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I parlamentari Domenico Nania e Giovanni Burtone protagonisti del I incontro del Corso di Formazione civica organizzato dall’Associazione “Incontro” e dalla Pro Loco Adrano
Abbiamo assitito negli ultimi mesi ad un cambiamento repentino dello scenario politico italiano. La nascita del Partito Democratico, che coniuga le esperienze culturali degli ex comunisti e quelle del cattolicesimo democratico. L’avvio del processo costituente per la nascita del Popolo delle Libertà, nato sul predellino di Piazza San Babila a Milano dopo il proclama urbi et orbi di Silvio Berlusconi, che nel frattempo ha stravinto le ultime elezioni politiche. La scomparsa della sinistra radicale dagli scranni del Parlamento. Sono solo alcuni, i più eclatanti, dei fenomeni che hanno sovvertito dalle fondamenta nel 2008, in modo inaspettato, la politica che ci eravamo abituati a conoscere da un quindicennio a questa parte. Al punto che da più parti, soprattutto in ambito giornalistico, si è parlato di avvento della “Terza Repubblica”, nel tentativo di sottolineare, certo in termini pregnanti e sintetici, la possibilità dell’apertura di una nuova fase politica in cui finalmente si possano porre le basi per una moderna democrazia dell’alternanza, vero miraggio dell’Italia repubblicana. Una cosa è certa: oggi chi osserva il nuovo scenario politico non può non registrare che per la prima volta in Italia, forse, sembra che si siano poste le basi per il sorgere di un bipartitismo capace di smantellare la cronica parcellizzazione della rappresentanza parlamentare. Ma tutte queste eclatanti trasformazioni ci autorizzano a parlare di “Terza Repubblica”? Sono sufficienti a giustificare l’ottimismo di chi ritiene che stiamo assistendo ad una nuova ripartenza del nostro Paese? Da queste, e da altre domande e questioni, prendeva spunto il primo appuntamento del Corso di formazione civica organizzato dall’Associazione culturale “Incontro”, con la collaborazione della Pro Loco Adrano, lo scorso 21 novembre, presso l’auditorium del 1o Circolo didattico “Sante Giuffrida” di Adrano. “La sfida della Terza Repubblica”, questo il tema specifico del primo incontro del corso, giunto quest’anno al sesto anno consecutivo, che ha avuto come relatori il vice presidente del Senato della Repubblica, Domenico Nania, storico rappresentante siciliano prima del Msi e poi di Alleanza Nazionale, e il deputato nazionale del Partito Democratico, ex Margherita, fresco candidato sindaco a Catania la scorsa primavera, Giovanni Burtone. Quello tra i due interlocutori è stato un dialogo cordiale e franco, in sintonia con quello spirito, oggi più vagheggiato che concretizzato, del “bipolarismo mite”. Anche perché buona parte dell’uditorio era composto da giovani studenti delle scuole superiori adranite e, oggi più che mai, sembra opinione acquisita, anche in ambienti politici, che per sconfiggere il disinteresse dei giovani verso la politica bisogna esseri ancora più convincenti e credibili, mettendo da parte polemiche sterili, ancora più incomprensibili nell’attuale congiuntura storica. Alla fine dei loro interventi, i due parlamentari hanno concordato sul fatto che la cosiddetta “Terza Repubblica” potrà nascere solo dopo una fase costituente che deve avere come protagonisti soprattutto i due neonati partiti italiani, il Pd e il Pdl, ma anche i rappresentanti delle altre forze sociali e politiche. Un’assemblea costituente, dunque, che riscriva le basi del nostro sistema politico e trasformi i meccanismi della macchina legislativa, in modo da dar vita ad una democrazia che governi e decida tempestivamente su argomenti di importanza fondamentale per il Paese, atteso da sfide impegnative nei prossimi mesi e anni. Prove di dialogo, dunque, tra Nania e Burtone, tra Pd e Pdl, anche se non sono mancati neanche i momenti di vivace dialettica tra i due parlamentari siciliani, soprattutto quando, nella seconda parte dell’incontro, sono stati incalzati dalle domande di Pino Lo Re, rappresentante adranita del Partito democratico ed ex consigliere comunale, e di Giosuè Gullotta, capogruppo Pdl al consiglio di Adrano. Come a dire che il dialogo, ogni dialogo, deve sostanziarsi di sana dialettica democratica. Solo così può nascere una moderna democrazia dell’alternanza, vero sogno irrealizzabile fino ad oggi, è bene ripeterlo, della politica italiana.
Enrico Indelicato