giovedì 11 dicembre 2008

Salvatore Leo: quando la poesia si sposa con il “rigore scientifico”. - di Francesca Longo

turacul
Il poeta biancavillese dall’animo “gentile” e con la passione per la matematica.
“…Ad ogni verso ritrovo un po’ di me riavuto dal torpore…E sono vivo.”
Una necessità, quella che muove il nostro, a mettere in musica umili parole e semplici frasi, depositarie di emozioni e di pensieri profondi, che ben si celano nell’animo umano.
Salvatore Leo vede la luce 61 primavere or sono. Fin dall’adolescenza sente l’esigenza di “comunicare” servendosi della poesia, sublime arte. Ad ispirarlo, prima fra tutte, tra le nove Muse che dimoravano fra il Parnaso e l’Olimpo, Eràto, dal capo coronato di mirti e di rose; musa della poesia lirica ed, in modo particolare, amorosa.
Per confezionare a regola d’arte le sue “creature”, trae spunto dalle cose piccole, dalle cose semplici. Riflessioni le sue, sulla vita, sull’amore, sull’amicizia, sulla morte...; ma anche moniti, che trovano “humus fertile” nella sua tenace e adamantina fede cattolica; sussurrati consigli a tutti coloro che ricercano conforto; o semplicemente “confessioni” di un animo “gentile” che si mostra, con tanto pudore, a quanti lo vogliano leggere.
A solo 25 anni partecipa e vince il “Premio Giovani Etna-Taormina”.
Milita per tantissime edizioni alla nota festa della poesia “Sciuri di mungibeddu”, polo di attrazione ormai, per tutti i poeti del territorio pedemontano etneo e di tutta la Sicilia. Nel 1999 il locale “Lions Club” gli conferisce una targa e pubblica una raccolta di poesie intitolata “Gocce di Luce”…
Il suo stile è ironico, toccante, pulito; spesso in modo burlesco usa similitudini e metafore; trova aiuto perfino nel “rigore matematico” e nelle leggi e nei teoremi che governano la geometria, pur di arrivare ad esprimere… quanto di più irrazionale esista al mondo: il sentimento.


TIMIDEZZA DELUSIONE SENZA INDICE
Nel quadrato di un binomio Dalla cima di un triangolo scaleno La tua presunzione
mi trovo prigioniero guardo giù e non ci sei è di essere capita
chi mi libererà dalla parentesi? guardo e guardo ancora e non ci sei come un libro difficile
Tu amore mio ti cerco lungo i lati senza indice.
sei brava in matematica e non ci sei Se apro una pagina
risolvi la questione che delusione! a caso
perché io ho un difetto: Amore virtuale ti arrabbi
difetto di “espressione”. il nostro è sempre stato ed io insisto
un amore in senso lato. perché
voglio leggerti.

Francesca Longo