spettacoli cabarettistici; da concerti di musica colta e sinfonica, a partecipazioni di cantanti che propongono più o meno noti brani della "popular music"; spettacoli teatrali ricavati da racconti di giornalisti e intellettuali della letteratura contemporanea nostrana.
Un cartellone di spettacoli, cui i cittadini di Biancavilla potranno prendere parte tramite abbonamenti o acquistando il biglietto singolo al botteghino, allestito dall’assessorato agli spettacoli ed eventi guidato da Antonio Bonanno, con la collaborazione dell’assessore alla cultura Pietro Cannistraci, ed il patrocinio dell’amministrazione comunale capeggiata dal Sindaco Giuseppe Glorioso.
La stagione prenderà il via il 29 Gennaio con una riduzione scenica dal titolo “LA NOTTE PIU’ BELLA DELLA MIA VITA”, per la regia di Armando Pugliese e l’adattamento di Edoardo Erba, cui parteciperà l’attore Gianmarco Tognazzi; un dramma che s’ispira al racconto “La panne” del romanziere e drammaturgo Friedrich Dürrenmatt.
Il 7 Febbraio è la volta del cabaret, con uno spettacolo dal titolo “FRAGILE…MANEGGIARE CON CURA” con il noto comico del “Gatto Blu” Gino Astorina, presenza frequente della trasmissione televisiva “INSIEME” di Salvo La Rosa. Il cabarettista sarà inoltre presente nuovamente al teatro “La Fenice” il 28 Febbraio con “PREMESSE D’AMORE (questo matrimonio s’ha da fare), musiche originali di Gianni Bella.
Il regista nonché attore Antonello Puglisi, sarà il protagonista il 21 Febbraio, con uno spettacolo che reca il titolo “L’ONOREVOLE CORAGGIO”. Antonello Puglisi, attore e regista catanese, si è confrontato con alcuni dei migliori registi cinematografici italiani, partecipando a diversi film tra cui “Il manoscritto del Principe” di Roberto Andò, “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana, e “L’uomo delle stelle” di Giuseppe Tornatore.
A Marzo, saranno presentati due spettacoli teatrali tratti da noti film di Hollywood.
Il 10 Marzo, l’attrice Paola Quattrini sarà protagonista de “I PONTI DI MADISON COUNTY”, dal film omonimo di Clint Eastwood. Paola quattrini, ha debuttato giovanissima nel film “Quo vadis?” in seguito si è dedicata ad una brillante carriera di attrice teatrale e cinematografica, alternandola all’attività di doppiatrice.
Il 14 Marzo, l’attore e regista Mario Re, del Teatro stabile di Mascalucia, porterà sul palcoscenico de “La Fenice” di Biancavilla “EVA CONTRO EVA”, di Mary Orr e Reginald Denham; una versione da teatro del noto film del 1950 di Joseph L. Mankiewicz interpretato da Bette Davis.
Spazio alla popular music il 30 Marzo, con l’esibizione della cantante catanese “Agata Lo certo” e del gruppo dei “Pop players”.
Il 18 Aprile è la volta dello spettacolo “SOTTO UN VELO DI SABBIA” tratto da “Questo è un uomo” di Davide Cammarrone, e da “Il Mare è piccolo ma Dio è grande” di Giosuè Calaciura.
Gli ultimi tre spettacoli di Maggio, alternano teatro a musica sinfonica, in particolare da segnalare il concerto che si terrà l’11 di Maggio, in cui parteciperà Marcello Giordani, cantante lirico siciliano, ricercato dai più prestigiosi teatri d'opera mondiali ed acclamato dalla critica internazionale come uno dei più importanti tenori dei nostri giorni.
Il “Cosmorama” è il titolo dello spettacolo che si terrà il 2 Maggio, e che trae ispirazione dal racconto “l’infame agente Bainard” del giornalista e scrittore Gaetano Savatteri.
Dai racconti di Santo Piazzese, di Maria Attanasio, e della tunisina Lilia Zaouali è stato allestito lo spettacolo del 16 Maggio, dal titolo “Fuori Luogo”, il quale concluderà la stagione teatrale 2009 de “La Fenice” di Biancavilla.
Un cartellone di spettacoli, cui i cittadini di Biancavilla potranno prendere parte tramite abbonamenti o acquistando il biglietto singolo al botteghino, allestito dall’assessorato agli spettacoli ed eventi guidato da Antonio Bonanno, con la collaborazione dell’assessore alla cultura Pietro Cannistraci, ed il patrocinio dell’amministrazione comunale capeggiata dal Sindaco Giuseppe Glorioso.
La stagione prenderà il via il 29 Gennaio con una riduzione scenica dal titolo “LA NOTTE PIU’ BELLA DELLA MIA VITA”, per la regia di Armando Pugliese e l’adattamento di Edoardo Erba, cui parteciperà l’attore Gianmarco Tognazzi; un dramma che s’ispira al racconto “La panne” del romanziere e drammaturgo Friedrich Dürrenmatt.
Il 7 Febbraio è la volta del cabaret, con uno spettacolo dal titolo “FRAGILE…MANEGGIARE CON CURA” con il noto comico del “Gatto Blu” Gino Astorina, presenza frequente della trasmissione televisiva “INSIEME” di Salvo La Rosa. Il cabarettista sarà inoltre presente nuovamente al teatro “La Fenice” il 28 Febbraio con “PREMESSE D’AMORE (questo matrimonio s’ha da fare), musiche originali di Gianni Bella.
Il regista nonché attore Antonello Puglisi, sarà il protagonista il 21 Febbraio, con uno spettacolo che reca il titolo “L’ONOREVOLE CORAGGIO”. Antonello Puglisi, attore e regista catanese, si è confrontato con alcuni dei migliori registi cinematografici italiani, partecipando a diversi film tra cui “Il manoscritto del Principe” di Roberto Andò, “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana, e “L’uomo delle stelle” di Giuseppe Tornatore.
A Marzo, saranno presentati due spettacoli teatrali tratti da noti film di Hollywood.
Il 10 Marzo, l’attrice Paola Quattrini sarà protagonista de “I PONTI DI MADISON COUNTY”, dal film omonimo di Clint Eastwood. Paola quattrini, ha debuttato giovanissima nel film “Quo vadis?” in seguito si è dedicata ad una brillante carriera di attrice teatrale e cinematografica, alternandola all’attività di doppiatrice.
Il 14 Marzo, l’attore e regista Mario Re, del Teatro stabile di Mascalucia, porterà sul palcoscenico de “La Fenice” di Biancavilla “EVA CONTRO EVA”, di Mary Orr e Reginald Denham; una versione da teatro del noto film del 1950 di Joseph L. Mankiewicz interpretato da Bette Davis.
Spazio alla popular music il 30 Marzo, con l’esibizione della cantante catanese “Agata Lo certo” e del gruppo dei “Pop players”.
Il 18 Aprile è la volta dello spettacolo “SOTTO UN VELO DI SABBIA” tratto da “Questo è un uomo” di Davide Cammarrone, e da “Il Mare è piccolo ma Dio è grande” di Giosuè Calaciura.
Gli ultimi tre spettacoli di Maggio, alternano teatro a musica sinfonica, in particolare da segnalare il concerto che si terrà l’11 di Maggio, in cui parteciperà Marcello Giordani, cantante lirico siciliano, ricercato dai più prestigiosi teatri d'opera mondiali ed acclamato dalla critica internazionale come uno dei più importanti tenori dei nostri giorni.
Il “Cosmorama” è il titolo dello spettacolo che si terrà il 2 Maggio, e che trae ispirazione dal racconto “l’infame agente Bainard” del giornalista e scrittore Gaetano Savatteri.
Dai racconti di Santo Piazzese, di Maria Attanasio, e della tunisina Lilia Zaouali è stato allestito lo spettacolo del 16 Maggio, dal titolo “Fuori Luogo”, il quale concluderà la stagione teatrale 2009 de “La Fenice” di Biancavilla.
Sergio Atanasio
Gianmarco Tognazzi inaugura la stagione teatrale biancavillese - di Francesca Longo
In scena “La notte più bella”, spettacolo tratto dal testo “La panne…” di F. Dürrematt
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Bravo lui, Gianmarco Tognazzi, bravi tutti gli attori. Hanno dato prova di alta professionalità e di sopraffina maestria esibendosi, lo scorso 29 gennaio, al teatro “La Fenice”di Biancavilla.
Spigoloso e per nulla semplice il testo inscenato: “La panne. Una storia ancora possibile”, datato 1956; l’autore, il noto scrittore, drammaturgo e pittore svizzero Friedrich Dürrematt.
Il nostro soleva ispirarsi a Kafka, Brecht…; amava sbeffeggiare la società perbenista svizzera dell’epoca e con essa l’apparato poliziesco-giudiziario, incapace, a parer suo, di cogliere la verità e di far bene il suo lavoro.
Sapiente la regia di Armando Pugliese; originale l’adattamento di Edoardo Erba.
Hai scelto un autore impegnato, di non facile comprensione che, con tono sardonico, smascherava e derideva il perbenismo dell’epoca. Quanto c’è di Gianmarco Tognazzi nel pensiero di Dürematt, se la scelta non è stata casuale?
La scelta di questo autore è stata mia. C’è molto di mio in tante opere di questo autore che , pur essendo state scritte 50 anni fa, a me risultano molto attuali: il tema della giustizia, la critica beffarda, il grottesco…Mi piacerebbe poter proporre questo spettacolo il più possibile. Spero che il mercato non faccia richiesta di cambiamenti dopo due stagioni… Non è vero che le piazze si esauriscono, si esaurisce un meccanismo di distribuzione che a me rimane ignoto, incomprensibile.
Spigoloso e per nulla semplice il testo inscenato: “La panne. Una storia ancora possibile”, datato 1956; l’autore, il noto scrittore, drammaturgo e pittore svizzero Friedrich Dürrematt.
Il nostro soleva ispirarsi a Kafka, Brecht…; amava sbeffeggiare la società perbenista svizzera dell’epoca e con essa l’apparato poliziesco-giudiziario, incapace, a parer suo, di cogliere la verità e di far bene il suo lavoro.
Sapiente la regia di Armando Pugliese; originale l’adattamento di Edoardo Erba.
Hai scelto un autore impegnato, di non facile comprensione che, con tono sardonico, smascherava e derideva il perbenismo dell’epoca. Quanto c’è di Gianmarco Tognazzi nel pensiero di Dürematt, se la scelta non è stata casuale?
La scelta di questo autore è stata mia. C’è molto di mio in tante opere di questo autore che , pur essendo state scritte 50 anni fa, a me risultano molto attuali: il tema della giustizia, la critica beffarda, il grottesco…Mi piacerebbe poter proporre questo spettacolo il più possibile. Spero che il mercato non faccia richiesta di cambiamenti dopo due stagioni… Non è vero che le piazze si esauriscono, si esaurisce un meccanismo di distribuzione che a me rimane ignoto, incomprensibile.
Cosa ci dici a discolpa del personaggio, Alfredo Traps, che tu interpreti magistralmente?
Io non lo salvo, perché… si potrebbe rischiare anche di salvarlo. Anche se opera con il massimo della sincerità verso gli altri è sincero con se stesso?E’ veramente convinto di avere capito quello che ha fatto? Per me è iperconsapavole del fatto che conviene passare per un geniale criminale piuttosto che per un onesto innocente. Rispecchia l’arrivismo di oggi e la volontà, a tutti i costi, di apparire piuttosto che di rimanere anonimi. In questo lo trovo molto attuale.
Da lunedì 12 gennaio ti vediamo nella fiction tv, in sei puntate, su rai uno, “Il bene e il male”; questo spettacolo teatrale avrà innumerevoli tappe in tutta Italia … bolle dell’altro in pentola?
Ho girato per la rai “David Copperfield”, di Charles Dickens, per la regia di Ambrogio Lo Giudice e con la partecipazione di Giorgio Pasotti e Maya Sansa. Andrà in onda in autunno; due le puntate. Dal 6 febbraio al cinema mi vedrete invece in una commedia “Ex”, dove non sono il protagonista ma recito in uno degli episodi che si intrecciano, insieme a Claudia Gerini, Flavio Insinna, etc…
Francesca Longo
Francesca Longo
Una tombola per Telethon a Biancavilla - di Sergio Atanasio
Al teatro “La Fenice” una serata di beneficenza per sostenere la ricerca sulle malattie genetiche
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Una tombola di beneficenza, che ha coniugato in sé divertimento e momenti di solidarietà, si è svolta la sera del 6 Gennaio di questo anno presso il teatro comunale “La Fenice” di Biancavilla.
Lo spettacolo, presentato da Enrico Indelicato della redazione di Blocnotes, è stato organizzato per iniziativa privata da Mario Amato, consigliere comunale, col patrocinio del comune di Biancavilla, assessorato agli spettacoli ed eventi retto da Antonio Bonanno.
La realizzazione dello spettacolo è stata possibile grazie al contributo generoso di diversi sponsor tra artigiani e commercianti locali, e grazie all’associazione “Diversamente Uguali”.
Le tessere per giocare sono state fornite preventivamente ai cittadini di Biancavilla su offerta libera, per sostenere la ricerca portata avanti da anni da Telethon, cui la tombola di beneficenza era dedicata.
I cittadini di Biancavilla hanno risposto generosamente all’iniziativa, riempiendo la sala del teatro “La Fenice”, ed acquistando tutte le tessere a disposizione.
Presenti in teatro pure le autorità cittadine tra cui il sindaco Giuseppe Glorioso, il deputato regionale on. Nino D’Asero ed alcuni consiglieri comunali.
La tombola è stata preceduta dall’intervento del dott. Andrea Lombardo, presidente dell’associazione “UILDM” della sezione di Catania, il quale ha ricordato l’importanza della ricerca per la lotta a tutte le malattie genetiche.
Il dottor Lombardo è un uomo che ha ricevuto pieni riconoscimenti sul piano professionale e umano: affetto da distrofia muscolare, non si è abbattuto all'infermità, ma ha creato un percorso di vita esemplare, soprattutto per i giovani.
La UILDM - Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare - è nata nel 1961 con lo scopo di promuovere con tutti i mezzi la ricerca scientifica e l’informazione sanitaria sulle distrofie e le altre malattie neuromuscolari, e favorire l’integrazione sociale dei disabili.
Nel 1990, la UILDM indusse Susanna Agnelli a costituire un Comitato Promotore per dare l’avvio a Telethon, la maratona televisiva finalizzata alla raccolta di fondi per il finanziamento di progetti scientifici che, nel 1992, ha aperto i propri bandi di ricerca anche allo studio delle altre migliaia di malattie genetiche. Fin dalla prima edizione di Telethon, la UILDM collabora a quella raccolta fondi, totalmente dedicata alla ricerca scientifica.
In seguito, con l’estrazione dei primi numeri è cominciata la serata ludica della Tombola di Beneficenza, nella quale soprattutto i bambini sono stati i principali protagonisti, coinvolti a più riprese nell’estrazione effettiva dei numeri.
L’evento ludico si è protratto sino a tarda sera, distribuendo molti dei premi messi a disposizione dagli sponsor; nell’ultima parte della serata gli organizzatori hanno deciso di distribuire i premi rimasti tramite un’asta che ha visto partecipare in una gara di generosità i pochi rimasti nella sala del teatro.
Soddisfatti gli organizzatori della tombola che raggiunge la quarta edizione quest’anno, e per la seconda volta dedicata a Telethon.
Lo spettacolo, presentato da Enrico Indelicato della redazione di Blocnotes, è stato organizzato per iniziativa privata da Mario Amato, consigliere comunale, col patrocinio del comune di Biancavilla, assessorato agli spettacoli ed eventi retto da Antonio Bonanno.
La realizzazione dello spettacolo è stata possibile grazie al contributo generoso di diversi sponsor tra artigiani e commercianti locali, e grazie all’associazione “Diversamente Uguali”.
Le tessere per giocare sono state fornite preventivamente ai cittadini di Biancavilla su offerta libera, per sostenere la ricerca portata avanti da anni da Telethon, cui la tombola di beneficenza era dedicata.
I cittadini di Biancavilla hanno risposto generosamente all’iniziativa, riempiendo la sala del teatro “La Fenice”, ed acquistando tutte le tessere a disposizione.
Presenti in teatro pure le autorità cittadine tra cui il sindaco Giuseppe Glorioso, il deputato regionale on. Nino D’Asero ed alcuni consiglieri comunali.
La tombola è stata preceduta dall’intervento del dott. Andrea Lombardo, presidente dell’associazione “UILDM” della sezione di Catania, il quale ha ricordato l’importanza della ricerca per la lotta a tutte le malattie genetiche.
Il dottor Lombardo è un uomo che ha ricevuto pieni riconoscimenti sul piano professionale e umano: affetto da distrofia muscolare, non si è abbattuto all'infermità, ma ha creato un percorso di vita esemplare, soprattutto per i giovani.
La UILDM - Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare - è nata nel 1961 con lo scopo di promuovere con tutti i mezzi la ricerca scientifica e l’informazione sanitaria sulle distrofie e le altre malattie neuromuscolari, e favorire l’integrazione sociale dei disabili.
Nel 1990, la UILDM indusse Susanna Agnelli a costituire un Comitato Promotore per dare l’avvio a Telethon, la maratona televisiva finalizzata alla raccolta di fondi per il finanziamento di progetti scientifici che, nel 1992, ha aperto i propri bandi di ricerca anche allo studio delle altre migliaia di malattie genetiche. Fin dalla prima edizione di Telethon, la UILDM collabora a quella raccolta fondi, totalmente dedicata alla ricerca scientifica.
In seguito, con l’estrazione dei primi numeri è cominciata la serata ludica della Tombola di Beneficenza, nella quale soprattutto i bambini sono stati i principali protagonisti, coinvolti a più riprese nell’estrazione effettiva dei numeri.
L’evento ludico si è protratto sino a tarda sera, distribuendo molti dei premi messi a disposizione dagli sponsor; nell’ultima parte della serata gli organizzatori hanno deciso di distribuire i premi rimasti tramite un’asta che ha visto partecipare in una gara di generosità i pochi rimasti nella sala del teatro.
Soddisfatti gli organizzatori della tombola che raggiunge la quarta edizione quest’anno, e per la seconda volta dedicata a Telethon.
Sergio Atanasio
Fabrizio De Andrè. A dieci anni dalla morte, Biancavilla lo ricorda così… - di Francesca Longo
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La sera dell’undici gennaio, al teatro “La Fenice” di Biancavilla, c’erano tutti i suoi ammiratori, “…con gli occhi rossi e il cappello in mano…”, a salutare chi, per un’intera vita, “…senza pretese, senza pretese…portò l’amore nel paese”.
Difficile etichettare la sua musica, ancora di più la sua persona. Faber, come un abile salmone, è riuscito sempre a guizzar via e a risalire il fiume in direzione ostinata e contraria, ovvero , come ha ricordato dal palco il dott. LucaTerranova, a “…stare sempre dalla parte dei vinti e degli ultimi, rendendoli vincitori”.
Nato in una famiglia agiata e borghese, non ha mai smesso di lottare contro l’ipocrisia della società e le convenzioni sociali.
Della pietas “erga omnes” ne ha sempre fatto il suo vangelo, ora con la sua vita, ora con le sue canzoni.
Ma come può un anarchico come lui affermare che Gesù Cristo fu il più grande rivoluzionario di tutti i tempi? Insomma come si spiega il connubio anarchia-religione, che, di primo acchito, sembrerebbe cozzare? Secondo il dott. Alfio Grasso, scrittore e giornalista, autore del libro “Fabrizio De Andrè. Anarchia e poesia”, presente quella sera in sala, con il suo incisivo intervento, “…bisogna sfatare il mito che gli anarchici debbano essere per forza degli atei. L’anarchico può in qualche modo contestare l’Istituzione Chiesa, perché rappresenta un potere, ma ciò non significa che non possa avere un suo credo. De Andrè credeva in Dio, un Dio somma di tutte le anime. L’amore per il prossimo è un comandamento che gli anarchici sono disposti a tollerare senza fatica, proprio perché è un qualcosa di assolutamente naturale”.
Temi forti nelle sue canzoni: l’amore, la discriminazione sociale e razziale, la diversità, la giustizia, Dio… Il tutto raccontato con uno stridente realismo e con una pacata schiettezza.
Incessanti e aspre le sue condanne nei confronti delle guerre, delle prevaricazioni in genere (Fiume Saint Crek) e della pena di morte (La ballata degli impiccati).
La kermesse di quella sera, suddivisa in due parti, ha voluto omaggiare il suo talento e la sua persona. Dal pomeriggio fino a sera, i ragazzi del Liceo Socio-Psico- Pedagogico di Biancavilla si sono abilmente alternati in un continuum di presentazioni: giornalisti, musicisti ed estimatori del nostro, tutti desiderosi di ricordarlo, ciascuno a proprio modo. La seconda parte della serata è stata un tripudio di emozioni con i “Musicanti di Ventura”, gruppo musicale tutto troinese, composto da 12 elementi (tre vocalist, una voce narrante e otto musicisti), che ci ha deliziati, proponendoci più di trenta canzoni di Fabrizio. Sembrava proprio di stare ascoltando un suo concerto; estatica l’atmosfera. A coadiuvare i nostri, la splendida voce della biancavillese Stefania Lanza, con i suoi acuti mozzafiato.
Nel rispetto dell’attenzione che il festeggiato ha sempre riservato agli “ultimi”, si sono volute invitare le associazioni cittadine senza scopo di lucro, dando loro la possibilità di raccogliere fondi. Doveroso il girotondo, fatto fare a tutti gli astanti, per commemorare i bambini che, in questi giorni, vediamo essere vittime del sanguinoso conflitto nella striscia di Gaza.
Un plauso all’Amministrazione Comunale tutta, guidata dal Sindaco Pippo Glorioso, e all’Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione Pietro Cannistraci, che hanno permesso la realizzazione del suddetto spettacolo.
Francesca Longo
Difficile etichettare la sua musica, ancora di più la sua persona. Faber, come un abile salmone, è riuscito sempre a guizzar via e a risalire il fiume in direzione ostinata e contraria, ovvero , come ha ricordato dal palco il dott. LucaTerranova, a “…stare sempre dalla parte dei vinti e degli ultimi, rendendoli vincitori”.
Nato in una famiglia agiata e borghese, non ha mai smesso di lottare contro l’ipocrisia della società e le convenzioni sociali.
Della pietas “erga omnes” ne ha sempre fatto il suo vangelo, ora con la sua vita, ora con le sue canzoni.
Ma come può un anarchico come lui affermare che Gesù Cristo fu il più grande rivoluzionario di tutti i tempi? Insomma come si spiega il connubio anarchia-religione, che, di primo acchito, sembrerebbe cozzare? Secondo il dott. Alfio Grasso, scrittore e giornalista, autore del libro “Fabrizio De Andrè. Anarchia e poesia”, presente quella sera in sala, con il suo incisivo intervento, “…bisogna sfatare il mito che gli anarchici debbano essere per forza degli atei. L’anarchico può in qualche modo contestare l’Istituzione Chiesa, perché rappresenta un potere, ma ciò non significa che non possa avere un suo credo. De Andrè credeva in Dio, un Dio somma di tutte le anime. L’amore per il prossimo è un comandamento che gli anarchici sono disposti a tollerare senza fatica, proprio perché è un qualcosa di assolutamente naturale”.
Temi forti nelle sue canzoni: l’amore, la discriminazione sociale e razziale, la diversità, la giustizia, Dio… Il tutto raccontato con uno stridente realismo e con una pacata schiettezza.
Incessanti e aspre le sue condanne nei confronti delle guerre, delle prevaricazioni in genere (Fiume Saint Crek) e della pena di morte (La ballata degli impiccati).
La kermesse di quella sera, suddivisa in due parti, ha voluto omaggiare il suo talento e la sua persona. Dal pomeriggio fino a sera, i ragazzi del Liceo Socio-Psico- Pedagogico di Biancavilla si sono abilmente alternati in un continuum di presentazioni: giornalisti, musicisti ed estimatori del nostro, tutti desiderosi di ricordarlo, ciascuno a proprio modo. La seconda parte della serata è stata un tripudio di emozioni con i “Musicanti di Ventura”, gruppo musicale tutto troinese, composto da 12 elementi (tre vocalist, una voce narrante e otto musicisti), che ci ha deliziati, proponendoci più di trenta canzoni di Fabrizio. Sembrava proprio di stare ascoltando un suo concerto; estatica l’atmosfera. A coadiuvare i nostri, la splendida voce della biancavillese Stefania Lanza, con i suoi acuti mozzafiato.
Nel rispetto dell’attenzione che il festeggiato ha sempre riservato agli “ultimi”, si sono volute invitare le associazioni cittadine senza scopo di lucro, dando loro la possibilità di raccogliere fondi. Doveroso il girotondo, fatto fare a tutti gli astanti, per commemorare i bambini che, in questi giorni, vediamo essere vittime del sanguinoso conflitto nella striscia di Gaza.
Un plauso all’Amministrazione Comunale tutta, guidata dal Sindaco Pippo Glorioso, e all’Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione Pietro Cannistraci, che hanno permesso la realizzazione del suddetto spettacolo.
Francesca Longo
Unifarmed Adrano col vento in poppa: continua il momento d’oro degli adraniti - di Davide D'Amico
trops trops
Sesto posto in classifica, zona play-off salda, tifosi in visibilio. Procede come meglio non può la stagione dell’Unifarmed Adrano nel campionato di serie C dilettanti di basket. Dopo un inizio deludente, 5 sconfitte consecutive, figlie di una scarsa conoscenza della categoria, i cestisti adraniti, con la regia del coach Gigì Bordieri, hanno innescato il turbo vincendo a raffica contro chiunque.
Il pala tenda è diventato un fortino praticamente inespugnabile, tutti ci lasciano le penne puntualmente, in più in trasferta Grasso e company si fanno rispettare.
Gli adraniti attualmente in classifica si trovano al quinto posto in coabitazione col Nocera. 22 punti, in virtù di 11 vittorie e sette sconfitte. Un ruolino di marcia importante per una squadra neo promossa ma che può contare su un parco giocatori di indiscusso valore e ben assortito. La società del patron Rosario Menza ha fatto le cose per bene. Innanzitutto non ha smantellato l’organico vincente della scorsa stagione che anzi è stato impreziosito da alcuni giovani di sicuro avvenire come Tredici, ma soprattutto ha tenuto i nervi saldi difendendo a spada tratta il tecnico Bordieri quando le cose non giravano per il verso giusto.
Adesso si pensa al futuro, l’obiettivo play-off è sicuramente alla portata anche se tutti continuano a parlare prudentemente di tranquilla salvezza. Sicuramente per scaramanzia.
Le prime otto compagini classificate, al termine della regular season, accedono agli spareggi promozione, la nona va in vacanza senza grilli per la testa, e tre retrocessioni, una diretta per l'ultima e due ai playout.
Dopo il successo sul Ragusa, altro impegno casalingo per i cestisti locali che ospiteranno un’altra big del campionato: la Prativerdi Siracusa.
Il pala tenda è diventato un fortino praticamente inespugnabile, tutti ci lasciano le penne puntualmente, in più in trasferta Grasso e company si fanno rispettare.
Gli adraniti attualmente in classifica si trovano al quinto posto in coabitazione col Nocera. 22 punti, in virtù di 11 vittorie e sette sconfitte. Un ruolino di marcia importante per una squadra neo promossa ma che può contare su un parco giocatori di indiscusso valore e ben assortito. La società del patron Rosario Menza ha fatto le cose per bene. Innanzitutto non ha smantellato l’organico vincente della scorsa stagione che anzi è stato impreziosito da alcuni giovani di sicuro avvenire come Tredici, ma soprattutto ha tenuto i nervi saldi difendendo a spada tratta il tecnico Bordieri quando le cose non giravano per il verso giusto.
Adesso si pensa al futuro, l’obiettivo play-off è sicuramente alla portata anche se tutti continuano a parlare prudentemente di tranquilla salvezza. Sicuramente per scaramanzia.
Le prime otto compagini classificate, al termine della regular season, accedono agli spareggi promozione, la nona va in vacanza senza grilli per la testa, e tre retrocessioni, una diretta per l'ultima e due ai playout.
Dopo il successo sul Ragusa, altro impegno casalingo per i cestisti locali che ospiteranno un’altra big del campionato: la Prativerdi Siracusa.
Davide D'Amico
L’Adrano vede la luce fuori dal tunnel: Nissa annichilita da un grande Madonia - di Davide D'Amico
trops trops
La vittoria sulla Nissa vice capolista per 3-1, e un Madonia da favola. L’Adrano torna in carreggiata, lo fa nel migliore dei modi strapazzando al “dell’Etna” una grande del campionato, si rilancia in classifica e torna a sognare i play-off traguardo che dista 6 punti (gli etnei hanno, però, una gara in meno quella con la Viribus Unitis, rinviata il 21 gennaio per l’impraticabilità del “Felice Nappi” di Somma Vesuviana, letteralmente allagato per la pioggia che si è abbattuta copiosa nella città partenopea ). Le due sconfitte consecutive del 2009, a Pozzuoli e a Trapani, vengono spazzate via in 90’ minuti, quelli con i nisseni, formazione che non perdeva da 16 gare, l’ultima sconfitta il 17 settembre, ma soprattutto consacrano Peppe Madonia autentico fenomeno di questo girone meridionale di serie D, uno che da solo può vincere una partita. Ma non solo l’asso adranita (12 gol in stagione, vice capocannoniere dietro Zampaglione dell’Hinterreggio), autore di una doppietta, il secondo gol è un capolavoro di assoluta bellezza, ma tutta la squadra ha fatto cose davvero straordinarie. Come conferma Carlo Breve al termine della gara:« Avevamo preparato bene la partita in settimana, sapevamo che la Nissa ha un gioco arioso che si sviluppa soprattutto sugli esterni. Siamo stati intelligenti ad attaccarli lì. Ho visto una squadra attenta, vogliosa di riscatto e con grandi motivazioni- continua il tecnico adranita- che ha ampiamente meritato il successo. Abbiamo battuto una grandissima squadra, speriamo che sia la gara della svolta per la nostra stagione. Madonia? È il valore aggiunto dell’Adrano, ma oggi tutto il gruppo ha fatto cose straordinarie. Sono davvero soddisfatto » Carico e felice anche Peppe Madonia, ormai indiscusso trascinatore di questa squadra e nuovo idolo del pubblico adranita:« La nostra è stata una gara perfetta, contro una squadra forte che veniva da una lunghissima striscia di risultati positivi. Dopo non un buon inizio del nuovo anno, questo successo ci dà morale e soprattutto la consapevolezza che abbiamo le carte in regola per raggiungere i play-off». Adesso bisognerà continuare su questa strada, con determinazione e cattiveria agonistica. Il Castiglione in casa, il Vittoria in trasferta prima della pausa per il torneo di Viareggio. Due squadre con l’acqua alla gola che lottano per sopravvivere, ma sicuramente inferiori tecnicamente agli etnei. Occasione ghiotta per racimolare più punti possibili e presentarsi alla ripresa del campionato, il prossimo 15 febbraio, al meglio delle condizioni quando al “dell’Etna” arriverà niente poco di meno che sua maestà Siracusa, capolista incontrastata del torneo, ormai con un piede e mezzo in Seconda Divisione (ex C2), ma che ad Adrano ha sempre faticato, riuscendo a vincere una sola volta negli ultimi quattro anni e perdendo per ben tre volte. Intanto è stato ufficializzato, dallo stesso interessato, quello che già circolava da tempo e con insistenza negli ambienti sportivi del calcio siciliano. Mario Marino, direttore generale dell’Adrano, un curriculum importante nel professionismo con Acireale, Catania, Avellino, Cosenza, Atl.Catania, ma non solo, si è candidato come delegato della consulta nazionale per il girone “I”. La prima riunione per il rinnovo della consulta, si svolgerà a Lamezia Terme il prossimo 28 gennaio.
Davide D’Amico
Biancavilla calcio: inizio 2009 da dimenticare - di Sergio Mazzaglia
trops trops
Il nuovo anno non si apre in maniera positiva per il Biancavilla di mister De Cento. Gialloblu che nelle prime quattro partite del girone di ritorno riescono a portare a casa solamente un punto. Inizio anno con un pareggio contro Grammichele poco motivato e fortunato nel trovare un Biancavilla che non riesce a concretizzare e prima sconfitta dell’anno contro un Due Torri, insaccando due gol e non riuscendo a battere il portiere avversario.
Ma, nonostante tutto, un Biancavilla che esce da tutte queste partite a testa alta, soprattutto poco baciato dalla dea della fortuna e facendo vedere che è una squadra che riesce a fare un ottimo gioco in campo, ma manca della giusta convinzione e di un giocatore che riesca a mettere dentro la palla. Perde il Biancavilla anche contro la capolista, il Milazzo, in casa degli avversari, dando filo da torce per tutto un tempo pareggiando per 2 a 2, ma non riuscendolo a mantenere nel secondo tempo, e perdendo alla fine per 4 a 2.
Mister e Dirigenza che restano fiduciosi nei loro uomini: “le gare in casa sono state sfortunate; la squadra ha per tutta la partita dominato, ma non è riuscita a concretizzare le occasioni da gol”, cosi il patron Salvà incoraggia i suoi giocatori.
Quindi Biancavilla che deve cambiare ritmo, iniziando dallo scontro casalingo contro il Villafranca Tirrena.
Sergio Mazzaglia
Ma, nonostante tutto, un Biancavilla che esce da tutte queste partite a testa alta, soprattutto poco baciato dalla dea della fortuna e facendo vedere che è una squadra che riesce a fare un ottimo gioco in campo, ma manca della giusta convinzione e di un giocatore che riesca a mettere dentro la palla. Perde il Biancavilla anche contro la capolista, il Milazzo, in casa degli avversari, dando filo da torce per tutto un tempo pareggiando per 2 a 2, ma non riuscendolo a mantenere nel secondo tempo, e perdendo alla fine per 4 a 2.
Mister e Dirigenza che restano fiduciosi nei loro uomini: “le gare in casa sono state sfortunate; la squadra ha per tutta la partita dominato, ma non è riuscita a concretizzare le occasioni da gol”, cosi il patron Salvà incoraggia i suoi giocatori.
Quindi Biancavilla che deve cambiare ritmo, iniziando dallo scontro casalingo contro il Villafranca Tirrena.
Sergio Mazzaglia
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