Il restauro di un bene architettonico, qual è il Palazzo Bianchi, comporta non solo di riportare l’opera, per quanto è possibile, allo stato originario, ma anche di riportare all’interno le opere artistiche che sono state commissionate proprio per abbellire il salone che per molti decenni ha avuto la funzione di sala consiliare.
Specificatamente ci riferiamo al trittico di Angelo La Naia, che possiamo definire il migliore pittore e scultore adranita della prima metà del secolo XX.
Forse un po’ di storia cittadina, non poi molto lontana nel tempo, è bene portarla a conoscenza dei giovani amministratori.
Le tre tele che addobbavano la sala consiliare di Palazzo Bianchi furono commissionate, molto probabilmente, dalle autorità comunali adranite, in età pre fascista, per adornare l’aula consiliare le cui pareti erano disadorne.
Il trittico si compone di una tela (m.2 x m.4) “Scampagnata presso lo stagno”.
Predomina come sfondo uno stagno, mentre in primo piano si evidenziano scuri tronchi di alberi. A destra un gruppo di tre fanciulle appena coperte da un mantello; a sinistra occupa la scena una donna nuda seduta di spalle assieme ad un fanciullo; nel centro primeggia un giovane nell’atto di contemplare le tre fanciulle. Quindi una vera scena idilliaca.
La seconda tela (m.1 x m.2) può essere denominata “Seduzione ed Abbandono”.
Prato verde, cielo cupo e pochi alberi occupano il primo piano della scena, mentre sullo sfondo si notano delle colline illuminate dal sole che tramonta. La coppia raffigurata è rappresentata in intensa intimità; lui (la seduzione) offre ancora vino a lei che già ha in mano un bicchiere colmo di vino in pieno stato di abbandono.
Il terzo quadro “Dopo l’amore” (m.1 x m. 2) ci ripropone lo stesso paesaggio del precedente; il giovane seduto di spalle, vestito, suona il flauto, mentre la fanciulla è assopita. Si può considerare come l’episodio successivo al precedente.
Ritorna sempre attuale il detto: “se non consci il tuo passato non puoi pensare al futuro”.
Le notizie sono state rilevate dalla pubblicazione “Personaggi Adraniti” di Saro Franco, pubblicato dalla Proco di Adrano con il contributo dell’Amministrazione comunale. (Anno 2002 Tipografia. Ricca - Adrano).
Angelo Abbadessa
Specificatamente ci riferiamo al trittico di Angelo La Naia, che possiamo definire il migliore pittore e scultore adranita della prima metà del secolo XX.
Forse un po’ di storia cittadina, non poi molto lontana nel tempo, è bene portarla a conoscenza dei giovani amministratori.
Le tre tele che addobbavano la sala consiliare di Palazzo Bianchi furono commissionate, molto probabilmente, dalle autorità comunali adranite, in età pre fascista, per adornare l’aula consiliare le cui pareti erano disadorne.
Il trittico si compone di una tela (m.2 x m.4) “Scampagnata presso lo stagno”.
Predomina come sfondo uno stagno, mentre in primo piano si evidenziano scuri tronchi di alberi. A destra un gruppo di tre fanciulle appena coperte da un mantello; a sinistra occupa la scena una donna nuda seduta di spalle assieme ad un fanciullo; nel centro primeggia un giovane nell’atto di contemplare le tre fanciulle. Quindi una vera scena idilliaca.
La seconda tela (m.1 x m.2) può essere denominata “Seduzione ed Abbandono”.
Prato verde, cielo cupo e pochi alberi occupano il primo piano della scena, mentre sullo sfondo si notano delle colline illuminate dal sole che tramonta. La coppia raffigurata è rappresentata in intensa intimità; lui (la seduzione) offre ancora vino a lei che già ha in mano un bicchiere colmo di vino in pieno stato di abbandono.
Il terzo quadro “Dopo l’amore” (m.1 x m. 2) ci ripropone lo stesso paesaggio del precedente; il giovane seduto di spalle, vestito, suona il flauto, mentre la fanciulla è assopita. Si può considerare come l’episodio successivo al precedente.
Ritorna sempre attuale il detto: “se non consci il tuo passato non puoi pensare al futuro”.
Le notizie sono state rilevate dalla pubblicazione “Personaggi Adraniti” di Saro Franco, pubblicato dalla Proco di Adrano con il contributo dell’Amministrazione comunale. (Anno 2002 Tipografia. Ricca - Adrano).
Angelo Abbadessa